Corriere della Sera - Ecco chi era veramente Graziani
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Domenica, 1 Aprile 2001
 
 
Ecco chi era veramente Graziani
Caro Montanelli,
Credo che la �stanza� abbia successo perch� i lettori imparano la storia attraverso i personaggi di cui lei delinea dei profili che certo non si trovano nei libri di storia. Cos� siamo riusciti a ricostruire l�Italia del secolo appena finito, quasi come se avessimo vissuto anche noi tanti episodi. Non mi sembra di ricordare, per�, che abbia mai approfondito il personaggio di Rodolfo Graziani, che pure lei deve aver conosciuto. Vorrei conoscere la sua opinione sul contrasto fra Badoglio e Graziani che ha dominato la parte finale della partecipazione italiana nella Seconda guerra mondiale. D�altro canto, su Graziani pesa il giudizio che aveva dato non so quale generale inglese, commentando la disastrosa condotta nella guerra in Libia: Graziani era un buon ufficiale di polizia coloniale. Ma quando si trov� di fronte dei professionisti della guerra, fu una disfatta senza appello.

Francesco Guidi

Caro Guidi,
Le confesso che la sua lettera mi mette molto in imbarazzo perch� mi costringe a evocare uno di quei �fatti personali� ai quali, come tante volte ho detto, sono allergico, ma che in questo caso l�onest� mi impone di rievocare. Cercher� di sbrigarmela meglio che posso.
Ai primi del �44 ero nella prigione tedesca di Gallarate con la condanna a morte librata sulla testa. Sebbene vecchia e malata, mia madre accorse a Milano, e si mise a bussare, a mia insaputa, a tutte le porte da cui potesse sperare aiuto. Si rivolse anche alla signora Graziani, moglie del Maresciallo, che pur senza conoscerla, l�accolse molto umanamente, e promise d�interessare al mio caso suo marito, che a sua volta promise d�interessarvisi. Io ero completamente all�oscuro di questi fatti quando, dieci mesi dopo e grazie al famoso �Dottor Ugo� (Luca Osteria) dell�Hotel Regina, potei evadere e riparare in Svizzera. Quando, dopo la Liberazione, rimpatriai, mia madre non mi parl� della supplica a Graziani, forse temendo un mio rimprovero (che non le avrei fatto). Sopravvenne il processo al Maresciallo, su cui il Corriere mi chiese un commento che, lo riconosco, non fu benevolo. Meno ancora lo fu la reazione del Maresciallo che pubblicamente mi accus� di �proditoria ingratitudine�, e fu soltanto allora che mia madre mi confess� quel trascorso mettendomi in una situazione di estremo disagio (anche se poi ho saputo che il Maresciallo non aveva fatto o non potuto fare nulla in mio favore) nei suoi confronti.
Le ho detto tutto questo perch� � al lume di questo precedente che lei deve interpretare la mia risposta alla sua domanda: chi era Graziani. Io lo conobbi ad Addis Abeba, dove era venuto a sostituire Badoglio.
Era noto che tra i due non correva buon sangue. Comandante, durante la guerra, del fronte Sud - quello che aveva per base la Somalia - Graziani, alla testa di poche forze, si era dovuto accontentare di una parte di comprimario lasciando quella di protagonista a Badoglio che comandava il fronte Nord, quello dell�Eritrea e che, come capo di stato maggiore generale, gli era superiore in grado e che riserv� a Graziani una parte volutamente secondaria.
Come Vicer� al posto del suo rivale, Graziani non dette una buona prova. Impegn� la sua parola d�onore con Ras Cass� di graziare i suoi due figli datisi alla macchia per organizzare la resistenza se avessero fatto atto di sottomissione, e poi li fucil�: un gesto che la popolazione non gli perdon� mai, e che forse fu la causa dell�attentato che poco dopo sub� e che lo spinse a una rappresaglia ancora pi� rovinosa per il prestigio suo e dell�Italia. Si dice che sia stato per odio e per rivalsa su Badoglio ch�egli accett� il comando delle Forze armate (poche Forze e poco armate) della Repubblica di Sal�. Ma queste sono soltanto ipotesi e illazioni.
La definizione data di lui da quel generale inglese (Montgomery?) mi sembra tuttavia alquanto riduttiva.
Da quello che ho potuto capirne, sul piano militare Graziani non era un generale da stato maggiore perch� di strategia sapeva poco. Ma era, sul campo, un eccellente comandante di truppa per il coraggio, il suo impeto e il suo carisma dovuto a una certa teatralit� e all�alta e slanciata figura sormontata da una chioma leonina. Presso le truppe metropolitane e indigene con cui, dopo la nostra conquista della Libia, ne aveva domato le ribellioni, godeva di grande prestigio. E dopo aver avuto il destro di compiere anche dei saccheggi, mor� povero.

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