Nuovo attacco di Budapest: "Ilaria Salis non è un'eroina"

Nuovo attacco di Budapest: "Ilaria Salis non è un'eroina"

In un post il portavoce di Orban dice: "Lo stesso padre ha trasformato il caso di sua figlia in un tema politico". Gli avvocati di Milano: solidarietà ai difensori minacciati. Le manette a mani e piedi confermano la distanza dalla civiltà giuridica"

Nuovo attacco di Budapest: "Ilaria Salis non è un'eroina"
Tgr
L'uscita di Ilaria Salis dall'aula

I FATTI: Ilaria Salis è accusata di una presunta aggressione ai danni di due neonazisti, nel febbraio del 2023 durante il cosiddetto “Giorno dell'onore”, una tre giorni a Budapest in cui si ritrovano gruppi di estrema destra da tutta Europa. I due militanti hanno riportato prognosi di 5 e 8 giorni e non hanno sporto denuncia. Nei filmati gli aggressori erano incappucciati e irriconoscibili. La Salis è stata arrestata in taxi con altri antifascisti: inizialmente accusata di aver partecipato a ben quattro aggressioni, poi a solo a due, considerato che nelle prime non era neppure arrivata in Ungheria. Con sé, al momento dell'arresto aveva un piccolo manganello retrattile: “Per difesa personale”, ha sempre dichiarato. Dall’11 febbraio 2023 si trova in carcere, in condizioni degradanti, come denunciato a più riprese dal padre. 

Nuovo attacco di Budapest a Ilaria Salis. Il portavoce del primo ministro ungherese Viktor Orban - Zoltan Kovacs - in video su X dice: "Ilaria Salis non è un'eroina. Lei e i suoi 'compagni' sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione
politica e noi difenderemo la reputazione e l'integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo".  
Il portavoce di Orban accompagna la sua dichiarazione a immagini, già trasmesse in passato da lui stesso, di persone picchiate aggiungendo nel filmato anche foto di teste ricoperte da cicatrici. "Negli ultimi mesi e nelle ultime settimane il padre di Ilaria Salis - afferma Kovacs - ha parlato con tutta la stampa dell'Europa occidentale, come pure con alcuni media Usa, è stato addirittura invitato all'Europarlamento e ha ripetutamente espresso gravi accuse infondate che non possono essere lasciate senza risposta. Dovremmo aggiungere che lui stesso ha trasformato il caso di sua figlia in un tema politico e ora sembra sorpreso che arrivino risposte politiche a queste accuse totalmente infondate". Come padre, rincara il portavoce di Orban, "farebbe forse bene a riflettere su come sua figlia si sia trovata in un incidente del genere ancora una volta, perché questo caso non è senza precedenti".  

Intanto gli avvocati della Camera penale di Milano, dopo le minacce ai difensori della Salis in tribunale a Budapest, in un comunicato scrivono: "Esprimiamo solidarietà all'avvocato Eugenio Losco e agli altri difensori di Ilaria Salis e chiediamo che venga garantita senza alcuna limitazione, senza indebite influenze, la piena esplicazione delle prerogative difensive".  
A distanza di alcuni mesi, si legge, "le immagini di Ilaria Salis, che interviene al proprio processo con schiavettoni a mani e piedi, vincolata alla guardia carceraria con una catena, controllata a vista da due agenti in tuta mimetica e passamontagna, si sono nuovamente ripetute e confermano la distanza di quel sistema giudiziario dai principi di civiltà giuridica di matrice convenzionale".

In un quadro "estremamente preoccupante di limitazione delle garanzie individuali, riconosciuto anche dalla Corte d'Appello di Milano nel procedimento estradizionale riguardante Gabriele Marchesi, si sono aggiunti - spiega la Camera penale - i fatti avvenuti lo scorso 28 marzo all'esterno e persino all'interno del tribunale in cui si sta celebrando il processo nei confronti di Ilaria Salis, con minacce reiterate rivolte anche nei confronti dei suoi difensori".  
Le minacce rivolte ai difensori, concludono i penalisti, "rappresentano un vulnus gravissimo ai diritti fondamentali del cittadino e una rottura delle regole del giusto processo, unico luogo in cui va accertata l'eventuale responsabilità degli imputati".