Novara, la città torna a crescere: in un anno 365 abitanti in più - La Stampa

Torna a crescere la popolazione di Novara, dopo la batosta demografica del 2020. Al 31 dicembre 2021 i residenti sono risaliti a quota 103.142, mentre dodici mesi prima erano scesi a 102.777. A invertire la rotta ha contribuito ancora una volta in modo determinante il saldo migratorio. L’anno scorso infatti il saldo naturale (ovvero quello fra nascite e decessi) è stato ampiamente in deficit, con 724 nati e 1.207 morti. Di tenore opposto invece la situazione migratoria dove si sono registrati 2.981 emigrati e 3.829 immigrati.

I dati del passato
Nel 2020 anche il bilancio migratorio era finito in rosso con 2.154 immigrati e 2.810 emigrati. La popolazione cittadina rimane ancora al di sotto dei livelli raggiunti dieci anni fa: a fine 2011 gli abitanti erano 105.165, l’anno dopo avevano toccato il numero di 105.574 (record demografico). Poi era iniziata una discesa costante, culminata con l’anno del Covid con la perdita di 1.446 residenti. Adesso Novara torna a riprendere quota.

Ci sono delle zone in cui si nota maggiormente questo incremento. In particolare crescono il centro (da 7.593 a 7.681), Sant’Agabio (da 13.117 a 13.254), Sacro Cuore (da 7.796 a 7.856), San Martino (da 9.157 a 9.241), Veveri (da 2.290 a 2.319), Cittadella (da 7.464 a 7.501). In calo le zone di Sant’Antonio (da 6.688 a 6.659), Santa Rita (da 4.921 a 4.869), San Paolo (da 4.022 a 3.967), Pagliate (da 62 a 51). Il 2021 ha visto anche la ripresa dei matrimoni, bloccati nel 2020 da lockdown e pandemia, e passati in un anno da 169 (e 5 unioni civili) a 211 (8 unioni civili).

«Era nei nostri piani»
E’ soddisfatto dell’inversione del trend negativo il sindaco Alessandro Canelli, che però avverte che sarebbe fuori luogo ogni commento trionfalistico. Sostiene che «bisogna attendere almeno un altro paio d’anni per verificare se questa tendenza è transitoria o si consolida. Certamente - sottolinea - il dato positivo è incontestabile, e che cioè la città è tornata a crescere anche sotto il profilo della popolazione, che era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati. Crescita demografica accompagnata dal lavoro significa più reddito per tutti e un vantaggio indiscutibile sia per il bilancio del Comune, che può contare su maggiori entrate, sia per l’economia del territorio».

Canelli aggiunge che il trend demografico in miglioramento era preannunciato da alcune voci del bilancio comunale: «Sono aumentate le entrate dell’addizionale Irpef - spiega - e questa è a mio avviso la voce più importante perché significa che c’è stato un incremento dei residenti che lavorano e quindi hanno un reddito. E’ cresciuto l’ammontare dell’Imu, e questo permette al Comune di potere distribuire meglio le risorse e riprogrammarle. Se in città abbiamo una diminuzione della popolazione indigente, significa che possiamo destinare più risorse a disabili, anziani e altri servizi. La strategia amministrativa si è dimostrata efficace, perché la città è attrattiva».

Le sfide per il futuro

L’aumento demografico comporta una riprogrammazione di alcuni filoni amministrativi: «Bisognerà ad esempio ridefinire la mobilità e i trasporti pubblici indirizzandoli verso le nuove aree dove si concentrano le aziende e predisporre posti nelle scuole. Queste sono alcune delle sfide che ci attendono». —

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