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L'Italia Giolittiana - riassunto
Università: Università degli Studi di Torino
Corso: Storia contemporanea (SCP0132)
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ITALIA GIOLITTIANA
La Crisi di Fine Secolo
L'Italia fu teatro di una crisi politico-istituzionale. La posta in gioco era l'evoluzione del
regime liberale verso forme più avanzata democrazia; lo scontro si concluse con
un'affermazione delle forze progressiste. Negli anni che seguirono le dimissioni di Crispi e il
ritorno al potere di Rudinì, si delineò fra le forze conservatrici la tendenza a ricomporre un
fronte comune contro le vere o supposte minacce portate all'ordine costituito dai "nemici
delle istituzioni".
La tensione esplose nella primavera del 1898, quando un aumento del prezzo del pane fece
scoppiare una serie di manifestazioni popolari. Anziché ridurre il dazio sul grano, Rudinì
proclamò lo stato d’assedio e ordinò massicci interventi della polizia. Una volta riportato
l’ordine, i gruppi moderati e conservatori, che detenevano la maggioranza alla Camera,
cercarono di dare una base legislativa all’azione repressiva dei poteri pubblici. Caduto il
progetto, Rudinì dovette dimettersi e il tentativo fu ripreso da suo successore Luigi Pelloux.
Ma alla presentazione di provvedimenti che limitavano gravemente il diritto di sciopero e le
stesse libertà di stampa e di associazione, i gruppi di estrema sinistra risposero con la
tecnica dell’ostruzionismo, che prolungava all’infinito le discussioni paralizzando così
l’azione della maggioranza. Pelloux decise infine di sciogliere la Camera. Ma nelle elezioni lo
schieramento governativo perse seggi, mentre li guadagnarono i socialisti. Il Presidente del
Consiglio preferì a questo punto dimettersi. La successione fu affidata a Saracco da
Umberto I che mostrava di prendere atto del fallimento di quella politica repressiva di cui era
sostenitore; il re cadde vittima di un attentato.
La Svolta Liberale
Il governo Saracco inaugurò una fase di distensione nella vita politica italiana favorita dal
buon andamento dell'economia. Il nuovo re, Vittorio Emanuele III, era propenso ad
assecondare forze progressiste. Il governo Saracco fu costretto a dividersi per il
comportamento incerto contenuto in occasione di uno sciopero indetto dai lavoratori
genovesi, il re chiamò alla guida del governo il leader della sinistra liberale Zanardelli che
affidò il ministero degli Interni a Giovanni Giolitti. Il ministero Zanardelli-Giolitti condusse in
porto alcune importanti riforme -> furono estese le norme che limitavano il lavoro minorile e
femminile nell'industria, fu migliorata la legislazione relativa all'assicurazione per gli infortuni
e per la vecchiaia, fu costituito un Consiglio superiore del lavoro; importante fu anche la
legge che autorizzava i comuni all'esercizio diretto di servizi pubblici come l'elettricità, il gas,
i trasporti. Ma più importante delle riforme e fu l'atteggiamento in materia di conflitti di lavoro
-> linea di rigorosa neutralità. Conseguenza fu lo sviluppo rapido delle organizzazioni
sindacali, sì ricostituirno le Camere del lavoro ,delle organizzazioni di categoria e lo sviluppo
delle organizzazioni dei lavoratori agricoli che si riunirono nella Federterra. Lo sviluppo delle
organizzazioni sindacali fu accompagnato da una impennata degli scioperi -> Ne derivò una
spinta al rialzo dei salari.
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