Le foto hanno un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana: ci permettono di fissare ricordi, comunicare, creare prodotti mediatici e molto altro. Instagram, il social network per eccellenza, ha rimesso le immagini al centro dell’interazione del mondo digitale, ricordando alle generazioni attuali l’importanza di uno scatto ben eseguito. Ma oggi non siamo qui per concentrarci sul valore di una foto nella società moderna, quanto più per riscoprire le origini del processo che permette di fissare la realtà su un supporto fisico, creando un’immagine che rimane per sempre: stiamo parlando dell’invenzione della fotografia.

Vi siete mai chiesti chi fu il primo fotografo della storia o quando fu l’invenzione della fotografia? Per scoprirlo bisogna tornare alla prima metà del 1800 e ripercorrere le azioni di due ambiziosi francesi.

La prima fotografia della storia

Non perdiamoci in ulteriori preamboli: la prima fotografia della storia viene scattata nel 1826 (anche se alcune fonti propendono per il 1827) da Joseph Nicéphore Niépce, un francese appartenente all’alta borghesia. I problemi di salute che lo affliggono sin dalla giovane età lo dispensano dal servizio militare ed è così libero di dedicarsi al suo grande obiettivo: scoprire come fissare su un supporto le immagini attraverso l’utilizzo della camera oscura. Nel 1816 scrive al fratello: “Mi occuperò di tre cose: per prima cosa cercherò di ottenere una riproduzione più nitida degli oggetti, poi aggiungerò il colore e infine troverò il modo di fissare queste immagini, forse la sfida più ardua”.

Nel febbraio del 1826, dopo una lunga serie di esperimenti, riesce a fissare un’immagine su un supporto di stagno: lo scatto, che prende il nome Vista dalla finestra a Le Gras, è a tutti gli effetti la prima fotografia della storia. Per essere precisi si tratta di un’eliografia, e il processo per far “aderire” l’immagine del paesaggio al supporto richiede circa 8 ore di esposizione. Ma il primo passo verso l’invenzione della fotografia è stato mosso.

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Henry Guttmann Collection//Getty Images

Dagherrotipia e invenzione della fotografia

Proprio mentre sta andando a trovare il fratello, Niépce passa per Parigi dove incontra l’altro personaggio fondamentale di questa storia: si tratta del pittore Louis Daguerre. I due entrano di nuovo in contatto un paio d’anni più tardi, nel 1829, e siglano un contratto per lavorare insieme 10 anni sullo sviluppo della fotografia, ai quali stanno entrambi giungendo percorrendo strade differenti.

Nel 1833, però, Niépce muore e le ricerche vengono portate avanti da Daguerre, che perfeziona nel corso degli anni un procedimento che permette di fissare al meglio le immagini creando prodotti di qualità. Il dagherrotipo viene presentato nel dettaglio il 19 agosto del 1839 ad una riunione dell’Accademia delle Scienze e dell’Accademia delle belle Arti: proprio a questa data si fa riferimento quando si parla di invenzione della fotografia.

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Historical//Getty Images

Il boom in seguito all’invenzione della fotografia

Dopo la presentazione del dagherrotipo, in tutto il mondo iniziano a diffondersi esempi di questa nuova tecnologia: persino i pittori sostituiscono i blocchi per gli schizzi con fotografie da cui trarre poi le proprie opere. In men che non si dica l’invenzione della fotografia porta alla nascita di studi appositi e questo modo di catturare le immagini è protagonista di un vero e proprio boom già a partire dal 1840.

Una tappa molto importante del percorso risiede nell’idea di William Henry Fox Talbot, che sviluppa la tecnica della calotipia: in sostanza, sfrutta la luce solare per imprimere l’immagine sulla carta, compiendo grandi passi nella direzione di quella che a tutti gli effetti oggi consideriamo come la fotografia fisica.

Nel 1845 Eugéne Disdèri inventa la carte de visite, un’immagine di 6x9 cm con il ritratto del committente che, grazie alla tecnologia della fotografia, può essere riprodotta in diverse copie. Si arriva così, attraverso diverse migliorie, ad un’altra data fondamentale nella storia della fotografia: nel 1888 George Eastman inventa la prima macchina fotografica portatile, la Kodak.

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Marianna Barracane

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