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APPROFONDIMENTI

Biografia


Nato a Cremona il 23 marzo del 1922, figlio di un assicuratore, Ugo Tognazzi è presto costretto ad abbandonare gli studi (cosa della quale non poco si dorrà col passare del tempo) e già a quattordici anni lavora negli stabilimenti del Salumificio Negroni. Segnato nell’estro dalle esperienze teatrali fatte sin dalla più tenera infanzia (a soli quattro anni aveva preso parte ad alcuni spettacoli di beneficenza), lo troviamo ben presto impegnato nelle recite della filodrammatica cittadina, presso il Dopolavoro, attività che durante la guerra, chiamato alle armi nei ranghi della Marina, lo porterà di stanza a La Spezia, impiegato nelle attività di intrattenimento dei soldati, protagonista di piccoli spettacoli a base di barzellette e imitazioni.

Il settembre del ’43 lo vede recuperare Cremona, determinato a continuare la sua attività artistica organizzando piccoli spettacoli di rivista nelle ore libere dal lavoro che svolge all’Ufficio Ammasso e Fieno. Ma la provincia gli sta ormai stretta, così si sposta a Milano in cerca di fortuna. È il 1945 e un concorso per dilettanti lo vede trionfare, procurandogli la prima scrittura con una compagnia di giro, che ben presto lo porta a farsi notare dall’ambitissima corte di Wanda Osiris: scritturato dalla “wandissima”, non esita a liberarsi dal contratto precedente pagando un’esosa penale e, pur stipendiato, resta in attesa di calcare le scene per la diva. Ma il tempo passa e la fine della guerra vede l’impresario svanire nel nulla e la compagnia della Osiris sciogliersi: per Tognazzi questa resterà la prima grande delusione della sua carriera. Ma ormai il suo nome è nel giro e il giovane attor comico non tarda a trovare una nuova scrittura con la compagnia di Erika Sandri, che lo porta in giro per l’ltalia, dal nord al sud, con “Viva le donne” di Marchesi. È solo l’inizio di una intensissima stagione che, sino al ’56, lo vede impegnato in un crescendo di successi: nella stagione 1946-’47, dopo essere stato in scena con “Bocca baciata”, è accanto a Macario in “Cento di queste donne”; nel 1948-’49 è ancora con Macario in “Febbre azzurra” e poi passa con la Masiero in “Paradiso per tutti”; nel ’49-’50 è tra i protagonisti di “Castellinaria” di Amendola, Gelich e Maccari, seguito nel ’50-’51 da “Quel treno che si chiama desiderio”. Mentre le scene salutano con successo i suoi numerosi impegni, il cinema inizia ad accorgersi di lui: è infatti del 1950 la sua prima esperienza su un set, chiamato tra gli interpreti de “I cadetti di Guascona” di Mario Mattoli. E se il decennio vedrà Tognazzi partecipe di altre 30 leggerissime commedie per lo schermo, il palcoscenico non cesserà certo di essere tra i suoi impegni, in un susseguirsi frenetico di lavori prestigiosi: “Dove vai se il cavallo non ce l’hai?” (’51-’52), “Ciao, fantasma” (’52-’53), “Barbanera, bel tempo si spera” (’53-’54), “Passo doppio” (’54 ’55).

Il 1955 è un anno cruciale per l’evolversi della carriera di Tognazzi: registra infatti il suo debutto nel teatro di prosa con la commedia di Bracchi “Il medico delle donne”, ma segna anche il consolidarsi del successo televisivo che, dalla fine del ’54, lo vede protagonista, in inseparabile coppia con Raimondo Vianello, di “Un, due, tre”, il fortunatissirno varietà della Rai che lo impegnerà con immutato entusiasmo sino al 1959. Sempre il 1955, d’altronde, porta a Tognazzi il prirno figlio, Ricky, avuto con la ballerina inglese Pat O’Hara, ma tanto non basta a placare la sua fama di tombeur de femmes, che alimenta i rotocalchi dell’ epoca contribuendo a fare di lui un personaggio chiacchieratissimo. E se nel 1956 assieme ad Agus e Zoppelli mette insierne una sua compagnia, con la quale porta in giro “Il fidanzato di tutte”, “Papà mio marito” e “L’uomo della grondaia”, va detto che Tognazzi appare sempre più preso nel vorticoso mondo del cinerna, che, sul far dei Sessanta, finirà per coinvolgerlo del tutto, non prima però di averlo visto debuttare nella regia teatrale, portando in scena e interpretando al Quirino di Roma “Gog e Magog”.

L’occasione per dare una svolta alla sua carriera giunge con “Il federale” di Luciano Salce: è il 1961 e, con la sua brillante e umanissima caratterizzazione del graduato delle brigate nere Primo Arcovazzi, Ugo Tognazzi rivela finalmente anche sul grande schermo le sue doti di interprete destinato a offrire il suo volto alla stagione d’oro della commedia italiana. D’altro canto, a conferma dell’impegno col quale negli anni Sessanta l’attore si dedica all’attività cinematografìca, nel ’61 giunge anche il suo esordio nella regia con “Il mantenuto”, primo di cinque film che, a cadenze più o meno regolari, l’attore vorrà dirigere nel corso degli anni (gli altri saranno: “Il fischio al naso”, ’67; “Sissignore”, ’68; “Cattivi pensieri”, ’76; “I viaggiatori della sera”, ’79; ai quali è da aggiungere, nel ’70, l’esperienza di regista della serie televisiva “F.B.I. Francesco Bertolazzi lnvestigatore”). Sono anni, questi, in cui il cinema è prodigo con Tognazzi di collaborazioni qualifìcate e di titoli rimasti fondamentali per la nostra cinematografia: con Salce gira “La voglia matta” (’62) e “Le ore dell’amore” (’63); con Dino Risi fa “La marcia su Roma” (’62) e subito dopo trova la consacrazione definitiva con “I mostri” (’63), entrambi interpretati accanto a Vittorio Gassman. Ma è soprattutto con Marco Ferreri che trova la chiave per definire un personaggio umanamente surreale in opere discusse e fondamentali come “Una storia moderna: l’ape regina” (’63), “La donna scimmia” (’64), “Controsesso” (’64) e “Marcia Nuziale” (’66).

La vita privata, intanto vede Tognazzi sposo per pochi mesi del ’63 dell’attrice norvegese Margarete Robsahm, dalla quale ha il secondo figlio, Thomas. Di questi stessi anni è del resto l’incontro con l’attrice Franca Bettoja, destinata a diventare prima sua compagna e poi (dal ’72) sua sposa. Polo d’attrazione di tutte le certezze degli anni della sua maturità, Franca Bettoja darà a Tognazzi altri due figli: Gianmarco, nel 1967, e Maria Sole, nel 1973.

L’ultimo scorcio dei Sessanta trova Tognazzi impegnato a smungere dalla sua già ricca filmografia le prestazioni più immediatamente d’evasione, cercando soggetti e autori in grado di qualificarne sempre più le acute doti d’interprete degli umori e delle debolezze della società contemporanea: in questo senso vanno le collaborazioni con Pietrangeli (“Io la conoscevo bene”, ’65), Germi (“L’immorale”, ’67), Giraldi (“La bambolona”, ’68), Scola (“Il commissario Pepe”, ’69) e Pasolini (“Porcile”, ’69). Ma questo è anche il periodo che registra la seconda grande delusione della carriera di Tognazzi: Fellini lo mette sotto contratto per il poi mai realizzato “Viaggio di Mastorna”, ma poi rinuncia a girare il film, lasciando l’attore con l’amarissima delusione di una consacrazione mancata, dalla quale cercherà di rifarsi accettando di interpretare Trimalcione nel “Satyricon” (’69) che Polidoro mette in cantiere a tempo di record per battere il contemporaneo progetto di Fellini.

Gli anni Settanta trovano Tognazzi interprete sempre più acuto, anche se non esente da scelte discutibili. L’incontro con Mario Monicelli produce due grandi successi come “Romanzo popolare” (’74) e “Amici miei” (campione d’incassi nel ’75), quello con Lattuada il pungente “Venga a prendere il caffé da noi” (’70), mentre con Risi realizza, tra gli altri, “ln nome del popolo italiano” (’71), “La stanza del vescovo” (’77) e “Primo amore” (’78). Accompagna lo scrittore Alberto Bevilacqua nelle prove cinernatografìche de “La Califfa” (’70) e “Questa specie d’amore” (’72) e ritrova il miglior Ferreri con “L’udienza” (’71) e soprattutto “La grande abbuffata” (’73), che gli regala il successo internazionale, bissato poi nel ’78 in chiave completamente diversa con “Il vizietto” di Edouard Molinaro.

Gli anni Ottanta lo accolgono sulla “Terrazza” di Ettore Scola (’80) ma soprattutto lo salutano straordinario interprete della “Tragedia di un uomo ridicolo” di Bernardo Bertolucci che gli procura il prernio per l’interpretazione al Festival di Cannes dell’81: è un traguardo che Tognazzi tocca con orgoglio, ma che purtroppo si tramuterà in motivo d’amarezza quando, negli anni successivi, constaterà che il cinema italiano non è più capace di offrirgli altri ruoli in grado di valorizzarlo. A parte “Il petomane” di Pasquale Festa Campanile (’83) e “Ultimo minuto” di Pupi Avati (’87), gli anni Ottanta cinematografìci di Tognazzi sono poco magnanimi. Il personaggio pubblico brilla come cuoco d’alta cucina in TV e nei libri di ricette che pubblica, e l’artista torna a calcare il palcoscenico accettando con orgoglio l’invito di Strehler a Parigi per recitare in francese alla Comédie Française i “Sei personaggi in cerca d’autore” e poi portando in scena in ltalia “L’avaro” di Molière con la regia di Missiroli (’88) e “M. Butterfly” (’89) a Milano.

Sono anni tristi, questi, tagliati dalla vena malinconica di una vitalità in esaurimento che declina spesso nella depressione. Bisognoso di conferme, Tognazzi le trova nel calore del clan familiare che affettuosamente lo circonda e nel successo col quale il pubblico accoglie il suo ritorno teatrale.

Muore per un ictus il 27 ottobre del 1990, a 68 anni: reduce dal set del telefilm Rai “Una famiglia in giallo” e in procinto di replicare a Roma il trionfo milanese del “M. Butterfly”.

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Curriculum


CINEMA

1950 – I cadetti di Guascogna
1951 – Auguri e figli maschi!
1951 – La paura fa 90
1951 – Una bruna indiavolata
1953 – L’incantevole nemica
1954 – Sua altezza ha detto: no!
1954 – Siamo tutti milanesi
1954 – Café Chantant
1954 – Se vincessi 100 milioni!
1955 – Milanesi a Napoli
1955 – Ridere, ridere, ridere!
1955 – La moglie è uguale per tutti
1958 – Domenica è sempre domenica
1958 – Mia nonna poliziotto
1958 – Totò nella luna
1958 – Marinai, donne e guai
1958 – Il terribile Teodoro
1959 – Fantasmi e ladri
1959 – Non perdiamo la testa
1959 – La Pica sul Pacifico
1959 – Le cameriere
1959 – Guardatele, ma non toccatele!
1959 – Psicanalista per signora
1959 – La duchessa di Santa Lucia
1959 – La sceriffa (NEW)
1959 – Assi alla ribalta
1959 – Noi siamo due evasi
1959 – Tipi da spiaggia
1959 – La cambiale
1960 – I baccanali di Tiberio
1960 – Genitori in blue-jeans
1960 – Tu che ne dici? …
1960 – Il principe fusto
1960 – Il mio amico Jekyll
1960 – Un dollaro di fifa
1960 – A noi piace freddo…!!!
1960 – Le olimpiadi dei mariti
1961 – Femmine di lusso
1961 – Psycosissimo
1961 – Gli incensurati
1961 – Sua Eccellenza si fermò a mangiare
1961 – Che gioia vivere!
1961 – Cinque marines per cento ragazze
1961 – Il federale
1961 – La ragazza di mille mesi
1961 – Pugni, pupe e marinai
1961 – I magnifici tre
1961 – Il mantenuto
1962 – La voglia matta
1962 – Una domenica d’estate
1962 – La cuccagna
1962 – I tromboni di Fra’ Diavolo
1962 – I motorizzati
1962 – La marcia su Roma
1963 – RoGoPag, ep. Il pollo ruspante
1963 – Il giorno più corto
1963 – Le ore dell’amore
1963 – La donna degli altri è sempre più bella
1963 – Una storia moderna: l’ape regina
1963 – I mostri
1963 – Il fuorilegge del matrimonio
1964 – La donna scimmia
1964 – Follie d’estate
1964 – Liolà
1964 – Alta infedeltà, ep. Gente moderna
1964 – La vita agra
1964 – Il magnifico cornuto
1964 – Controsesso, ep. Il professore
1965 – I complessi, ep. Il complesso della schiava nubiana
1965 – Una moglie americana
1965 – Oggi, domani, dopodomani, ep. L’uomo dei cinque palloni
1965 – Io la conoscevo bene
1965 – Ménage all’italiana
1966 – Marcia nuziale
1966 – Una questione d’onore
1966 – I nostri mariti
1966 – Le piacevoli notti
1967 – L’immorale
1967 – Il fischio al naso
1967 – Il padre di famiglia
1968 – Straziami, ma di baci saziami
1968 – Barbarella
1968 – Sissignore
1968 – La bambolona
1969 – Satyricon
1969 – Porcile
1969 – Nell’anno del Signore…
1969 – Il commissario Pepe
1970 – Cuori solitari
1970 – Splendori e miserie di Madame Royale
1970 – Venga a prendere il caffé…da noi
1970 – La califfa
1971 – Stanza 17/17 palazzo delle tasse, ufficio imposte
1971 – La supertestimone
1971 – In nome del popolo italiano
1972 – Questa specie d’amore
1972 – L’udienza
1972 – Il Maestro e Margherita
1972 – Il generale dorme in piedi
1973 – Vogliamo i colonnelli
1973 – La grande abbuffata
1973 – La proprietà non è più un furto
1974 – Non toccare la donna bianca
1974 – Permettete, signora, che ami vostra figlia?
1974 – Romanzo popolare
1975 – La mazurka del barone, della santa e del fico Fiorone
1975 – La smagliatura
1975 – Amici miei
1975 – Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca
1975 – L’anatra all’arancia
1976 – Telefoni bianchi
1976 – Cattivi pensieri
1976 – Signore e signori, buonanotte
1976 – Al piacere di rivederla
1977 – La stanza del vescovo
1977 – Nené
1977 – Casotto
1977 – Il gatto
1977 – I nuovi mostri
1978 – La mazzetta
1978 – Dove vai in vacanza?
1978 – Il vizietto
1978 – Primo amore
1979 – L’ingorgo – Una storia impossibile
1979 – I viaggiatori della sera
1980 – Arrivano i bersaglieri
1980 – Il vizietto II
1980 – I seduttori della domenica
1980 – Sono fotogenico
1980 – La terrazza
1981 – La tragedia di un uomo ridicolo
1982 – Scusa se è poco
1982 – Amici miei atto II
1983 – Scherzo (del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante di strada)
1983 – Il petomane
1984 – Dagobert
1984 – Fatto su misura
1984 – Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
1985 – Matrimonio con vizietto
1985 – Amici miei atto III
1986 – Yiddish Connection
1987 – Ultimo minuto
1988 – Arrivederci e grazie
1988 – I giorni del commissario Ambrosio
1989 – Tolérance
1990 – La battaglia dei tre tamburi di fuoco

 

PREMI E RICONOSCIMENTI

David di Donatello
La califfa (1970)
Amici miei (1975)

Nastro d’argento
Una storia moderna: l’ape regina (1963)
Io la conoscevo bene (1965)
La bambolona (1969)
La tragedia di un uomo ridicolo (1981)

Festival di Mar del Plata
I mostri (1963), ex aequo con Vittorio Gassman
Il commissario Pepe (1969)

Palma d’oro al Festival di Cannes
La tragedia di un uomo ridicolo (1981)

 

TEATRO

1944 – Spettacolissimo
1944 – Si chiude (quasi) all’alba
1945 – Vive le donne!
1945 – Polvere negli occhi
1945 – Polvere di Broadway
1946 – Bocca baciata
1946 – Cento di queste donne
1946 – Cavalcata di donne
1948 – Febbre azzurra
1948 – Paradiso per tutti
1949 – Castellinaria
1950 – Quel treno che si chiama desiderio
1951 – Dove vai se il cavallo non ce l’hai, di Scarnicci e Tarabusi
1952 – Ciao fantasma, di Scarnicci e Tarabusi
1953 – Barbanera, bel tempo si spera
1954 – Passo doppio, di Scarnicci e Tarabusi
1955 – Campione senza volere
1955 – Il medico delle donne
1956 – Il fidanzato di tutte (The Tender Trap)
1957 – Uno scandalo per Lilli
1957 – Papà mio marito (La femme à Papa)
1957 – L’uomo della grondaia (ad. Le Coup de Fouet)
1960 – Gog e Magog
1975 – Il Tartufo
1986 – Sei personaggi in cerca d’autore
1988 – L’avaro
1989 – M. Butterfly

 

TELEVISIONE

VARIETA’
1954/1959 – Un, due, tre
1956 – Giro a segno
1974 – Milleluci
Tognazzi e Vianello al “Giro d’Italia”

SERIE TELEVISIVE
1970 – F. B. I. Francesco Bertolazzi Investigatore
1985 – Sogni e bisogni
1987 – Qui c’est ce garcon?
1990 – Una famiglia in giallo

TRASMISSIONI DEDICATE A UGO:
1981 – Risotto amaro
1982 – Movie Movie
1993 – 1…2…3 Tognazzi!
5 Ottobre 2004 – “Sky Cinema Classics”
10 Dicembre 2005 – Ugo, nessuno, centomila

 

PUBBLICITA’

Ugo Tognazzi e Negroni
Ugo Tognazzi e Cinzano
Ugo Tognazzi e Stock

 

LIBRI DI CUCINA

L’abbuffone
Il rigettario
La mia cucina
Afrodite in cucina

 

CANZONI DI UGO

Risotto amaro
Maionese
Se tu m’amassi come t’amo io
La pasta asciutta… io ti amo
Canzone messicana
Teddy Boy
Marlon Brando
Don Abbondio
Canzone dedicata alla mamma
Canzone dedicata al Capo Stazione aggiunto
Canzone dedicata al medico ordinario