Gustav Thoeni compie 70 anni: "Ancora in pista, e ricordo ogni mia vittoria" - la Repubblica

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Sci, la leggenda Gustav Thoeni compie 70 anni: "Ancora in pista, e ricordo ogni mia vittoria"

Gustavo Thoeni, al centro, festeggia la conquista della medaglia d'oro nello slalom gigante alle olimpiadi invernali di Sapporo nel 1972 (ansa)
Dominatore dello slalom negli anni '70 e poi allenatore di Alberto Tomba, oggi è albergatore e si diletta a fare il nonno di 11 nipoti: "Quello della Valanga Azzurra fu un periodo bellissimo. Nessuno ha mai ripetuto le nostre imprese"
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ROMA - Gustav Thoeni si appresta a festeggiare 70 anni. Nato il 28 febbraio 1951, l'ex re dello sci è stato dominatore dello slalom negli anni '70 e capitano della cosiddetta Valanga Azzurra. Nella sua bacheca 4 Coppe del mondo fra il 1971 e il 1975, un oro e due argenti olimpici in gigante e slalom, altri due titoli olimpici in combinata, un oro e un argento mondiali, 24 vittorie in Coppa del mondo, 25 secondi e 20 terzi posti in più di 300 gare disputate. Una volta appesi gli sci al chiodo, ha intrapreso la carriera di allenatore che oggi ha lasciato spazio all'attività di albergatore e a quella di nonno: "Non potrò festeggiare il mio compleanno, siamo bloccati. I miei 11 nipoti stanno crescendo, vedono le coppe e mi fanno qualche domanda. Ma che gli devo dire? Sono solo il nonno".

"Scio ancora, è triste vedere tutto chiuso"

Thoeni conferma così il suo carattere riservato che lo ha sempre tenuto lontano dalle luci dei riflettori, nonostante fosse riuscito a tenere gli italiani incollati alla tv per seguire le sue imprese. Leggendario lo slalom parallelo che nel 1975 in Val Gardena vinse contro l'astro nascente Ingemar Stenmark. Ancor più memorabile fu nello stesso anno la sua discesa dalla terribile Streif di Kitzbuhel, chiusa un centesimo di secondo dietro il re della libera, l'austriaco Franz Klammer: "Scio ancora, anche se quest'anno sono andato solo un paio di volte. Ora vado un po' meno veloce - scherza l'ex campione azzurro - E' bellissima la neve di questi giorni, ce n'è proprio tanta. Un panorama da favola, una grande tranquillità, ma è triste vedere tutto chiuso".

"La Valanga Azzurra? Nessuno come noi"

Da quando si è ritirato Thoeni vive nella sua Trafoi sullo Stelvio e dei propri successi ricorda tutto: "E' difficile scegliere una vittoria in particolare, però l'oro olimpico a Sapporo nel 1972 è stato favoloso. Penso pure alla prima vittoria, Trofeo Topolino a Trento. Avevo 15 anni, che emozione. La Valanga Azzurra degli anni Settanta? Fu un periodo bellissimo, eravamo molto amici e uniti. Ci divertivamo, ma poi ognuno gareggiava per sé. Siamo rimasti in contatto, anche se ora ci vediamo meno. A Berchtesgaden nel 1975 arrivammo 5 italiani nei primi 5 posti. Vinse Piero Gros, io fui secondo, poi Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl e Tino Pietrogiovanna. Che giornata, nessuno ha mai ripetuto un'impresa del genere". Era il 7 gennaio 1974, la leggenda della Valanga nacque lì.

"Che delusione alle Olimpiadi di Innsbruck"

Il principale rimpianto, invece, risale alle Olimpiadi di Innsbruck del 1976: "Dopo la prima manche del gigante ero primo con buon margine, la medaglia d'oro era praticamente mia. Ma nella seconda commisi un errore banale e arrivai soltanto quarto. Quante volte ci ho pensato, quella gara non doveva andare così". Uomo di poche parole, come testimoniato dai suoi proverbiali monosillabi durante le interviste in tv dopo ogni successo, il campione che ha fatto grande lo sci azzurro e ha poi guidato da allenatore Alberto Tomba è sempre positivo: "Ho visto i Mondiali di Cortina, uno spettacolo magnifico. Deluso dagli italiani? Non era facile. Poi c'è stato l'argento di De Aliprandini, l'oro della Bassino e due quarti posti. Non possiamo dire che è andata male".

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