L’Università degli Studi di Napoli, fondata nel 1224 per volere dell’imperatore Federico II di Svevia, rappresenta una delle più antiche università in Europa. L’atto fondativo dell’Ateneo, emanato dall’imperatore svevo, prevedeva la creazione di una scuola per la formazione degli insegnanti e dei giudici del Regno. In questo contesto, la figura di Pier delle Vigne, noto anche come Pietro della Vigna, importante giurista, politico e poeta del XIII secolo, nonché braccio destro dell’imperatore Federico II e autore dell’organizzazione del sistema giudiziario del Regno, giocò un ruolo fondamentale nella creazione e nell’organizzazione dell’Ateneo.
Per organizzare il sapere all’interno dell’Università, Federico II si ispirò alla struttura delle artes, ovvero le sette discipline dell’ambito retorico-letterario e filosofico, come la grammatica, la dialettica, la retorica e la teologia. Tali discipline erano considerate alla base della formazione umanistica dell’epoca, e si basavano sulla conoscenza degli autori classici e sulla pratica dell’elocutio, ovvero l’arte della parola.
In seguito, si passava all’insegnamento delle discipline professionali, come il diritto, la medicina e la teologia. Questa organizzazione del sapere, fortemente influenzata dalla filosofia aristotelica, costituiva una base solida per la formazione degli studiosi e dei professionisti del Regno.
Federico II e Pier delle Vigne, inoltre, diedero grande impulso alla ricerca scientifica e alla produzione culturale dell’epoca. Grazie alle loro politiche di mecenatismo, molti intellettuali e scienziati furono invitati a lavorare alla corte imperiale, dando vita a un ambiente culturale vivace e stimolante.
La presenza di questi intellettuali, come ad esempio il filosofo Tommaso d’Aquino, permise di promuovere la conoscenza e lo sviluppo della cultura in tutto il Regno.