Dal ricordo della Resistenza l'appello contro le guerre "Non restiamo indifferenti" - piacenzasera.it

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Un appello a non restare indifferenti, a non ignorare la spirale della guerra nella quale rischia di avvitarsi il mondo intero. I fatti delle ultime ore, con l’attacco sferrato dall’Iran a Israele, nuova tragica tappa del conflitto in Medioriente, non potevano che avere un riflesso sulla cerimonia di domenica mattina a Monticello di Gazzola. Centinaia di persone ai piedi del monumento al Valoroso, piccola statua con l’effigie del partigiano Lino Vescovi, hanno ricordato i fatti di 79 anni fa, quando si combatté la battaglia più importante della lotta di Liberazione a Piacenza, insieme all’Anpi provinciale e ai sindaci e amministratori dei comuni della valle. Tra i presenti anche due testimoni che erano bambini ai tempi della battaglia e il partigiano, uno dei pochi superstiti, Ugo Magnaschi.

Resistenza: la commemorazione della battaglia di Monticello
Ugo Magnaschi

Maria Rattotti, in rappresentanza del comune di Gazzola, ha rievocato i fatti avvenuti 79 anni con la battaglia che vide confrontarsi una trentina di partigiani, asserragliati nel castello utilizzato come deposito di munizioni, e le truppe nazifasciste, alla fine respinte dopo grazie anche all’arrivo dei combattenti comandanti dal Valoroso dal presidio vicino di Monteventano. “L’esempio che ci viene dai caduti – ha detto – è quello di cercare di stare sempre dalla parte giusta, anche quando è difficile da riconoscere, la parte giusta è quella della pace e della democrazia”.

Resistenza: la commemorazione della battaglia di Monticello
Domenico Conti in primo piano

Da Simone Palmieri, segretario del circolo Anpi Val Luretta, è giunto il benvenuto ai presenti alla cerimonia, in particolare all’unico partigiano combattente, il 97enne Ugo Magnaschi, e due testimoni della battaglia di Monticello, Domenico Conti, che allora aveva otto anni, e Carmela Bongiorni, quattordicenne nell’aprile del ’45. Proprio nella casa della signora Bongiorni a Fragola, località appena sotto al castello di Monticello, venne portato Lino Vescovi, ferito a morte durante la battaglia, e l’asse di legno dove venivano macellate le carni venne utilizzata come barella di fortuna.

Resistenza: la commemorazione della battaglia di Monticello
Carmela Bongiorni tra la nipote e il figlio

“La resistenza ha assunto anche un valore terapeutico per l’Italia – ha affermato Palmieri – perché ha permesso di ricostruire un senso di identità e di futuro in tanti giovani. Oggi viviamo in un passaggio dove quei valori sono attaccati ogni giorno, non possiamo dimenticare il genocidio in corso a Gaza e la guerra in Ucraina, e anche la vicenda di Ilaria Salis in carcere in Ungheria, per aver manifestato contro gruppi neonazisti, non possiamo stare a guardare queste vicende. Ripartire da un lessico antico e da statue di bronzo come questa del Valoroso diventa essenziale”.

Resistenza: la commemorazione della battaglia di Monticello

Il monticellese Mario Miti, della segreteria provinciale di Anpi Piacenza, ha raccontato la storia del suo compaesano caduto in battaglia, a cui è dedicata la statua issata ai piedi del castello. “Era un giovane mingherlino, Lino Vescovi, e come tanti giovani avevano fatto la guerra sotto il fascismo, mentre non conobbe mai la libertà. Lino oggi avrebbe 104 anni, era un giovane con poca scuola e tanti lavori, venne assunto all’Arsenale e poi arrivò con la guerra l’arruolamento, dopo l’8 settembre scappò in montagna per non rispondere ai bandi di Graziani e raggiungere le bande partigiane, prima nella bassa, poi sul monte Lama e successivamente dal comandante Fausto in Val Luretta. La squadra volante che comandò si stanziò allo Sbasintico appena sopra Piozzano attuando diverse azioni coraggiose”. “Alla battaglia di Monticello, Vescovi – ha proseguito Miti – onorò il patto di aiuto coi partigiani insediati nel castello assalito nella notte del 16 aprile dai repubblichini e dalle SS italiane, da Monteventano si mosse con venti uomini volontari in aiuto ai combattenti del castello aggredendo alle spalle i nemici”. “Cosa ne è stato del regalo della libertà che ci è stato fatto dai resistenti? – si è chiesto Miti in conclusione di intervento. “La nostra Costituzione e suoi principi che sono ancora in gran parte inattuati, e tra questi c’è l’articolo 11 che afferma come l’Italia ripudia la guerra strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Riflettiamo su quanto sta accadendo proprio in queste ore e quanto questo valore, quello della pace, sia ampiamente disatteso, oggi più che mai dobbiamo essere consci di questo”.

Al termine della cerimonia i tradizionali stand gastronomici a cura delle sezioni Anpi di Travo e Val Luretta.

Resistenza: la commemorazione della battaglia di Monticello

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