Figlio di Filippo il bello arciduca d’Austria, ebbe dalla nonna i Paesi Bassi, dal nonno materno la Spagna con le dipendenze in Italia e America, e dal nonno paterno i domini austriaci.
Eletto imperatore d’immensi domini nel 1519, pur dovendo affrontare gravissimi problemi come le pretese Francesi alla supremazia in Europa, ebbe la possibilità di conoscere i prodotti “americani” che per la prima volta arrivarono nel nostro continente.
Nei confronti di cacao , pomodori, ananas e fagioli, sembre che diede giudizi contrastanti, ma la sua golosità per salsicce, paté, cacciagione e confetture, condite con spezie, lo spinse a farsi concedere una dispensa papale dal digiuno.
Il sovrano era dotato di un innato senso per le pubbliche relazioni. Ad Aix la Chapelle, dove nel 1520 fu incoronato la prima volta, seguendo il precetto cristiano di dar da mangiare agli affamati, fece trovare alla folla venuta per applaudirlo un bue arrostito in piazza e una fontana che buttava vino. Lo spettacolo gli piacque talmente che lo replicò con maggiore sollenità nel 1530 a Bologna, dove per farsi riincoronare aveva fatto spostare papa Clemente VII.
Confessori e medici di Carlo V non riuscirono mai a mettere a guinzaglio il suo appetito che, come il sole dell’impero, non tramontava mai. Ingurgitava torrenti di birra e mangiava in solitudine per meglio gustare il cibo. Mentre i valletti sfilavano con le entrée (di solito quattro, di sei piatti ciascuna), con un cenno del capo rifiutava o indicava i manicaretti prescelti.
Carlo abdicò nel 1555, afflitto da artrite, ulcera e gotta, per ritirarsi in un monastero spagnolo. I monaci gli cedettero un'intera ala dell'edificio per ospitare il suo seguito di cinquanta servitori e dodici cuochi. Nonostante la cattiva salute e l'austerità del luogo, l'imperatore non riuscì mai a rinunciare ai dolci e ad ogni altra leccornia.
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