Vanessa Redgrave, una vita da raccontare. "Ma il teatro resta il mio mondo, unico e parallelo" - la Repubblica

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Vanessa Redgrave, una vita da raccontare. "Ma il teatro resta il mio mondo, unico e parallelo"

La grande attrice parla di ricordi, palcoscenico e cinema in una conversazione con la "collega" Miriam Margolyes. Per entrambe, un legame con l'Italia. E la passione per la recitazione
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LONDRA - Il teatro al tempo del Covid, l’Italia e Franco Nero, l’importanza di Cechov. La leggendaria attrice inglese Vanessa Redgrave e la sua collega e amica da 50 anni Miriam Margolyes si sono confessate e abbandonate a una lunga, intima e rara conversazione sul Guardian di oggi, tra vita e palcoscenico.

Innanzitutto l’Italia, sorprendentemente altra cosa che lega le due interpreti di cinema e del teatro. Perché la 70enne Margolyes rivela di trovarsi in Italia, "in un piccolo studio di una casa di campagna” che possiede, “dove lavoro molto con la voce”, per doppiaggi e altri progetti. Più noto, invece, il legame di Vanessa Redgrave con l’Italia, ossia l’attore Franco Nero con il quale ha una relazione stabile da quasi vent’anni oramai, seppur a distanza. L’84enne attrice si trova in una casa nella campagna inglese, “dove non c’è connessione e quindi per lavorare, ossia fare la voce narrante della serie tv Call the Midwife, devo andare a Londra”. Mentre sul suo compagno 79enne, Redgrave spiega che Franco Nero “continua a lavorare in vari film e gestisce ancora un orfanotrofio sulle colline poco fuori Roma (si riferisce al Villaggio Don Bosco di Tivoli, ndr), cosa che fa da prima che lo conoscessi. Io invece ho una piccola compagnia cinematografia con mio figlio Carlo, e non è facile trovare sempre i finanziamenti necessari. Anzi, è sempre la cosa più complicata”.

Vanessa Redgrave con Franco Nero 

Le due donne passano poi ai ricordi comuni. “Eravamo insieme nel Partito rivoluzionario dei lavoratori!”, rammenta Margolyes, “e ci incontrammo alle manifestazioni con Frances de la Tour e Tom Kempinski. Eppure io provenivo da una famiglia ebraica che aveva sempre votato conservatore… Nonostante questo, ho presto preso la mia strada politica e non ho mai guardato indietro”. “E L’opera da tre soldi di Brecht che facemmo insieme nel 1972, la ricordi?”, risponde Redgrave. Ma anche qui ritorna l’Italia. Perché Margolyes cita quando “tu, Vanessa, nel 1988 avevi la parte in La discesa di Orfeo di Tennessee Williams (che considerava Redgrave la più brava di tutte, ndr) e il tuo ex marito Tony Richardson ti suggerì di recitare in italiano. E tu lo facesti!”.

Poi, ovviamente, il teatro. Complicatissimo nell’era Covid, con i teatri chiusi ancora chissà per quanto. Ma nonostante questo, un mondo parallelo “unico e speciale” secondo l’attrice premio Oscar: “Ogni secondo sul palco è unico”, afferma Redgrave, “è qualcosa che non hai mai sperimentato prima e soprattutto qualcosa che non sperimenterai mai più. Sono quei momenti meravigliosi per cui sai che, ciò che provi, si avvicina il più possibile alla vita reale. E impari così tanto da questa esperienza straordinaria, ogni volta: e cioè la bizzarria e la gloria del genere umano”. Redgrave parla anche di film: “Fare cinema mi ha dato così tanto, ha influenzato decisamente la mia vita”. E c’è una differenza con il teatro: “Sul palco tutto è abbastanza logico, anche quando il regista cerca di sorprenderti. Invece nel cinema basta calarsi nel momento e non devi chiederti che cosa sia accaduto prima. Proprio come nella vita”.

Una giovane Redgrave con Michelangelo Antonioni e Monica Vitti 

Infine, tra i tanti argomenti toccati nell’ampia intervista, Anton Checov. Secondo Redgrave, che anni fa ha interpretato Le tre sorelle mentre Margolyes Il giardino dei ciliegi, il grande drammaturgo russo “è il migliore del teatro classico. Perché scrive direttamente dalla vita”. Raccontando, in fin dei conti, “la farsa della vita”.