Guerra austro-prussiana 1866: l'Italia e la Germania nell’Europa in trasformazione | Studenti.it

Guerra austro-prussiana del 1866: l'Italia e la Germania nell’Europa in trasformazione

Guerra austro-prussiana del 1866: riassunto e mappa concettuale degli eventi che hanno portato alla terza guerra d'indipendenza italiana

Guerra austro-prussiana del 1866: l'Italia e la Germania nell’Europa in trasformazione
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Otto von Bismarck
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GUERRA AUSTRO-PRUSSIANA: PREPARAZIONE ALLA GUERRA CONTRO L'AUSTRIA

Le strategie politiche avevano condotto al Regno d’Italia ma il compito della diplomazia non era ancora concluso. La tattica politica dovette muoversi nell’ombra per ottenere i territori tanto desiderati del Re e dal Governo, e in nome di una reale unità territoriale della penisola italiana, si rese indispensabile sfruttare le debolezze e le criticità presenti tra le varie potenze europee per sfruttarle a proprio favore. É in quest’ottica che si ricorse alla Prussia, la quale poco sopportava che l’Impero Asburgico con il Congresso di Vienna avesse ottenuto il controllo della Confederazione Germanica (Confederazione di Stati dell’Europa centrale).

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L’Italia, dopo numerosi tentativi di ottenere in maniera pacifica il Veneto dagli Austriaci, attraverso forme di scambio territoriale o economico, decise di allearsi con la Prussia in maniera da poter sfruttare l’occasione di una guerra e poter, in caso di vittoria, richiedere il territorio in questione.

GUERRA AUSTRO-PRUSSIANA 1866: BISMARCK E L'UNIFICAZIONE DELLA GERMANIA

Nel 1863 fu eletto come Primo Ministro Prussiano Otto von Bismarck e tre anni dopo, costei decise di muovere guerra all’Austria per ottenere il controllo della Confederazione Germanica e poter così attuare il suo progetto di unificazione degli Stati Tedeschi; l’occasione d’oro che l’Italia cercava da tempo, finalmente si materializzò. Il Regno d’Italia prima di firmare qualsiasi trattato di collaborazione con la Prussia, dovette sincerarsi che il suo maggiore alleato, la Francia, non avesse nulla in contrario.

Napoleone III decise di non essere coinvolto in un’eventuale guerra Austro-Prussiana altresì che non avrebbe avuto nulla da contestare all’eventuale coinvolgimento Italiano, anzi, s’impegnava a proteggere l’Italia qualora la Prussia abbandonasse il conflitto. Napoleone III, di fatto, si rese neutrale ma segretamente stava attuando un proprio progetto di espansione territoriale, invero con l’imminente guerra e il suo appoggio all’Italia, mirava a poter acquisire i territori austriaci affacciati sul Reno. Bismarck, dopo aver ottenuto rassicurazioni sul non intervento da parte di Gran Bretagna, Russia e Francia, e sinceratosi dell’appoggio dell’Italia nel futuro conflitto, il 28 febbraio 1866, ebbe dal Consiglio della Corona il mandato di muovere guerra contro l’Austria.

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ALLEANZA ITALIA-PRUSSIA

Il giorno 8 aprile 1866 i rappresentanti di Italia e Prussia s’incontrarono a Berlino e firmarono un trattato di alleanza finalizzato alla realizzazione di una guerra contro l’Austria, conflitto scaturito dalla volontà dei Paesi coinvolti di ottenere i territori ancora annessi all’Impero Asburgico. Il testo del trattato comprendeva numerosi articoli, ma in sostanza, dichiarava che:

  • Vi era amicizia tra i Re delle due Nazioni ovvero Vittorio Emanuele II e Guglielmo I così come vi era amicizia tra i due Paesi;
  • L’Italia avrebbe appoggiato con mezzi, uomini e risorse la Prussia nella guerra contro l’Austria;
  • La conclusione del conflitto sarebbe stata concordata dai due Paesi e che in alcun modo nessuno dei governi avrebbe potuto avviare trattative indipendenti con l’Austria.

La firma dell’accordo con l’Italia mise la Prussia nelle condizioni di preparare il terreno per la guerra, la strategia di Bismarck si concretizzò in alcuni espedienti volti a creare tensione all’interno dell’Impero Asburgico: inizialmente la Prussia istigò alcuni incidenti nei Ducati Danesi, successivamente, propose alla Confederazione Germanica che s’indicessero delle elezioni con lo scopo di ottenere una guida politica eletta direttamente dagli Stati membri della Confederazione, in maniera da estromettere gli Asburgo da tale presidenza, situazione che avrebbe fatto vacillare il potere dell’Impero su questi territori.

IL VENETO MERCE DI SCAMBIO

Quasi tutte le potenze europee seppero ben presto della firma del trattato tra Prussia e Italia e in breve tempo anche l’Austria fu informata dei fatti. La situazione economica austriaca nel 1866 era molto precaria, le casse dello Stato avrebbero mal sopportato una guerra, per tanto, l’Austria mobilitò la più alta diplomazia per evitare di entrare in conflitto con l’Italia la quale poteva essere più accondiscendente rispetto la Prussia. Il governo austriaco ben sapeva che l’unico interesse italiano d’entrare in guerra fosse il Veneto e per questo decise di inviare delle proposte al Governo Italiano. Le proposte austriache non furono direttamente sottoposte al Presidente del Consiglio La Marmora, poiché i due governi non avevano nessun tipo di rapporto, le proposte furono inviate a Napoleone III fedele alleato dell’Italia.

LE PROPOSTE DELL'AUSTRIA AL GOVERNO ITALIANO

Guerra austro-prussiana: riassunto

La proposta austriaca più allettante fu inviata al Presidente La Marmora il 5 maggio 1866 e prevedeva che il Veneto fosse ceduto alla Francia che l’avrebbe poi a sua volta regalato all’Italia se quest’ultima avesse rotto l’alleanza con la Prussia, in secondo luogo, si richiedeva al Regno d’Italia un forte contributo in denaro per innalzare nuove fortificazioni austriache sui nuovi confini.

Il 7 maggio 1866 il governo italiano rifiutò la proposta austriaca. Napoleone III dal canto suo, iniziò a considerare che nel conflitto tra Italia, Prussia e Austria avrebbe potuto non ottenere ciò che desiderava, per cui trattò privatamente con l’Austria e ottenne alcune condizioni favorevoli per il proprio Impero: qualora la Prussia fosse stata sconfitta, il Veneto sarebbe passato alla Francia in cambio della propria neutralità nel conflitto e, inoltre, Napoleone si sarebbe assunto l’impegno di far diventare neutrale anche l’Italia per mezzo della propria influenza.

GUERRA AUSTRO-PRUSSIANA O GUERRA DELLE SETTE SETTIMANE

Guerra austro-prussiana (o guerra delle sette settimane), 1866

Il progetto politico di Bismarck di ottenere l’unificazione degli stati tedeschi e ottenere il controllo di nuovi territori attraverso la guerra all’Austria, si stava nettamente delineando ed ebbe il suo compimento il primo giorno di Giugno del 1866, quando l’Austria fornì il casus belli annunciando che le decisioni riguardanti il futuro dei Ducati Danesi (i quali secondo un trattato tra i due paesi, il Trattato di Gastein, erano stati assegnati per la maggior parte alla Prussia e qualcuno in condivisione con la stessa Austria la quale però non poteva averne potere esclusivo di cessione) erano demandate alla Dieta di Francoforte, ovvero la forma di governo della Confederazione Germanica.

TERZA GUERRA D'INDIPENDENZA ITALIANA

La Prussia visto cadere l’ultimo filo che ancora teneva legate le due potenze ostili, sfruttò l’occasione della violazione del Trattato di Gastein per invadere l’unico Ducato Danese interamente assegnato all’Austria, il Ducato dell’Holstein. Nonostante la palese invasione, l’Austria non cercò lo scontro, ritirò le proprie truppe dal Ducato e ricorse per vie politiche alla Dieta chiedendo che gli Stati Confederati reagissero nei confronti della Prussia; Bismarck attuò la propria contromossa: proclamò la Confederazione Germanica a tutti gli effetti sciolta.

Il 15 giugno 1866 le truppe Prussiane intrapresero la guerra contro l’Austria invadendo la Sassonia unico Stato che sin da subito si era schierato con l’Austria. Il 20 giugno 1866 La Marmora dichiarò guerra all’Impero Austriaco e partì alla testa dell’esercito del Regno d’Italia alla conquista dell’indipendenza ancora incompleta.

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