Savòia, Maurizio di nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani

Savòia, Maurizio di

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Ecclesiastico e uomo politico (Torino 1593 - ivi 1657), figlio di Carlo Emanuele I; cardinale a quindici anni, arcivescovo di Monreale, canonico di Torino e vescovo di Vercelli (1611), fu nominato altresì protettore della corona di Francia presso il Vaticano. A Roma ebbe parte nell'elezione di Urbano VIII; dopo il trattato di Rivoli (1634) si schierò contro l'alleanza allora firmata tra Francia e Piemonte, assumendo la protezione dell'Impero e della Spagna, in luogo di quella di Francia, e suscitando un'accesa polemica con i reggenti sabaudi. Morto Vittorio Amedeo I (1637) e poco dopo (1638) il figlio di lui e nuovo duca Francesco Giacinto, si profilò l'eventuale ascesa al trono di Maurizio; egli allora cercò appoggi in Italia e attaccò, insieme col fratello Tommaso, il governo della cosiddetta Madama Reale, la reggente Cristina, protestando la nullità della sua reggenza, e dando origine alla guerra civile tra "cardinalisti" e "madamisti". Maurizio ottenne molti successi, occupando varie terre e città (1639), e da ultimo riuscì ad ottenere la mano della quattordicenne Luisa, figlia ed erede di Madama Reale, e il governo di Nizza (1642). Rassegnate le insegne cardinalizie, Maurizio risiedette a Nizza e poi a Torino, trascorrendo gli ultimi anni di vita in occupazioni letterarie e scientifiche.

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