Castelletto, l’italiano del Camerun: “Ho la grinta friulana di papà" - la Repubblica

Castelletto, l’italiano del Camerun: “Ho la grinta friulana di papà"

Jean-Charles Castelletto
Jean-Charles Castelletto (afp)
Il difensore: "Sono nato in Francia, mi sento diviso tra tre Paesi. A febbraio con il Nantes affronto la Juventus in Europa League, non vedo l’ora. Conosco l’Italia solo dai racconti di casa"
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TORINO — Tra un Ngapandoutnbu, un Nkoulu, un Aboubakar e un Mbaizo, nella formazione del Camerun sbuca uno che si chiama Castelletto e sì, c'è dell'Italia in lui e in quel cognome così dissonante da quelli africani. "Mi sento un po' francese, un po' camerunese e un po' italiano" dice questo difensore piuttosto bravo, cresciuto nel fertilissimo vivaio dell'Auxerre e che dal 2020 gioca nel Nantes: a febbraio sfiderà la Juventus in Europa League e sarà la sua prima volta in uno stadio italiano. Di più, sarà la sua prima volta in Italia: "Sarò felice ed emozionato. E finalmente potrò scoprire qualcosa della cultura del mio Paese di origine: ho i racconti di mio padre, mi manca aver toccato con mano quel mondo che ho conosciuto soltanto attraverso di lui".

Castelletto e la carriera iniziata in Francia

La famiglia Castelletto lasciò Udine quando il padre di Jean-Charles era bambino: si stabilirono prima a Lourdes e poi nella regione di Parigi, dove Castelletto senior ha conosciuto la donna di Yaoundé con cui poi si è sposato, completando un mix che secondo il difensore del Nantes gli ha dato dei vantaggi. "Sono francese, sono nato e cresciuto in Francia e la mia cultura è francese. Da noi non è insolito vedere coppie miste come quella dei miei genitori, ma io sento anche l'influenza delle mie origini. Mio padre mi ha raccontato spesso delle sue radici. E se devo dire se c'è qualcosa di geneticamente italiano in me, dico la grinta", e nel dirlo usa esattamente la parola italiana. La nostra lingua la capisce, ma non si fida di parlarla. "Di camerunese credo di avere lo spirito, l'attitudine alla lotta", che ha comunque a che fare con la grinta: d'altronde è una colonna dei Leoni indomabili, anche se prima di esordire in nazionale, nel 2017 (da ragazzo aveva fatto parte di tutte le selezioni giovanili francesi fino all'Under 20), non era mai stato nemmeno in Africa. È il calcio che gli sta facendo conoscere le proprie radici. "In nazionale mi sono trovato subito bene, nessuno mi ha fatto mai sentire straniero nonostante il cognome insolito e la pelle più chiara". Del resto anche il centravanti Choupo-Moting, che gioca nel Bayern, ha madre tedesca e padre camerunese.

Castelletto, col Nantes sfiderà la Juventus in Europa League

L'idea di Castelletto è di conoscere dopo il Camerun anche l'Italia, attraverso il pallone. L'estate scorsa è stato contattato dal Genoa, prima che retrocedesse, e poi da Salernitana e Cremonese, ma alla fine è rimasto a Nantes per vivere l'avventura in Europa League dopo aver vinto, in primavera, la Coppa di Francia e ha anche firmato un nuovo contratto prolungandolo fino al 2026, tenendosi però una porta aperta in caso di chiamate dall'estero. E l'Italia è una sua ambizione, anzi di più: "Venire a giocare da voi è il mio sogno. Ho tifato molto perché gli azzurri si qualificassero per il Qatar e ci sono rimasto male per la sconfitta con la Macedonia. Magari potete cogliere l'occasione per scoprire me, che un po' di Italia alla Coppa del mondo proverò a portarla: spero che impariate a conoscermi e magari a fare il tifo per me, per noi". Il girone del Camerun, quello con Brasile, Serbia e Svizzera, è il più duro in assoluto. "Faremo del nostro meglio e cercheremo di dare felicità al nostro Paese". Lui può farne felici addirittura tre.

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