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Origini e storia della Zampogna e dei Zampognari

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zampogna

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di Zornas Greco

La storia della zampogna è un affascinante viaggio attraverso il tempo e la cultura. La zampogna è uno strumento musicale a fiato che fa parte della famiglia degli aerofoni, caratterizzato da un tubo melodeon e da un insieme di canne sonore. La sua storia è profondamente radicata nella tradizione popolare, risalendo a centinaia di anni fa.

L’origine della zampogna è difficile da tracciare con precisione, poiché strumenti simili erano diffusi in molte culture antiche. Tuttavia, si ritiene che la versione europea della zampogna abbia radici nell’antica Grecia e nell’antica Roma. Nel corso dei secoli, la zampogna si è evoluta e ha assunto caratteristiche specifiche nelle diverse regioni d’Europa.

Nell’Europa meridionale, la zampogna ha una forte tradizione nelle zone rurali e montane. In particolare, l’Italia è famosa per la sua lunga storia legata a questo strumento. I primi zampognari, i suonatori di zampogna, erano spesso pastori che utilizzavano questo strumento per allietare le lunghe giornate trascorse a pascolare il bestiame sulle colline e nelle valli.

I suonatori di zampogna si esibivano in occasione di feste religiose e tradizionali, portando la loro musica nelle piazze dei villaggi e nelle case delle comunità. Una delle tradizioni più radicate in Italia è quella dei “zampognari di Natale”. Questi musicisti ambulanti si recano di casa in casa durante il periodo natalizio, suonando melodie natalizie per portare gioia e festività.

Zampognari

Oggi, sebbene la zampogna abbia perso in parte la sua funzione pratica nelle zone rurali, la tradizione è ancora viva in molte regioni d’Italia e di altri paesi europei. Puoi trovare zampognari che si esibiscono durante festival, eventi culturali, o addirittura per le strade delle città, portando avanti la ricca eredità musicale di questo strumento affascinante. La zampogna è anche spesso utilizzata in contesti musicali più ampi, contribuendo a preservare e diffondere la sua magia attraverso generazioni.

La zampogna è formata da una serie di quattro o cinque canne di legno, le quali sono tenute insieme da un ceppo, chiamato testale.

Nonostante le suddette canne suonino diverse tonalità e possiedano lunghezza variabile, nel caso della zampogna a cinque canne, tre di esse suonano lo stesso suono, tali canne vengono dette cardiu, masculu e trumbuni, le altre due sono melodiche (destra e manca).

Questo strumento aerofono, si caratterizza per le ance, le quali possono essere singole o doppie, realizzate in canna (o in plastica nei modelli moderni): ritroviamo le ance doppie nelle zampogne laziali, molisane e siciliane, mentre Basilicata e nord Calabria prediligono le semplici.

Nell’otre, sacca ricavata da una pelle di capra o di pecora, si innesta il testale: le zampe della capra vengono chiuse o annodate, tranne una a cui è applicato il gonfiatore, mentre al collo si attacca la zampogna.

Quando si suona lo strumento, l’aria entra nel gonfiatore e successivamente nell’otre, per poi farne uscire un suono in base alla pressione esercitata dallo zampognaro.

Esistono zampogne di diverse lunghezze, le quali sono stabilite con un metro di misura chiamato palmo.

In Basilicata si usano per lo più legni come acero, ciliegio e bosso, stagionati due anni: i pezzi ricavati dai tronchi vengono poi lavorati al torneo, dopo essere stati tagliati in quattro parti principali.

Anche le canne sono stagionate, mentre la pelle della capra utilizzata per la sacca viene conciata col sale; la pelle dell’animale viene rivoltata, dunque il pelo si trova nel lato interno.

In Calabria, prevale il legno di Erica arborea per le canne, mentre per le campane vari legni di alberi da frutto. La lavorazione avviene sempre al tornio e come decorazione è usato il corno di bue.

Creare una zampogna richiede circa un mese di lavoro: trattasi di un oggetto totalmente artigianale e anche gli utensili che servono a fabbricarla sono realizzati artigianalmente.

Ognuno dei maestri, crea questi strumenti da sé, con i materiali che ha reperito e che non cede a nessuno: la realizzazione della struttura della zampogna è un processo complesso, che soltanto chi conosce il mestiere riesce a trasformare in uno strumento musicale.

La cura della zampogna prosegue anche dopo la sua realizzazione, poiché lo strumento ha spesso bisogno di essere accordato ed essendo costituito da materiali naturali come pelle e legno, è suscettibile al variare delle temperature.

Uno degli aspetti più straordinari di questo oggetto unico nel suo genere, è che non esistono manuali di costruzione della zampogna: tutto avviene tramite le nozioni apprese in famiglia nei secoli e perfino l’accordatura della zampogna si fa ad orecchio e senza device tecnologici.

Nonostante questi artigiani non posseggano nozioni di musica, la loro sapienza è talmente grande che riescono ad accorgersi subito se qualcosa non va tramite un unico suono.

Spesso, quella della costruzione della zampogna è una tradizione che viene custodita gelosamente e tramandata di padre in figlio, per centinaia di anni. (Fonte handmadesound)

Zampognari
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