Luigi Simoni

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Disambiguazione – Se stai cercando l'ex portiere classe 1965, vedi Luigi Simoni (1965).
Luigi Simoni
Simoni al Torino a metà anni 60
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1974 - giocatore
2012 - allenatore
Carriera
Giovanili
1955-1959Fiorentina
Squadre di club1
1959-1961Ozo Mantova47 (10)
1961-1962Napoli11 (1)
1962-1964Mantova48 (8)
1964-1967Torino81 (18)
1967-1968Juventus11 (0)
1968-1971Brescia100 (12)
1971-1974Genoa88 (13)
Carriera da allenatore
1975-1978Genoa
1978-1980Brescia
1980-1984Genoa
1984-1985Pisa
1985-1986Lazio
1986-1987Pisa
1987-1988Genoa
1988-1989Empoli
1989Cosenza
1991-1992Carrarese
1992-1996Cremonese
1996-1997Napoli
1997-1998Inter
1999-2000Piacenza
2000Torino
2001-2002CSKA Sofia
2002-2003Ancona
2003-2004Napoli
2004-2005Siena
2005-2006Lucchese
2009GubbioDT[1]
2011-2012Gubbio
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Luigi Simoni, detto Gigi (Crevalcore, 22 gennaio 1939Pisa, 22 maggio 2020), è stato un calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano, di ruolo centrocampista.

Da calciatore ha vinto la Coppa Italia 1961-1962 con il Napoli e il campionato di Serie B 1972-1973 con il Genoa. Come allenatore è ricordato in particolar modo per i risultati conseguiti alla guida dell'Inter nella stagione 1997-1998,[2][3] in cui concluse il campionato al secondo posto e vinse la Coppa UEFA, e per le 8 promozioni ottenute in carriera (un risultato superato in Italia solo da Osvaldo Jaconi, detentore di 11 salti di categoria):[4] 7 in Serie A con Genoa (1975-1976 e 1980-1981), Brescia (1979-1980), Pisa (1984-1985 e 1986-1987), Cremonese (1992-1993) e Ancona (2002-2003), e una in Serie C1 con la Carrarese (1991-1992).[5] Con la Cremonese ha inoltre vinto la Coppa Anglo-Italiana 1992-1993.

Nel 2003, in occasione del centenario della Cremonese, è stato nominato "allenatore del secolo" dei grigiorossi, mentre nel 2013 è stato inserito dal Genoa nella propria Hall of fame.[6] Nel 2022 è stato introdotto nella Hall of Fame del calcio italiano.[7] Da allenatore, detiene il record di promozioni dalla Serie B alla Serie A (ben sette) oltreché di campionati vinti (tre).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sposato con Leda, prima moglie dalla quale era separato, aveva avuto con lei quattro figli: Fiamma, Maria Saide, Cecilia e Adriano, morto a 33 anni il 25 ottobre 1999 all'Ospedale Maggiore di Bologna per le conseguenze di un incidente stradale.[8][9]

Residente a Pisa fin dagli anni 80, il 22 giugno 2019 accusa un malore nella sua abitazione di San Piero a Grado, venendo ricoverato d'urgenza in terapia intensiva al Policlinico di Pisa.[10][11] La seconda moglie Monica Fontani, da cui ha avuto l'ultimo figlio Leonardo,[12] ha successivamente rivelato che l'ex allenatore era stato colpito da ictus.[13]

Muore il 22 maggio 2020 all'Ospedale Cisanello di Pisa, per un peggioramento delle sue condizioni di salute, all'età di 81 anni.[14]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Ricopriva il ruolo di mezzala.[15]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Difensivamente, durante la sua esperienza all'Inter, utilizzò la marcatura a uomo e ripristinò la figura del libero, assente nella precedente gestione di Roy Hodgson.[16]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Simoni al Genoa nel 1973

Ha fatto parte del Mantova di Edmondo Fabbri, promosso in Serie A;[17] nel 1961 si trasferisce in prestito al Napoli, in Serie B, ottenendo la promozione e la vittoria in Coppa Italia.[18] Tornato in pianta stabile a Mantova,[17] con i virgiliani ha debuttato nella massima serie, il 7 ottobre 1962 contro il Lanerossi Vicenza. Disputa due campionati di Serie A, prima di trasferirsi al Torino, nel 1964, dove forma con Luigi Meroni la coppia di ali titolari,[19] realizzando 10 reti, record personale.

Rimane in granata per tre stagioni, prima di passare nell'estate 1967 ai concittadini della Juventus quale parziale risarcimento per la trattativa-Meroni, sfumata a causa delle forti proteste della piazza granata:[20] tuttavia in bianconero non trova spazio, disputando 11 partite di campionato. A fine stagione accetta quindi il trasferimento in Serie B, al Brescia, con cui ottiene la promozione in Serie A. Chiude la carriera nel 1974, a 35 anni, dopo un triennio al Genoa, dove trova la quarta promozione personale nella massima serie, nel campionato 1972-1973.

Ha disputato complessivamente 368 partite da professionista (62 reti),[21] di cui 187 in Serie A, con 32 reti.

Fu convocato per tre raduni della nazionale dal CT Edmondo Fabbri[senza fonte], rimanendo coinvolto in un curioso episodio: nell'amichevole contro l'Ungheria del 27 giugno 1965 prestò la propria maglia, la numero 16, al debuttante Gigi Riva, chiamato a sostituire dopo pochi minuti l'infortunato Ezio Pascutti; ciò indusse ripetutamente in errore il telecronista Nicolò Carosio, convinto che sul terreno di gioco fosse entrato Simoni.[15]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Genoa, Brescia e ritorno al Genoa[modifica | modifica wikitesto]

Simoni (in alto), passato a sedersi sulla panchina genoana, viene portato in trionfo dopo la promozione in Serie A al termine del campionato 1980-81

Inizia la carriera da allenatore subentrando a Guido Vincenzi[22] sulla panchina del Genoa, in Serie B, nel corso della stagione 1974-1975. In quattro anni alla guida del Grifone ottiene il settimo posto all'esordio in Serie B, il primo posto nel campionato cadetto, la promozione in Serie A nel 1975-1976 e l'undicesimo posto alla prima stagione di Serie A, poi subisce la retrocessione in Serie B nel 1977-1978, dopo aver chiuso il campionato di Serie A al quattordicesimo posto.

Lasciata Genova, allena per due anni il Brescia, portandolo nella massima serie nel 1979-1980, dopo che l'anno prima aveva raggiunto l'ottava posizione in cadetteria, per poi tornare ad allenare il Grifone in Serie A nel 1980-1981, annata in cui centra la salvezza nei due anni successivi (con un undicesimo e un dodicesimo posto). Retrocede ancora alla fine del campionato di Serie A 1983-1984.

Esperienze in B, C1 e C2[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1984 al 1990 non si lega a una società per più di una stagione, e sempre nelle serie inferiori; allena il Pisa portandolo in Serie A,[21] successivamente si trasferisce a Roma, sponda Lazio, poi ancora al Pisa, ancora al Genoa, e poi Empoli e Cosenza, sempre in serie cadetta; ottiene due promozioni con il Pisa (con relativo campionato vinto) e patisce tre esoneri, con Genoa, Empoli e Cosenza[21] (i primi della carriera). Nel 1990 riparte dalla Serie C1, subentrando alla guida della Carrarese; nella prima stagione non riesce a evitare la retrocessione, mentre nella successiva ottiene la promozione.[21]

Cremonese e breve esperienza a Napoli[modifica | modifica wikitesto]

Simoni (a sinistra) sulla panchina della Cremonese nella stagione 1992-93 con il presidente grigiorosso Domenico Luzzara

Nel 1992 viene nominato allenatore della Cremonese, che guida per quattro anni,[23] ottenendo una promozione in Serie A e due salvezze in massima divisione e subendo la retrocessione in B nel 1995-1996. Con la Cremonese, nel 1993, vince la Coppa Anglo-Italiana 1992-1993: i grigiorossi battono a Wembley in finale il Derby County con il risultato di 3-1.[23]

Nel 1996 viene nominato allenatore del Napoli. Con la formazione partenopea è autore di un ottimo girone di andata in campionato, stazionando al secondo posto fino alla sosta natalizia, alle spalle della Juventus; è invece negativa la tornata di ritorno, finché il 22 aprile 1997, non vincendo più da dieci turni, e con il tecnico già accordatosi con l'Inter per la stagione seguente, il presidente Corrado Ferlaino lo esonera. Lascia la squadra al sest'ultimo posto e in finale di Coppa Italia, venendo sostituito da Vincenzo Montefusco.[24]

Inter[modifica | modifica wikitesto]

Nel luglio successivo, come da accordi precedenti, approda sulla panchina dell'Inter.[25] Grazie anche ai gol del nuovo acquisto Ronaldo, la formazione milanese contende il primato alla Juventus in campionato:[26] il duello culmina nello scontro diretto di Torino del 26 aprile 1998,[27] vinto dai bianconeri tra le polemiche di parte interista;[28] in particolare lo stesso Simoni viene espulso per essere entrato nel terreno di gioco e avere ingiuriato l'arbitro Piero Ceccarini, accusandolo di non aver accordato un calcio di rigore per un contatto in area tra Mark Iuliano e Ronaldo.[29] Concluso il torneo al secondo posto, i nerazzurri si rifanno in Europa vincendo la Coppa UEFA, grazie al successo per 3-0 nella finale del Parco dei Principi di Parigi sui connazionali della Lazio.[30]

Simoni (a destra) e Ronaldo all'Inter nell'estate 1997

La stagione successiva, nonostante l'arrivo di Roberto Baggio,[31] vede una squadra in difficoltà di gioco e risultati.[32] A fine novembre, malgrado una ripresa,[33][34] il tecnico viene esonerato dal presidente Massimo Moratti;[35] pur dichiarandosi amareggiato dalla decisione, Simoni affermò di non provare rancore verso il patron nerazzurro.[36]

Piacenza e Torino[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º giugno 1999 diventa allenatore del Piacenza.[37] L'11 gennaio 2000, dopo aver totalizzato 11 punti in 16 partite e con la squadra al penultimo posto in Serie A, viene esonerato.[38][39] Il 2 giugno è nominato allenatore del Torino, in Serie B.[40] Il 31 ottobre, dopo appena otto partite (2 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte), viene sollevato dall'incarico e sostituito da Giancarlo Camolese.[41]

CSKA Sofia[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 dicembre 2001 viene nominato allenatore del CSKA Sofia.[42] In Bulgaria ottiene il terzo posto in campionato e perde la finale della Coppa di Bulgaria per 3-1 contro il Levski Sofia. Il 31 maggio 2002 si dimette.[43]

Ancona e Napoli[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 luglio, dopo aver risolto consensualmente il contratto che lo legava alla squadra bulgara, firma con l'Ancona.[44] Nel 2002-2003 guida i suoi al quarto posto, ottenendo la promozione in Serie A, e in Coppa Italia viene eliminato agli ottavi di finale dal Milan. Il 22 giugno 2003 viene esonerato.[45] Il 10 novembre ritorna al Napoli, in sostituzione dell'esonerato Andrea Agostinelli.[46] Con i partenopei in Serie B si classifica al tredicesimo posto con 36 punti, ottenendo la salvezza, poi revocata per il fallimento della società con conseguente retrocessione in Serie C1.

Siena e Lucchese[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 giugno 2004 viene ufficializzata la sua nomina come allenatore del Siena, in Serie A.[47] Il 10 gennaio 2005, dopo appena aver raccolto 3 vittorie, 7 pareggi, 8 sconfitte in 18 giornate, viene esonerato.[48][49]

L'11 ottobre 2005 il presidente Hadj lo nomina allenatore della Lucchese, in Serie C1, in sostituzione dell'esonerato Paolo Indiani.[50] Quattro giorni dopo esordisce con un pareggio 1 a 1 contro il Chieti.[51] In campionato si piazza al settimo posto con 49 punti, con un bilancio di 11 vittorie, 8 pareggi, 8 sconfitte in 27 partite, e giunge ai quarti di finale, venendo eliminato dalla Sanremese, nella Coppa Italia Serie C.

Gubbio[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 febbraio 2009 viene assunto al Gubbio, in Lega Pro Seconda Divisione, in veste di direttore tecnico, affiancato dall'allenatore Riccardo Tumiatti.[52] Il 5 aprile siede sulla panchina umbra affiancando il giovane Tumiatti per le partite dei play-off, cercando di essere più vicino alla squadra, dato che prima di allora aveva sempre seguito le gare dalla tribuna.[53]

Il 18 ottobre 2011, all'età di 72 anni, viene richiamato in panchina per sostituire l'esonerato Fabio Pecchia alla guida della formazione rossoblù[54][55] Sei giorni dopo, alla partita d'esordio, batte per 1-0 in casa il Torino capolista, interrompendo così la striscia positiva di 10 risultati utili consecutivi dei granata.[56] Il 29 ottobre la presidenza comunica che il tecnico rimarrà alla guida del club fino al termine della stagione.[57] Il 20 marzo 2012, dopo la 31ª giornata, torna a ricoprire il ruolo di direttore tecnico, lasciando la carica di allenatore al proprio vice Marco Alessandrini.[58] In 21 partite alla guida degli eugubini ha ottenuto 20 punti, con 5 vittorie, 5 pareggi e 11 sconfitte.

Dirigente[modifica | modifica wikitesto]

Lucchese[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 giugno 2006 lascia la guida della Lucchese a colui che è stato suo vice in panchina, ovvero Fulvio Pea, andando a ricoprire il ruolo di direttore tecnico del club rossonero.[59] Il 2 febbraio 2007, dopo l'esonero di Pea, decide anche lui di dimettersi dall'incarico dirigenziale.[60]

Gubbio[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 maggio 2009, dopo la parentesi di campo insieme all'allenatore Riccardo Tumiatti, rinnova il contratto con il Gubbio e decide di ricoprire unicamente il ruolo di direttore tecnico.[61] Con Vincenzo Torrente come allenatore e sotto la sua direzione tecnica,[61] il Gubbio guadagna due promozioni di fila, dalla Lega Pro Seconda Divisione alla Serie B, guadagnandosi la conferma per un'ulteriore stagione.[62] Il 27 maggio 2012 conclude il proprio rapporto professionale con il club umbro.[63]

Cremonese[modifica | modifica wikitesto]

Il 28 gennaio 2013 entra ufficialmente nei quadri dirigenziali della Cremonese come direttore tecnico.[64] Il 17 giugno 2014 viene nominato presidente della società grigiorossa al posto di Maurizio Calcinoni.[65] Il 23 giugno 2015 il consiglio di amministrazione del club lo riconferma insieme al direttore sportivo Stefano Giammarioli.[66] Il 2 giugno 2016 termina il suo mandato di presidente, venendo succeduto da Michelangelo Rampulla.[67]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche da allenatore[modifica | modifica wikitesto]

In grassetto le competizioni vinte. Ai fini statistici, non vengono conteggiate le panchine da direttore tecnico.

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale % Vittorie
Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P G V N P %
feb.-giu. 1975 Bandiera dell'Italia Genoa B 20 7 7 6 CI 0 0 0 0 - - - - - - - - - - 20 7 7 6 35,00
1975-1976 B 38 14 17 7 CI 10 2 3 5 - - - - - - - - - - 48 16 20 12 33,33
1976-1977 A 30 8 11 11 CI 4 2 2 0 - - - - - - - - - - 34 10 13 11 29,41
1977-1978 A 30 5 15 10 CI 4 2 1 1 - - - - - - - - - - 34 7 16 11 20,59
1978-1979 Bandiera dell'Italia Brescia B 38 11 17 10 CI 4 1 1 2 - - - - - - - - - - 42 12 18 12 28,57
1979-1980 B 38 17 11 10 CI 4 1 1 2 - - - - - - - - - - 42 18 12 12 42,86
Totale Brescia 76 28 28 20 8 2 2 4 - - - - - - - - 84 30 30 24 35,71
1980-1981 Bandiera dell'Italia Genoa B 38 17 14 7 CI 4 0 3 1 - - - - - - - - - - 42 17 17 8 40,48
1981-1982 A 30 6 13 11 CI 4 2 2 0 - - - - - - - - - - 34 8 15 11 23,53
1982-1983 A 30 6 15 9 CI 5 0 2 3 - - - - - - - - - - 35 6 17 12 17,14
1983-1984 A 30 6 13 11 CI 5 2 2 1 - - - - - - - - - - 35 8 15 12 22,86
1984-1985 Bandiera dell'Italia Pisa B 38 17 16 5 CI 7 2 3 2 - - - - - - - - - - 45 19 19 7 42,22
1985-1986 Bandiera dell'Italia Lazio B 38 11 14 13 CI 5 2 3 0 - - - - - - - - - - 43 13 17 13 30,23
1986-1987 Bandiera dell'Italia Pisa B 38 16 12 10 CI 5 1 1 3 - - - - - - - - - - 43 17 13 13 39,53
Totale Pisa 76 33 28 15 12 3 4 5 - - - - - - - - 88 36 32 20 40,91
1987-gen. 1988 Bandiera dell'Italia Genoa B 19 4 8 7 CI 5 2 0 3 - - - - - - - - - - 24 6 8 10 25,00
Totale Genoa 265 73 113 79 41 12 15 14 - - - - - - - - 306 85 128 93 27,78
1988-mag. 1989 Bandiera dell'Italia Empoli B 33 7 14 12 CI 5 1 0 4 - - - - - - - - - - 35 8 14 16 22,86
lug.-dic. 1989 Bandiera dell'Italia Cosenza B 15 2 7 6 CI 2 0 1 1 - - - - - - - - - - 17 2 8 7 11,76
gen.-giu. 1991 Bandiera dell'Italia Carrarese C1 19 4 11 4 CI-C 1 0 1 0 - - - - - - - - - - 20 4 12 4 20,00
1991-1992 C2 38 16 18 4 CI-C 4 0 3 1 - - - - - - - - - - 42 16 21 5 38,10
Totale Carrarese 57 20 29 8 5 0 4 1 - - - - - - - - 62 20 33 9 32,26
1992-1993 Bandiera dell'Italia Cremonese B 38 19 13 6 CI 1 0 0 1 - - - - - CAI 7 5 2 0 46 24 15 7 52,17
1993-1994 A 34 9 14 11 CI 2 0 1 1 - - - - - - - - - - 36 9 15 12 25,00
1994-1995 A 34 11 8 15 CI 4 0 2 2 - - - - - - - - - - 38 11 10 17 28,95
1995-1996 A 34 5 12 17 CI 2 1 1 0 - - - - - - - - - - 36 6 13 17 16,67
Totale Cremonese 140 44 47 49 9 1 4 4 - - - - 7 5 2 0 156 50 53 53 32,05
1996-apr. 1997 Bandiera dell'Italia Napoli A 28 7 13 8 CI 6 3 3 0 - - - - - - - - - - 34 10 16 8 29,41
1997-1998 Bandiera dell'Italia Inter A 34 21 6 7 CI 6 4 0 2 CU 11 8 1 2 - - - - - 51 33 7 11 64,71
lug.-nov. 1998 A 11 5 2 4 CI 4 2 2 0 UCL 7 5 1 1 - - - - - 22 12 5 5 54,55
Totale Inter 45 26 8 11 10 6 2 2 18 13 2 3 - - - - 73 45 12 16 61,64
1999-gen. 2000 Bandiera dell'Italia Piacenza A 16 2 5 9 CI 4 2 1 1 - - - - - - - - - - 20 4 6 10 20,00
lug.-ott. 2000 Bandiera dell'Italia Torino B 8 2 3 3 CI 7 4 2 1 - - - - - - - - - - 15 6 5 4 40,00
dic. 2001-2002 Bandiera della Bulgaria CSKA Sofia A-PFG 19+10[68] 7+4 4 8+6 CB 5 3 1 1 - - - - - - - - - - 34 14 5 15 41,18
2002-2003 Bandiera dell'Italia Ancona B 38 16 13 9 CI 7 4 2 1 - - - - - - - - - - 45 20 15 10 44,44
nov. 2003-2004 Bandiera dell'Italia Napoli B 33 9 16 8 CI 0 0 0 0 - - - - - - - - - - 33 9 16 8 27,27
Totale Napoli 61 16 29 16 6 3 3 0 - - - - - - - - 67 19 32 16 28,36
2004-gen. 2005 Bandiera dell'Italia Siena A 18 3 7 8 CI 3 2 1 0 - - - - - - - - - - 21 5 8 8 23,81
ott. 2005-2006 Bandiera dell'Italia Lucchese C1 27 11 8 8 CI+CI-C 0+8 0+3 0+2 0+3 - - - - - - - - - - 35 14 10 11 40,00
ott. 2011-mar. 2012 Bandiera dell'Italia Gubbio B 21 5 5 11 CI 1 0 0 1 - - - - - - - - - - 22 5 5 12 22,73
Totale carriera 963 310 362 291 138 48 47 43 18 13 2 3 7 5 2 0 1126 376 413 337 33,39

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]
Genoa: 1975-1976
Pisa: 1984-1985, 1986-1987[69]
Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Cremonese: 1992-1993
Inter: 1997-1998

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

1994
1997
1997-1998
2021

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come direttore tecnico insieme all'allenatore Riccardo Tumiatti.
  2. ^ Gigi Simoni, ex allenatore di Inter, Napoli e Genoa, è morto a 81 anni, su ilpost.it, 22 maggio 2020.
  3. ^ Addio a Gigi Simoni, allenatore gentiluomo: nel '98 vinse la Coppa Uefa con l'Inter di Ronaldo, su goal.com, 22 maggio 2020.
  4. ^ "Onorato dalle parole di un signore del calcio come Gigi Simoni", su marcheingol.it, 17 giugno 2013.
  5. ^ Matteo Brega, Intramontabile Jaconi: «In panchina con l'iPad», in La Gazzetta dello Sport, 21 ottobre 2011.
  6. ^ LA LISTA DEI 200 - HALL OF FAMERS (PDF), su genoacfc.it, 16 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2013).
  7. ^ Hall of Fame: Nesta, Rummenigge, Conte, Rocchi, Cabrini e Bonansea tra le stelle della decima edizione, su figc.it, 3 febbraio 2022. URL consultato il 5 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2022).
  8. ^ Il figlio di Simoni non ce l'ha fatta, in La Gazzetta dello Sport, 26 ottobre 1999.
  9. ^ Morto dieci giorni dopo l'incidente il figlio di Gigi Simoni. Tra dolore e serietà professionale la domenica più triste del tecnico del Piacenza, in Il Tirreno, 26 ottobre 1999. URL consultato il 22 maggio 2020 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2019).
  10. ^ Gigi Simoni ricoverato in terapia intensiva: condizioni critiche, su gazzetta.it, 22 giugno 2019.
  11. ^ Malore per Gigi Simoni: ricoverato, è grave, su repubblica.it, 22 giugno 2019.
  12. ^ Un altro Simoni nella dinastia dell'Inter: chi è e che ruolo svolge, su interlive.it, 22 gennaio 2022. URL consultato il 23 gennaio 2022.
  13. ^ Gigi Simoni continua a lottare. La moglie: "Situazione resta complicata", su repubblica.it, 23 agosto 2019.
  14. ^ Morto Gigi Simoni: l'ex allenatore dell'Inter aveva 81 anni, su gazzetta.it, 22 maggio 2020.
  15. ^ a b Maffei.
  16. ^ Luca Curino, Il baratto di Pagliuca, in La Gazzetta dello Sport, 12 agosto 1997.
  17. ^ a b La favola del Mantova Archiviato il 2 dicembre 2012 in Internet Archive. postadelgufo.it
  18. ^ Stagione 1961-1962 napolissimo.net
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  68. ^ Play-off per il titolo.
  69. ^ Ex aequo con il Pescara.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fabrizio Maffei, SIMONI, Luigi (Gigi), in Enciclopedia dello sport, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
  • Luca Carmignani, Luca Tronchetti e Rudi Ghedini, Simoni si nasce. Tre vite per il calcio, prefazione di Alberto Cerruti, note di Claudio Baglioni, Pisa, GoalBook Edizioni, 2016, ISBN 978-889-92-451-39.

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