Ndicka dimesso dall’ospedale di Udine: ora il caso arriva in Parlamento
Il giocatore ha lasciato il nosocomio: «Trauma toracico». Udinese-Roma potrebbe riprendere il 25 aprile: si saprà venerdì
Pietro OleottoUDINE. «Sta bene, sta bene». A metà pomeriggio la conferma delle condizioni di Evan Ndicka arriva dall’amico-nemico, Hassane Kamara, il connazionale ivoriano dell’Udinese che, dopo la visita nella notte di domenica, anche lunedì è tornato all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, da dove il difensore della Roma è stato dimesso lunedì sera, prendendo immediatamente la via della Capitale in treno.
Subito dopo il comunicato del club giallorosso che mette la parola fine sull’episodio che ha decretato la sospensione di Udinese-Roma al minuto numero 71 sul risultato di 1-1. Troppe le incognite in quel momento della partita, con il dubbio atroce sollevato dal tecnico Daniele De Rossi nel colloquio col collega bianconero Gabriele Cioffi, alla presenza dell’arbitro Pairetto: «E se succede l’irreparabile e arriva la notizia mentre giochiamo?».
Adesso si può dire che il timore di un attacco cardiaco è superato. Come ha spiegato la stessa Roma: «In seguito a un dolore acuto precordiale e alterazioni aspecifiche all’elettrocardiogramma effettuato in sala di prima urgenza allo stadio il giocatore Evan Ndicka è stato ricoverato.
Sono stati effettuati controlli cardiologici di primo e secondo livello risultati negativi per patologia cardiaca. Alla luce degli ultimi esami il quadro clinico è compatibile per trauma toracico con minimo pneumotorace sinistro. Il calciatore è stato dimesso ed effettuerà ulteriori controlli a Roma».
Poi tutta una serie di attestazioni e ringraziamenti del club giallorosso citando l’Udinese, il pubblico presente e il personale medico e sanitario. «Tutti insieme, in quei minuti concitati e di apprensione, abbiamo dimostrato i valori dello sport e messo al primo posto la salvaguardia della vita».
Il Friuli tira un sospiro di sollievo e incassa complimenti per la sportività dei suoi tifosi. «Sarebbe successo ovunque, ma è successo a Udine ed è giusto sottolinearlo e riconoscere la civiltà di chi era allo stadio», ha postato sui propri profili social il ministro dello Sport, Andrea Abodi, pronto ad accodarsi al «gesto di civiltà e rispetto» segnalato a caldo dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanni Malagò: «È in assoluto un bel precedente. Tutti sono stati bravi; allenatori, le squadre, bravo l’arbitro. Bene da ogni punto di vista», ha spiegato il presidente del Coni, condensando il pensiero dei presenti nel “salone di casa” durante l’assegnazione del premio Enzo Bearzot, il “Grande Vecio”, a Simone Inzaghi.
Il presidente della Figc, invece, ha voluto commentare l’episodio nel quadro di una giornata che fatto registrare la morte di un giocatore dei dilettanti in Toscana, Mattia Giani: «Siamo di fronte a una tragedia che ha scosso tutti, avvenuta peraltro nell’anniversario della morte del compianto Piermario Morosini e nella stessa sera in cui ha accusato un malore anche Ndicka. Eventi così drammatici ci ricordano come la prevenzione debba essere sempre una priorità».
Un argomento che ha trovato spazio anche in Senato: «Fino a quale limite sono portati i giocatori negli allenamenti? Come avvengono realmente le visite mediche?», si è chiesta Daniela Sbrollini di Italia Viva, mentre Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha commentato: «Questi episodi sono troppo frequenti e va fatta chiarezza sulle dimensioni numeriche e sulle cause».
A livello sportivo ci si interroga, invece, sulla data della prosecuzione della partita che riprenderà per gli ultimi 19’ (più recupero) dall’1-1. La decisione dopo i verdetti dei quarti di finale di Europa League che vede impegnata anche la squadra di De Rossi, contro il Milan.
Venerdì la decisione: probabile il 25 aprile, visto che, a differenza di Atalanta e Fiorentina (che devono recuperare la gara rinviata per la morte dell’ad viola Joe Barone), Udinese e Roma non sono ancora in lizza per la Coppa Italia. —
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