ADLER, Viktor in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

ADLER, Viktor

Enciclopedia Italiana (1929)

ADLER, Viktor

Ermanno Loewinson

Uomo politico,, austriaco, nato a Praga il 24 giugno 1852. Figlio d'un mercante ebreo, ancor bambino fu dai genitori condotto a Vienna, dove frequentò lo Schottengymnasium, stringendosi in amicizia col Pernersdorfer, che fu più tardi uno dei capi dei socialisti viennesi. Dedicatosi allo studio della medicina all'università di Vienna, s'interessò specialmente di chimica e di psichiatria, ma già da studente universitario si occupò di problemi sociali e politici. Laureatosi in medicina, sposò la scrittrice Emma Braun, sorella dei pubblicisti socialisti Enrico ed Adolfo, quindi attese all'esercizio della professione, che gli diede modo di conoscere da vicino la vita del proletariato. Datosi perciò alla politica, e conosciuti i capi dei lavoratori austriaci elaborò insieme col suo amico Pernersdorfer, con Schönerer, con Friedjung e Steinwender il programma che prese il nome dalla città di Linz, con obbiettivi nazionali e sociali ad un tempo. Un viaggio intrapreso da lui nel 1883 in Germania, in Isvizzera e in Inghilterra, per studiarvi gl'ispettorati di arti e mestieri, gli diede occasione di avvicinare Augusto Bebel e Federico Engels. Inoltre, gli procurò il materiale per un memoriale sull'ispettorato delle fabbriche nell'Europa occidentale. Per riunire i due gruppi in cui si era scisso il partito dei lavoratori austriaci, disorganizzato anche in seguito ai provvedimenti presi dal presidente del Consiglio conte Taaffe contro le mene anarchiche, l'A. fondò nel 1886 la settimanale Gleichheit, che, senza dipendere da alcuno di quei due gruppi, si metteva al servizio di essi, in modo che due anni dopo poté essere fondato a Hainfeld, nella Bassa Austria, il partito socialdemocratico austriaco. Nel 1889 la Gleichheit fu sospesa, e l'A. condannato a 4 mesi di carcere di rigore per aver biasimato l'azione delle autorità. In carcere tradusse dall'inglese in tedesco il libro di Stepniak, Il contadino russo.

Nel 1901 l'A. fu da un collegio di Vienna eletto deputato alla Dieta della Bassa Austria e nel 1905 al Reichsrat (Consiglio dell'impero), per rappresentare l'anno appresso il partito democratico sociale nella giunta per la riforma elettorale. In tale qualità, ebbe parte decisiva nella concessione del suffragio universale; in conseguenza del quale entrarono (1907) nel Parlamento austriaco non meno di 89 socialisti, formandovi il partito più compatto. Fattisi vivi più tardi i tentativi di separazione da parte dei socialisti cèchi egli tentò inutilmente di frustrarli, e nel congresso socialista internazionale di Basilea del 1912 s'adoperò per la pace universale. Così pure, durante la guerra mondiale, cercò di opporsi alla lotta dei popoli, e prese parte (1917) ai colloqui di Stoccolma tra rappresentanti socialisti in favore della pace. Costituitasi il 21 ottobre 1918 l'Assemblea nazionale dell'Austria tedesca, l'A. fece una dichiarazione a nome del partito socialdemocratico. Poi, il 31 di quello stesso mese, fu nominato segretario di stato per gli affari esteri, e propose al Consiglio di stato un telegramma al cancelliere tedesco, esprimente la speranza che rappresentanti austriaci partecipassero all'Assemblea costituente per la Germania. Morì l'11 novembre 1918, mentre si proclamava la repubblica dell'Austria tedesca.

Bibl.: G. Kolmer, Parlament und Verfassung in Oesterreich, Vienna-Lipsia 1902-1914, III, V, VII, VIII; L. Brügel, Geschichte der österreichischen Sozialdemokratie, 1922-1925; F. Freund, Das österreichische Abgeordnetenhaus, Vienna 1907; G. E. Herwig (Eduard Pichl), Die Entwicklung des Alldeutschtums in der Ostmark, I, Viena 1912; II, Vienna 1913; L. Brügel, in Neue österreichische Biographie, ed. Bettelheim, III, I, s. v.

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