The Time of Indifference by Alberto Moravia | Goodreads
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The Time of Indifference

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In 1929, the fifth year of the Fascist era and the twenty-first year of Alberto Moravia's life, the Italian literary world was stunned by the appearance of his first novel, The Time of Indifference. It is a deceptively simple story – five characters, the events of a few days, the intrigues of families and lovers.

The place is Rome. The central figure is Michele, a young man in confused but furious rebellion against the emptiness of bourgeois life. His father is dead; his mother, Mariagrazia, desperately clings to her bored lover, Leo; his sister has no hope of marriage or career and bleakly prepares to give herself to Leo as well. A frequent visitor is Leo's former lover, Lisa, ostensibly Mariagrazia's friend, a woman who feels she is in the final late bloom before age destroys beauty. She longs to make Michele her lover, but he is bored and disgusted by her pretenses, her vanity, her desperation.

All five are cast loose on the sea of modern life – obsessed with what they want, what they feel they are owed, the wrongs that have been done them, their loneliness. What Moravia destroys forever in this pitiless novel is the illusion that a world of ever-growing material comfort can ever feed the human soul.

400 pages, Paperback

First published January 1, 1929

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About the author

Alberto Moravia

565 books1,071 followers
Novels, such as Time of Desecration (1978), of Italian writer Alberto Moravia, pen name of Alberto Pincherle, explore the alienation and ennui of the middle class.

Alberto Moravia, pseudonimo di Alberto Pincherle (1907 – 1990), è stato uno scrittore, giornalista, sceneggiatore, saggista, drammaturgo, poeta, reporter di viaggio, critico cinematografico e politico italiano.
Considerato uno dei più importanti romanzieri del XX secolo, ha esplorato nelle sue opere i temi della sessualità, dell'alienazione sociale e dell'esistenzialismo.

Alberto Moravia, born Alberto Pincherle, was one of the leading Italian novelists of the twentieth century whose novels explore matters of modern sexuality, social alienation, and existentialism. He was also a journalist, playwright, essayist and film critic.

Moravia was an atheist, his writing was marked by its factual, cold, precise style, often depicting the malaise of the bourgeoisie, underpinned by high social and cultural awareness. Moravia believed that writers must, if they were to represent reality, assume a moral position, a clearly conceived political, social, and philosophical attitude, but also that, ultimately, "A writer survives in spite of his beliefs".

Between 1959 and 1962 Moravia was president of PEN International, the worldwide association of writers.

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Profile Image for Dagio_maya .
977 reviews296 followers
December 3, 2020
“Entrò Carla” …e niente fu come prima

********************
”Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno le gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo seduto sul divano; un’oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto.
********************

Non ho grande memoria ma mi sento abbastanza sicura per affermare di non aver letto mai un incipit che contiene in modo così palese tutto il messaggio di un’opera.
Il noto attacco in medias res trascina con sé il lettore nel salottino di casa Ardengo e vede attraverso gli occhi del libidinoso Leo il corpo giovane di Carla mentre lei mostra quell’indifferenza così dolorosa che è fulcro del romanzo.

Qui si anticipa anche quel gioco di luci che sarà scenografia e allegoria in tutta la torbida storia.
Mancano, però, tre personaggi in questo incipit:
Mariagrazia – madre di Carla-: consumata in un cieco egocentrismo senza coscienza di sé;
Michele – fratello di Carla-: nel continuo tentativo di stuzzicare in sé un minimo di orgoglio che lo faccia ribellare a quell’ipocrisia borghese che non riesce più a tollerare;
Lisa – amica di famiglia-: che lotta per aggrapparsi a qualche rimasuglio della giovinezza che le sfugge tra le dita.

… “quale debole sforzo basterebbe per essere sinceri, e come invece si faccia di tutto per andare nella direzione opposta.” Sospirò; gli pareva di essersi definito: ‘Perché sto qui?’ pensò ‘perché mentisco?[Sic!] sarebbe così facile dire la verità e andarsene’.

Moravia dipinge senza mezzi termini tutta la falsità di un'epoca e di un ceto consumato dall’indifferenza e dalla noia. Una classe sociale che pensa e agisce in base unicamente a sesso e denaro; null’altro importa.
Ogni tipo di ribellione è perdente già in partenza. .
A questo proposito non sono mancate analisi del testo che hanno voluto leggere una denuncia dell’inerzia di molta borghesia di fronte alla palese e sfrontata ascesa del partito e del pensiero fascista.

Interpretazione, questa, molto plausibile ma quel che è sicuro è che qui si mette in scena un microcosmo dove convive una doppia realtà: una biforcazione tra ciò si dice/esprime a parole e ciò che si pensa/sogna/immagina. I dialoghi subiscono tutti questa separazione per cui ciò che si pensa non è mai ciò in realtà ciò che si dice agli altri.

Un concetto che fa pensare immediatamente -e con fondata ragione- a Pirandello*. Citato direttamente nel testo ed esaltato nel ballo in maschera finale dove i personaggi tornano al loro posto indossando il costume che la società altrettanto fasulla ha loro assegnato.
____________________
PS- Il mio incontro con Moravia risale a tanti anni fa e non fu felice.
Ci guardammo subito in malo modo: una reciproca antipatia. Io tentavo, a dire il vero, qualche approccio ma ne uscivo sconfitta. L’unica cosa che pensavo avesse fatto ammodo era titolare il romanzo “La noia”. Non riuscivo ad andare oltre le venti/trenta pagine, per quel che ricordo: lo trovavo estremamente monotono.
A mio discapito posso dire che ero molto giovane. Ma è una giustificazione fiacca. Se penso che lui scrisse tutto questo a circa 22 anni vorrei mettere la testa sotto la sabbia da tanta vergogna che provo.
Ora, in ogni caso, io e il signor Moravia abbiamo fumato questo calumet della pace.
E’ stato inebriante.
Ci siamo guardati negli occhi con la promessa che non ci incroceremo più con indifferenza.
_____________________

* Un ulteriore prova dell’affiatamento di Moravia con l’idea pirandelliana è attestato dal fatto che il titolo originale de “Gli indifferenti” era “Cinque personaggi e due giorni”
Profile Image for Luís.
2,070 reviews846 followers
December 25, 2023
The Time of Indifference is a kind of camera around five characters: a bourgeois family in financial difficulty and the lover of the mother who holds the mortgage on the villa that the latter contracted with him. It studies manners of merciless acuity on a breathless bourgeoisie, living on pretenses, undermined by boredom, lassitude, indifference, loss of vital energy, and moral values. The family's son, Michel, is full of inclinations, aspirations, and revolt but is always won over by renunciation. His disillusioned, distanced spectator gaze, faced with the distressing spectacle of the attitudes and postures of the protagonists, makes him a second narrator; it's a Meursault before its time.
The present novel is a work of the author's youth that saw a stunning success of scandal. Indeed, the acerbic description of the moral turpitude and fundamental stupidity of the protagonists is most pleasing to the eye of the amateur of satyr and study of acid manners.
Profile Image for Outis.
328 reviews59 followers
October 20, 2018
Ho colmato una mia grandissima lacuna.
Mi vergognavo di non aver letto ancora niente di Moravia.

Adesso magari il mio sarà un discorso un po’ astruso però ci provo: questo è un libro in ralenti.
Un libro nel suo scorrere può soffermarsi più o meno sulle varie azioni personaggi: c’è il libro che racconta molti avvenimenti in poche pagine, addirittura poche righe, e inevitabilmente lo dovrà fare in modo piuttosto superficiale e c’è il libro che invece darà grande attenzione ai particolari e ai pensieri dei personaggi.
Non solo Gli indifferenti appartiene al secondo gruppo, ma non credo di aver mai trovato un libro che riesca a raccontare così poche vicende in così tante pagine. E senza fare schifo (tutt’altro!), aggiungo.

In circa trecento pagine verranno raccontati, se non sbaglio, meno di tre giorni dal punto di vista di cinque personaggi (mi ha ricordato molto il teatro), e senza flashback, quindi sono raccontati proprio solo tre giorni. Come ha fatto Moravia? Ogni gesto, per quanto piccolo o apparentemente insignificante, assume un enorme importanza e si porta dietro tutti i pensieri e le intenzioni nascoste dei personaggi.

Sicuramente ci sarebbe da dire tanto anche sui personaggi, sull’indifferenza e l’inettitudine, che li caratterizza (quasi) tutti. Ma sono cose piuttosto evidenti.

Alla fin fine quello che mi ha sorpreso è stata la capacità di Moravia di non risultare quasi mai noioso, nonostante la lentezza e l’immobilità che permea il romanzo.

Profile Image for Miltos S..
119 reviews54 followers
January 25, 2020
13 χρόνια πριν από τον ξένο του Καμύ, ο Μοράβια αποτυπώνει με εκπληκτικό τρόπο την πλήξη, την αδιαφορία και την παρακμή της αστικής οικογένειας και ταυτόχρονα θέτει αμείλικτα υπαρξιακά ερωτήματα μέσω των πρωταγωνιστών του.
Τα πρόσωπα του βιβλίου είναι 5 όλα κι όλα, κι όμως, με κάποιο τρόπο, ο κάθε ένας από μας μπορεί να δει τον εαυτό του σε κάποιο από αυτά.
Profile Image for Maria.
45 reviews19 followers
April 6, 2021
Per me è stato claustrofobico.
Buio e pioggia ovunque, con gente che si muove, quasi per inerzia, con una innaturale velocità, spinta da chissà quale forza sconosciuta, come in un vecchio video in bianco e nero dei primi del '900.
In fondo i protagonisti non sono che questo, fantasmi di un mondo scomparso.

Il romanzo di Moravia è una vecchia pellicola, ingrigita, piena di gente che recita. Volti che ridono, si divertono e parlano perché non c'è altro da fare. Che disprezzo ho provato per quel mondo, che pena mi hanno fatto! Che rabbia par la loro ipocrisia borghese! Un mondo triste e meschino in cui tutti mentono, sovrastati dalla loro mediocrità. Tutto è finzione, non c'è rabbia, amore o disprezzo, solo indifferenza.

Leggendo c'è sempre questa sensazione di cupo grigiore. Non dà scampo.

Moravia è davvero spietato in questa descrizione del suo tempo e l' idea che abbia iniziato a scriverlo a 17 anni mi riempie di angoscia. Ai tempi stava male, non ha potuto nemmeno terminare gli studi liceali. Costretto a letto, quanto si sarà annoiato, quanto avrà letto, fantasticando sulla realtà (e per fuggire dalla sua realtà)?
Michele è forse lui? Non riesco a non pensarci. E a non provare pena per quel ragazzino incatenato nell' indifferenza.
Profile Image for Ivana Books Are Magic.
523 reviews244 followers
April 1, 2018
Published in 1929, The Time of Indifference (Gli indifferenti) is Moravia’s first novel. In many ways, this novel can be considered a masterpiece. At any rate, it is worth noting that The Time of Indifference is a novel that won Moravia fame and critical acclaim. It is certainly a very successful piece of writing. On surface it is a simple story, a tale of intrigue and betrayal, featuring only 5 characters (Mariagrazia, Leo, Carla, Michele and Lisa) and covering events over a short amount of time (only a few days really). However, there is more to this novel that meets the eye. Besides the basic plot, this novel is also a critique of aristocratic/ bourgeois society and a very successful one at that. It is also a very good study of character. Moravia very first novel is quite ambitious. Given its mature feel, it is hard to believe that the author was so young when he wrote it.


The writing is very precise. The novel is written in a realistic style. The characters are studied and described with accuracy, without too much mercy, one could add. With a novel whose pace is as slow as this one (hardly anything happens in the conventional sense of the word, most of the novel takes place within the heads of the characters), it is up to the characters to make the matters interesting. These five sure manage to do that. Who are the characters then? A family, for five out of five characters in this novel live together in a villa. The fifth character Lisa is connected with them by past. A sort of a family saga then? Once I listened to an interview with Moravia where he elaborated on the influence that the Russian classics had on him and I certainly couldn’t help thinking of Tolstoy and his line- all unhappy families are unhappy in their own way. This novel tells a story of one very unhappy family.


Let’s start with Mariagrazia, an aging widow whose lover Leo is losing interest in her. Mariagrazia, who is, like all the other characters, a creature incapable of finding her place in the world. Mariagrazia who worries about her increasingly bored lover Leo leaving her. A woman of little imagination. A woman who says that the poor don’t suffer the way they do (higher class that is) because the poor don’t have their sensibilities and imagination, but is Mariagrazia very sophisticated herself? Not at all. She shows little candid interest in her children. Mariagrazia is incapable of understanding that the world that she belongs to is long gone and for all her talk of sophistication seems to be a lady of a limited intelligence. Her lover Leo is more important to her than her children, and her children are of more interest to Leo than herself, albeit not in a normal way. Her children are interested in nothing, a passive decedents of a dying class.


Leo, the lover of Mariagrazia, used to be romantically involved with Mariagrazia’s friend Lisa. Why he treated Lisa for Mariagrazia is not elaborated on and perhaps it is not important for the context of the novel. Sensing that Leo is growing apart, Mariagrazia suspect he has something to do with Lisa, her friend, the lady she stole Leo from in the first place. Although, it is hard for me to understand why woman would fight over a man like Leo? Leo doesn’t remain passive but falls head over heels with Carla, Mariagrazia’s daughter. Leo who enjoys torturing Michele, the son of Mariagrazia. Not a very decent human being, but that says something about Mariagrazia as well. When Lisa makes her appearance, Leo at this point quite bored with Mariagrazia’s jealousy and reprouches, decides to pay Lisa a visit only to discover that Lisa is no longer interested in him. Lisa falls in love with Michele, who in turn is discounted by her pretences. Perhaps Lisa reminds Michele of his mother. Michele seems to be disgusted with everything, with society and life in general. Who can blame him? His inner thoughts take over the novel at one point. Michele becomes the judge and the judges himself just as harshly as he judges the world.



What to say of the siblings? Carla and Michele, children of Mariagrazia, indifferent and bored, lost in a world that has no place for the likes of them. They were the only characters I could relate to. I felt sympathy for them both. Because they are so young and they haven’t really lived, haven’t really felt and perhaps will never get the chance. I felt sympathy for the poor Carla, for her youth and beauty, for her imprisonment. For Carla’s life is a sort of imprisonment. An impoverish family who insists on keeping up appearances is a trap for a young girl, especially a passive one, even if she is a pretty girl.


The novel opens with a disturbing scene, a scene in which a step-father (Leo) courts his stepdaughter (Carla). Can he be really considered a stepfather or is Leo merely a lover of the mother of the girl (Mariagrazia)? Even if he is just a casual lover (and Leo seems to be more than that, at least in Maria Teresa’s eyes) the fact remains Leo lives in the villa. The fact they all inhabit the same space makes the whole affair even more revolting. Either way, it is very disturbing. Now, having read other novels by Moravia, I’m not stranger to this scenario. For example, there is another novel by this author that features a protagonist who falls in love with his stepdaughter, but for some reason the opening scene of this one was particularly nauseating. Incestuous- like relationships are a pretty common occurrence in Moravia’s novels, and yet here he almost takes it too far. Perhaps he was aiming for a shock effect? Moravia seems to have known what he was doing, for I’m not sure have I ever read a more revealing opening scene. It transforms the reader into the atmosphere of a decadent family perfectly. It is hard to describe what is more disturbing, the incestuous passion of the lover, or the indifference of Carla. Leo’s pursuit of Carla is initially shocking, but by the end of the novel, nothing really surprises us anymore.


The basic story line resembles a soap opera, with seduction attempts at every step of the way, and yet the character feel very real. The characters give this novel its flare of a Greek tragedy. They are a dying breed. It is the older who try to seduce the young, perhaps trying to recapture their youth and life? The young (Carla and Michele) instinctively sense that it is all in vain. The protagonists of this novel are hard to love, lost in their indifference (Michele and Carla), their stupidity and egoism (Leo and Mariagrazia) or their desperation (Lisa). They all want to be loved, but they have no clue how to love. Their isolation is painful to watch, but at the same time it makes perfect sense. Could it be any different? They all live in illusions, and surprisingly the young ones (Carla and Michele) seem to be more aware of it. The young ones sense it but lack the strength and the motivation do to anything about it. Mariagrazia is afraid of her lover abandoning her. Lisa is afraid of not making Michele her lover. Carla is simply lost. She’s so passive, she daydreams of a lover, and deceives herself with the story of this imaginary lover. Carla might become Leo’s prey out of sheer boredom and desperation, because it is the only way to escape her coursed life. Michele is worried for his sister and mother, but incapable of idolizing them and perhaps incapable of loving them as well. What they all seem to be incapable of is- love. The older ones can still feel desire and lust, but neither of them can feel love, neither for themselves, nor for one another and certainly not for the society. The Time of Indifference describes with painful accuracy the hypocrisy of bourgeois class. Moreover, with its modern theme of loneliness and isolated protagonist, this novel speaks volumes about the course of human existence, the curse of solitude all of us endure.
Profile Image for Martina Mazzocchi .
14 reviews39 followers
March 30, 2020
Il cambiamento: oggetto della speranza di tutti per poter migliorare le proprie vite e uscire dalla mediocrità. Ma la volontà senza azioni rimane puro e semplice pensiero, come accade per i protagonisti del testo di Alberto Moravia.

La famiglia Ardengo, composta da Mariagrazia, madre rimasta vedova, e dai due figli Michele e Carla, è completamente indifferente di fronte al declino della società borghese di inizio novecento, e della loro stessa famiglia. Sono in rovina, ma questo non riesce a turbarli poiché sono presi ognuno dai propri pensieri.
Tutti i personaggi rifiutano continuamente di giudicarsi e di trovare dentro di sé una via d' uscita ai loro problemi. Appaiono quasi privi di autocoscienza, non vengono toccati dalla crisi economica, non vengono attaccati dalle parole di chi li insulta.
Tutto questo però, non perché essi non ne abbiano consapevolezza, ma perché troppo deboli per affrontare la vita, non avendo la forza di opporsi anche a piccoli o banali cambiamenti. Si trovano in un mondo fatto di apparenze, in cui tutto resta superficiale. Tutto ruota intorno alla maschera che si deve mantenere, all'indifferenza che ha ormai intaccato anche l'anima delle persone.
L'apparenza è così importante che le persone ne sono schiave; è l'ipocrisia che vince sempre sul bisogno di sincerità, ipocrisia che si rende necessaria nel mondo borghese chiuso e privo di speranza, e che caratterizza l'uomo contemporaneo. E così le azioni vere e sincere non trovano più modo di essere.

Ripetizioni di pensieri, ma anche di atteggiamenti, di scene che si ripresentano e contribuiscono a creare il "non sentimento" che è la noia. La famiglia riunita alla stessa tavola ripete sempre la stessa recita di falsità, ogni discussione ricade nello stesso circolo vizioso da cui tutti cercano ogni volta di ritirarsi, ma da cui non riusciranno mai ad uscire.
Profile Image for Blackjessamine.
399 reviews69 followers
December 7, 2015
ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER!

Leggo Moravia per la prima volta, e lo faccio partendo proprio dal suo primo romanzo. Non è stata una scelta deliberata, ammetto di essermi affidata un po' al caso, di essermi buttata, ma sono contenta che le cose siano andate così. Leggo il primo Moravia (primo in tutti i sensi) a ventidue anni, e ventidue anni aveva lui quando scrisse questo romanzo: certo la cosa non mi lascia indifferente (è un gioco di parole non voluto, lo giuro), perché i miei ventidue anni mi sembrano così piccoli, così insignificanti al confronto... ma torniamo a noi.
Torniamo a questo dramma borghese, dove dramma mi sembra proprio il termine più adatto: leggendo questo romanzo ho avuto le stesse sensazioni che ho quando assisto ad un dramma a teatro, puntando tutta la mia attenzione su una scena con pochi ambienti fissi, sempre quelli, a malapena caratterizzati (la villa, una strada bagnata dalla pioggia costante, la casa di Lisa, la casa di Leo) e una manciata di attori pronti a tirare avanti tutto lo spettacolo da soli, senza bisogno di comparse, senza spalle. Infatti gli unici personaggi presentati da Moravia sono proprio loro, Carla e Michele, la madre (appellata quasi sempre così, raramente detta Mariagrazia, quasi fosse solo un personaggio, un ruolo), Leo e Lisa. Qualcun altro è nominato di sfuggita, ma non compare mai attivamente, mai in prima persona, non ci sono altre voci al di fuori di queste cinque. La madre, i figli, l'amante, l'amica. Ruoli che si intrecciano e si confondono. La madre che è quasi sempre appellata attraverso il suo ruolo genitoriale, ma che di materno non ha nulla, una donna fatta di capricci, gelosie e atteggiamenti infantili. L'amante, Leo , che è amante della madre ed era stato amante dell'amica e si appresta ad adoperarsi a diventare amante della figlia, senza aver provato amore per nessuna di queste figure. La figlia, Carla, disperata e non rassegnata a vivere la sua vita sempre uguale, sempre monotona, che s'è lasciata trascinare dall'esistenza per ventiquattro anni senza opporsi a nulla, abbandonata, che cerca di trovare una "nuova vita" concedendosi all'amante di sua madre, senza interesse, senza passione. E l'amica, Lisa, abbandonata dal marito, abbandonata dall'amante, che suscita le inutili gelosie della sua amica Mariagrazia e cerca di trovare affetto e calore fra le braccia di Michele, troppo giovane e indifferente per curarsi davvero di lei. E infine, c'è lui, Michele. Il personaggio forse più controverso, il più lucido e al tempo stesso il più incapace di spezzare tutta la finzione in cui la sua famiglia è avvolta. Michele è un personaggio in cui è facile specchiarsi, un uomo debole e indifferente, che affronta la sua vita covando rancori e sofferenze, senza avere però la forza di incanalarli contro gli oggetti che ha davanti. Michele sente ogni passione, razionalmente conosce perfettamente ogni emozione, ogni reazione che da lui ci si aspetterebbe, e si sforza con struggente impegno di aderirvi, di incarnarli, come un perfetto attore. Eppure non sente nulla, nulla lo riesce a colpire davvero, la vita la pensa e non è capace di viverla restando, irrimediabilmente, indifferente.
Un romanzo crudo, freddo per certi versi, narrato con una prosa estremamente precisa ma asciutta, che nonostante tutto però permette di sentire sulla propria pelle i piccoli, immensi dolori di questi personaggi che nonostante la complessità delle loro relazioni restano sostanzialmente soli, incapaci di comunicare davvero anche solo il più piccolo sentimento, irrimediabilmente chiusi nei propri drammi, nelle proprie preoccupazioni, nelle proprie individualità. E questo muro, questa totale assenza di una qualsiasi forma di empatia in un primo momento sembra rimbalzare sul lettore, che si sente messo all'angolo, solamente spettatore. Eppure, in qualche modo, questo essere solo spettatori di emozioni paralizzate finisce col trascinare e travolgere inevitabilmente, perché forse un po' di questa indifferenza la conosciamo anche noi, la riconosciamo anche come nostra. E non sono sicura sia un processo piacevole riconoscere così bene i drammi di Carla e Michele e la madre.
Un grande romanzo che mi ha convinta dai primi capitoli a voler leggere altro di Moravia.
Profile Image for Edita.
1,506 reviews515 followers
March 17, 2020
Once upon a time, it appeared, men used to know their paths in life from the first to the last step; but now it was not so; now one's head was in a bag, one was in the dark, one was blind. And yet one still had to go somewhere; but where?
Profile Image for Siti.
337 reviews126 followers
June 13, 2019
1929. Ventidue anni per il giovane autore. La sua opera d'esordio.

Sarebbero sufficienti queste coordinate per capire il valore di questa opera se ricordassimo semplicemente che siamo in epoca fascista, che fare letteratura all'epoca, soprattutto per dissentire, era pressoché impossibile e che la stessa letteratura, se voleva calarsi nel reale, non aveva altra scelta se non quella di contribuire a celebrarne i fasti.
Eppure questo è un potente romanzo realista e segue capolavori quali La coscienza di Zeno (1923) e Uno nessuno e centomila (1926). Pirandello, Svevo, Moravia: giovanissimo e già capace di rappresentare la stanchezza, la noia, il disincanto, lo stallo più assoluto della classe borghese e di farlo, tra l'altro, sulla scia delle potenti letture che avevano riempito la sua giovinezza malata: Joyce, e Dostoevskij. Senza dimenticare lo stesso Svevo di Senilità. Impossibile non ricordare Emilio Brentani in Michele, con i dovuti distinguo. Realismo appunto a restituire una situazione di stallo totale. Tutto nella narrazione è funzionale a ottenere il più assoluto immobilismo: il tempo rappresentato, appena due giorni, lo spazio gestito nelle dicotomie aperto-chiuso, grande- piccolo, o attraverso atmosfere cupe, coltri polverose di vecchi tendaggi, luce soffusa o assente. I personaggi, cinque appena, al centro la famiglia monca e decaduta, una coppia, guarda a caso fratello-sorella, un trio con la madre, un quartetto con Leo, una cinquina esplosiva con l'amica della madre. Rapporti tesi, difficili, ambigui fra di essi, sulla scia di un latente erotismo declinato nelle sue più rocambolesche variazioni. Dialoghi pressanti, è tutto un vociare che tace la verità. Ambivalenza totale, rovelli interiori, consapevolezza assoluta e presa di coscienza della propria inettitudine, accettazione totale di essa secondo differenti scelte: Michele e Carla che Carlotta non può divenire. Un finale aperto e ambiguo. Un 'opera magistrale.
Profile Image for Ola Al-Najres.
383 reviews1,291 followers
December 27, 2020
( ليست رواية ، إنما ماخور ! )
كان هذا أول رد قوبلتُ به حين تحدثت عن مجريات الرواية لأحد الأشخاص ، و الصراحة فإنّ وصفه قد لائم الرواية و عبّر ببساطة عمّا في نفسي ..
فتسمية الرواية باللامبالون لا تناسبها تماماً ، و الأصح تسميتها بالفاسدون ، المنحلّون ، اللاأخلاقيّون ، فما جاؤوا به من انحطاط نفسي وحياة حيوانية تحركها غرائز ومطامع بشعة ، وعلاق��ت لا تتقاطع إلا لتُشكّل دَرَناً مليئاً بالخطايا والتدني الأخلاقي .... ، ما جاؤوا به من محتوى لا يرتقي للفظة اللا مبالاة أو حتى يُدانيها .


أبطال الرواية أشخاص تُحركهم مصالح دونية ، جميعهم يُظهرون خلاف ما يُخفون ، ولو أنّ واحد منهم تحلى بالجرأة والصدق وأبدى ما يُضمر لانتهى كل هذا العبث ، لكنهم مُخاتلون ، افتقروا منذ زمن لحسّ المسؤولية والعبء بالآخر ، وصار ما يحفل به أحدهم هو منفعته الشخصية حتى لو كانت بالقفز على شرف الجميع ، حتى الشخصية الوحيدة التي كانت محط اهتمام و آمال ، انساقت في النهاية وراء مآرابها سالكةً أحطّ الدروب وأقفرها أخلاقاً ...


المشكلة لها وجهان : ��جه داخلي وآخر خارجي ، داخلي وهو لا مبالاتي ، عدم إيماني وصدقي ، وخارجي يتمثل في كل الأحداث التي لا أستطيع مواجهتها ... ، وكلا الوجهين لا يُمكن تحملهما ..


ما جعلني أصبر عليها هو المعالجة النفسية لشخصية الإبن ميكيلي ، التي جاءت ببعض المقاطع من العمق ما يُرفع له القبعة ويشدّ انتباه القارئ ، لكن الذهول الذي رافقني من فسادهم أجبرني على النفور و التعجب من كل هذا الانحطاط الناتج عن عائلة واحدة !! هل هذه العائلة نسخة صُغرى عن ذاك المُجتمع ؟!!


أيضاً الترجمة بعيدة عن الأسلوب الأدبي وتحتوى شتّى الأخطاء ، فمثلاً إليكم بهذه الجملة : ( هل تريد نقوداً سائلة أم بشيك؟ ) ، أعتقد أنّ حتى جوجل ترانسليت لا يأتي بهذه الجملة الركيكة ، فضلاً عن الأخطاء الإملائية التي تُشوّه كل صفحة تقريباً .


أمّا النهاية ، فإذا كان يريد بها (النهاية المفتوحة) ، فكانت تُشبه كل شيء إلا ذلك ..
Profile Image for Maria Ferreira.
220 reviews40 followers
November 25, 2019
Os indiferentes de Alberto Moravia é um critica à sociedade burguesa. Cada personagem tem uma máscara e atua com o propósito, o de “dar-se bem na vida". Todos são conhecedores das dificuldades e problemas dos outros, mas todos fingem como se estivessem num palco a encenar para um publico.
Escrito em 1929, este romance é uma sátira à família aristocrata em decadência.
"O medo da mãe agigantava-se; nunca quisera saber dos pobres e nem sequer conhece-los de nome, nunca quisera admitir a existência de gente de trabalho penoso e de vida triste. ‘Vivem melhor do que nós’, dissera sempre, ‘nós temos maior sensibilidade e mais inteligência e, por isso, sofremos mais do que eles..." (p. 26)

Leo é um patife, negociante de imóveis e sedutor. É rico e bom observador, sempre atento às viúvas ricas, dá-lhes a mão e apodera-se-lhes do corpo e da alma. Amante de Mariagrasia, a quem empresta dinheiro.

Mariagrasia é uma mulher nascida e criada na burguesia, enviúva, mas não quer aceitar a nova realidade e vai-se endividando ao longo dos anos, para manter o status, torna-se ridícula e desacreditada na alta sociedade. É ciumenta, ama e quer casar com Leo, assim resolveria todos os seus problemas.

Carla, filha de Mariagrasia quer mudar de vida, cansada da vida que leva, decide mudar, o único pretendente que lhe faz a corte é Leo, o amante da mãe. Carla, com 24 anos já não suporta viver naquela casa em permanente conflito com a mãe, torna-se indiferente ao amor e aceita ser amante de Leo, este, muito mais velho que ela.

Michele, é irmão de Carla, descobre o plano de Leo, que pretende ficar com a casa da família como pagamento pelas dividas da mãe. Sofre por inercia, termina os estudos, mas não arranja emprego, falta-lhe referências e não quer recorrer a Leo.
Michele pensa e vive em permanente conflito consigo mesmo, pensa constantemente em como resolver o problema financeiro, mas é incapaz de mentir e enfurece-se pelos outros representarem sentimentos que não sentem, mentirem permanentemente em relação ao seus pensamentos, desejos, ambições e conviverem bem nesse papel.

Lisa, a quinta personagem deste romance era ex-amante de Leo e apaixonada por Michele. Mulher vivida e sabida. Observa todos com atenção e representa muito bem o seu papel. Compreende Michele e a sua indiferença, atiça-o para uma atitude, sabe do envolvimento de Carla com Leo e comenta a Michele, joga e goza com a ingenuidade de Mariagrasia, sua grande amiga.
Espectadora cínica da tragédia familiar.
Profile Image for Petar.
76 reviews25 followers
February 22, 2022
Premda radnja prati živote protagonista u nekoliko dana, Moravija uspeva da nam u kratkom vremenskom okviru predoči sve mane italijanskog visokog društva, kroz detaljnu studiju njihovih ličnosti, dajući romanu snažan psihološki pečat.

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Profile Image for Carlo Mascellani.
Author 13 books284 followers
April 30, 2020
Un velo di tristezza percorre la trama di questo romanzo, percorre le vite dei vari personaggi, percorre la stessa, feroce critica che Moravia riserva a una società in cui imperano l'inganno, la manipolazione e la prevaricazione e i sentimenti eticamente e moralmente più altri si vedono capitolare innanzi a una vita che appare indifferente al destino sesso dei propri figli
Profile Image for Mauro.
63 reviews15 followers
December 31, 2019
��La propria immagine, quel che veramente era e non poteva dimenticar di essere, lo perseguitava; ecco, gli larve di vedersi: solo, miserabile, indifferente.”

Il romanzo narra la storia di una famiglia borghese in declino composta da una madre, Mariagrazia, e i figli Michele e Carla. Vi è poi Merumeci, che oltre ad avere in mano le sorti economiche della famiglia, è un vecchio amante di Mariagrazia ma che insidia la giovane Clara. La famiglia si barcamena tra amori, tradimenti, liti e gelosie, in un’atmosfera decadente fatta di feste, cene e palazzi, che vuole mantenere uno splendore ormai perduto. I personaggi vengono travolti dagli eventi come se non potessero fare nulla per determinarli.

Questo romanzo ha avuto, per me, un inizio molto difficoltoso. Per mesi sono rimasto fermo a poche decine di pagine. Poi, l’ho ripreso e l’ho terminato in pochi giorni. La lettura mi è risultata piuttosto pesante. Senza nulla togliere alle fantastiche descrizioni di personaggi, atmosfere, luoghi e stati d’animo, mi è parso troppo prolisso e a volte la noia ha prevalso. I personaggi sono interessanti, così come la trama. Nonostante non sia tra le mie letture preferite, resta un romanzo che racconta un pezzo dell’Italia degli anni venti. Quell’Italia che, con la sua indifferenza, ha contribuito a trascinare in paese nel baratro del fascismo.
Profile Image for Gab.
33 reviews27 followers
April 19, 2014
Credo di essermi innamorata di questo libro, delle parole non dette, dell'indifferenza di Michele, della rassegnazione e dell'attrazione di Carla verso l'autodistruzione, persino dell'ipocrisia e delle sceneggiate di Mariagrazia.
Profile Image for Ayrinne.
106 reviews30 followers
July 16, 2012
Capolavoro imprescindibile della letteratura italiana del Novecento. Il romanzo, dallo stile fortemente drammatico e teatrale e scritto in maniera scorrevolissima, verte intorno alle vite della famiglia composta da Mariagrazia (madre), Michele e Carla (figli) e due amici di famiglia, Lisa e Leo. Da ogni riga traspare la fortissima ipocrisia borghese e in risposta l'indifferenza di chi (in questo caso Michele) coglie questa ipocrisia ma non ha alcuna arma per contrastarla perchè sarebbe come combattere contro un muro di gomma.
Sebbene Moravia avesse scritto il romanzo senza alcun intento moralista (nella superba prefazione di Sanguineti scopriamo che si tratta quasi di un esercizio di stile) giunge alle nostre orecchie un messaggio forte e chiaro. L'essenza borghese è come il peccato originale, qualcosa con cui si nasce, un marchio dal quale non si può più sfuggire. L'unica maniera per non entrare a pié pari nello sfacelo di un'intera classe è rimanere a guardarla vivere nel suo mondo convenzionale e ipocrita, agire come in una pantomima senza senso perchè qualsiasi sforzo atto a contrastarla non farebbe che contaminare colui che ha smascherato la farsa.
Profile Image for Arwen56.
1,218 reviews295 followers
March 15, 2015
Un buon romanzo, sentito. Un'italica mediocrità resa con efficaci parole. Una rassegnazione talvolta non voluta, ma imposta dalle circostanze, in cui, purtroppo, si finisce per cadere. Si fa presto a dire che siamo "liberi". In realtà troppi sono i componenti ed i legami che ci condizionano.
Profile Image for Erika.
35 reviews7 followers
January 20, 2021
"Mariagrazia vedeva la miseria, Carla la distruzione della vecchia vita, Michele non vedeva nulla ed era il più disperato dei tre."
April 17, 2023
Gli Indifferenti è il primo romanzo pubblicato da Moravia, quando l'autore era soltanto ventiduenne. La trama del romanzo di per sé è molto scarna: Michele e Carla sono due fratelli, entrambi accomunati da un desiderio di evasione rispetto al mondo che li circonda, ossia quella buona borghesia ipocrita e falsa, ai tempi faro della società fascista. L'intero romanzo ruota attorno all'asfissia vissuta dai due giovani, e ai loro tentativi di fuggirne. Carla stringe una tresca con quello che un tempo era stato l'amante della madre, Leo, cinico proprietario di immobili, perfetto esempio del buon borghese, benestante, ben piazzato socialmente, vuoto fino al midollo e spinto nelle sue azioni unicamente dal proprio tornaconto economico e dalla propria estrema voluttà. Michele vive una sorta di situazione parallela con Lisa, amica della madre, donna ormai non più giovane, dominata anch'essa da una formidabile libido e da un'altrettanto formidabile superficialità. Centro dei rapporti dei due giovani, come si può evincere, è proprio la madre, Mariagrazia, un personaggio di un'idiozia tremenda, di fastidiosissima falsità, perfetta rappresentazione della civetteria borghese. I personaggi terminano qui. E le vicende si svolgono quasi interamente all'interno della villa della famiglia di Carla e Michele, ormai ipotecata e simbolo assoluto della loro decadenza economica ed interiore. Da ciò quel senso di claustrofobia che si avverte nella lettura del testo, senso che concorre a motivare ulteriormente i sentimenti dei due giovani, così vicini eppure così lontani: Carla cede nel suo desiderio di evasione alle lusinghe del viscido Leo, in un desiderio di degradazione e bestializzazione che tuttavia si tramuta, nella conclusione del romanzo, nel concepimento del più convenzionale e squallido dei matrimoni riparatori, portandomi nel corso del testo a dubitare quanto fosse effettivamente sincera la sua volontà di evasione. Michele non cede alle tentazioni di Lisa, è sempre preda di un disgusto nei confronti di ciò che vive e che lo circonda pronto a tramutarsi puntualmente in indifferenza, parola che ritorna ossessivamente nelle descrizioni dello stato psichico del giovane. Moravia intende psicanalizzare i suoi personaggi, soprattutto i due protagonisti, scardinare i loro sentimenti, motivare le proprie scelte e non scelte... Secondo me non ci riesce appieno: è la sua una psicanalisi superficiale, spesso non si comprende appieno come possano i due protagonisti vivere quei sentimenti che ne dovrebbero caratterizzarne l'eccezionalità. Ed in effetti secondo me sono molto più riusciti i personaggi caricaturali di Leo, Lisa e Mariagrazia: dei veri e proprio mostri di nulla, tutti tesi a vivere nelle loro occupazioni insensate, nel pieno rispetto della convenzionalità borghese. A ciò secondo me influisce anche un difetto nello stile del giovane Moravia (non ho letto altro di lui e mi limito a questo romanzo): per quanto la sua sia una scrittura sobriamente elegante, seppure a tratti troppo densa, resta troppo spesso fredda, non è coinvolgente, se si eccettua qualche scena, come il dialogo conclusivo tra i due fratelli, o le descrizioni allusive delle stanze e dei panorami, in cui davvero riesce con qualche breve periodo a significare l'intero stato d'animo dei protagonisti. Tuttavia un enorme merito del giovane Moravia è essere riuscito a tratteggiare l'estrema stupidità e frivolezza di un'intera classe sociale in un semplice romanzo, e soprattutto di come nascere in determinati ambienti, in determinate circostanze, marchi una croce quasi impossibile da cui liberarsi: in ciò il finale di Carla, che inizia a progettare una buona sistemazione per Michele, un buon lavoro, un buon partito, è veramente strepitoso.
Profile Image for Ahmed Faiq.
339 reviews99 followers
March 3, 2021
يهمني جدا عند اختيار الروايات، أن اعرف شيئا بسيطا عن خلفيتها، الفترة التي كتبت فيها، تسلسلها ظمن أعمال الكاتب، والاهم عمر الكاتب عند الكتابة. العمر واستعمله -بالاضافة الى تقدير درجة نضج الكاتب- في مقارنته مع طريقة تفكيري وانا في هذا العمر...

كان من العجيب ان تكون احدى اشهر كتابات مورافيا (اللامبالون) التي بدأ بكتابتها في الثامنة عشرة من عمره. بداية الرواية وحتى اكتمال النصف الأول كانت عادية تقريبا، احداث حياة لعائلة صغيرة تعاني ظروفا مادية صعبة في ظل علاقة مع شخص اخر يحاول استغلال هذه العائلة....لكن مع الدخول في النصف الثاني يبدأ النسق التصاعدي للكتابة، تدخل الخواطر والافكار وتناطحها في رؤوس الشخصيات، ويزداد السرد عمقا وتشويقا حتى وان كانت الاحداث لاتزال ليس فيها شيئا فوق الطبيعي، لكن مع التقدم نحو النهاية ازددت اعجابا بالطريقة الفريدة والجمل البديعة التي وصلت بالعمل حقا الى المكانة ال��ميزة التي يستحقها...
Profile Image for Silvia.
221 reviews15 followers
August 29, 2022
Una rilettura dovuta per l'opera prima di un Moravia giovanissimo, nessun raggio di sole illumina il male di vivere del Novecento.
Profile Image for Andrea Iginio Cirillo.
116 reviews36 followers
October 31, 2020
Ho cominciato questo libro con una punta di diffidenza, credendo di avere di fronte una lettura faticosa, ardua, che non mi avrebbe interessato più di tanto. La previsione si è rivelata totalmente opposta alle mie impressioni una volta chiuso questo capolavoro, e quand'è così spero di sbagliarmi sempre. Gli indifferenti è davvero un pilastro del nostro ricchissimo Novecento italiano, è un affresco sociale, esistenziale, psicologico di una intera classe sociale che ha pochi eguali nel mondo (Sartre e Camus arriveranno dopo un decennio e più). Ed è incredibile che Moravia lo abbia scritto a neppure diciott'anni! I personaggi sono vivisezionati dall'autore che, come egli stesso dichiara, è attentissimo a dotarli di vita propria, senza riversarvi le proprie convinzioni morali e creando un'opera, una (quasi) tragedia moderna che non è invecchiata per nulla dai tempi del fascismo. Essa si articola in due sole giornate, in cui ognuno dei personaggi vive una odissea interiore (sulla scorta di Freud, e i riferimenti alla psicanalisi abbondano) da cui esce distrutto e più o meno consapevole di tale distruzione. L'indifferente per eccellenza è Michele, giovane che assiste al declino e al disfacimento del mondo in cui vive e lo fa con freddo distacco, con chilometriche e cerebrali riflessioni che lo rendono ancor più irresoluto - simbolo dell'uomo, dell'intellettuale del nostro tempo -, sforzandosi di fingere sentimenti che in realtà non prova, rimanendo apatico persino di fronte a soprusi che dovrebbero gelargli il sangue nelle vene (diverso, però, da Meursault, come si evince da una scena chiave del romanzo). È l'emblema di una morte annunciata, che non può far nulla per impedire e che è senza dubbio incarnata alla perfezione dalla madre, espressione perfetta della donna imbellettata che Pirandello prende a immagine del suo umorismo. Una donna che Moravia definisce ridicola, attaccata a una gioventù che non c'è più e patetica fino alla teatralità, una donna che insegue un amore non corrisposto nei confronti di Leo, approfittatore e meschino, morbosamente innamorato di Carla, sorella di Michele, che gli si concede per una sorta di rassegnato bovarismo, di ricerca passiva di una nuova vita che però, a quanto pare, potrebbe portarla a ripercorrere le orme malsane di sua madre. Anche Carla porta con sé una indifferenza, ancorché diversa da quella del fratello, più "inutile". E se, come dice l'autore, l'intento politico era totalmente assente, è anche vero che, come ci dice il maestro Eco, una parte del libro la fa il lettore; e allora ecco le allegorie del fascismo e dell'Italietta che ad esso s'inchina, il potere violento a cui ogni cosa è asservita. Moravia, insomma, dipinge con sapienti pennellate ambienti in cui gli oggetti - e addirittura l'arredamento, come in casa di Lisa! - sono simulacro di passioni e angosce, e in cui il cielo è specchio dei sentimenti che ogni personaggio prova, e fa inoltre assistere il lettore a sedute psicanalitiche tutte interiori, a vaneggiamenti, a "vorrei ma non posso" che esplicitano un'apparenza e un'etichetta difficili da abbandonare per chi è incatenato in un certo tipo di società.
Finito troppo presto, avrei voluto continuare per altre cento pagine. 110 e lode.
Profile Image for Rosanna .
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May 11, 2020
E’ che tutti condividevano i propri buoni propositi per il 2016 ed io non ne avevo alcuno.
Sulla mia persona? No importante.
Sulla mia famiglia? C’è dietro tanto ‘lavoro’.
Sui miei pensieri? Da anni conosco e so come sono.
Sulla mia visione del mondo? Ma se tutti siamo in balìa del ‘qui e ora’.
Sulla pace nel mondo?! Ecco, sì…naaaa, inflazionata ‘sta roba.
Sulle mie letture, ecco sì!
Le mie letture sono assolutamente mie, decise da me sempre e sempre e solo dipendenti dal mio tempo.
Pfiuiiii: trovato dunque il buon proposito del 2016: leggere tutto Moravia, come da Wiki.
Ed ecco il primo, sempre come da Wiki, anno 1929.
Mi stupisco oggi come il caro Moravia, compagno della mia infanzia, in 5 personaggi e pochissimi giorni narrativi abbia la spudorata capacità, per me ora e per l’epoca allora, di delineare benissimo caratteri, ambienti, luoghi, sentimenti,movimenti e piazzare una bomba che non deflagrerà nel romanzo stesso, ma dopo, nella società attorno forse e comunque nella vita di alcuni, di questo sono certa.
Carla, Leo, Mariagrazia, Michele e Lisa compendieranno e disegneranno tutta una gamma di ‘esseri’ e di ‘essere’.
La ‘finta ingenua’, l’approfittatore, la vecchia babbiona, il vero indifferente Michele che vive e progetta tutto nella sua mente e in questa mente ha vissuto tutto, e Lisa comparsa ‘utile’ ma non indispensabile, la ‘cara amica’ che ancora adesso si ritrova in molti ambienti.
E’ il trionfo dell’indifferenza, sì. Non so dire se connaturato all’ambiente, all’educazione, all’epoca o ai caratteri che queste cose producono. Ripeto, alla fine avrete la sensazione di una bomba che scoppierà, sapete anche dove e come, e ciò vi sembrerà assolutamente naturale che accada.
Peccato, comunque, non saper caricare una pistola….
Profile Image for Jeroen Vandenbossche.
86 reviews20 followers
April 7, 2024
È davvero meraviglioso come Moravia, appena vent'anni, è riuscito a creare un’atmosfera intensa e soffocante con solo poco ingredienti : cinque personnaggi tutt’ordinari, una tramma semplice che consiste in due triangoli amorosi e qualche questione di soldi, dei dialoghi misurati et caricati, un narratore onnisciente che ci raconta quello che pensano i personnaggi davvero e, ogni tanto, una descrizione in chiaroscuro del ambiente borghese in cui vivano. “Gli indifferenti” è un gran romanzo di fattura classica. Buona lettura !
Profile Image for Maria Pia.
79 reviews3 followers
February 16, 2022
Un classico. Ho trovato la punteggiatura pesante, irruenta, come se esprimesse a pieno il malessere dei personaggi, la loro ignavia persistente era espressa continuamente nei punti e virgola.
Amo molto Moravia, credo che sappia dire cose, tante cose, come pochi. La violenta sessualità degli individui, il perbenismo dell’alta borghesia, la falsità turbina attorno ad ogni pensiero di loro istupiditi, o meglio, frastornati.
E noia ed indifferenza prepotentemente si insinuano nella quotidianità di Michele e Carla.
Ci stava dentro Moravia, come dice anche lui, al mondo borghese. Talmente tanto che altrimenti, non avrebbe scritto nulla.
Lui critico? È un racconto di fatti, piuttosto.
Ho pensato a Svevo, al suo Emilio, mentre leggevo di Michele che avrebbe voluto destarsi dal torpore linfatico.
È un viaggio, fa anche male in certi punti, in altri mescola l’istinto alla ragione, alla lucidità umana.
I borghesi rappresentati come animali annoiati. Paralizzati, schiantati negli eventi mondani, nella perdizione, nelle malelingue senza che si dia peso al pensiero, prima fonte e giudice supremo.
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