Mank (film)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Mank
Gary Oldman in una scena del film
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno2020
Durata131 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 2,20:1
Generedrammatico, biografico
RegiaDavid Fincher
SceneggiaturaJack Fincher
ProduttoreCeán Chaffin, Eric Roth, Douglas Urbanski
Casa di produzioneNetflix International Pictures, Flying Studio Pictures, Panic Pictures, Blue Light
Distribuzione in italianoNetflix
FotografiaErik Messerschmidt
MontaggioKirk Baxter
Effetti specialiJosh Hakian, Pablo Helman
MusicheTrent Reznor, Atticus Ross
ScenografiaDonald Graham Burt, Dan Webster, Jan Pascale
CostumiTrish Summerville
TruccoGigi Williams, Kimberly Spiteri, Colleen LaBaff
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

Mank è un film del 2020 diretto da David Fincher.

Il film segue la vita dello sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, interpretato da Gary Oldman, durante due diversi periodi: il primo negli anni trenta e il secondo durante la stesura della sceneggiatura di Quarto potere (1941). Il film appoggia la tesi avanzata da Pauline Kael nel suo articolo Raising Kane (New Yorker; 1971), e successivamente screditata,[1][2][3] secondo cui la paternità della sceneggiatura di Quarto potere sarebbe da attribuire interamente a Mankiewicz e non anche a Orson Welles.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1940, la RKO stringe col ventiquattrenne Orson Welles un contratto senza precedenti che gli garantisce libertà creativa su ogni aspetto del suo primo lungometraggio, compreso il soggetto e i collaboratori che sceglierà. In un ranch di Victorville lo sceneggiatore Herman J. "Mank" Mankiewicz è costretto a letto da un incidente. Viene raggiunto da una telefonata di Welles che gli dà due mesi di tempo per scrivere il film in fiducia delle sue comprovate capacità. Ormai inviso ai vertici dello studio system e con una salute fatalmente minata dall'alcolismo, Mank detta la sceneggiatura alla segretaria Rita, che nota delle similitudini tra il suo protagonista "negativo", Charles Foster Kane, e il magnate dell'editoria William Randolph Hearst.

Nel 1930, mentre lavora alla Paramount, Mank conosce l'attrice Marion Davies, venendo presentato al suo amante e mecenate Hearst, che lo prende in simpatia per la sua verve caustica, nonostante le sue simpatie politiche di sinistra. Ha inoltre un'infatuazione platonica nei confronti di Marion, troppo ingenua per comprendere fino in fondo l'influenza mediatica e politica di Hearst, che egli esercita anche su Louis B. Mayer, capo di una MGM in crisi presso cui Mank troverà lavoro assieme al fratello Joseph. Nel 1934, pezzi grossi della MGM lavorano per sabotare la campagna elettorale a governatore della California del candidato Democratico ed ex del Partito Socialista Upton Sinclair[4], in favore di una ridistribuzione della ricchezza per aiutare i più poveri colpiti dalla grande depressione. Interrogato Irving Thalberg a proposito dei falsi cinegiornali di propaganda contro Sinclair fatti dalla MGM, Mank scopre che dietro c'è Hearst e si rivolge inutilmente a Marion per convincerlo a ritirarli. Come risultato, il Repubblicano Frank Merriam vince le elezioni e il collega di Mank che aveva girato i falsi cinegiornali sotto la promessa di diventare un regista si suicida per il rimorso. Ubriaco, Mank affronta Mayer e Thalberg, per poi irrompere a una cena di gala al Castello Hearst e mettere in croce tutti gli invitati, compresi Marion e Hearst, improvvisando di fatto la trama di Quarto potere.

Nel 1940, riesce a finire la sceneggiatura in tempo. Dopo averla letta, però, la RKO si rifiuta di produrre il film a causa delle pressioni di Hearst; la stessa Marion si reca a Victorville per convincerlo inutilmente a cambiare la sceneggiatura, ricca di riferimenti anche ai particolari più privati della coppia, così come Joseph cerca di offrirgli un altro film da scrivere. Welles è determinato a fare comunque il film e lo raggiunge per stabilire i dettagli di una riscrittura con lui presente. Mank insiste per venire accreditato, contrariamente a quanto stabilito dal contratto, ritenendo la sceneggiatura la migliore della sua carriera. Welles va su tutte le furie, dandogli l'ispirazione per l'ultima scena mancante di Kane, ma finisce per acconsentire. Nel 1942, Mank vince l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale per Quarto potere, pur dovendola condividere malvolentieri con Welles, morendo nel 1955 senza aver mai scritto un altro film.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Mank venne ufficialmente annunciato nel luglio 2019, quando David Fincher rivelò che avrebbe diretto il film, con Gary Oldman nella parte del protagonista. La sceneggiatura era stata scritta dal padre di Fincher, Jack Fincher, prima della sua morte nel 2003. Il film avrebbe dovuto originariamente essere girato dopo The Game - Nessuna regola (1997) con Kevin Spacey e Jodie Foster previsti nel cast ma il progetto non si concretizzò all'epoca per la volontà di Fincher di girare il film in bianco e nero.[5][6] Il resto del cast fu annunciato in ottobre, con, tra gli altri, le aggiunte di Amanda Seyfried, Lily Collins, Tuppence Middleton, Arliss Howard e Charles Dance.[7]

In occasione della produzione Fincher si riunì con gran parte del suo abituale team lavorativo, inclusi il production designer Donald Graham Burt, il montatore Kirk Baxter e i compositori Trent Reznor e Atticus Ross, che utilizzarono esclusivamente strumenti dell'epoca. Fincher optò per il direttore della fotografia Erik Messerschmidt, con il quale aveva lavorato alla serie Mindhunter su Netflix.[8][9][10]

Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]

Il copione da 120 pagine della prima stesura scritto da Jack Fincher si rifaceva a un articolo di giornale del 1971 di Pauline Kael apparso sul New Yorker dove la giornalista aveva affermato che Orson Welles non meritava di essere accreditato come sceneggiatore di Quarto potere. L'articolo fece infuriare molti critici dell'epoca, incluso l'amico di Welles e regista Peter Bogdanovich che confutò le affermazioni della Kael punto per punto in The Kane Mutiny, un articolo apparso su Esquire nell'ottobre 1972.[11] Anche altri studiosi di cinema contestarono la tesi della Kael, incluso Robert L. Carringer nel suo saggio The Scripts of Citizen Kane. Il produttore di Mank, Eric Roth, notoriamente "ripulì" il copione prima dell'inizio delle riprese,[12] e David Fincher disse che effettivamente le prime revisioni erano troppo "anti-Welles".[13] Interrogato circa la controversia che circonda la paternità del copione di Quarto potere, Fincher dichiarò che il suo film non mira a risolvere la questione: «Non era mio interesse fare un film su un arbitrato di credito postumo. Ero interessato a fare un film su un uomo che accettò di non prendersi alcun merito. E che poi cambiò idea. Questo era interessante per me».[14]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Le riprese del film iniziarono il 1º novembre 2019 a Los Angeles.[15] Si svolsero anche a Victorville e Pasadena, California, e durarono fino al 4 febbraio 2020.[16] Il film fu girato in bianco e nero con espliciti riferimenti all'estetica di Quarto potere e al lavoro del direttore della fotografia Gregg Toland del film di Welles.[17] Charles Dance dichiarò che una particolare scena dove Mankiewicz era ubriaco necessitò oltre 100 ciak per essere completata,[18] mentre Seyfried disse che per girare una delle sue scene ci vollero una settimana e oltre 200 riprese.[19]

Promozione[modifica | modifica wikitesto]

Il primo trailer è stato diffuso online l'8 ottobre 2020.[20]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha avuto una distribuzione limitata nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 13 novembre 2020 per poi essere distribuito in streaming a livello globale su Netflix dal 4 dicembre 2020.[3][21]

Edizione italiana[modifica | modifica wikitesto]

Il doppiaggio italiano e la sonorizzazione sono avvenuti presso la Dubbing Brothers INT. Italia, i dialoghi italiani sono stai a cura di Ruggero Busetti, mentre la direzione del doppiaggio è stata effettuata da Rodolfo Bianchi.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Robert L. Carringer, The Scripts of "Citizen Kane", in Critical Inquiry, vol. 5, n. 2, 1º dicembre 1978, pp. 369–400. URL consultato il 27 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2020).
  2. ^ (EN) 'Mank' script: Netflix film may echo Pauline Kael's 'Raising Kane', su wellesnet.com, 9 marzo 2020. URL consultato il 27 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2020).
  3. ^ a b (EN) Mark Harris, Nerding Out With David Fincher The director talks about his latest, Mank, a tale of Hollywood history, political power, and the creative act., su vulture.com, 23 ottobre 2020. URL consultato il 24 ottobre 2020.
  4. ^ Alessandro Studer, MANK, IL PRIMO FILM D’AUTORE VISTO DA REMOTO, su formacinema.it.
  5. ^ Brett Lang, Magnificent Obsession: David Fincher on His Three-Decade Quest to Bring 'Mank' to Life, su Variety, 30 ottobre 2020. URL consultato il 19 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2020).
  6. ^ Mike Jr. Fleming, David Fincher, Gary Oldman Team On B&W 'Mank' At Netflix; Film On 'Citizen Kane' Writer Herman J. Mankiewicz Scripted By Fincher's Late Father Howard, in Deadline Hollywood, 10 luglio 2019. URL consultato il novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2019).
  7. ^ Amanda N'Duka, 'Mank': Amanda Seyfried, Lily Collins, 'Downton Abbey's Tuppence Middleton & More Join David Fincher Pic, in Deadline Hollywood, 15 ottobre 2019. URL consultato il novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2019).
  8. ^ Zack Sharf, 'Mank' Producer Says Fincher's New Film Feels Like a 1930s Movie: 'It's an Incredible Piece', in IndieWire, 12 giugno 2020. URL consultato il 13 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2020).
  9. ^ Nine Inch Nails: 9 Things We Learned from Our Visit to Trent Reznor's Studio, su Revolver, 23 dicembre 2019. URL consultato il 24 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2019).
  10. ^ (EN) Adam Chitwood, First 'Mank' Images Reveal David Fincher's Netflix Movie About the Making of 'Citizen Kane', su Collider, 5 settembre 2020. URL consultato il 5 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2020).
  11. ^ Peter Bogdanovich e Orson Welles, The Kane Mutiny, in Esquire, ottobre 1972, pp. 99–105, 180–190.
  12. ^ Scott Feinberg, Oscars: David Fincher's Netflix Pic 'Mank' Shoots to Front of Race, su The Hollywood Reporter, 29 ottobre 2020. URL consultato il 30 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2020).
  13. ^ Mark Harris, Nerding Out With David Fincher The director talks about his latest, Mank, a tale of Hollywood history, political power, and the creative act., su Vulture, 23 ottobre 2020. URL consultato il 24 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2020).
  14. ^ Ben Kenisberg, Who Wrote 'Citizen Kane'? It's No Mystery, in The New York Times, 6 dicembre 2020. URL consultato l'11 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2020).
  15. ^ Mank Production Listing, su productionlist.com. URL consultato il 1º novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2019).
  16. ^ Principal Photography Wraps On Netflix Biopic 'Mank', in WellsNet, 4 febbraio 2020. URL consultato il 29 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2020).
  17. ^ Bill Desowitz, How "Mank" Shot Day for Night, and in Hi-Dynamic Range Black-and-White, in IndieWire, 7 dicembre 2020. URL consultato il 7 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2020).
  18. ^ Gary Oldman Cracked Filming 'Mank' Multiple Takes: 'I've Done This Scene 100 F*cking Times', su indiewire.com. URL consultato l'11 novembre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2020).
  19. ^ Zack Sharf, Amanda Seyfried Estimates David Fincher Shot 200 Takes of 'Mank' Scene Over One Week, su indiewire.com. URL consultato l'11 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2020).
  20. ^ MANK: IL TEASER TRAILER DEL FILM DI DAVID FINCHER, su Movieplayer.it. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  21. ^ (EN) David Fincher’s ‘Mank’ Sets December Release Date on Netflix, su collider.com. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  22. ^ (EN) Mike Fleming Jr. e Patricia Hipes, Oscar Nominations: ‘Mank’ Tops List With 10 Including Best Picture; Six Other Films With Six – The Complete List, su Deadline Hollywood, 15 marzo 2021.
  23. ^ (EN) Ryan Adams, Chloe Zhao’s Nomadland Leads Chicago Film Critics Association 2020 Nominations, su awardsdaily.com, 18 dicembre 2020. URL consultato il 18 dicembre 2020.
  24. ^ (EN) Darel Javens, Chicago critics choose ‘Nomadland’ as 2020's best movie, su Chicago Sun-Times, 21 dicembre 2020. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  25. ^ (EN) Clayton David, Los Angeles Film Critics Winners Full List: Entire ‘Small Axe’ Series Tops Despite Not Submitted for Oscars, su Variety, 20 dicembre 2020. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  26. ^ (EN) San Diego Film Critics Society 2020 Awards Nominations, su sdfcs.org, San Diego Film Critics Society Awards, 8 gennaio 2021. URL consultato l'8 gennaio 2021.
  27. ^ (EN) 2020 San Diego Film Critics Society Award Winners, su sdfcs.org, San Diego Film Critics Society, 11 gennaio 2021. URL consultato il 12 gennaio 2021.
  28. ^ (EN) Mirjana Van Blaricom, 25th Satellite Awards Nominees for Motion Pictures and Television Announced, su pressacademy.com, International Press Academy, 1º febbraio 2021. URL consultato il 2 febbraio 2021.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema