Sono 137 le persone morte nell’attentato al Crocus City Hall di Mosca. Due giorni dopo il numero delle vittime nella strage della capitale russa è in costante aumento, così come quello dei feriti, arrivato a quota 180. Mentre resta altissima la tensione a livello internazionale. L’agenzia russa Ria ha fatto sapere che, secondo il ministero della Difesa, “un caccia russo MiG-31 ha impedito a due bombardieri B-1B dell’aeronautica americana di violare lo spazio aereo”. Una notizia che arriva nella stessa giornata in cui la Polonia accusa Mosca di violare i suoi cieli. Intanto l’Isis è tornato a rivendicare l’attentato, mentre vengono diffuse immagini di presunte torture delle forze dell’ordine russe sugli attentatori. Ma andiamo con ordine.

L’attacco della Gran Bretagna – Nonostante la doppia rivendicazione dell’Isis, la Russia e Vladimir Putin insistono nell’accusare l’Ucraina. Il timore è che sia l’inizio di un’ulteriore escalation: gli Stati occidentali hanno condannato l’attacco in terra russa, ma ora chiedono prudenza. Più dure le parole del ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt che, intervistato da Sky News, ha accusato Mosca di stare creando una “cortina fumogena di propaganda” per intensificare le operazioni in Ucraina. E ha aggiunto che ora il Regno Unito è “in guardia“. Attacca Putin anche Dmytro Kuleba: “È un bugiardo patologico, anche ora che sta tentando disperatamente di collegare l’Ucraina o altre nazioni occidentali alla sparatoria di massa vicino a Mosca, nonostante non ci siano prove a sostegno di tali affermazioni”. Lo scrive su X il ministero russo degli Esteri, Dmytro Kuleba. “Non lasciatevi ingannare da Putin e dai suoi scagnozzi – ha aggiunto – Il loro unico obiettivo è motivare più russi a morire nella loro guerra insensata e criminale contro l’Ucraina, nonché instillare ancora più odio per le altre nazioni, non solo per gli ucraini, ma per l’intero Occidente”.

Il nuovo video Isis – Intanto lo Stato Islamico ha pubblicato nuovi video dell’attacco: nelle immagini, diffuse dall’agenzia di stampa Amaq, si vedono gli uomini armati che si filmano mentre danno la caccia agli spettatori attraverso l’atrio della sala concerti, gli sparano a bruciapelo, tagliano la gola a una persona già a terra, uccidono decine di persone. Ad un certo punto, uno degli uomini armati dice a un altro di “ucciderli e non avere pietà“. A circa metà filmato uno degli attentatori dice “Allahu akbar“. La frase è pronunciata – ma non gridata, come in altri attentati dello Stato Islamico – è l’unica dichiarazione in arabo, mentre il resto delle dichiarazioni è in lingua non araba. Quattro di loro, fermati nelle scorse ore, hanno un passaporto del Tagikistan. Proprio oggi Putin ha ricevuto la chiamata del presidente tagiko Emomali Rahmon per intensificare le azioni “contro il terrorismo”.

Sui social video di torture dei sospettati – Nel frattempo sui social continuano a essere diffusi i video e le foto dei presunti attentatori. Su Telegram è stata pubblicata quella che sembra essere una foto scattata durante l’interrogatorio di uno dei sospettati. Loo scatto mostra un uomo sdraiato sul pavimento con i pantaloni abbassati che sembra essere collegato con dei fili elettrici a “un dispositivo di comunicazione militare TA-57, che le forze di sicurezza utilizzano per torturare con scosse elettriche”, scrive il media indipendente russo Meduza, secondo cui uno dei cavi “sembra essere collegato ai genitali”. L’immagine è stata pubblicata anche dal canale Telegram Grey Zone – un tempo vicino ai mercenari Wagner – e dal canale bielorusso Nexta. Ieri, sui canali social russi era apparso il video dell’interrogatorio di un altro sospettato in cui un soldato gli taglia parte dell’orecchio destro e lo costringe a mangiarlo. Nel frattempo due dei presunti attentatori sono stati accusati dalla commissione investigativa di terrorismo. Lo ha riferito il servizio stampa del tribunale di Basmanny all’agenzia Tass, che riporta i nomi degli accusati. “Rachabalizoda Saidakrami Murodali e Mirzoev Dalerjon Barotovich sono accusati ai sensi dell’articolo 205, parte 3, paragrafo “b” (attacco terroristico da parte di un gruppo di persone che ha provocato la morte di un individuo)”, ha affermato il servizio stampa. I due rischiano l’ergastolo.

Lo spazio aereo della Polonia – Intanto, nella notte e a poco più di 24 ore dall’attentato a Mosca, la Russia ha attaccato l’Ucraina con 14 bombardieri strategici Tu-95MS: sono partiti dalla base di Olenya, nella penisola di Kola, e sono stati lanciati in direzione della regione di Leopoli. Un’offensiva che ha provocato anche la Polonia perché, stando alle denunce di Varsavia, uno dei missili del Cremlino ha violato lo spazio aereo polacco. Il ministero degli Esteri polacco ha annunciato su X che “chiederà chiarimenti alla Russia. Soprattutto, chiediamo alla Federazione russa di fermare gli attacchi aerei terroristici contro gli abitanti ed i territori dell’Ucraina”. L’oggetto, secondo quanto reso noto dalle forze armate “è entrato nello spazio polacco vicino alla città di Oserdow ed è rimasto lì per 39 secondi”. E hanno aggiunto: “Per l’intera durata del volo, è stato seguito dai sistemi radar militari”. La risposta di Kiev è arrivato con l’attacco a due navi da sbarco russe, la ‘Yamal’ e la ‘Azov’ durante un attacco contro la flotta del Mar Nero in Crimea. Lo riporta Unian. “Le forze di difesa ucraine hanno colpito con successo le grandi navi da sbarco Yamal e Azov, un centro di comunicazione, nonché diverse strutture infrastrutturali della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli temporaneamente occupata”, si legge nella nota del centro ucraino per la comunicazione strategica

Evacuato centro commerciale a San Pietroburgo – L’allerta resta alta anche in Russia. Nelle scorse ore un centro commerciale a San Pietroburgo è stato evacuato dopo che un uomo ha telefonato alla polizia dicendo di aver messo una bomba nei locali. L’uomo è stato fermato dagli agenti, secondo quanto riferisce la testata locale Fontanka e il centro commerciale, il London Mall, è stato ispezionato dalla polizia.

La preoccupazione per una nuova escalation – Mentre gli Usa ribadiscono che le responsabilità dell’attacco nella capitale russa sono da imputare solo e soltanto all’Isis, dal fronte russo negano di aver ricevuto alcun avvertimento su un possibile attacco terroristico a Mosca. “Non abbiamo ricevuto alcuna notifica o messaggio in anticipo”, ha detto l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov secondo quanto riportato dalla Cnn aggiungendo di “non aver avuto contatti né con la Casa Bianca né con il Dipartimento di Stato su questo tema”. La preoccupazione mondiale ora è che l’escalation sia appena iniziata. Intervistato da Repubblica Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha negato qualsiasi responsabilità nell’attentato a Mosca: “Lo dico e lo ripeto, l’Ucraina non ha niente a che fare con l’attacco. Putin sta seguendo una precisa strategia. Prima di tutto vuole distogliere l’attenzione dalle recenti azioni massicce contro il nostro Paese. Il 22 marzo ha fatto lanciare missili sulla centrale idroelettrica Dniprohes a Zaporizhzhia. Una diga. L’ennesimo atto criminale davanti agli occhi del mondo. E poi, è chiaro che insistere sulla cosiddetta ‘pista ucraina’ gli serve per spiegare ai suoi cittadini perché d’ora in avanti parlerà esplicitamente di guerra e non più di operazione militare speciale”.

Lutto nazionale in Russia dopo l’attentanto – Oggi in tutta la Russia è giornata di lutto nazionale, come proclamato dal presidente Vladimir Putin per onorare i morti e i feriti dell’attacco terroristico. Il bilancio aggiornato della strage è di 180 morti e 152 feriti. Bandiere a mezz’asta, molti eventi cancellati mentre le tv hanno aggiornato i propri palinsesti. A Mosca e in altre città, i cartelloni elettronici mostravano l’immagine di un’unica candela accesa e la parola “Skorbim” che vuol dire “piangiamo”. Ieri è stato anche allestito un memoriale improvvisato fuori dalla sala da concerto presa d’assalto dove i moscoviti hanno acceso candele e deposto fiori. Bandiere a mezz’asta sono esposte anche nelle ambasciate del Regno Unito e degli Usa a Mosca.

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