La Regina Carlotta e Re Giorgio III, dai 15 figli alla pazzia: tutta la verità sulla loro travagliata storia d'amore

Il dolceamaro matrimonio reale torna sotto i riflettori grazie a “La Regina Carlotta: una storia di Bridgerton”
Regina Carlotta e Re Giorgio
Photo: Liam Daniel / Netflix

La Regina Carlotta e Re Giorgio III, un amore profondo segnato dalla malattia mentale di lui

Nella serie tv La Regina Carlotta: una storia di Bridgerton - diretta da Shonda Rhimes e dal 4 maggio su Netflix - è protagonista una storia d'amore reale: quella tra la Regina Carlotta e Re Giorgio (attenzione: seguiranno molti spoiler). Nella serie, la coppia si sposa poche ore dopo essersi incontrata e all'inizio la loro unione è un alternarsi di amore e odio: Giorgio sembra non avere alcun interesse a passare del tempo con sua moglie, e Carlotta, di conseguenza, ne rimane ferita e infuriata. Ma quando si vedono, la loro chimica è innegabile.

Sebbene La Regina Carlotta sia una fiction televisiva, i suoi personaggi principali sono effettivamente basati su due monarchi realmente esistiti: Re Giorgio III, che governò il Regno Unito dal 1760 al 1820, e sua moglie la Regina Carlotta. Ma qual è la verità sulla loro storia d'amore?

India Amarteifio e Corey Mylchreest in “La Regina Carlotta: una storia di Bridgerton”

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Re Giorgio III a caccia della moglie “giusta”

Quando Re Giorgio III, non sposato, salì al trono nel 1760 all'età di 22 anni, trovare una moglie divenne una priorità immediata per assicurare la discendenza della sua famiglia. Era un compito più facile a dirsi che a farsi. Prima di tutto ogni potenziale moglie doveva essere di nascita aristocratica. E poi c'era un altro requisito: doveva essere protestante, poiché Giorgio era a capo della Chiesa d'Inghilterra (e questo escludeva qualsiasi nobile della Francia o della Spagna, entrambi paesi cattolici). Inoltre i consiglieri del Re non trovarono alcuna ragione per cui Giorgio dovesse sposare qualcuno proveniente dall'Olanda o dalla Danimarca, ad esempio, poiché i suoi fratelli avevano già preso moglie da quelle regioni. Infine, c'era il suo temperamento: uomo intellettualmente curioso ma riservato, Giorgio non voleva una moglie che si occupasse molto di lui o che avesse un proprio programma. Il Re aveva infatti un'idea molto chiara del tipo di donna che stava cercando: “sperava di trovare una compagna che condividesse la sua visione di una monarchia moralmente rigenerata e che fosse felice di svolgere il ruolo che le spettava nel suo grande progetto domestico”, come scrive Hadlow.

Dopo una lunga ricerca, trovò la donna giusta: la diciassettenne principessa Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, originaria di una regione rurale della Germania. "Giovane, inesperta e non istruita sulle vie della corte o della politica, la sua ingenuità emerse come la sua qualità più fortemente attraente: per un uomo era un'allettante pagina bianca su cui poter scrivere", ricorda Hadlow. (Anche se questo non vuol dire che Charlotte fosse un'ingenua: l'adolescente era istruita, appassionata di libri e intellettualmente curiosa).

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8 settembre 1761, il matrimonio-lampo

Il 17 agosto 1761 Charlotte salpò per l'Inghilterra. Arrivò l'8 settembre e i due si sposarono sei ore dopo essersi visti. Si scoprì che la coppia era straordinariamente adatta: entrambi erano appassionati di musica (per la quale Carlotta aveva un gusto notevole: all'inizio del suo regno scoprì Mozart - un compositore prodigio di otto anni - e lo invitò a esibirsi a Londra). Condividevano la passione per la campagna: Giorgio nutriva un profondo interesse per l'agricoltura, mentre Carlotta per la botanica. Entrambi desideravano una vita domestica relativamente riservata e trascorrevano gran parte del loro tempo a Kew Palace, fuori Londra. Le lettere che si scrivevano mostrano una coppia affettuosa e soddisfatta: "In questo istante sono stata resa molto felice dalla Sua affettuosa e gentile lettera, per la quale non ho parole per esprimere sia la mia gioia che la mia felicità, ma posso dire con grande verità che, sebbene la mia penna non possa esprimere i miei sentimenti, il mio cuore li sente più profondamente", scrisse Carlotta nel 1797, tre decenni dopo il loro matrimonio. Alla fine i due diedero alla luce 15 figli insieme.

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La pazzia di Re Giorgio

La loro unione, tuttavia, fu funestata da una triste inquietudine: la pazzia di Re Giorgio. "Pazzia" è un termine arcaico per indicare una condizione che nel 1700 la comunità medica non conosceva. Gli storici oggi ritengono che Giorgio soffrisse probabilmente di un disturbo bipolare e di mania cronica, una patologia peggiorata dalla cura di arsenico prescritta dal suo medico. Durante il suo regno, sono documentati almeno cinque episodi.

In un articolo su una rivista medica, The madness of King George III: a psychiatric re-assessment (La follia di Re Giorgio III: una rivalutazione psichiatrica), pubblicato da Timothy J Peters nella History of Psychiatry, si legge che nel 1765, all'età di 27 anni, il Re mostrava già segni compatibili con una lieve depressione. A seguito di una dura malattia fisica che aveva comportato emorragie e dolori al petto, Giorgio mostrò una persistente difficoltà mentale: "Fu un periodo difficile per il Re che ammise di dormire non più di due ore per notte e di avere chiaramente difficoltà a prendere decisioni sulle nomine dei suoi primi ministri e dei governi", scrive Peters.

Nell'ottobre 1788 arrivò la mania acuta, scatenata da un brutto attacco di itterizia. I resoconti dell'epoca sottolineano il suo parlare incessante e ossessivo: Il medico del Re registrò che aveva "un'agitazione degli spiriti che rasentava il delirio... parlava con una rapidità e una veemenza superiori al solito, incessantemente, passando frequentemente e improvvisamente da un argomento all'altro". Un mese dopo, uno dei suoi medici scrisse di un incidente in cui il re corse nella camera da letto della regina nudo. A dicembre, il Re era spesso costretto a indossare una giacca di contenzione. Inoltre, giocherellava ossessivamente con i fazzoletti. In un resoconto del marzo 1789 si legge che "il suo stato di nervi sembrava costringerlo ad arrotolare i fazzoletti non appena gli venivano dati: credo che alcuni giorni ne avesse non meno di 40 o 50". Hadlow scrive che, durante questo periodo, Carlotta era estremamente spaventata e ansiosa, ma che in qualche modo riusciva a mantenere la calma. Giorgio soffrirà di altri episodi debilitanti nel 1795, nel 1801 e nel 1805.

Nigel Hawthorne e Helen Mirren nel film “La pazzia di Re Giorgio” (1994)

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Carlotta gli rimase fedele fino alla fine

Nel 1810 il Re mostrò segni di mania cronica e, negli anni successivi, forse anche di demenza. Nel 1811 fu considerato definitivamente pazzo. ("Abbiamo visto Sua Maestà a volte in uno stato di delirio, a volte fortemente impressionato da allucinazioni, aveva un grado di irritabilità che poteva essere affrontato solo con la coercizione alla quale rispondeva con esclamazioni e versi senza senso", scrisse uno dei medici del re, Robert Willis, nel settembre di quell'anno).

Poco dopo, il Principe di Galles divenne ufficialmente Reggente. Carlotta divenne quindi la tutrice permanente di Giorgio fino alla sua morte, avvenuta nel 1818, rimanendogli fedele fino alla fine.

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