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In città, l’eclettismo architettonico si è divertito a mescolare i secoli e gli stili. Facile trovare, allora, lungo i viali cittadini suggestioni gotiche (e neogotiche) e Liberty, palazzi modernisti e sculture d’avanguardia, architetture ardite e sistemi difensivi militari recuperati ad usi pacifici. Per non parlare dei musei, veri e propri giacimenti di opere d’arte che raccontano vita e opere degli artisti che hanno vissuto e lavorato in città.

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Il faro e una scultura sul molo di Ostenda, Fiandre, ©Lucio Luigi Rossi

Una stazione da re

Avamposto sul mare delle Regie Ferrovie Belghe e destinata ad accogliere teste coronate e aristocratici di mezza Europa che sceglievano Ostenda per la loro villeggiatura, la stazione cittadina doveva essere (e lo è ancora) un edificio sontuoso, simbolo e logo della grandeur monarchica belga.

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La Marina interna e la stazione ferroviaria di Ostenda, Fiandre, ©Lucio Luigi Rossi

Ultimata nei primi anni del ‘900, la sua architettura fonde elementi di classicismo di ispirazione francese e dettagli Art-Nouveau: le due torri quadrate della facciata coronate da una copertura a mansarda, lo spazio tra queste delimitato da un arco a capriate in ghisa, la cupola impreziosita da due pinnacoli che ripara la sala d’attesa dei viaggiatori.

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Il fregio reale sulla stazione ferroviaria di Ostenda, Fiandre, ©Lucio Luigi Rossi

Un esame attento della facciata rivela anche il monogramma A che ricorda Alberto I, re del Belgio dal 1909 fino al 1934. Ultimamente, la stazione è stata sottoposta ad un attento restyling che ha introdotto servizi e comodità all’avanguardia.

Una cattedrale, tanti stili

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Le guglie gemelle della chiesa di San Pietro e Paolo, Ostenda, Fiandre, ©Lucio Luigi Rossi

Uno dei landmark di Ostenda è sicuramente la cattedrale Sint Petrus en Paulus, con le sue due guglie gemelle. Archi rampanti e contrafforti, pilastri e gargoyle, trafori di marmo e bifore raccontano le caratteristiche di una chiesa gotica e fanno assomigliare la Cattedrale di Ostenda a quella di Colonia e alla Votivkirche di Vienna.

In realtà la sua costruzione risale agli anni tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 perché la chiesa preesistente dedicata ai santi Pietro e Paolo fu distrutta da un incendio.

Tutto ciò che resta dell’edificio originale è una torre scherzosamente ribattezzata Peperbusse (cioè macinapepe) a causa alla sua singolare forma ottagonale. Al suo interno la cattedrale ospita il mausoleo di Louise-Marie, prima regina del Belgio che morì a Ostenda nel 1850.

A tutto Museo

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La Mercator, ex-nave scuola della marina belga e ora museo, ancorata nella marina interna della città, Ostenda, Fiandre, ©Lucio Luigi Rossi

La gloria nazionale è James Ensor, pittore eclettico, artista fuori dagli schemi, incisore, scenografo, costumista, che nacque, visse e morì ad Ostenda.

La casa dove abitò e lavorò (la James Ensorhuis), recentemente ristrutturata, è diventata un museo che racconta vita e opere dell’artista con cimeli, ricostruzioni, esperienze interattive, la bottega di souvenir di famiglia, un bric à brac di crostacei, teschi, maschere e la riproduzione (fedelissima) dell’Entrata di Cristo a Bruxelles, uno dei suoi capolavori.

Ensor a parte, la città offre altre possibilità di visita: il Museumschip Amandine, per esempio, museo interattivo ospitato all’interno di una nave usata per la pesca nei mari d’Islanda in funzione fino agli anni Novanta, il Mercator, altro museo a tema nautico ospitato all’interno di un veliero costruito negli anni Trenta e usato fino agli Sessanta per la formazione della marina belga, lo Stadsmuseum Oostende, che ripercorre la storia di Ostenda e l’importanza delle attività economiche legate al mare.

Un giorno con James (Ensor)

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Mu.ZEE Art Museum, Ostenda, Fiandre ©Lucio Luigi Rossi

Ostenda e James Ensor: un binomio perfetto. Il grande artista nacque, visse e morì proprio sulle rive del mare del Nord e molte delle sue opere hanno visto la luce ad Ostenda.

A scoprire tutto di questo eccezionale binomio pensa la Ensor Walk, un itinerario (scaricabile con un’app) da percorrere sulle tracce dell’artista, per passeggiare accanto ad Ensor sulle lunghe spiagge sabbiose, per immaginarlo al lavoro nello studio inondato di luce, all’ultimo piano di un palazzo del centro, o bambino, affascinato dagli oggetti bizzarri accatastati nel negozio di souvenir della nonna, o ancora mentre si batte con fierezza contro l’urbanizzazione della costa.

Punto di partenza dell’itinerario è, ovviamente, la Casa Museo James Ensor, per poi passare al primo atelier di Ensor in Boulevard Van Iseghem e alla sua casa natale.

Ripercorrendo i passi del Maestro si arriva fino al mare, sulla lunga spiaggia sabbiosa che lambisce la città e che diventò il set dei suoi primi dipinti en plein air.

Nello storico Cafè Falstaff, un indirizzo cult durante la Belle Époque, Ensor era solito incontrare amici come Léon Spilliaert, altro grande artista nato e cresciuto in città.

Tra le aiuole del Leopold Park, invece, il Maestro veglia sui passanti nel monumento dello scultore belga Edmond de Valeriola, inaugurato nel 1930 in occasione del settantesimo compleanno di Ensor.

Ulteriore tappa della Ensor Walk è il Mu.ZEE, nelle cui collezioni brillano gioielli come l’Autoritratto con cappello fiorito.

E, infine, una chicca: la Duinekerkje, (la chiesa tra le dune) che per Ensor fu un vero e proprio luogo del cuore. A due passi dal mare, la chiesetta trecentesca compare ripetutamente nei quadri del pittore. Oggi, all’ombra del campanile, le spoglie dell’artista riposano in un suggestivo cimitero campestre.

Mu.ZEE, Ensor e le rose 

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Mu.ZEE, Ostenda, Fiandre ©Lucio Luigi Rossi

Stupendo museo di arte moderna e contemporanea ospitato in un edificio modernista progettato dall’architetto Gaston Eysselinck nel 1947, il Mu.ZEE non manca di celebrare il figlio più famoso di Ostenda, James Ensor.

Tra le sue sale, infatti, c’è una ricca selezione di opere del Maestro, che possono essere ammirate accanto a lavori di suoi concittadini e contemporanei come Léon Spilliaert e Constant Permeke.

Nell’anno dedicato al grande maestro, il Mu.ZEE ricorda Ensor con una serie di eventi ed esposizioni che ne celebrano l’attività.

Tra queste, la più importante è la mostra Rose, Rose, Rose à mes yeux. James Ensor e la natura morta in Belgio 1830 – 1930, per ricordare che Ensor, insieme a paesaggi, interni, ritratti, soggetti mitologici e religiosi, realizzò oltre 200 nature morte (quasi un quarto della sua intera produzione!).

Genere, quello della natura morta, che corrispondeva al suo stile di vita domestico e riservato, che poteva esercitare nello spazio del suo studio, con la possibilità di selezionare gli oggetti da inserire nella scena – fiori e frutta ovviamente, ma anche stoviglie e tessuti – e sviluppare varie soluzioni per affiancarle.

Arte sul mare… in città

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Albert I Promenade, Ostenda, Fiandre ©Lucio Luigi Rossi

La storia di Ostenda è tutta legata al mare. E per questo una camminata sul lungomare fa conoscere altri aspetti del carattere della città. Tra il Visserskaaie la Promenade Albert I, ci si imbatte in ristorantini, bistrot e bancarelle di pescatori ma anche in monumenti e sculture di epoche e stili diversi.

C’è, per esempio, il Monumento nazionale ai marinai, un’altissima stele commemorativa simile ad un obelisco: alla sua sommità, dal lato del mare, si trova la statua di un marinaio che guarda fiducioso l’orizzonte; ai piedi della stele, dal lato opposto, si trova la statua di un marinaio raccolto in preghiera sotto a un’enorme croce.

Poi ci sono le Rock Strangers, una bizzarra installazione costituita da enormi blocchi di metallo arancione che spuntano dai marciapiedi. Un’altra scultura contemporanea che non passa inosservata è Dansende Golven (onde danzanti) non lontana dal Casinò: due figure danzanti in riva al mare la cui silhouette evoca il fluttuare delle onde.

Non solo Ensor…

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Una delle installazioni della triennale di Arte Beaufort sul lungomare di Ostenda, Fiandre ©Lucio Luigi Rossi

A Ostenda non si vede solo Ensor. Giovani artisti emergenti, graffitari, spray artist si incontrano ogni anno in città per dare vita, durante il Festival The Crystal Ship, ad opere d’arte disegnate e dipinte su muri e pareti di case, palazzi, condomini.

La città ne è piena e ci si può ritagliare un itinerario alla scoperta di questi dipinti oversize partendo dalla sede di Toerisme Oostende, dove si recupera una mappa pedonale e ciclistica utile per individuare le location  delle singole opere.

Ma anche fuori città l’arte contemporanea gioca un ruolo da protagonista. A partire da una ventina d’anni fa, infatti, le spiagge e le petite capitales della villeggiatura made in Flanders sono teatro di un grande festival triennale, Beaufort, che ha chiamato grandi artisti a esibirsi tra le dune e i moli, tra le cabine e le case.

Alcune comunità costiere hanno cominciato a collezionare i lavori e le installazioni degli artisti e così è nato il Beaufort Permanent Scultpure Park, oggi composto da una quarantina di opere delle varie edizioni disseminate tra arenili, dune e polder, dal confine con l’Olanda a quello con la Francia.

Un tram vista mare

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Il Kusttram nella stazione di De Haan, lungo il percorso del tram della costa, Ostenda, Fiandre ©Lucio Luigi Rossi

Da più di un secolo, il Kusttram (il Tramway de la côte belge) collega le località sulla costa belga, da De Panne a Knokke, dal confine con la Francia a quello con l’Olanda.

Il percorso da capolinea a capolinea è di una settantina di chilometri e lungo il tragitto si incontrano 69 stazioni, in media una ogni chilometro, sia nei centri urbani che nelle zone naturalistiche.

Si può scendere e salire ad ogni stazione scoprendo, per esempio, che a Blankenberge, ogni anno si tiene il Festival delle Sculture di Sabbia, che a De Haan la zona residenziale (la Concessie) conserva ville liberty (una di queste, Villa Savoyarde, è stata la residenza estiva di Albert Einstein) ed uno dei primi campi da golf creati sulla costa, che a Oostduinkerke si pratica ancora la tradizionale pesca dei gamberetti utilizzando i cavalli (l’attività è stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dall’Unesco).

Ostenda, oltre al mare c’è di più

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La costa belga nei dintorni di Ostenda, Fiandre ©Lucio Luigi Rossi

Ostenda è una città sorprendentemente verde grazie ai suoi parchi (come il Leopold Park, tanto per citarne uno) e al suo Groen Lint (il Nastro Verde) che collega una quindicina di aree verdi in un suggestivo anello di 35 km per ciclisti e pedoni.

Ma c’è anche dell’altro: gli amanti del trekking e delle camminate possono cimentarsi con il percorso dell’ Ostendcreeks, un tracciato che percorre una storica area di torrenti e polder (le terre strappate al mare) a sud-est della città.

Vicino alla frontiera con i Paesi Bassi, invece, si trova la prima riserva naturalistica del Belgio, Het Zwin, una piccola conca racchiusa fra le dune e le dighe a protezione del polder.

Grande la varietà di ambienti osservabile: dalla laguna costiera alle distese di fango al prato salato, formato cioè da piante che nascono e crescono nei terreni salmastri.

Dalla guerra alla pace

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La mostra dedicata ai bambini allestita all’interno del Fort Napoleon, Ostenda, Fiandre ©Lucio Luigi Rossi

All’apice della sua carriera politica, Napoleone Bonaparte visita Ostenda e ordina la costruzione di tre fortezze per respingere gli attacchi inglesi. Una di queste fortezze non è mai stata costruita, un’altra è stata demolita e l’ultima, Fort Napoleon, ha vissuto varie traversie: da bastione difensivo è diventata prima museo, poi osservatorio militare e parco giochi per bambini. Oggi Fort Napoleon è una delle attrazioni turistiche di Ostenda e nell’anno dedicato ad Ensor è sede di una delle mostre a lui dedicate (Great Art fot Great Kids) rivolta a piccoli art addicts.

Una delle fermate del Kusttram, poi, è a Raversijde, dove si trova una delle parti meglio conservate dell’ Atlantik Wall (il Vallo Atlantico). Costruito dai genieri del Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale, l’esteso sistema di fortificazioni costiere con posizioni di difesa fissa antiaerea doveva scoraggiare un possibile attacco inglese via mare e via aria.

Oggi, le sue strutture, riconvertite ad usi pacifici, sono diventate luoghi suggestivi dove ripercorrere momenti della storia, visitando i bunker, le postazioni di artiglieria, i posti di guardia e i corridoi sotterranei rimasti fortunatamente intatti. Alcuni ambienti sono stati perfettamente ricostruiti per mostrare quale fosse la vita giornaliera in una postazione difensiva costiera.

Testo di Enrico Saravalle foto di Lucio Luigi Rossi|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com