Race Around Rwanda: la gravel Ultra-Endurance africana di Thomas e Stephanie Daddi - Pianeta Mountain Bike

Race Around Rwanda: la gravel Ultra-Endurance africana di Thomas e Stephanie Daddi

Nel cuore dell'Africa, il Rwanda ospita una delle gare di ciclismo più esigenti e affascinanti al mondo: la Race Around Rwanda (RaR), giunta quest’anno alla quarta edizione. Tra i 4 italiani in gara, c’erano anche Thomas Andrew Daddi e sua sorella Stephanie Lee che ci raccontano la loro avventura con un diario a due voci.

Nel cuore dell'Africa, il Rwanda ospita una delle gare di ciclismo più esigenti e affascinanti al mondo: la Race Around Rwanda (RaR), giunta quest’anno alla quarta edizione.

 

race around rwanda 2024

 

Questa competizione di ultra endurance si snoda in un viaggio di circa 6 giorni attraverso la "Terra delle Mille Colline". Con un percorso di quasi 1.000 km e 17.000 metri di dislivello, la RaR offre un mix unico di bellezza e brutalità.

 

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Il 40% del tracciato è su sterrato, mentre il resto si sviluppa su asfalto. I partecipanti si confrontano giorno e notte con nebbia, pioggia, gran caldo, strade fangose, polvere e continue salite e discese. Tutto ciò senza assistenza. I partecipanti devono portare con sè il proprio bagaglio e non possono utilizzare supporto esterno. Tuttavia, alcuni checkpoint offrono opzioni di alloggio di base e pasti caldi.

 

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È una prova di resistenza fisica, ma anche un'occasione unica per immergersi nei paesaggi nella cultura accogliente del Rwanda. La vera sfida di questa gara, però, è portarla a termine. Dei 100 ciclisti che hanno preso il via il 4 febbraio alle 5 del mattino da Kigali, infatti, solo 60 sono stati classificati come finisher. 

 

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Il primo a tagliare il traguardo, il 6 febbraio poco prima dell'01:00 ora locale, è stato il kenyano Vincent Chege Kibinu, che ha compiuto una straordinaria rimonta sul connazionale Kenneth Karaya. Kenneth ha perso un'ora a causa di un errore di percorso e ha incontrato ulteriori difficoltà, tra cui il buio senza luci, dopo due notti senza riposo. Vincent è così diventato il primo vincitore africano di questo evento di ultra endurance ciclistico.

 

 

La prima donna finisher, la tedesca Ariane Richter, è arrivata a Kigali il 6 febbraio alle 6:00 del mattino, due giorni dopo il vincitore maschile, mantenendo un ritmo costante per tutta la durata della gara e pedalando attraverso l'ultima notte.

 

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Tra i 4 italiani in gara, c’erano anche Thomas Andrew Daddi e sua sorella Stephanie Lee che ci raccontano la loro avventura con un diario a due voci, offrendo una prospettiva intima e personale che svela l'essenza della RaR, attraverso le immagini scattate da loro stessi durante il viaggio, che catturano la maestosità dei paesaggi rwandesi e incontri significativi con la popolazione locale, riflettendo l'autentico spirito della Race Around Rwanda.

 

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Per Thomas e Stephanie, la partecipazione a questo evento rappresentava ben più che la semplice competizione o un'avventura eccezionale; era un'opportunità per ampliare il loro bagaglio di conoscenze. Ogni pedalata in Rwanda non è solo un passo verso il finish, ma un avanzamento verso nuove idee da implementare nel PuntAla Camp&Resort, di proprietà di Thomas.

 

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Qui, si promuove uno stile di vita attivo e sostenibile e l'esplorazione di nuove sfide è all'ordine del giorno. Si pensi al debutto dell'Enduro World Series nel 2013 o la Gravel Challenge del 2016.È un viaggio ricco di ispirazioni, da condividere e trasformare in realtà, per mostrare come lo sport possa essere un potente catalizzatore di crescita e condivisione.

 

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DOMENICA

Thomas “Iniziamo a conoscere gli altri atleti in gara, un bel gruppo di audaci personaggi. 

Ci confrontiamo i kit sulle bici... penso di dover alleggerire un po', anche se non è facile scegliere a cosa rinunciare in un assetto già minimalista”.

 

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Ore 5.00 PARTENZA

Stephanie: “Siamo partiti con il fresco e la nebbia, temperatura piacevole, visibilità minima, nebbia magica. Ad un tratto, nell'unica zona scarsamente popolata del paese (ora ho capito perché...) è apparso il sole, con temperatura in salita fino a 40 gradi. Il percorso era in salita su sterrato. È stato devastante. Ero sempre a bere. Per i primi 20 km era consentito stare in scia. Ho approfittato con Thomas davanti. Poi davanti a lui si è piazzato un fortissimo ragazzo ruandese che ci ha trainato a tutti e due. Sono stata al passo con Tom per qualche km ancora di sterrato, poi ho rallentato per un problema alla catena e l’ho visto sparire nella nebbia, una lucina rossa che si allontanava.

 

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Mi era anche caduta l'unica giacca anti pioggia. Pace, mi sarei arrangiata. Invece me l'hanno riportata altri partecipanti. Gliel'avevano data i bimbi che l'hanno trovata per strada, bimbi ai quali mancano i beni di prima necessità. Fa riflettere.


Ora ero davvero in solitaria, ma non per molto: ragazzini ovunque a darmi carica, battermi il cinque, toccarmi la bici. Check point 1 raggiunto. 175km e 2330 m di dislivello percorsi, 825km da fare. Stephanie “Stasera provo a togliere un po' di questa terra da gambe e bici. Dormo quanto basta, parto presto e magari raggiungo Thomas che è 40 km più avanti.”

 

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LUNEDÌ

Stephanie: “Dopo una mega colazione, parto ora locale 3:30 per un'altra giornata in sella. Problemi da risolvere: infiammazione al ginocchio, irritazione a sedere e mani, formicolio ai piedi. E catena che cade. Per il resto tutto ok, la testa regge”.


Thomas “Sono Partito stamani alle 4:00. Ci sono volute 12 ore per fare solo 150km a causa del terreno sterrato pieno di pietra vulcanica su cui si mantiene un andamento molto lento. Ora sono arrivato al Check Point 2, e ho davanti almeno altre otto ore, compreso il passaggio per una montagna sopra i 3000 metri, per arrivare alla città di confine con la RDC, Gisenyi. Ora mi mangio un pasto caldo e poi ci penso”.

 

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Stephanie: “Stamattina sono salita fino a 2800 mt, il punto più alto del percorso accompagnata da nubi perenni, per poi affrontare 75 km di sterrato che non finivano più. L'ultima lunga discesa l'ho finita entro il tramonto (qui il sole sparisce in 10 minuti) per poi ritrovarmi a fare i 15 km di salita ripida e discesa su rocce laviche con il buio pesto. Penso sia stato il punto più tecnico del percorso. In quel tratto ho dato fondo a riserve fisiche e mentali. Pronta a rifarlo anche domani!

 

ThomasE’ notte e ho alle spalle tantissime ore in sella, tra cui 7 ore al buio su un passo di montagna scassato come in Marocco… ci voleva una mountain bike. La povera gravel ciottolava tutta. Adesso sono però sono quasi arrivato al Check Point 3 e nella posizione di chiudere in 4 giorni, forze permettendo."

 

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MARTEDÌ

Thomas: “Alle 01:00 stamani sono arrivato al Check Point 3 al km 570 nel paese di Kibuye luogo di uno dei peggiori massacri del 1994. Stamani sveglia tardi e finalmente una colazione con omelette.
Mancano 250km al check point 4. Ci sono due enormi montagne di mezzo e sono le 13:00. Tirando a dritto dovrei arrivare verso le 10 domani mattina. Non ci sono più opportunità di acquisto acqua e cibo fino ad allora
”.

 

Stephanie: “Partenza sotto l'acqua. Ora sosta thè caldo, ma sta ancora diluviando. Le gambe ancora mi tremano da ieri. Sono anche caduta. Non ho sganciato in tempo il pedale in salita... Un classico”.

 

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Thomas: “Procede. A fatica, ma procede. Mi sono fermato al centro visitatori della forest pluviale di Nyungwe. Veramente bello. “Sono arrivato al Check Point 4 verso le 18.00. Ora tento di riposare almeno qualche ora, per poi ripartire”.

 

Stephanie: “Sono stanca e me la sono presa con più calma, con una giornata di andamento più lento, a gestire pioggia e luuuuunghe salite. Sul tratto lungo lago, mi sono sentita quasi come in vacanza. Le salite più importanti sono state 2, la prima tutta sterrata fino a 2900mt tra piantagioni e terrazzamenti, poi lunga discesa scassata (che con una gravel vi lascio immaginare….), poi di nuovo salita di 20km con vista lago al tramonto. Fantastico! L’arrivo di oggi, dopo 120km e 2300m+, è stato sotto l’acqua che mi ha rincorso e infine preso!

 

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MERCOLEDÌ

Thomas: "Dopo circa 90min di sonno profondo, sono pronto per l’ultimo sprint di 180 km verso Kigali, partenza a mezzanotte. Sto coordinando le partenze con Moses, un ruandese che produce barrette energetiche, un soggetto particolare”.

 

Stephanie: “Buongiorno! Ottima notte di sonno. Sono le 8 e riparto ora direzione Check Point 3 con intenzione di fermarmi al Chimpanzee Lodge all'inizio della foresta pluviale, circa 140 km. Ho rivisto la mia strategia di gara, per permettere al corpo di riposare ed alla mente di assorbire tutta la meraviglia intorno a me. La mia priorità è chiuderla, indenne. I mostri sacri dell'ultra cycling stanno arrivando al traguardo in queste ore, con il primo arrivato in 68 ore!

 

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Thomas: “Tutti i ciclisti che ho incontrato al Check Point 4 puntavano alla top10. Io sono partito prima e ho spinto senza fermarmi per 8h e 170km. Moses, compagno delle mie ultime due notti, è diventato un forte concorrente. Abbiamo spinto fino ad esaurire ogni energia. Nel frattempo da dietro si stanno avvicinando quelli partiti più tardi”. 

 

Stephanie: “Mi fermo alla prima guest house per strada dopo un durissimo tratto di sterrato, che ha messo a dura prova tutti. Tanti hanno proseguito 30 km ancora per dormire nei lodge a bordo della foresta. Io purtroppo ho problemi con il ginocchio ed ogni pedalata è una fitta. A parte doloroso, è demoralizzanteOggi è stata la giornata più dura fin’ora, tutto più complicato del previsto. Ho percorso 127km e 2600+m, tra piantagioni di thè meravigliose, a differenza delle condizioni di vita e lavoro dei braccianti che vivono quassù isolati dal resto del mondo”.

 

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GIOVEDÌ

Thomas:L’arrivo è vicino e dopo aver trascorso 99ore evitando picchi glicemici, ho ceduto e mangiato due ciambelle fritte in farina di grano e una Coca-Cola. Per il resto le mie calorie provenivano dalle fantastiche barrette fatte da mia moglie Dianthe, con frutta noci, caffè, semi e qualche pasto casuale in ristoranti tipici con riso, fagioli e spinaci. Ora manca circa 1 ora. L’ultimo sforzo, l’ultima gara".

 

Stephanie: “Uno dei pochi cani rimasti in Ruanda è in cortile. Abbaia da un'ora ed io non dormo più. Sono le 2.30. Riparto. Vediamo dove si arriva oggi.”

 

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Perché non ci siano cani in Ruanda? E’ tutto spiegato in questo podcast terribilmente vero. 


Thomas: “8.42 del mattino. Sono arrivato. Decima posizione nella categoria uomini. Sono cotto.

 

Stephanie: “Sono arrivata al Check Point 4, dopo 17 ore in bici, 180 km e 4000 +m. Partendo alle 2:30 ho recuperato i 30 km non fatti e ho superato quelli che avevano proseguito. Alcuni poi mi hanno raggiunta in giornata. Vado più piano del solito per il ginocchio.  L'ho messo a tacere con antinfiammatorio ma come sbaglio una pedalata si fa sentire brutalmente. La foresta pluviale è bellissima…. Ho voglia di finire, di raggiungere l'obiettivo preposto, di spingere il più possibile l'ultimo giorno di gara. Ora sì che mi sembra gara, quando il traguardo si avvicina.

 

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VENERDÌ

Stephanie: “Race mode on. E’ mezzanotte, mi mancano gli ultimi 170 km e 2400 m+. Ci vediamo in Kigali!


Stephanie: “Arrivata! Sono le 11.30”.

 

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Per informazioni: racearoundrwanda.com

Immagini: James Bubsy / Matt Grayson


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