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La corsa alle Olimpiadi, Bach: “Dieci Paesi interessati al 2036”

Thomas Bach
Thomas Bach (afp)
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Thomas Bach stavolta tira il fiato: almeno 10 Paesi hanno già espresso interesse a organizzare i Giochi estivi del 2036, mentre il n.1 del Cio ha anche spiegato che il cambiamento climatico potrebbe costringere a spostare le date delle Olimpiadi, in qualche occasione, dall'estate alla fine dell'anno. C'è stato un momento che ben pochi Paesi se la sentivano di organizzare i Giochi, estivi o invernali che fossero. Troppi costi. Troppi rischi. Basta pensare come è andata con le Olimpiadi 2024: Roma si è ritirata quando era in piena corsa (e Malagò è ancora convinto che avrebbe vinto) e così il Cio, a corto di candidature, ha messo d'accordo Parigi e Los Angeles, le uniche che si erano fatte sotto: questa estate si gareggia in Francia, nel 2028 in California.

I Giochi del 2032 sono stati già assegnati a Brisbane, Australia, Gold Coast, e per il 2036, secondo appunto il presidente del Cio, ci si aspetta addirittura un numero "a due cifre" di Paesi che hanno espresso il loro interesse. "Non siamo mai stati in una posizione così favorevole. Non abbiamo mai visto un livello così alto di volontà nell'ospitare i Giochi Olimpici", ha detto Bach, raggiante. L'Arabia Saudita e il Qatar si sono già fatti avanti per i Giochi del 2036, mentre l'Arabia è l'unico candidato per la Coppa del Mondo Fifa del 2032. Anche Indonesia e India sembrano interessate ai Giochi 2036. “Mancano 12 anni, è presto per esprimersi” ha detto Bach, che ha glissato sul fatto che Arabia e Qatar non sono certo Paesi in linea con l'Olimpismo, almeno per quanto riguarda i diritti umani (però hanno i soldi, e tanti...).

Bach attribuisce la rinascita dell'interesse nell'ospitare le Olimpiadi alle riforme fatte durante il suo mandato (in scadenza...), riforme che hanno cercato di porre un freno alle spese inutili. In passato si sono avuti stadi e strutture sottoutilizzati o addirittura abbandonati al loro destino dopo i Giochi (“l'elefante bianco” li chiama il Cio): basta pensare ad Atene 2004, Rio 2016 e anche a Torino, Giochi invernali 2006, con la pista di bob di Cesana. Il Cio ha recentemente promosso l'uso di infrastrutture esistenti o temporanee e pratiche più rispettose dell'ambiente.

Si stima che il 96% della competizioni di Parigi 2024 si svolgerà in sedi esistenti o temporanee, mentre il numero potrebbe essere addirittura più elevato a Los Angeles 2028. Nonostante le preoccupazioni per l'impatto ambientale di Parigi 2024, non ultima la decisione di ospitare il surf a Tahiti fra polemiche e petizioni, gli organizzatori francesi assicurano che il loro evento sarà responsabile di circa la metà delle emissioni di carbonio delle precedenti edizioni olimpiche di Londra nel 2012 e Rio nel 2016. Bach esulta: “Parigi è la prima Olimpiade in linea con le riforme delle nostra Agenda”. Lo stesso Bach riconosce che il riscaldamento globale è una sfida crescente, soprattutto per le Olimpiadi invernali che dipendono dalla neve e dal freddo. Il calendario internazionale in futuro potrebbe essere stravolto: il Qatar ad esempio ha dovuto spostare il suo Mondiale di calcio del 2022 da giugno-luglio a novembre-dicembre.

Buone notizie intanto sul fronte di Milano-Cortina 2026, alcuni lavori come la pista di bob sono addirittura in anticipo sul cronoprogramma. “Nella prossima riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi, prevista per inizio luglio-è spiegato in una nota del Ministero dello sport- saranno presentati aggiornamenti anche sullo stato d'avanzamento dei progetti con le scuole e università italiane, d'intesa con i rispettivi Ministeri, sulla tematica dell'impatto ambientale per il quale è stato istituito un tavolo tecnico con il Ministero dell'Ambiente, sullo sviluppo dei progetti culturali dei Giochi olimpici e paralimpici, con il Ministero della Cultura”. Una Olimpiade non facile, che ha avuto una vita travagliata e lascerà qualche debito allo Stato. Ma i Giochi Olimpiadi sono anche questi, la storia insegna.

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