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Anteprima del testo
“L’età giolittiana” presentata dai manuali di storia per le superiori.
Premessa:
Con l’espressione “età giolittiana” si indica un periodo della storia d’Italia corrispondente ai
primi anni del ‘900 e perdurante, pur con una trasformazione di caratteri, fino al 1914/15.
Di per sé già la denominazione di tale periodo con questo titolo può essere vista come una
valutazione di merito e pertanto non essere condivisa da altre e diverse impostazioni. Si
impone pertanto in premessa un confronto dei titoli di capitolo e dei singoli paragrafi e gli
argomenti in essi inclusi per presentare esaurientemente il tema prescelto.
1) Manuale: Franco della Peruta, Giorgio Chittolini, Carlo Capra, Dall’Europa al mondo.
L’età delle rivoluzioni. Storia documenti problemi, Vol 2, Le Monnier
Al capitolo 28, ultimo capitolo del II° tomo, appare “L’età giolittiana” titolo includente sei
paragrafi di cui solo il I° e il IV° hanno esplicito riferimento al Giolitti, rispettivamente con i
titoli: “I governi di Giovanni Giolitti” e “La crisi del sistema giolittiano” mentre gli altri quattro
sono dedicati rispettivamente: il II° a “Il movimento socialista tra riformisti e rivoluzionari”, il
III° a”la Democrazia cristiana” , il V° a “Lo slancio dell’economia” e il VI° a “La questione
meridionale”.
Sembra perciò di poter intendere che l’aggettivo “giolittiana” si risolva nell’esposizione
dell’affermazione e crisi del sistema giolittiano, mentre la parola “età” sia rappresentata
dall’affermazione degli orientamenti politici di socialisti e cattolici, e dai motivi di sviluppo e
arretratezza dell’economia e della società italiana. Sussiste tuttavia una relazione
(bisognerà vedere fino a che punto esplicitata) tra età e governi giolittiani.
L’esposizione del manuale esaurisce la “Storia”, ma, a corredo ulteriore del capitolo,
compaiono “Documenti” e “problemi”.
I documenti propongono :
1. un discorso extraparlamentare di Giolitti dell’ottobre 1899 sulle linee della svolta
liberale
2. uno stralcio della circolare inviata da Ottorino Gentiloni, presidente dell’Unione
elettorale cattolica, ai comitati elettorali locali in vista delle elezioni politiche del
1913
3. Il manifesto del futurismo pubblicato da Marinetti il 20 febbraio 1909 su “Le Figaro”
La sezione problemi propone due testi storiografici che interpretano in modo opposto
l’operato di Giolitti come ministro della “mala vita” o della “buona vita”; figurano a confronto
B. Croce e G. Salvemini.
Un’ultima articolazione del capitolo è data da “immagini a confronto” in cui si vorrebbe
documentare visivamente la “belle époque della borghesia italiana”.
Nell’analisi del testo si è proceduto ad isolare tutti i fatti attribuiti all’azione di governo di
Giolitti o destinati a caratterizzarne il pensiero. Tale materiale è stato suddiviso per aspetto
caratterizzante secondo la ripartizione indicata in tabella. Si è cercato di distinguere
altresì (riportandole in apposita colonna nella tabella) le valutazioni che emergono,
indirettamente, nella scelta espositiva, negli accostamenti, nell’individuazione dei rapporti
causali, o direttamente formulate come tali.
Va da sé che la ripartizione dei contenuti nelle diverse colonne ha più che altro una
funzione ordinatoria nulla togliendo alle interrelazioni comunque esistenti e riconoscibili tra
i vari piani d’azione.
Rapporti istituzionali e politici
Politica finanziaria, economica, produzione e lavoro
Politica interna, sociale e culturale
Politica estera Rapporti causali e valutazioni
1901 Giolitti ministro dell’interno in governo Zanardelli
L’intensificarsi della trasformazione del sistema produttivo è connesso con l’età giolittiana (contestualità estrinseca o intrinseca?)
1902 accordi con la Francia per spartizione Africa settentrionale ( Marocco alla Francia e Libia all’Italia)
L’allargamento delle maggioranze parlamentari è legato all’esigenza di democratizzare il paese
Direttive: l’ammodernamento dello Stato e la convinzione che il Governo non possa identificarsi con l’esercizio della violenza. Riconoscimento della libertà sindacale e diritto di sciopero. Collaborazione con il movimento operaio organizzato e il Partito Socialista. Stato ad orientamento liberale Prassi: ricerca di larghe maggioranze parlamentari; apertura a sinistra con attrazione in area giolittiana del riformismo socialista; radicali nella maggioranza parlamentare Utilizzazione: strumenti di potere quali il controllo prefettizio e le clientele politiche in funzione del sostegno elettorale
Convinzione della non eversività delle agitazioni popolari ma del fondamento oggettivamente materiale delle loro rivendicazioni
Lascia esaurire lo sciopero del 1904 con l’adozione della pratica del non intervento
Convocazione immediatamente successiva di nuove elezioni con finalità moderate conservatrici.
Giolitti è definito: Uno dei maggiori statisti italiani del ‘ Concreto, misurato, profondo conoscitore .... Che si propose il passaggio da Stato liberale a democratico Che si accontentò di maggioranze parlamentari fluide Che non si impegnò a formare un partito liberal- borghese (*) Che suscitò una percezione di incapacità di difendere gli interessi della borghesia imprenditoriale Che suscitò una psicosi collettiva antigiolittiana per l’uso eccessivo di tattiche compromissorie Che si dimise nel ’13 per incapacità di manovrare la maggioranza Che fu incapace di controllare la forza cattolica orientata a non lasciarsi condizionare dalla politica liberale Che non seppe
’13 dimissioni di Giolitti
sociale: 1. massimo di 12 ore giornaliere per le donne 2. età minima per lavoro 12 anni Ampliamento assicurazione obbligatoria sul lavoro (introdotta nel 1898)
omogeneità nelle classi medie è considerata causa del mancato consolidamento di un partito liberale borghese
1911 Legge Daneo Credaro per il mantenimento a carico della Stato della scuola elementare (cfr. sgravio Comuni)
1911 Guerra di conquista per la Libia (andamento “dilatato” della guerra che “si estende “ alla Turchia 1912 Pace di Losanna con riconoscimento della Libia all’Italia
Le morti nelle dimostrazioni politiche del 1904 e del 1914 non sono ricondotte alla politica giolittiana
Accesso al voto, grazie all’introduzione del suffragio universale maschile, del 25,5% della popolazione
Il cattolicesimo in politica (1909 16 deputati cattolici in parlamento) è trattato a parte, indipendente dalle aperture giolittiane
I giudizi anti - giolittiani sono giudicati antigenerosi
E’ apprezzata la democraticità e pacificità garantita al processo di sviluppo La condizione del meridione di cui si annota : l’arretratezza economica arretratezza infrastrutturale analfabetismo al 60% contro il 15% del Nord perdita di manodopera giovanile per emigrazione clientelismo e strapotere dei notabili scarsità di sbocchi occupazionali
inserimento della borghesia meridionale nella burocrazia non è ricondotta esplicitamente in alcun modo all’amministrazione giolittiana, ma solo esposta all’interno del capitolo.
Altri dati riguardanti l’organizzazione espositiva: L’esposizione storica occupa 7 facciate di cui: facciata I° per 1/3 occupata da immagini, fra collage riassuntivo di immagini come titolo, un ritratto in auto dei coniugi reali, un ritratto a olio di Giolitti facciata II° occupata per metà da due immagini rispettivamente una carta dei possedimenti italiani in Africa con il 1912 e il monumento del Vittoriano iniziato nel 1878 e inaugurato nel 1911 facciata III° occupata per 1/3 da due rappresentazioni di tele ad argomento sociale: Il quarto stato e la giornata dell’operaio facciata IV° occupata per metà da due immagini: un istogramma riportante l’incidenza degli scioperi in Italia tra il 1900 e il 1922 e un manifesto pubblicitario del quotidiano Avanti. Facciata V° occupata per 1/6 da due foto d’epoca: una con Romolo Murri a pranzo con esponenti politici della sinistra (come dice la didascalia) e l’altra raffigurante la distribuzione delle schede elettorali (fatta da donne a soli uomini!) davanti ad un seggio