Lo zar Alessandro I - HistoriaRegni

Lo zar Alessandro I

Apostrofato da Napoleone come “scaltro bizantino”, Alessandro I fu una personalità singolare e contraddittoria. Un giovane liberale che si tramutò in sovrano conservatore nel corso della lotta che lo portò a sconfiggere il francese nel 1812.

Era il figlio maggiore del granduca Paolo Petrovich, poi divenuto zar, e nipote amatissimo di Caterina la Grande che proprio su di lui, più che su Paolo investì, le sue energie educative. Caterina infatti aveva rovesciato e ucciso segretamente il debole padre di Paolo, Pietro III, e allora una grande freddezza si era andata creando tra i due.

Nel 1796 Caterina morì e Paolo salì al trono. Il suo regno non fu lungo, governò solo fino al 1801. Anche se ebbe alcuni successi come l’annessione della Georgia, le sue politiche liberali gli inimicarono parte della nobiltà. Lo zar abrogò infatti le leggi materne che avevano ripristinato le punizioni corporali per i contadini e appesantito le condizioni dei servi della gleba e tentato di risanare il tesoro, esausto per gli scandalosi intrallazzi nobiliari. In più Paolo III pensò di allontanare dalla corte tutti i sodali di Caterina. Alla fine la nobiltà russa ordì contro di lui una cospirazione per detronizzarlo. Uomini in arme irruppero nella sua camera da letto minacciandolo di morte qualora non avesse abdicato all’istante. Paolo non volle cedere e finì strangolato. Alessandro, che era nel palazzo in quel momento, fu raggiunto da uno degli assassini che lo salutò come nuovo sovrano. Non punì mai i responsabili di quel misfatto e la causa della morte dello zar fu fatta passare come apoplessia.

Vissuta tale esperienze, il giovane zar, già sposato con la principessa Luisa Maria di Baden e con un figlio, pensò che suo padre aveva abusato delle sue posizioni e volle quindi riprendere le politiche da lui abbandonate. Istruito ai valori del liberalesimo e inizianto alla cultura francese dai precettori voluti da sua nonna Caterina, si circondò subito di collaboratori legati all’illuminismo per stabilire una monarchia costituzionale, riorganizzò la macchina statale, ridusse i canoni feudali e le corvée e concesse a tutti i sudditi il diritto di acquistare terreni, ma non eccedette, non concesse infatti l’emancipazione ai servi. Nonostante il suo bagaglio culturale, della Rivoluzione Francese e dell’ascesa di Napoleone, figura di cui pure sentì il fascino, rifiutava il sangue ed era fermo assertore della legittimità dei troni. Divenne così il più ostile oppositore di Bonaparte.

Sconfitto ad Austerlitz, seguitò imperterrito ad opporsi all’imperatore armando un nuovo esercito con Federico Guglielmo III di Prussia e tornando ad essere sconfitto a Friedland nel 1807. Ai negoziati di Tilsit, il nemico gli propose una spartizione del mondo che li avrebbe visti marciare fianco a fianco contro turchi e inglesi e allora acconsentì. Lo fece almeno per difendere la Prussia, sua alleata, occupata dai napoleonici. L’alleanza però non funzionò mai. Nessuna delle due parti diede aiuto all’altra nelle rispettive guerre. Lo zar restò contrariato soprattutto da una possibile rinascita di uno stato polacco indipendente e dopo l’annessione di Oldenburg da parte di Napoleone nel 1810, le relazioni peggiorarono costantemente fino a quando, nel 1812, i francesi invasero l’Impero russo. Alessandro s’era stretto in alleanza con la Svezia, troncando le guerre coi turchi e richiamando i suoi eserciti, tuttavia, conoscendo l’ingegno militare dell’imperatore, si rifiutò di dargli battaglia. Lo fece inghiottire dalla vastità dei suoi domini, bruciando ogni centimetro di terra russa prima di consegnarla. Mosca fu occupata, ma Alessandro rifiutò di arrendersi, lasciando Napoleone e i suoi a logorarsi nella frustrazione di una mancata battaglia mentre l’inverno russo si chiudeva attorno a loro.

Mossa astuta. Prima della fine dell’anno, lo zar aveva cacciato tutte le truppe francesi dal suo paese.

I due anni che seguirono videro Alessandro radunare tutte le teste coronate d’Europa contro i francesi in un entusiasmo che portò le truppe russe fino a Parigi, nel 1814. Sarebbe nata una nuova Europa al Congresso di Vienna e Alessandro ne divenne il tutore. La Santa Alleanza da lui voluta con Prussia e Austria s’impegnò a schiacciare tutte le minacce rivoluzionarie.

Alessandro era ai vertici dell’Europa cristiana, re celebrato di una potenza da tutti riconosciuta. Era però cambiato, da giovane idealista, propugnatore di una monarchia riformista e liberale, era divenuto difensore del vecchio ordine, un sovrano autocratico come sua nonna Caterina e suo padre Paolo.

Morì all’età di 47 anni nel 1825, durante un viaggio nel sud della Russia. Gli ultimi dieci anni del suo regno li aveva trascorsi ad invertire molte delle sue prime riforme. Espulse gli insegnanti stranieri dalle scuole russe e reso il sistema educativo molto più religioso, consegnando a suo figlio Nicola un impero arretrato e chiuso.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

historiaregni

Historia Regni è un portale telematico dedicato alla storia, anzitutto quella italiana. Nasce su iniziativa di Angelo D’Ambra, è senza scopo di lucro e si avvale di collaborazioni gratuite. Le foto presenti sono state, in parte, prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo al nostro indirizzo email info@historiaregni.it e si provvederà alla rimozione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *