giovedì 7 settembre 2023
Una mostra a Cassibile in Sicilia rievoca la sigla dell’Armistizio del 1943, firmato in una tenda di servizio
La firma dell'armistizio con Castellano, il generale Smith e il commodoro Dick

La firma dell'armistizio con Castellano, il generale Smith e il commodoro Dick - archivio

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La firma che cambiò il corso della storia e gli equilibri geopolitici nel Mar Mediterraneo venne apposta in contrada Santa Teresa Longarini, nella tenuta San Michele, a quasi tre chilometri dal centro abitato. Qui il 3 settembre 1943 alle 17.15, nella tenda della mensa ufficiali dello Stato Maggiore americano, il generale Giuseppe Castellano, inviato dal maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, sottoscrive i dodici articoli dello Short Military Armistice, il cosidetto “armistizio corto”. Sullo sfondo c’erano gli ulivi della località Vignazze mentre sul tavolo c’erano tre copie del documento armistiziale che sarebbe stato reso pubblico dal generale Dwight D. Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate, l’8 settembre alle 18.30 tramite Radio Algeri e, successivamente, alle 19.45, dallo stesso Badoglio, capo del governo dal 25 luglio 1943, giorno della caduta del fascismo, dopo lo sbarco degli Alleati del 10 luglio.

«Eisenhower, in fondo alla tenda, al mio saluto, risponde con un cenno della testa – scrive Castellano nelle sue memorie pubblicate nel 1945 con il titolo Quando firmai l’Armistizio di Cassibile -. C’è Smith, Strong, il generale Rooks, il commodoro Dick, il capitano Deann: soltanto Montanari mi accompagna. Mentre sto per entrare sotto la tenda ne escono due borghesi in maniche di camicia, faceva molto caldo, che saprò poi essere il ministro inglese McMillan e il ministro americano Murphy. Smith mi presenta tre copie dell’armistizio…e firmo in calce per delega del comandante Badoglio. Dopo di me firma Smith per delega del generale Eisenhower. Funzione brevissima – commenta Castellano -. Sono le 17:15 del 3 settembre 1943. Appena terminato Eisenhower si avvicina, mi stringe la mano e mi dice che da quel momento mi considera un collaboratore».

Walter Bedell Smith diventerà nel 1950 il capo della Cia mentre Royer Mylius Dick della Royal Navy era il capo di stato maggiore dell’ammiraglio Andrew Cunningham, comandante della flotta inglese del Mediterraneo, ed estensore del Promemoria Dick, il documento che precisava le condizioni di consegna delle navi militari e mercantili italiane nei porti controllati dagli Alleati. Franco Montanari era il diplomatico italiano che accompagnò il generale Castellano, non solo come traduttore, in tutte le trattative, anche quelle segrete, con il comando anglo-americano.

Date, nomi e avvenimenti che restano un lontano ricordo tra i pochi anziani siciliani rimasti vivi, testimoni dell’arrivo degli anglo-americani, e da chi, invece, come lo storico Nunzio Lauretta, già docente all’Università di Palermo e alla Kore di Enna, si è occupato da decenni dei “fatti di Cassibile” andando anche oltre le fotografie in bianco e nero di quei drammatici momenti: «Quello che è accaduto qui ha il sapore vero della necessaria rivisitazione di ciò che, come italiani, avevamo combinato prima, di ciò che dovevamo toglierci di dosso: l’appartenenza innaturale con la Germania – sottolinea il professore Lauretta -. Non entro nel merito del fascismo o non fascismo. Il problema era che l’unione con Hitler era stato un veleno per la nostra nazione. Riuscire a cambiare passo e a scegliere un futuro di democrazia è stata la salvezza per la nostra terra. È chiaro che in quel frangente, purtroppo, abbiamo dimostrato tutti i nostri limiti specialmente durante le trattative con gli anglo-americani. Un dato che pesa certamente. In effetti, alla luce di tutto ciò che sarebbe accaduto si passa anche sopra a queste cose e si guarda al risultato finale, ossia uno stato di non belligeranza in Italia da ottant’anni a questa parte».

Certo è che i quarantacinque giorni trascorsi dalla caduta del regime fascista all’8 settembre 1943 furono tra i più confusi e tragici per l’Italia e i dodici punti delle clausole armistiziali sono la prova concreta di quanto pesò la resa incondizionata fino all’ultimo articolo in cui si precisa come «altre condizioni di carattere politico, economico e finanziario che l’Italia dovrà impegnarsi ad eseguire saranno trasmesse in seguito». Cosa, questa, sottolinea il professore Lauretta «gravissima, perché si obbligava, in pratica a firmare l’armistizio senza conoscere i conseguenti oneri politici e finanziari». Una riflessione contenuta in un fascicolo dedicato all’Armistizio di Cassibile curato da Paolo Romano tra i fondatori dell’Associazione Kakiparis, oggi presieduta da Franco Imprescia, che dal Duemila si occupa di mantenere viva la storia e la memoria di quel che accadde nelle campagne del siracusano.

«La firma a Cassibile rappresenta un momento di rottura sia per le vicende interne, sia a livello internazionale per le sorti del conflitto – riflette Romano -. Rappresenta la disgregazione della vecchia classe dirigente fascista e il primo crollo dell’Asse. Insieme all’amministrazione comunale e all’associazione Lamba Doria presieduta da Alberto Moscuzza abbiamo voluto allestire la mostra-museo “Cassibile. Memorie ed immagini per non dimenticare”. E lo abbiamo fatto nel plesso scolastico dell’Istituto comprensivo Falcone e Borsellino soprattutto per ricordare alle nuove generazioni che la storia dell’Italia democratica parte anche da qui. È nostra intenzione dare vita a un museo permanente per far sì che Cassibile resti un punto di riferimento nel mondo».

Un percorso museale costruito attorno ai giornali originali dell’epoca e ad alcuni documenti inediti di quei giorni a cui si aggiungono la ricostruzione in cartapesta dell’attimo in cui venne apposta la firma e la riproduzione della lapide recante l’incisione “Armistice signed here sept. 3.1943 Italy-Allies” lasciata dal cuoco di Eisenhower, Johnny, nel campo agricolo messo a disposizione dalla baronessa Aline Grande alle forze alleate. Purtroppo nel 1955 la lapide venne trafugata e da allora fu impossibile individuare l’esatto punto dove sorgeva la tenda. L’ottantesimo anniversario della firma è stato anche l’occasione per assistere alla sfilata della Fanfara dei Bersaglieri nella via principale di Cassibile mentre il 4 settembre si è svolto un convegno storico-scientifico a cui hanno partecipatotudiosi di storia militare e rappresentanti dell’esercito Italiano.

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