Alle ore 14.00 del 14 gennaio 2024 il principe Frederik e Mary Donaldson, ora ribattezzati re Frederik X e regina Mary, sono saliti sul trono di Danimarca. L’abdicazione della regina Margrethe dello scorso 31 dicembre, di cui la novella coppia reale era stata avvertita, stando alle fonti, solo settantadue ore prima, era già stato registrato come un evento di decisiva importanza dalle testate nazionali. Nei novecento anni di regno nessun sovrano danese si era mai dimesso per sua volontà: un primato dapprima accolto con risentito stupore da parte del popolo, e poi immediatamente accettato per la buona fama dei reali. Il primo gennaio di quest’anno la prima apparizione pubblica del principe ereditario Frederik e della moglie Mary al banchetto di Capodanno a Copenaghen ha segnato un iniziale cambio di passo nel regno del nord, con la nuova disposizione alla tavola più formale del paese. Infine, il passaggio delle consegne ha inaugurato ufficialmente il nuovo regno, suscitando non poche domande in chi, prima di ieri, non si era ancora imbattuto in questioni sullo stato della Danimarca e, soprattutto, nella figura di Mary Donaldson: Qual è la sua storia? Come ha conosciuto Frederik di Danimarca? Perché è tanto celebrata dalle testate danesi quanto da quelle australiane e scozzesi?
La semplicità della cerimonia di incoronazione è stato uno dei temi maggiormente discussi. In effetti, una vera e propria cerimonia di incoronazione non c’è stata: la regina Margrethe ha firmato una dichiarazione di abdicazione presso il Consiglio di Stato al Palazzo di Christiansborg, dopo la quale Frederik è divenuto automaticamente re. La proclamazione è avvenuta dal balcone del palazzo, da cui Frederik, la consorte bianco vestita e i quattro figli hanno salutato il regno nelle loro nuove vesti. L’attenzione si è poi spostata sulla neo regina. Già paragonata a Kate Middleton dal couturier Karl Lagerfeld per i modi distinti e il guardaroba ricercato – e tuttavia meno soggetta alle luci dei riflettori – prima di conoscere Frederik la vita di Mary Donaldson si svolgeva a migliaia di chilometri da Copenaghen, a significativa distanza dalle aristocrazie titolate dell’Europa del nord.
Figlia minore degli accademici scozzesi John Dalgleish ed Henrietta Clark Donaldson, Mary Donaldson nasce nel 1972 a Hobart, capitale dello stato insulare della Tasmania. Dopo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università della Tasmania, e prima dell’unione con Frederik, ha lavorato per diverse agenzie pubblicitarie in Australia, Scozia, Francia e, infine, Danimarca.
Le coordinate del loro primo incontro sono il settembre 2000 e lo Slip Inn, un club di Sydney, e la sede inusuale per la prima pagina di una favola moderna. È infatti qui che, nell’anno delle Olimpiadi australiane, la ventottenne Mary conobbe “Fred”, allora accompagnato dal principe Nikolaos di Grecia, dal principe Joachim di Danimarca, dalla principessa Martha di Norvegia e dal principe Felipe di Spagna, oggi re Felipe VI. “La prima volta che ci incontrammo e ci stringemmo la mano, non sapevo fosse l’erede al trono di Danimarca. Dovette passare una mezz’ora o quasi prima che qualcuno mi venisse a chiedere: ‘Sai chi sono queste persone?’” raccontò la regina anni più tardi. “Dal primo momento in cui abbiamo iniziato a parlare, non abbiamo più smesso” proseguì poi nella stessa intervista rilasciata a una rivista australiana. Da qui iniziò una romantica relazione, dapprima a distanza e celata, e poi non più segreta – il primo bacio pubblico al Tasmania Yacht Club fece scalpore – fino alla proposta del 2003 e l’unione ufficiale l’anno successivo.
Il matrimonio è stato celebrato il 14 maggio 2004 presso il Palazzo di Fredensborg, a Copenaghen. Quando Mary è giunta all’altare indossava un abito dello stilista danese Uffe Frank di proporzioni solenni: ventiquattro metri di seta duchessa, due di pizzo, otto di strascico e il velo in pizzo irlandese della regina Margrethe. Il tutto coronato da una tiara in diamanti prestata dalla stessa regina. Nonostante gli scandali e i gossip che, come sempre accade quando si siede sul piedistallo più alto del paese, hanno attraversato la corte di Danimarca, l’integrità di Mary non è mai stata messa in dubbio. “L’inflessibile abiura di Mary verso il dramma, l’impegno entusiastico per le cause di pubblico interesse e il sostegno così raro verso la comunità LGBTQIA+, e non solo” sono solo alcune delle ragioni citate dall’autrice e attivista australiana Van Badham.