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Expo Parigi 1878: Edison e il fonografo

Expo Parigi 1878: Edison e il fonografo – Tra la Ville Lumière e le esposizioni universali, nel corso della storia, vi è stato un grande amore, come testimoniano le ben sei Expo ospitate da Parigi, tra il 1844 e il 1900. 
L’esposizione del 1878 vide per l’occasione la costruzione del palazzo del Trocadéro (oggi non più esistente) e in particolare dei giardini del Trocadéro. Il complesso espositivo si sviluppò anche tra gli Champs de Mars e lungo la Senna.
L’edizione del 1878 è ricordata anche per l’esposizione, proprio nei giardini del Trocadéro, della testa della Statua della Libertà, che lo scultore Frédéric Auguste Bartholdi stava realizzando in collaborazione con Gustave Eiffel, ingegnere e imprenditore specialista in strutture metalliche che sarebbe divenuto famoso per la torre, realizzata per l’esposizione universale parigina del 1889, in metallo che prese il suo nome e che è divenuta il simbolo della città. La Statua della Libertà sarebbe stato il dono ufficiale della Francia agli Stati Uniti d’America in occasione del primo centenario dell’indipendenza americana, divenendo il simbolo di New York.
Il legame tra Francia e Stati Uniti era inoltre testimoniato dalla forte presenza americana all’esposizione parigina. I numerosi padiglioni, che ospitavano esposizioni di vario genere, videro anche la partecipazione, tra i tanti inventori accorsi a Parigi per presentare le loro creazioni, anche lo statunitense Thomas Alva Edison, che portò a Parigi il fonografo da lui inventato.

La nascita del fonografo, uno dei primissimi strumenti pensati per poter registrare e riprodurre il suono, si colloca circa trent’anni dopo l’invenzione del telegrafo. Edison, nel 1877, aveva realizzato un ripetitore telegrafico che era in grado di incidere i punti e le linee del codice Morse su un disco, disegnando una traccia a spirale con una piccola punta, in modo tale che un messaggio poteva essere ripetuto senza l’intervento dell’operatore.
Edison si accorse inoltre che, se il disco ruotava ad una velocità sufficientemente alta, la puntina emetteva vibrazioni che ricordavano il timbro della voce umana. Da questa osservazione nacque quindi l’idea di applicare un principio simile per registrare la voce umana.
In precedenza, nel 1860, si sa che un certo Édouard-Léon Scott de Martinville era riuscito a registrare la voce umana su alcuni fogli di carta anneriti, tuttavia si trattava di uno strumento che era solo in grado di registrare ma non di riprodurre il suono.

Il fonografo di Edison era costituito da un rullo di ottone (il cilindro fonografico) di circa 10 cm di diametro e di lunghezza, sostenuto da un asse filettato. Sul cilindro era tracciato un solco a spirale di 2,5 mm di larghezza e la superficie del cilindro era ricoperta da un foglio di stagnola. Durante la registrazione, il cilindro ruotava e la stagnola veniva sfiorata dalla puntina collegata alla membrana vibrante. La puntina, seguendo le oscillazioni della membrana, incideva una traccia profonda nella stagnola che, tesa sopra al solco, poteva cedere sotto la pressione. Per la riproduzione, il processo sarebbe stato inverso, con l’unica differenza che in questo caso veniva utilizzata una seconda membrana, molto più elastica, posta all’altra estremità dell’apparecchio. Il solco nella stagnola con le sue variazioni di profondità, faceva vibrare la membrana restituendo il suono registrato. Il funzionamento era quindi alternativamente di registratore o riproduttore.
Edison, incurante dello scetticismo dei suoi collaboratori, brevettò la sua ingegnosa invenzione il 19 febbraio novembre del 1878, anche l’annuncio dell’invenzione fu fatto il 21 novembre dell’anno precedente.

Una volta ottenuto il brevetto, Edison creò la Edison Speaking Phonograph Company, con l’intenzione di sfruttare economicamente la sua invenzione. L’inventore, e ora imprenditore, intendeva in particolare installare il fonografo presso le fiere di paese e nei luna park, dove il pubblico avrebbe potuto farlo funzionare utilizzando dei gettoni.
La qualità della riproduzione sonora era pessima, e doveva essere migliorata prima di poter essere sfruttata negli uffici, il vero obiettivo di Edison, che intendeva quindi sfruttare la curiosità del pubblico delle fiere per far conoscere la sua invenzione. Per Edison, infatti, la destinazione ideale del fonografo era presso gli uffici, per la dettatura di lettere e operazioni simili, per realizzare libri per non vedenti e per l’insegnamento della dizione. Addirittura Edison ipotizzò in largo anticipo quella che in seguito sarebbe stata la segreteria telefonica (nata ufficialmente nel 1948), che lui stesso descrive: “Un abbonato del telefono può installare su un apparecchio un Fonografo che, a ogni chiamata, comunicherà all’ufficio centrale che è uscito, e che sarà di ritorno ad una certa ora. Allo stesso modo un abbonato, chiamandone un altro e non trovandolo a casa, potrà fare la sua comunicazione e registrarla sul Fonografo della persona chiamata”.

La destinazione prettamente professionale che Edison aveva in mente per il suo fonografo mette in luce il fatto che il prolifico inventore americano, che fu inoltre il primo imprenditore che seppe applicare i principi della produzione di massa al processo di un’invenzione, intendeva aumentare i profitti riducendo i tempi necessari a compiere alcune operazioni. 
Edison quindi non aveva affatto pensato a un utilizzo in ambito musicale, che rappresentava un mercato del tutto nuovo e sconosciuto per Edison, che voleva invece “andare sul sicuro”.
Successivamente, le migliorie apportate negli anni successivi avrebbero migliorato notevolmente la qualità del suono delle registrazioni, aprendo così la strada verso l’utilizzo del fonografo anche in ambito musicale.