ORLANDO, Vittorio Emanuele in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

ORLANDO, Vittorio Emanuele

Enciclopedia Italiana (1935)

ORLANDO, Vittorio Emanuele

Amedeo Giannini

Giurista e uomo politico, collare dell'Annunziata, nato a Palermo il 19 maggio 1860. Iniziò l'insegnamento a Palermo nel 1882 come libero docente di diritto costituzionale. Straordinario di questa materia a Modena nel 1885, passò l'anno successivo ordinario a Messina; quindi a Palermo, dove insegnò diritto amministrativo (1888-1900), e nel 1901 all'università di Roma, a insegnare diritto pubblico interno fino al 1921 e quindi diritto costituzionale fino al 1931, quando lasciò volontariamente l'insegnamento.

L'opera scientifica dell'O. ha inizio nel 1881 col lavoro Della riforma elettorale, e prosegue in opere, studî e saggi che hanno fatto considerare l'O. come il fondatore della scuola giuridica italiana di diritto pubblico. Specialmente noti i suoi Principii di diritto costituzionale (1889) e i suoi Principii di diritto amministrativo (1890), in varie edizioni e traduzioni; ma particolare finezza rivelano le sue monografie, anche se di piccola mole. Fondò nel 1890 a Palermo l'Archivio di diritto pubblico, che alcuni anni dopo, con la collaborazione di altri pubblicisti italiani, fu ripreso col titolo di Rivista di diritto pubblico. Ha, infine, diretto il grande Primo trattato completo di diritto amministrativo italiano. La dottrina pubblicistica dell'O. è quella liberale e ad essa è informata la sua concezione e la sua condotta politica.

Nel 1897 fu eletto deputato per Partinico e poi sempre rieletto, finché il 7 agosto 1925 non rassegnò le dimissioni, in seguito ai risultati delle elezioni municipali di Palermo. Nella Camera dei deputati assunse rapidamente una posizione di prim'ordine e fu ministro della Pubblica istruzione nel secondo ministero Giolitti (1903-1905), di Grazia e Giustizia nel terzo ministero Giolitti (1907-1909) e nel secondo ministero Salandra (1914-1916), dell'Interno nel ministero Boselli (1916-1917). Fu presidente del Consiglio dei ministri dal 29 ottobre 1917: in quella grave ora storica della vita nazionale che seguì alla disfatta di Caporetto sostenne e diresse con alacre opera la resistenza morale del paese e sollevò con eloquenti discorsi lo spirito nazionale. Fu capo della prima delegazione italiana alla conferenza della pace dove, in condizioni difficili, contro la freddezza degli alleati e l'ostilità dell'associato, sostenne le rivendicazioni italiane fissate nel patto di Londra e il diritto di autodecisione della città italianissima di Fiume. Respinte queste richieste da Wilson, che contro il governo italiano osò appellarsi al popolo italiano, rispose con un fiero messaggio, abbandonando la conferenza: quando vi ritornò, riuscirono vani i suoi sforzi per una soluzione, sia pure di compromesso, che salvaguardasse i diritti dell'Italia vittoriosa. Un voto di sfiducia della Camera lo costrinse a dimettersi nel giugno del 1919. Con V. Scialoja partecipò, nella conferenza della pace, ai lavori della commissione che elaborò il patto della Società delle Nazioni.

Con l'avvento del fascismo al potere tenne dal banco di deputato un atteggiamento di benevola aspettativa, tanto che fu compreso nella lista nazionale della XXVII legislatura, ma poi passò all'opposizione; ritiratosi dalla vita politica si dedicò interamente agli studî e alla professione forense.

Nella politica, nella scienza, nell'università, nel foro, l'O. è stato una delle figure dominanti della vita italiana nel primo ventennio del secolo XX.

Opere: Della riforma elettorale, Milano 1881; La legislazione statutaria e i giureconsulti italiani del sec. XIV, Torino 1884; Le fratellanze artigiane in Italia, Firenze 1884; Della resistenza politica individuale e collettiva, Torino 1885; Diritto amministrativo e scienza dell'amministrazione, Bologna 1887; I criteri tecnici per la ricostruzione del diritto pubblico, ivi 1889; Principii di diritto costituzionale, Firenze 1889; Principii di diritto amministrativo, ivi 1890; Teoria giuridica delle guarentigie della libertà, Torino 1890; Saggio di una nuova teoria sul fondamento giuridico della responsabilità civile a proposito della responsabilità diretta dello stato, Palermo 1893; De la nature juridique de la représentation politique, Parigi 1895; Introduzione al diritto amministrativo: i presupposti, il sistema, le fonti, Milano 1900; La giustizia amministrativa, ivi 1901; Principes de droit public et constitutionnel, Parigi 1902; Le régime parlementaire en Italie, ivi 1907; Lo stato e la realtà, Milano 1911; Diritto pubblico generale e diritto pubblico positivo, ivi 1924; Discorsi per la guerra (con prefazione di O. Raimondo, tradotti in francese e in inglese), Città di Castello 1919; Dottrina generale dello stato di G. Jellinek (introduzione e capitoli aggiunti per l'edizione italiana), Milano 1921; Crispi, Palermo 1923; Discorsi per la guerra e per la pace (raccolti a cura di A. Giannini), Foligno 1923; La personalidad del Estado, Buenos Aires 1924; I criteri tecnici per la ricostruzione giuridica del diritto pubblico. Contributo alla storia del diritto pubblico italiano nell'ultimo quarantennio, Modena 1925; Recenti indirizzi circa i rapporti fra diritto e stato, Tivoli 1926; L'opera storica di M. Amari, Milano 1928; Su alcuni miei rapporti di governo con la Santa Sede, note e ricordi, Napoli 1930; Immunità parlamentari e organi sovrani, Tivoli 1933; Stato, Statuale, Statale, Saggio di filologia giuridica, Napoli 1933.

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