Ilaria D'Amico: età, sorella, figli e Buffon - iO Donna
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Ilaria D’Amico, donna “nel pallone” che non ha mai rinunciato alla sua femminilità

È salita sulla giostra quasi un quarto di secolo fa e non ne è più scesa. No, non si trattava dell’attrazione di un parco a tema. La giostra in questione era la Giostra del gol, trasmissione di Rai International. Per quasi cinque milioni di italiani residenti all’estero, l’unico modo per restare a contatto con le vicende del calcio di casa nostra.

È cominciata allora, nel 1997, quando le mancavano appena quattro esami alla laurea in Giurisprudenza, l’avventura di Ilaria D’Amico, 47 anni, nel mondo del giornalismo. Oggi – anche se la sua presenza si è fatta più rarefatta e non la vediamo più così spesso in televisione – quella giostra continua a girare.   

Ilaria D’Amico, bellezza e professionalità

Bella lo è sempre stata, sarebbe sciocco affermare il contrario, ma rispetto ad altre protagoniste per lei – e di riflesso per tutti noi – quello non è mai stato il tratto primario del suo essere personaggio televisivo. Quella bellezza era un semplice involucro, elegante e di buon gusto. Mai sopra le righe, Ilaria D’Amico, mai sguaiata – meglio un decibel in meno, dovendo scegliere.

A tutti quelli che per molti anni sono stati abituati a seguirla dal divano di casa la bellezza non è mai arrivata da sola, è sempre stata accompagnata dalla professionalità e – cosa ancora più importante – dai contenuti.

La bellezza può essere utile – e per negarlo bisognerebbe essere ancora più sciocchi – ma con la bellezza da sola si può arrivare solo fino a un certo punto, non oltre. 

L’amore di Ilaria D’Amico per il calcio

L’amore per il calcio l’ha accompagnata per decenni. «Ho iniziato a seguire il calcio perché sono stata folgorata da una partita: Italia-Brasile dell’82», ha dichiarato a Il Fatto. «Ero una bambinetta di otto anni, quella partita è stato uno spartiacque tra l’indifferenza totale per il mondo del pallone e la scoperta di emozioni nuove». 

A proposito dell’inizio della sua carriera è sempre stata schietta e sincera. «Ero amica fraterna di Massimo, il figlio di Arnaldo Santoro, l’autore storico dei programmi di Renzo (Arbore, ndr)».

La sua famiglia, racconta D’Amico, «era un grande punto di riferimento per tutti noi. Renzo mi conosceva da tempo, lo incontravo a casa di Arnaldo, era diventato direttore artistico di Rai International e stava cercando volti mediterranei per gli italiani nel mondo».

Lui le lasciò un messaggio in segreteria telefonica, lei stavo studiando ed era al mare. «”So che non ti passa manco per la capa ma io avrei un’idea”, mi disse. Lo richiamai giorni dopo, nel gruppo c’era anche Lorenza Lei, diventata poi direttore generale della Rai».

All’esterno ha sempre proiettato una immagine di austerità, ma, dice di essere “molto più morbida e caotica” rispetto a ciò che di lei si potrebbe pensare a prima vista.

La carriera di Ilaria D’Amico

Limitare il racconto della sua vita professionale agli anni di Sky Sport sarebbe limitante. Sono state molte le tappe che hanno scandito la sua carriera: Cominciamo bene Estate (con Corrado Tedeschi), W l’Italia (su Stream, insieme a Sandro Curzi e Vittorio Feltri), ancora la Rai con Italia che vai e Timbuctu e l’esperienza a Mediaset (la prima stagione di Campioni, il sogno su Italia 1). 

Il campo da calcio le è sempre stato stretto. I confini della sua curiosità – e della professione – sono sempre stati molto più ampi. Prova ne è la conduzione per quattro anni del magazine televisivo Exit – Uscita di sicurezza su LA7.

Risale a quegli anni l’intervista realizzata in una tenda nel deserto nordafricano al leader libico Mu’ammar Gheddafi trasmessa il 20 marzo 2006 da Sky TG24. «Fu un grande scoop», ricorda, «ma non fu una cosa semplice. Mi lasciarono due giorni in attesa, sveglia per 48 ore, gli appuntamenti cambiavano in continuazione».

Fu una bellissima intervista, ricorda la conduttrice, «anche se non ci fecero usare i nostri operatori, più che censurare i contenuti censurarono le immagini. Gheddafi era vanitosissimo, aveva fatto forse qualche piccolo intervento estetico. Usarono i loro operatori per i primi piani e per l’audio, le sue vesti di seta frusciavano con il microfono ma nessuno poteva toccarlo e avvisarlo».

Ilaria D’Amico, via da Sky

Avvocato penalista mancato, quasi sempre vestita di nero, sobria – mai un vestito o un atteggiamento chiassoso – con la sua decisione ha reso orfani gli appassionati di calcio, abituati alla sua voce, al suo modo di gestire ospiti e calciatori.

Forse la parola-chiave è proprio questa: abitudine. Quella da cui D’Amico ha deciso di allontanarsi, senza allontanarsi da Sky. «Non è una questione di stanchezza, avrei potuto continuare», spiega.

«Lavoro in una azienda straordinaria che conosco e dove tutto è ormai rodato. Gli ingranaggi funzionano, ci sono i migliori inviati e commentatori, una macchina perfetta. Forse il punto è proprio questo, la macchina la conosco bene e mi rendo conto di aver fatto tutto: Mondiali, Europei, tanta Serie A e la Champions League. Adesso mi manca la sfida, la paura e l’emozione di veder crescere qualcos’altro».

Un concetto, quello dell’esigenza di esplorare territori nuovi rimanendo all’interno del mondo della comunicazione e dell’informazione, che ritorna spesso nelle sue parole. 

«L’idea», aveva dichiarato al Corriere della Sera, «è una prima serata sull’attualità che diventi un appuntamento fisso. Appena ne abbiamo parlato, in azienda, ho sentito il richiamo della foresta: mi ha aiutata ad uscire dalla mia comfort zone». 

Una cosa è certa: i quindici anni trascorsi alla guida di Sky Calcio Show hanno rappresentato una svolta, per lei e per il modo in cui gli appassionati hanno cominciato a guardare al calcio e al calcio in televisione. L’addio – è storia recente, risale al 24 agosto 2020 – ha rappresentato la chiusura di un capitolo e l’inizio di qualcos’altro. 

Il lavoro, la prospettiva di cambiare vita, l’idea di lasciar rotolare da solo il pallone dopo aver passato così tanti anni a rincorrerlo sono però passati in secondo piano. 

La perdita della sorella Catia

Purtroppo recentemente è stata costretta a fronteggiare il dolore più grande che si possa provare, la perdita di una persona amata. 

Gli ultimi mesi per lei sono stati dolorosi. Lo scorso settembre, all’età di 59 anni è mancata la sorella maggiore Catia e solo lo scorso febbraio – ospite di Verissimo – Ilaria D’Amico si è aperta, mostrando la sua sofferenza.

«Non riesco a parlarne molto», disse in lacrime. «Mi spezza il respiro. Lei era il mio punto di riferimento. Le avrei regalato parte di me, organi di me. La malattia l’ha portata piano piano ad addormentarsi, senza dolore e senza terapia del dolore. La reputo una ricompensa per una donna che è stata sempre tanto buona». 

La D’amico racconta in tv la perdita della sorella

La morte della sorella l’ha portata a ripensare alla sua vita, a ciò che è davvero importante e a ciò che lo è di meno. «Sento che lei è diventata una parte di me», ha detto. «Oggi do meno importanza a come mi vesto, mi commuovo a pensare alla sua dignità e riservatezza. Questa perdita mi ha fatto ridefinire le priorità: il lavoro lo è, ma è più forte il bisogno di accudire la mia famiglia».

Un punto di svolta nella sua vita

Stare vicina alla sorella, vivere la sua malattia giorno dopo giorno ha rappresentato un punto di svolta nella sua vita. La vicinanza al dolore l’ha portata a riflettere anche sulla sua vita professionale, tanto da prendere la decisione di abbandonare un mondo – quello del calcio – che conosceva bene per provare ad esplorare vie e percorsi diversi.

«Era già da un po’ che volevo cambiare, Catia mi ha dato la spinta per farlo davvero. Quando giravo con lei per ospedali», ha raccontato, «ho sentito l’urgenza di occuparmi di temi di servizio, di tornare a raccontare cosa siamo oggi. Così quando è arrivata la proposta di Sky per una prima serata di attualità tutto ha preso forma». 

Il ricordo del primo giorno a Sky

Se il futuro non è ancora stato scritto, di sicuro resta il passato e tutti i ricordi che si porta dietro. Quello della “prima volta” da conduttrice a Sky Sport resta indelebile.

Era il 30 agosto 2003, il giorno del suo compleanno. «Mi presentai in studio con una montagna di appunti», racconta. «Sembrava una tesi di laurea. Credo che il mio lavoro abbia aiutato a superare molti cliché, in un mondo che è prettamente maschile. Non è stato semplice, ma non ho mai voluto abbandonare la mia femminilità».

Il ruolo della donna in tv secondo Ilaria D’Amico

Il ruolo della giornalista-donna in un mondo maschile e dominato dagli uomini è cambiato anche grazie a lei. D’Amico è riuscita a muoversi in modo risoluto senza rinunciare al suo punto di vista e alle sue idee, rovesciando quei luoghi comuni che spesso hanno inquinato il mondo del giornalismo sportivo italiano, un pensiero dominante che ancora resiste.

Prima la giornalista, la conduttrice, poi il fatto di essere una donna in un mondo dominato da decenni dagli uomini: così si è posta nei confronti di un universo così refrattario ai cambiamenti.

«C’è stata sicuramente un’evoluzione dal punto di vista della presenza», prosegue, «siamo sicuramente di più e con ruoli meno marginali. E mi piace pensare che a Sky abbiamo contribuito a sdoganare tutto questo. Il problema semmai, non è quello dell’involuzione delle donne nello sport, ma quello dei giornalisti nello sport. Bisogna avere la capacità di non conformarsi e non perdere la voglia di graffiare quando è necessario».

La storia tra Ilaria D’Amico e Gigi Buffon

Dal 2013, è cosa nota, Ilaria D’Amico è legata sentimentalmente a Gigi Buffon. Insieme hanno avuto un figlio, Leopoldo Mattia, 4 anni, ma la loro è in realtà una famiglia allargata di cui fanno parte anche David Lee e Louis Thomas, figli dell’ex portiere della Juventus e di Alena Seredova. Recentemente è tornata – nel corso della lunga intervista concessa a Il Fatto – sulle origini del suo amore. Sotto, tutta la famiglia “allargata”.

«Ho capito quanto sia da scemi dire “mai con” e procedere per stereotipi», ha spiegato. «In tanti anni di frequentazione ho sempre considerato Gigi un grande campione, l’uomo dei Mondiali, delle parate pazzesche ma non lo avevo mai capito umanamente. Mi fermavo per esempio alla maglietta “boia chi molla”. Lui mi dice “Ila, avevo 18 anni!” e ci siamo incontrati che ne aveva quasi quaranta». 

Quando veniva dipinta come una rovinafamiglie

«Ci risiamo», dichiarò al giornalista Giuseppe Candela, «ha mai sentito usare il termine rovinafamiglie per un uomo? C’è l’orrendo gusto di voler ritenere una donna sempre responsabile della fine di qualcosa. Quando io e Gigi ci siamo incontrati eravamo già persone mature e responsabili, reduci da rapporti fortemente compromessi e da periodi molto dolorosi».

Afferma inoltre di non aver «trovato un uomo felice in un rapporto idilliaco che ha battuto la testa e improvvisamente si è innamorato di me. Ho trovato un uomo con una crisi esplosa da tempo nella coppia, che ha trovato me nella stessa situazione».

LaPresse

Lockdown e famiglia

Negli ultimi 15 mesi tutti noi siamo stati costretti ad adattarci ad una realtà nuova e inaspettata, sicuramente ostile. Quindici mesi in cui molti hanno deciso di rivedere le priorità. «Il lockdown è stato il primo momento dopo anni di vita convulsa in cui mi sono fermata e mi sono ascoltata», ha raccontato.

Gli affetti e i figli oggi rappresentano il suo bene più prezioso, il giornalismo continua ad essere il suo ambiente naturale. Sotto, mentre fa la pizza insieme a tutta la sua famiglia.

Un nuovo programma di attualità

«Sto preparando la squadra per un programma di attualità», dichiarò a Un giorno da pecora, programma di Rai Radio 1, «dove si parlerà di politica e non solo, che partirà a gennaio. Andrà in onda una volta a settimana in prime time su Sky TG24. Se sarà un talk show? Vediamo». A distanza di qualche mese, però, nulla ha ancora acquisito una forma precisa e definita. È calato il silenzio. Di questo programma non si è più parlato. Non se n’è saputo più nulla.

Intanto, Maurizio Costanzo dalle pagine di Nuovo ha definito Ilaria D’Amico «un valore aggiunto per la nostra televisione».

Scrive di ricordarsela quando «conduceva su La7 Exit-Uscita di sicurezza, un bel programma di attualità, cronaca, interviste. Già allora aveva dimostra un bel piglio giornalistico, la capacità di affrontare anche i temi più scottanti con approccio professionale. La televisione ha bisogno di Ilaria D’Amico e i telespettatori sapranno premiare sicuramente il suo impegno non appena lei e la rete per cui lavora decideranno di andare in onda con questo nuovo programma». Non possiamo non essere d’accordo con lui. 

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