Cardinal Maurizio di Savoia - Visitgiaveno

NASCITA: 10 gennaio 1593 

MORTE: 4 ottobre 1657

BIBLIOGRAFIA: Cronistoria del Municipio di Giaveno dal secolo VIII al XIX con molte notizie relative alla Storia generale del Piemonte scritta dal barone Gaudenzio Claretta, Torino, 1875. Leggilo su Google Libri.

Cenni storici

Cardinale Maurizio di Savoia (10 gennaio 1593 – 4 ottobre 1657), quartogenito di Carlo Emanuele I, “principe letterato ed amico delle belle arti, avvezzo al soggiorno e dalle delizie di Roma” in Giaveno riedificò ampliando “l’antichissimo castello abbaziale, che adornar volle di un parco con fontane e giuochi d’acqua e tale, che, come scriveva un contemporaneo “non avrà un giorno da invidiare le delizie delle vigne di questa città tra parentesi (Roma)”. Inoltre “la soppressione dell’antica abbazia clusina, da cui fece nascere la collegiata dei canonici, che stabilì a Giaveno nel 1622, la protezione accordata molti giavenesi che favorì ne’ loro studi, e chiamò ad impieghi di corte, e la mediazione continua col duca col governo, merce cui poté impedire gli atti esecutivi sui beni del comune, divenuto impotente a soddisfare i vecchi e nuovi debiti”.

A quindici anni, Maurizio ottiene da papa Paolo V la porpora cardinalizia e poco dopo viene nominato canonico della metropolitana di Torino. “L’abbazia della Sacra di S. Michele che “era divenuta così rilassata nella disciplina, che mentre l’ebbe intorno al 1603 il principe Filiberto di Savoia, giudicò di supplicare Paolo V a riformarla. Vi spediva il pontefice, il vescovo di Tolosa, Paolo Bovino nunzio alla corte di Savoia, il quale dopo rigorosa ispezione lasciava una relazione che dà la più sfavorevole pittura dello stato miserando di indisciplina e sregolatezza ond’era ridotto quel cenobio, già un dì così florido. […] sì che avuta nel 1611 il principe cardinale Maurizio di Savoia, pensò tosto a porvi riparo”.

Nel novembre 1618 il cardinal Maurizio “che dilettavasi non poco di intrattenersi a Giaveno, vuoi per la mitezza dei costumi dei suoi abitanti, vuoi per l’amena e salubre sua giacitura” decide di abbellire il paese. “Affidavane il lavoro [del palazzotto] al giavenese Bartolomeo De Jacobis, che doveva esserne l’architetto e sovrintendere all’esecuzione; ma […] il nostro principe cardinale, non poneva mente, e poco curavasi, dello stato finanziario della sua cassa […] cominciava egli adunque a chiedere al municipio di Giaveno anticipazioni di denari dovutigli”. Nel marzo dello stesso anno si celebra a Torino il matrimonio del fratello Vittorio Amedeo con Cristina di Francia e il cardinal Maurizio decide “di far visitare la sposa i luoghi principali del Piemonte, veniva essere pure invitata dal principe cardinale […] a recarsi qualche giorno Giaveno, offrendole ospitalità nel suo castello. Il 20 settembre a dunque la corte di Savoia rallegrava giaveno con la sua presenza”.

Oltre al Palazzotto, di cui non rimane traccia se non un bastione (link), il cardinal Maurizio fa realizzare anche un giardino “delicioso con fontane e giardini bellissimi”, come scrive in una lettera del 6 giugno a 1622, indirizzata a monsignor Ponziglione, l’abate Antonio Provana.

L’eredità più importante del cardinal Maurizio, che ancora oggi è visibile, seppur non nella forma originale, è la Collegiata di San Lorenzo, la cui fondazione, nel dicembre 1622, è “occasionato dalla decadenza toccata all’antichissimo cenobio clusino”, ovvero la Sacra.

Nel maggio 1623, il cardinal Maurizo è incaricato dal padre di recarsi a Roma e di mostrarsi legato alla Francia e a Venezia. Là acquista un notevole prestigio, tanto che avrà  parte nell’elezione di papa Urbano VIII.

In seguito alla morte improvvisa del duca nell’ottobre 1637, mentre il paese era occupato dai Francesi, segue un periodo di contrasto politico durante la reggenza della Madama Reale Maria Cristina che ingiunge a Maurizio di non entrare in Piemonte. Incertezza sulla salute del nipote Carlo Emanuele fa apparire probabile la successione di Maurizio che cerca di tornare in Piemonte, ma ottiene soltanto un rifiuto dalla cognata. Maurizio allora con il principe Tommaso dalle Fiandre nel giugno 1639, dopo aver preso molte piazze, pubblicò un violento manifesto contro Madama Reale. I Savoia riescono a trovare un accomodamento nel 1642,  la Madama offre a Maurizio sua figlia Luisa di quattordici anni in sposa, mentre lui rinuncia alla porpora cardinalizia. “Veniva a governare […] su Nizza e suo contado […] Intanto egli rinunziava alla pingue abbazia di S. Michele ed alla conseguente signoria su Giaveno”. 

Nel 1646 [si] dié opera l’edificazione della Chiesa dei santi Sebastiano, Carlo e Rocco, sollecitato dal principe cardinale Maurizio di Savoia, in adempimento del voto decretato dal municipio nei momenti terribili della pestilenza famosa del 1630”.

 Lasciata ogni attività politica, Maurizio “non avrebbe più di regola dovuto avere relazioni con Giaveno […] ed in grazia del castello, attorno a cui avendo speso somme enormi, non astenevasi di abitare con frequenza, insieme alla sua giovine sposa”. 

Quando si spegne, “le sue spoglie venivano riposte nei sotterranei del duomo di Torino” e nel 1836 la sua salma insieme con quella di Luisa viene trasportata alla Sacra di San Michele della Chiusa per ordine di Carlo Alberto.