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Stécca

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stecca


stécca s. f. [dal got. *stika «pezzo di legno, bastone»]. – 1. Asticella lunga e sottile, per lo più di legno: tagliare un’asse in stecche; ricavare delle s. dalla squadratura di un tronco; le s. di un cancello, di una staccionata; un mulattiere, presa una s., ... lo ’ncominciò a battere (Boccaccio). 2. Elemento sottile e allungato, di materiali varî, avente forma e dimensioni diverse a seconda degli usi cui è adibito: le s. delle persiane, degli avvolgibili, in legno, plastica o metallo leggero; le s. dell’ombrello, gli elementi, per lo più d’acciaio, che ne costituiscono l’armatura; le s. del busto, del ventaglio, inserite per assicurarne la rigidità o una forte tenuta elastica, per lo più di fanoni di balena (s. di balena) o di acciaio. Come denominazione di arnesi e oggetti particolari: a. Stecca dei calzolai, arnese di legno di bosso per lisciare e lucidare le suole; sempre in calzoleria, sono chiamati stecche anche i pezzetti di legno appuntiti usati a volte, invece dei chiodi, per unire la suola alla tomaia. b. Piccolo utensile, detto anche pieghetta, usato in tipografia e in legatoria, soprattutto nel passato, per piegare i fogli di stampa. c. Spatola di legno o di acciaio flessibile adoperata per dipingere, stuccare, modellare. d. In ortopedia, nome delle aste di legno o metalliche usate per la contenzione di fratture di piccoli segmenti scheletrici; s. gessate, inserite in apparecchi gessati; s. ossee, impiegate nel trattamento di focolai di frattura. e. Nella marineria velica, sottile bacchetta di legno per tenere tesa la vela delle rande e di alcuni fiocchi di imbarcazioni da regata. f. Nella tecnica ferroviaria, sinon. di ganascia, piastra di acciaio per il collegamento delle teste contigue di due rotaie. g. Nelle artiglierie di un tempo, grosso pezzo di legno che aveva la funzione di mantenere il fondello del proiettile alla distanza voluta dal fondo della bocca da fuoco. h. Nello hockey su ghiaccio, sinon. di bastone (nel sign. 3 d). i. Nella vita militare del passato, tavoletta di legno con una stretta fessura longitudinale terminante con un foro più largo, usata per lucidare la bottoniera metallica dell’uniforme senza macchiare il panno. Di qui l’espressione fig. lasciare, passare la s. a un altro, congedarsi, lasciare il servizio militare (per estens., fuori dell’ambiente militare, nell’uso fam., abbandonare un lavoro o un compito poco grato passandolo ad altri); battere la s., gesto di sfottimento consistente nell’agitare la mano tenendo il pollice e il medio uniti per i polpastrelli, e lasciando battere l’indice su di loro; in origine, chi aveva già compiuto il servizio militare (o era prossimo al termine) batteva la stecca a chi era in procinto di iniziare il servizio o si era appena arruolato; oggi, estens., il gesto è adoperato per sbeffeggiare chi si appresti a compiere qualcosa di particolarmente lungo e tedioso. l. Nel biliardo, l’attrezzo con il quale si colpisce la palla in alcuni giochi (detti appunto giochi a stecca o con la s.): lunga circa 140 cm, di legno di frassino di forma cilindrica rastremata, è fornita all’estremità più sottile, con la quale si colpisce la palla, di un girello di cuoio che dà al colpo maggiore elasticità. In senso fig., essere una buona s., per metonimia, un bravo giocatore di biliardo (a stecca); fare una s. (in passato, una s. falsa), colpire maldestramente la palla, facendo slittare il puntale che può così strappare o sciupare il panno verde; di qui la locuzione è passata a indicare, riferita a cantanti, il fatto di non cogliere la nota o una serie di note con pienezza di voce e per lo più anche stonando: il tenore ha fatto, o ha preso, una bella s.; che stecca, ragazzi!; alla terza s., il teatro veniva giù dai fischi. 3. Per estens., confezione di sigarette contenente dieci pacchetti. 4. gerg. Compenso illecitamente dato o ottenuto in cambio di determinati favori, mazzetta: dare, prendere la stecca. ◆ Dim. stecchétta e stecchettina, stecchina, steccolina; accr. steccóna e, con sign. proprio, steccóne m. (v. la voce); pegg. steccàccia, anche nella locuz. fare steccaccia, colpire male la palla, nel gioco del biliardo.

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