Carcere, Antigone "Non c'è sovraffollamento e segnali di apertura. 152 detenuti senza fissa dimora" - piacenzasera.it

Carcere, Antigone “Non c’è sovraffollamento e segnali di apertura. 152 detenuti senza fissa dimora”

“Uno dei pochi istituti della Regione non gravato da problemi di sovraffollamento e che mostra alcuni segnali di apertura rispetto a un’impostazione storicamente restrittiva”. E’ il giudizio sul carcere delle Novate di Piacenza che emerge dal tradizionale report dell’associazione Antigone, che nel 2023 ha visitato tutti gli istituti di pena della regione, proseguendo con la sua attività di monitoraggio sulle condizioni di detenzione. Nell’anno passato sono state pertanto visitate le case circondariali di Bologna, Ferrara, Modena, Piacenza, Forlì, Ravenna e Rimini, la casa circondariale e di reclusione di Reggio Emilia, la casa di reclusione di Parma, l’Istituto a custodia attenuata e casa di lavoro di Castelfranco Emilia e l’Istituto penale per i minorenni di Bologna. Al momento della visita (il 19 dicembre scorso) in carcere a Piacenza si trovavano 408 detenuti su 416 posti disponibili.

Nel report viene segnalato l’alto numero di persone con condanna definitiva pur a fronte della natura dell’istituto di casa circondariale. Nella popolazione carceraria sono molti gli stranieri (264, il 65% della popolazione), tra questi più consistente il numero dei detenuti proveniente dal Marocco (59), dalla Tunisia (46), dalla Romania (33) e dall’Albania (21). Una popolazione molto giovane: 45 i giovani adulti (fino a 25 anni) e molti tra i 25 e i 30. Notato un trend in aumento per i giovani adulti, mentre 152 detenuti sono senza fissa dimora. Quanto ai circuiti penitenziari, per quel che concerne i detenuti comuni, 3 erano ristretti nella sezione Nuovi Giunti, 97 sottoposti a trattamento intensificato, 142 a trattamento ordinario, 31 a regime ex art. 32 o.p. e 12 in isolamento. Per quanto concerne i protetti, 40 a trattamento avanzato e 40 a custodia aperta. Presenti 8 disabili di cui 6 comuni sottoposti a trattamento intensificato e uno “protetto”, sempre sottoposto a trattamento intensificato. I reati da “codice Rosso” sono sempre più rappresentati tra quelli che determinano l’ingresso in istituto, in particolare a seguito di arresti e applicazione di misure cautelari. Molti i trasferimenti da altri istituti del distretto e da istituti lombardi (Brescia, San Vittore) per “sfollamento” (in caso di sovraffollamento degli istituti di provenienza) e per motivi di ordine e sicurezza.

Novità del 2023 è l’instaurazione di un “tavolo dimittendi” con garante Comunale, Ausl, Asp (Comune), Uepe, per i detenuti con residuo di pena inferiore a 6 mesi (previo confronto con Ufficio Immigrazione della Questura “per evitare investimenti su persone che vengono espulse”). La collaborazione con associazioni sul territorio (“Oltre il muro”) consente di prevedere per 15 detenuti nel 2024 e 15 detenuti nel 2025 percorsi di accompagnamento per stabilizzare la situazione abitativa e lavorativa, mentre il Clepa (Comitato Locale per l’Esecuzione Penale Adulti) cerca di reperire risorse per borse per chi esce dal carcere.

LA SCHEDA SUL CARCERE DELLE NOVATE

Il dossier di Antigone intende restituire la fotografia dello stato attuale dei dieci istituti penitenziari per adulti presenti in regione e dell’istituto per minorenni di Bologna. L’incremento generale delle persone detenute nell’anno 2023 (da 3407 a 3572, dati ufficiali al 31 dicembre) sfiora il 5%, portando la regione Emilia Romagna a un tasso di sovraffollamento pari al 120%, contro il 117.5% del tasso nazionale medio. Gli istituti più sovraffollati sono Bologna (163.5%), Ferrara (156.5%) e Modena (137%), mentre altri istituti si collocano in pari con la capienza prevista o perfino al di sotto di questa soglia (Piacenza, Reggio Emilia, Castelfranco Emilia). Antigone sottolinea un dato di fatto: le condizioni di detenzione non dipendono solo dal numero delle persone ristrette e dalle loro caratteristiche, ma anche da come queste sono ristrette, cha a sua volta dipende anche dal dove. Il come della detenzione varia da istituto a istituto (alcuni a vocazione trattamentale mentre altri si configurano come punitivi), e all’interno dello stesso istituto può variare da sezione a sezione.

La visita a Piacenza è datata 19 dicembre 2023: ecco il report nel dettaglio – Al momento della visita, la Casa Circondariale di Piacenza ospita 408 detenuti su 416 posti disponibili. Si tratta di uno dei pochi istituti della Regione non gravato da problemi di sovraffollamento, anche se ci viene riferito che la disponibilità di posti determina numerosi trasferimenti in ingresso, in special modo a carattere disciplinare. Problematici l’elevato turn over e il gran numero di detenuti giovani e detenuti con condanna definitiva (326). Nell’istituto è presente una sezione femminile di circuito Alta Sicurezza, che al momento della visita ospitava 19 detenute (18 delle quali in AS3 e 1 in AS2) e una sezione (al suo interno sovraffollata) di detenuti “protetti” (sotto processo o condannati per reati di tipo sessuale). Nel carcere di Piacenza è stata applicata la nuova circolare sulla media sicurezza prevedendo, sia per i detenuti comuni che per i protetti, sotto-circuiti a trattamento avanzato e ordinario con degli spazi dedicati al regime ex art. 32 op. Vi sono inoltre delle sezioni dedicate ai dimittendi, ai nuovi giunti e all’isolamento (queste ultime in cattivo stato).

Al momento della visita manca l’acqua calda per problemi strutturali che si ripresentano ciclicamente. Delicata la situazione del comparto sanitario per la carenza di infermieri e di medici. Inoltre, la chiusura del reparto di osservazione psichiatrica (ROP), nel maggio 2023, ha determinato il taglio delle figure di psichiatri, psicologi ed educatori, con effetti su tutta la popolazione carceraria. Le cinque celle adiacenti all’infermeria, dove si trovava il ROP, al momento della visita risultano comunque utilizzate per ospitare detenuti con particolari problematiche sanitarie o psichiche, oppure ad alto rischio suicidario. Continua lo sforzo di collegamento col territorio circostante, per cui sono migliorate le possibilità lavorative e di formazione professionale rispetto al passato. In questo senso è positiva anche la novità rappresentata dall’instaurazione di un “tavolo dimittendi”, che coinvolge, oltre alla Casa circondariale, anche il Garante comunale, la Asl, l’Asp “Città di Piacenza” per il Comune, l’Uiepe e il Clepa, per favorire i percorsi di uscita dei detenuti con pena residua inferiore a 6 mesi.

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