La scorsa estate tutti, anche coloro che non seguono abitualmente il calcio, hanno avuto sotto gli occhi le bellissime immagini dello stadio Diego Armando Maradona illuminato a festa per il trionfo della SSC Napoli nel campionato di Serie A. Uno scudetto atteso per ben 33 anni, con l’ultimo vinto quando ancora lo stadio di chiamava San Paolo e, sul suo campo, era il fantasista argentino a guidare la squadra partenopea al successo.

Oggi lo stadio, tra i più famosi e caldi del nostro paese, porta proprio il nome di quello che è da sempre considerato il miglior giocatore ad aver mai vestito la maglia cittadina nonché uno dei migliori di tutti i tempi: ma dove si trova lo stadio Diego Armando Maradona? E quanti posti ha il Diego Armando Maradona? Andiamo a scoprire le risposte a queste e ad altre domande.

Stadio Diego Armando Maradona: la nascita

Il Napoli non ha sempre giocato allo stadio Diego Armando Maradona (o com’era precedente noto, al San Paolo): la precedente casa degli azzurri era lo stadio Partenopeo, o Ascarelli, che però cade vittima dei bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale. La squadra di calcio cittadina si trasferisce così allo stadio del Vomero, la cui capienza è però troppo ridotta: diventa necessario, quindi, costruire un nuovo stadio per gestire le sempre più numerose masse di tifosi.

L’amministrazione opta per la zona di Fuorigrotta e affida il progetto a Carlo Cocchia: la prima pietra viene posta nel 1952 e lo stadio consegnato nel dicembre del 1959. Inizialmente vanta una capienza notevole, circa 90.000 spettatori in piedi: le successive ristrutturazioni e omologazioni, tuttavia, riducono notevolmente la portata dell’impianto che oggi presenta 55.000 posti a sedere.

Inizialmente lo stadio viene rinominato Partenopeo in fase progettuale, poi stadio dei Centomila, successivamente stadio del Sole fino ad arrivare al definitivo San Paolo nel 1963. La storia dietro questa scelta risiede nel fatto che secondo la leggenda il santo sarebbe arrivato in Italia attraccando proprio in quella che attualmente è la zona di Fuorigrotta.

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Fabrizio Villa//Getty Images

Stadio San Paolo: gli anni ’80 e ‘90

La prima grande ristrutturazione di quello che diventerà lo stadio Diego Armando Maradona avviene in occasione degli Europei del 1980, quando viene ammodernato al costo di un miliardo di lire. Nuovi lavori vengono varati nel 1988 in vista dei Mondiali del 1990: tra questi figurano la costruzione della copertura e di una nuova tribuna stampa con due ascensori come collegamento, l’installazione dei seggiolini in tutto lo stadio, l’aggiunta di due display e il generale adeguamento alle norme richieste dalla FIFA.

I lavori vengono incredibilmente completati nell’anno successivo alla manifestazione, quando viene realizzato anche un terzo anello che porta temporaneamente la capienza ad oltre 70.000 posti. Nonostante la ristrutturazione, però, il futuro stadio Diego Armando Maradona inizia a presentare problemi strutturali già nel 1995 e le attività sportive vengono temporaneamente sospese, evento che si ripropone nel 2001 per il nubifragio: si scopre allora un problema molto grave, ossia che nello stadio confluiscono tutte le acque che provengono dalla zona collinare di Monte Sant’Angelo.

Si arriva così al 2008, quando il ritorno del Napoli in zona europea propizia dei lavori strutturali, tra cui le serpentine e la manutenzione della copertura.

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AFP//Getty Images

Stadio Diego Armando Maradona

Arriviamo al 2020, quando lo stadio Diego Armando Maradona cambia nome e assume quello con cui presumibilmente sarà per sempre conosciuto in futuro. Il 26 novembre del 2020, infatti, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris dichiara di aver avviato l’iter per intitolare lo stadio alla leggenda argentina, con l’approvazione della Giunta comunale che non si fa attendere: il 4 dicembre il San Paolo cambia ufficialmente nome.

Un anno dopo viene esposta nel piazzale davanti all’ingresso dei Distinti una scultura in bronzo realizzata da Domenico Sepe e raffigurante proprio Maradona, che è stata poi fatta rientrare nello studio dell’artista e sostituita con una statua collocata definitivamente nel corridoio che collega il campo da gioco e gli spogliatoi.

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Redazione Esquire Italia

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