Alla fine del 1154 il ventunenne Enrico II Plantageneto aveva davanti a sé un brillante futuro. Il 18 maggio del 1152 si era sposato con la duchessa Eleonora d’Aquitania , acquisendo estesi possedimenti in territorio francese : i ducati di Aquitania e Guascogna, che si aggiungevano alla Normandia, all’Angiò, alla Turenna e al Maine ereditati l’anno precedente, alla morte del padre Goffredo. Nel dicembre del 1154 era poi stato incoronato re d’Inghilterra : con il suo carattere deciso ed energico, aveva immediatamente guadagnato il favore di tutta la corte inglese.
Enric II e Thomas Becket, miniatura del XIV secolo. British Library, Londra
Foto: AKG / Album
Nel Natale del 1154 egli si trovava con la sua corte a Bermondsey, un quartiere di Londra: fu lì che egli incontrò per la prima volta l’arcidiacono Thomas Becket , uomo di fiducia di Teobaldo di Bec, arcivescovo di Canterbury. Quest’ultimo raccomandò Becket al sovrano, decantandone le capacità amministrative e gestionali, che avrebbero fatto di lui un ottimo cancelliere : Enrico II accettò di buon grado il suggerimento e nominò senza indugio l’arcidiacono Lord Cancelliere del regno d’Inghilterra .
Nei dieci anni successivi Becket divenne il braccio destro di Enrico II e il principale interprete della sua politica riformista . Rafforzò il potere centrale, limitando l’indipendenza dei grandi feudatari del regno; consolidò il prestigio della monarchia, aumentando lo sfarzo della corte per celebrarne la grandezza; promosse importanti opere pubbliche; riorganizzò il patrimonio fondiario della Corona e il sistema fiscale, aumentando significativamente le entrate dello stato. Per i suoi leali servigi, ricevette da Enrico II onori e proprietà . Uniti da un legame di stima e amicizia, i due avevano caratteri diversi ma complementari: l’impetuosità e l’ambizione del giovane sovrano venivano bilanciate dalla cautela e dalla generosità del cancelliere .
Quando nel 1162 rimase vacante l’arcivescovato primaziale di Canterbury, Enrico II lo assegnò a un inizialmente riluttante Becket ; così facendo, egli pensava di poter finalmente raggiungere un obiettivo che perseguiva sin dall’inizio del suo regno: la sottomissione della Chiesa inglese alla Corona, con il conseguente controllo dei beni ecclesiastici da parte del sovrano .
La cattedrale di Canterbury, della quale Becket fu nominato arcivescovo nel giugno del 1162, è oggi sede primaziale della Chiesa anglicana
Foto: AKG / Album
Un calcolo sbagliato Le aspettative di Enrico II finirono però con l’essere clamorosamente disattese . Appena consacrato arcivescovo, nel giugno del 1162, Becket abbandonò la sua precedente vita di lussi e agiatezze per dedicarsi completamente al nuovo incarico : aprì le porte della sua abitazione ai poveri, distribuendo loro le proprie ricchezze; adottò l’umile abito dei monaci agostiniani e iniziò a mortificarsi con un cilicio, in segno di penitenza; divenne un uomo estremamente devoto, che si commuoveva sino alle lacrime nella celebrazione dell’Eucarestia .
Consapevole di non poter continuare a “servire due signori”, Dio e il re, Becket alla fine del 1162 rinunciò al cancellierato ; così facendo egli tentava anche di sottrarsi all’influenza di Enrico II, che era intenzionato a frenarne l’iniziativa. Il sovrano accolse con rabbia le dimissioni dell’amico, che assestavano un duro colpo al suo progetto di controllo della Chiesa inglese .
Miniatura tratta da un’opera di Giovanni di Salisbury, che dal 1161 fu segretario di Thomas Becket. XII secolo, British Library, Londra
Foto: Scala, Firenze
La fine di un’amicizia I rapporti tra i due furono irrimediabilmente compromessi nel luglio del 1163, quando Becket si dichiarò contrario alla proposta del sovrano che il clero inglese fosse sottoposto alla giurisdizione regia . La reazione di Enrico II fu drastica: nel gennaio del 1164 promulgò le Costituzioni di Clarendon, che ridimensionavano fortemente l’autonomia della Chiesa inglese nei riguardi della Corona . Molti vescovi e alti prelati si piegarono al volere reale, ma non l’arcivescovo di Canterbury, che si rifiutò di firmare le Costituzioni; costretto alla fuga da un ordine di arresto emanato nei suoi confronti dal sovrano , nel novembre del 1164 lasciò l’Inghilterra per rifugiarsi in Francia.
Nei sei anni successivi Becket visse in Francia sotto la protezione del sovrano Luigi VII . Costui si adoperò con grande zelo per riconciliare l’esule ed Enrico II, ricorrendo tra l’altro alla mediazione di Matilda di Mondeville – madre di Enrico II – e di papa Alessandro III. Becket e il re d’Inghilterra si incontrarono in varie occasioni, sempre in territorio francese: ogniqualvolta un riavvicinamento sembrava prossimo, interveniva però qualche divergenza che mandava in fumo gli sforzi compiuti. In particolare Enrico II insisteva a che Becket gli giurasse fedeltà, cosa che l’arcivescovo non era disposto a fare : la formula che costui accettava di pronunciare, “per l’onore dovuto a Dio”, ometteva intenzionalmente ogni riferimento al sovrano; per contro, Enrico II si rifiutava di suggellare la cerimonia di giuramento con il bacio della pace previsto dal rituale feudale , che Becket invece esigeva.
La provocazione finale Il conflitto tra Enrico II e Becket si aggravò nel 1170, quando il primo decise di affidare l’incoronazione a re d’Inghilterra del figlio Enrico il Giovane a Roger de Pont l’Évêque , arcivescovo di York e avversario di lunga data di Becket. Quest’ultimo, cui spettava – in qualità di primate della Chiesa inglese – l’incoronazione dei sovrani, scrisse ai vescovi del regno, proibendo loro di partecipare alla cerimonia : essa ebbe però ugualmente luogo e si tenne a Westminster nello stesso anno.
Thomas Becket in trono fra san Francesco e Giovanni il Battista; dipinto di Girolamo da Santacroce, metà del XVI secolo. Chiesa di San Silvestro, Venezia
Foto: AKG / Album
Dopo essersi riconciliato con Enrico II, Becket incrinò di nuovo i rapporti con il re, scomunicando l’arcivescovo di York
Sei giorni dopo l’incoronazione Enrico II e Becket s'incontrarono a Fréteval, in Normandia, alla presenza di Luigi VII . Dietro le pressioni della Chiesa, il sovrano inglese si vide costretto a restituire all’arcivescovo i beni che gli aveva confiscato , promettendogli protezione nel caso fosse ritornato in Inghilterra; Becket accettò l’offerta, sbarcando sull’isola il 1° dicembre del 1170 , tra le acclamazioni di una folla esultante.
Appena ritornato in patria, Becket prese una risoluzione rischiosa: scomunicare l’arcivescovo di York e i vescovi di Londra e Salisbury per aver presenziato all’incoronazione di Enrico il Giovane ; il provvedimento mandò su tutte le furie Enrico II, che in quel momento si trovava in Normandia; secondo una tradizione forse apocrifa, egli avrebbe allora pronunciato alcune parole sibilline che sembravano contenere un invito a eliminare Becket: «Chi mi libererà da questo sacerdote turbolento?» .
Quattro cavalieri anglo-normanni – Reginald Fitzurse, William de Tracy, Hugh de Morville e Richard le Breton –, presenti quando Enrico II proferì tali parole, presero alla lettera il sovrano e salparono immediatamente alla volta dell’Inghilterra . Il 29 dicembre 1170 i quattro giunsero a Canterbury e si avvicinarono a Becket. Dopo averlo circondato, i cavalieri lo assalirono con inaudita violenza, colpendolo alla testa fino a ucciderlo . I cronisti dell’epoca riferiscono che l’arcivescovo non oppose alcuna resistenza e che, in punto di morte, esclamò: «Abbraccio volentieri la morte nel nome di Gesù e in difesa della Chiesa cattolica» .
L'omicidio di Becket, miniatura dello Speculum historiale di Vincenzo di Beauvais, XV secolo. Museo Condé, Chantilly
Foto: Art Archive
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Assassinio e canonizzazione Secondo alcuni cronisti Enrico II, quando si rese conto delle reali intenzioni dei quattro cavalieri, avrebbe inviato il suo siniscalco Richard du Hommet per impedire il delitto : costui, tuttavia, sarebbe arrivato troppo tardi. Quando il re venne a sapere dell’accaduto, ne rimase sconvolto : per diversi giorni fece vita da recluso, rifiutandosi di vedere chiunque.
Il brutale omicidio suscitò l’indignazione di tutta la cristianità : il re di Francia Luigi VII reclamò la vendetta di Dio, mentre papa Alessandro III scomunicò sia i quattro cavalieri sia Enrico II . Quest’ultimo negò apertamente, tramite lettere e ambascerie, il suo coinvolgimento nella vicenda; nel maggio del 1172 ad Avranches, in Normandia, dopo aver giurato solennemente di fronte al clero e al popolo sulla propria innocenza , offrì il dorso nudo alla flagellazione dei monaci presenti e annunciò di voler rinunciare alle Costituzioni di Clarendon.
Considerato un martire, Thomas Becket fu canonizzato nel 1173 da Alessandro III . Nei dieci anni successivi al santo vennero attribuiti oltre settecento miracoli; la sua tomba, collocata dal 1220 all’interno della cattedrale di Canterbury, divenne la principale meta di pellegrinaggio dell’Inghilterra del Basso Medioevo .
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