Fototrappola: Come Funziona, Cos'è E Come Impostarla

Fototrappola

Fototrappola: Come Funziona, Cos’è e Come Impostarla

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migliori fototrappole

ACTION BEAR

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HAPIMP

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3.7/5

COOLIFE

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Fototrappola: come funziona

La fototrappola è un dispositivo ampiamente utilizzato per scopi naturalistici ma anche per motivi di sicurezza, quando si configura cioè la necessità di controllare costantemente la proprietà privata.

Infatti tale macchinario è in grado di attivarsi ogni volta che rileva un movimento e di registrare l’autore di esso: risulta quindi evidente la sua utilità in presenza di animali selvatici in cerca di cibo o di esseri umani malintenzionati.

Essendo un’evoluzione della tradizionale macchina fotografica, la fototrappola è stata studiata appositamente per entrare in funzione soltanto nel momento del bisogno, e questa caratteristica le consente di assumere uno stato di stand-by anche prolungato nel tempo, garantendo una durata delle batterie molto vantaggiosa.

Inoltre, a differenza delle sue antenate, essa è in grado di vedere anche in condizioni di oscurità totale, grazie all’emissione di raggi infrarossi che non sono visibili né dagli uomini né dagli animali, lasciandoli così agire indisturbati e assicurando una ripresa assolutamente realistica.

Qualsiasi fotocamera, da un punto di vista estetico, viene realizzata in modo tale da mimetizzarsi perfettamente con l’ambiente naturale, riproducendo fantasie mimetiche e tonalità cromatiche che richiamano la corteccia degli alberi e i colori del sottobosco.

Questo è un vantaggio non trascurabile se si considera che i tradizionali sistemi di videosorveglianza sono decisamente (e volutamente) appariscenti e quindi possono facilmente essere raggirati da parte degli animali o dei malintenzionati.

La qualità delle immagini riprodotte, diversamente da come si potrebbe immaginare, è nettamente superiore nel caso della fototrappola rispetto alle videocamere da custodia, di conseguenza viene garantita una maggiore possibilità di riconoscimento del soggetto inquadrato, senza fastidiose interferenze legate all’elaborazione a pixel.

L’elemento centrale del suo funzionamento è rappresentato dal sensore di movimento, in grado di attivarsi automaticamente non appena rileva spostamenti dell’aria circostante, anche a distanze significative.

Una volta che il sensore si accende, entra in azione la funzione di registrazione audio e video, che si avvale di un generatore di radiazioni elettromagnetiche a frequenza infrarossa, fondamentale per la visione notturna.

I modelli di fototrappola più sofisticati hanno integrate le opzioni di selezionare la modalità foto o video, il numero di fotografie che devono essere scattate, la qualità delle riprese e la lunghezza della registrazione.

Questi innovativi sistemi di videosorveglianza non appena rilevano un qualsiasi movimento vengono attivati per scattare foto e riprendere video, in condizioni di luce e di buio poiché sfruttano raggi infrarossi invisibili all’occhio umano.

come funzionano le fototrappole

Chiunque sia l’intruso pertanto, non si accorge di essere sotto osservazione e si comporta con assoluta naturalezza: tale condizione è particolarmente utile per animali che possono essere ripresi nel loro habitat e secondo abitudini innate e non condizionate dalla presenza dell’uomo.

I video e le foto vengono successivamente registrati in una scheda di memoria interna, e nei modelli dotati di modulo GPRS possono anche essere inviati in tempo reale allo smartphone oppure tramite mail a un ricevente.

In questo modo gli animali sono soggetto di controllo da remoto 24 ore su 24, utilizzando apposite app per dispositivi mobili.

I maggiori vantaggi di questi apparecchi per animali sono i seguenti:

  • installazione semplice, intuitiva e rapida;
  • alimentazione priva di cavi elettrici, poiché sfrutta batterie a lunga durata;
  • possibilità di utilizzo sia all’interno che all’esterno;
  • compattezza;
  • facilità di mimetizzazione;
  • versatilità di impiego;
  • costi contenuti;
  • ottimo rapporto qualità/prezzo.

Tra gli impieghi di questi apparecchi, uno dei più utilizzati per scopi di pubblica utilità è relativo al controllo dello sversamento abusivo di rifiuti: in simili situazioni infatti la videosorveglianza si è confermata un prezioso strumento di deterrenza per atti irregolari e non consentiti nel settore ambientale.

Grazie alla distribuzione strategica di fototrappole mobili di ultima generazione, è possibile monitorare ampie zone di territorio di qualsiasi genere.

Le fototrappole vengono posizionate nelle zone più a rischio per la discarica abusiva di rifiuti, quando materiali di scarto vengono gettati nell’ambiente senza rispettare le dovute regole igienico-sanitarie.

Il personale deputato al controllo delle aree in esame, servendosi della trasmissione dati offerta dal GPRS, può controllare da remoto in tempo reale le zone incriminate, programmando interventi in caso di necessità.

come posizionare fototrappola

I dispositivi di solito svolgono sorveglianza su aree boschive, zone pianeggianti disabitate, magazzini, cantieri, parcheggi, terreni deputati all’allevamento, abitazioni isolate, industrie.

Un altro settore di applicazione delle fototrappole è lo studio e il controllo della fauna selvatica, inserita nel suo habitat naturale.

A differenza delle tradizionali macchine fotografiche che soprattutto di notte scattano foto con il flash e quindi spaventano gli animali sia per la luce che per il rumore, le fototrappole sono silenziosissime, non emettono radiazioni luminose e possono essere facilmente mimetizzate fino a scomparire del tutto dalla vista.

Dai reperti ottenuti (foto o video) è facile riconoscere le varie specie di selvatici, anche sfruttando i minimi dettagli che vengono evidenziati dalle riprese.

Le tecniche video-fotografiche sono talmente precise che consentono di distinguere i disegni del mantello, la forma degli occhi, oltre che le tonalità cromatiche del pelo, tutti requisiti essenziali per identificare le varie specie.

In questo modo, si possono monitorare gli eventi migratori, il parto e lo svezzamento dei cuccioli, il corteggiamento e l’accoppiamento, e la presenza di animali ammalati che tendono a isolarsi dal branco.

Inoltre viene documentata in maniera definitiva la presenza di alcuni esemplari in determinate aree, considerate non di loro pertinenza, con indicazioni irripetibili per le ricerche etologiche.

Sfruttando una tecnica non invasiva ma estremamente particolareggiata e quindi sicura, la videosorveglianza tramite fototrappole, oltre ad azzerare l’impatto ambientale sulla fauna, fornisce informazioni inconfutabili.

Come posizionare la fototrappola

Il presupposto fondamentale per procedere al fissaggio delle fototrappole è l’individuazione del punto che offre la maggiore probabilità di passaggio degli elementi da riprendere.

Per quanto riguarda i selvatici, si tratta generalmente di un sentiero, un ruscello, una tana o una roccia sotto cui trovare riparo; tutti questi tipi di marcatura vengono individuati analizzando eventuali tracce rilevabili sul terreno.

Una volta stabilito il punto di applicazione, bisogna valutare attentamente la distanza di rilevamento dal sensore, che non deve scendere sotto a un valore minimo, poiché altrimenti la ripresa sarebbe inutilizzabile.

L’angolo del campo visivo è un fattore altrettanto importante poiché consente di inquadrare zone più o meno estese di territorio, in relazione all’ampiezza dell’obiettivo.

Un altro indice da valutare per il posizionamento delle fototrappole è l’intensità dei LED infrarossi e la loro distanza dai soggetti inquadrabili: quando infatti gli animali sono troppo vicini all’apparecchio, le loro sagome risultano sfocate e quindi inutili.

Una caratteristica di estrema rilevanza è collegata alla morfologia del terreno, che deve essere possibilmente pianeggiante poiché in caso contrario la fototrappola non sarebbe parallela al terreno, condizione indispensabile per realizzare riprese di buon livello.

Il supporto ideale per montare un simile prodotto è un tronco o un grosso ramo di albero, con un diametro di almeno 15 cm, che garantisce stabilità e sicurezza.

In queste condizioni, si può procedere a montare la fototrappola a un’altezza compresa tra 20 e 50 cm dal terreno.

È preferibile posizionarla verso settentrione per evitare che i raggi luminosi colpiscano i sensori, utilizzando la cinghia in dotazione che la collega in modo affidabile all’albero.

Per regolare correttamente l’inclinazione dello strumento, è consigliabile servirsi del supporto a vite, che grazie alla sua estrema adattabilità si può posizionare su qualsiasi substrato.

Per avere la certezza di avere inclinato correttamente l’obiettivo della fototrappola verso il terreno, si può procedere con un puntatore laser che verifica i dati del walk test.

Dopo aver montato il dispositivo, è indispensabile procedere al suo camuffamento, spostando e tagliando la vegetazione per creare un contorno assolutamente naturale, che da un lato garantisce una buona visione alla fototrappola e d’altro lato non spaventa gli animali.

Bisogna tenere conto del fatto che in presenza di folate di vento il movimento di rami e foglie potrebbe far scattare inutilmente la fototrappola.

come nascondere una fototrappola

Per evitare questo rischio, è indispensabile creare un’area vuota circolare intorno alla fototrappola, per evitare che venga a contatto con la vegetazione.

Una volta ultimato il montaggio, è sempre consigliabile servirsi di uno spray copri-odori, per eliminare tracce umane nella zona.

Prima di allontanarsi bisogna sincerarsi che la fototrappola sia stata attivata dopo aver rilevato le coordinate GPS del sito di osservazione.

È sempre meglio scattare qualche foto di prova e girare un breve filmato per controllare la funzionalità dell’apparecchio, prima di metterlo in azione definitivamente.

Le pile di ultima generazione garantiscono una prolungata autonomia poiché i sensori si attivano soltanto quando passa qualche animale, mentre per il restante tempo rimangono spenti.

Di conseguenza viene ottimizzato il consumo, che si verifica unicamente in seguito all’attivazione.

Il fototrappolaggio è una tecnica che dipende essenzialmente dalla presenza di sensori che vengono attivati dal passaggio di persone o animali nel suo raggio d’azione.

Pur essendo di dimensioni abbastanza compatte, questi dispositivi racchiudono al loro interno un vero e proprio cervello elettronico, costituito da sensori di movimento passivo che si attivano soltanto nel momento in cui vengono rilevate vibrazioni del campo magnetico circostante; questo provoca l’avvio di una ripresa video oppure lo scatto di una foto.

I dispositivi, che sono programmabili dal proprietario, funzionano anche al buio poiché sono forniti di LED a infrarosso che consentono di osservare scene anche in completa assenza di luce.

Le fototrappole al buio sono totalmente invisibili all’occhio umano e anche a quello animale, a patto di montare LED molto potenti di almeno 940 nanometri.

Sono proprio questi dispositivi a illuminare alla perfezione il punto di ripresa, emettendo un fascio luminoso che rende visibile la scena notturna.

In condizioni di stand-by, questi apparecchi garantiscono un’autonomia di molte settimane se non addirittura di mesi, durante cui vengono attivate soltanto nel momento di passaggio della fauna selvatica.

È comunque necessario seguire alcune regole per utilizzare consapevolmente le fototrappole: innanzitutto bisogna rispettare l’ambiente naturale in cui si inseriscono, per non alterare l’habitat della fauna.

È necessario inoltre evitare controlli troppo frequenti al dispositivo, che potrebbero allertare i selvatici, spingendoli a cambiare i loro percorsi.

Il montaggio e lo smontaggio delle apparecchiature deve avvenire nel massimo silenzio, per non spaventare gli animali che altrimenti potrebbero disertare per sempre il luogo.

È sempre consigliabile evitare il montaggio delle fototrappole nei luoghi di letargo oppure nei pressi di tane e nidi attivi, per non alterare l’equilibrio tra fauna selvatica e vegetazione.

È altrettanto sconsigliato posizionare fototrappole nei pressi di abbeveratoi, che soprattutto durante i periodi caldi devono poter essere frequentati in libertà dagli animali.

fototrappola durata batteria

Come nascondere una fototrappola

Pur essendo strumenti compatti e poco ingombranti, le fototrappole possono essere visibili dagli animali, poiché il loro aspetto è in contrasto con quello di alberi e cespugli.

Pertanto è necessario camuffarle in mezzo alla vegetazione, scegliendo comunque un punto dove le fronde non siano troppo finte, poiché altrimenti sfiorando il dispositivo potrebbero attivare inutilmente in sensore di movimento.

Il punto di osservazione ideale è quindi un ramo robusto (diametro superiore a 15 cm), piuttosto isolato e alto, da cui è possibile godere di un ampio campo visivo.

La fototrappola dovrà essere fissata al ramo prescelto mediante la cinghia in dotazione, che deve essere stretta adeguatamente per non lasciare nessuno spazio con la corteccia del ramo.

Se non sono disponibili alberi poiché lo strumento deve controllare un terreno pianeggiante e privo di vegetazione, è necessario utilizzare un palo della luce: in questo caso l fototrappola deve essere rivestita superiormente e inferiormente da rami ricoperti di foglie, disposti in maniera tale da lasciare un corridoio libero in corrispondenza dell’obiettivo.

Quando la fototrappola viene montata su un edificio, di solito si scelgono le zone murali periferiche, vicine agli spigoli, per garantire la massima ampiezza del campo visivo.

In questi casi si può montare lo strumento sotto a un portalampada esterno, che funge anche da protezione in caso di eventi climatici avversi.

Fototrappola: durata batteria

La struttura delle fototrappole prevede un’alimentazione cordless che sfrutta le prestazioni di batterie alle celle di litio; la loro durata è molto alta, e può superare alcuni mesi in condizioni di stand-by.

Tenendo conto del fatto che i sensori di movimento si attivano soltanto periodicamente nel momento in cui qualche sagoma attraversa il loro raggio d’azione, i reali tempi di funzionamento della fototrappola sono molto limitati.

Questo spiega la prolungata durata delle batterie, che grazie a tecnologie di ultima generazione, risultano termo-isolate e quindi non vengono interessate da variazioni di temperatura.

Essendo sigillate con un doppio strato di gomma siliconata, le fototrappole non subiscono infiltrazioni di umidità che potrebbero deteriorare le batterie, pertanto il loro funzionamento è garantito nel lungo periodo e mantiene inalterate le prestazioni di rilevamento sia diurno che notturno.

L’impiego dei sensori notturni a LED infrarosso consuma maggiore energia rispetto a quelli diurni, per cui se le riprese sono effettuate prevalentemente al buio, la durata delle batterie è sensibilmente inferiore.

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3 commenti su “Fototrappola: Come Funziona, Cos’è e Come Impostarla”

    • Buongiorno Ugo,

      Le immagini diurne, in genere, sono sempre a colori. Di notte, invece, le immagini sono nel 99% dei casi in bianco e nero.

      Rispondi

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