La regina Carlotta, tutto sul personaggio di Bridgerton ispirato dalla storia
La regina Carlotta, interpretata da Golda Rosheuvel, è uno dei personaggi più importanti della serie Bridgerton, una figura capace di monopolizzare l'attenzione. Ma ora che su Netflix arriva la serie spin-off dedicata proprio alla sovrana, che nella giovinezza avrà invece il volto dell'esordiente India Amarteifo, è interessante andare a scoprire quali sono le peculiarità più evidenti di questo personaggio realmente esistito e a suo modo anche rivoluzionario.
Chi era la regina?
In Bridgerton i retroscena di corte sono all'ordine del giorno, anche perché la regina Carlotta è la lettrice più avida delle cronache di Lady Whistledown. Ma è realmente esistita? Assolutamente sì: Sophia Carlotta di Meclemburgo-Strelitz è stata regina di Gran Bretagna e Irlanda in quanto moglie di re Giorgio III, regnando dal momento del loro matrimonio avvenuto nel 1791 (il loro primo incontro pare fosse accaduto solo sei ore) fino alla sua morte nel 1818. Al cinema l'abbiamo già vista interpretata da Helen Mirren nel film La pazzia di Re Giorgio. È morta nel 1818, dopo aver dato alla luce quindici figli, aver regnato come Regina consorte e aver dato il suo sostegno a parecchi artisti. Anche in una scena delle serie, che inizia nel 1813, la si vede che racconta il suo incontro con Mozart, mentre in un altro momento la si vede a tavola con il marito, che parla del suo amore per la botanica. Ancora una volta questo dettaglio risponde a verità perché la sovrana aveva una passione per i fiori e ha infatti patrocinato la nascita dei giardini reali di Kew.
La regina è passata alla storia per una serie di sue bizzarrie: era per esempio soprannominata Snuffy Queen, per l’abitudine – condivisa da molti in quell'epoca – di sniffare tabacco da fiuto. Un'altra sua passione erano i cani: non si separava mai dai suoi Pomerania, e portò due di loro (si chiamavano Phoebe e Mercury, visti anche in un ritratto ufficiale dell'artista Thomas Gainsborough) con sé quando si spostò dalla Germania, dov'era nata, all'Inghilterra. A proposito di animali, dato il suo grandissimo interesse per la natura, non solo si dedicò alla catalogazione botanica ma fondò anche uno zoo sempre ai Kew Gardens, dove fece anche arrivare il primo canguro che avesse mai posato piede (o zampe) sul suolo britannico.
Anche il matrimonio con re Giorgio, prima che quest'ultimo scendesse nella follia che lo costrinse a ritirarsi dalla vita pubblica, era caratterizzato da interessi comuni, e fondato sull’amore e sull’amicizia, come dimostrato da varie lettere scritte all'epoca di proprio pugno dalla regina. Nella serie Bridgerton, re Giorgio e la moglie conducono vite separate, per via delle precarie condizioni mentali del sovrano e, ancora una volta, questo risponde a verità.
Il colore della pelle
Un'ovvia particolarità del modo in cui la regina Carlotta è descritta in Bridgerton e anche nella serie spin-off è il fatto che sia una persona black. Per molto tempo, infatti, questa monarca è stata considerata il primo membro bi-razziale della famiglia reale inglese, descritta come discendente di un ramo afroamericano dei regnanti portoghesi impersonato da Margarita de Castro y Sousa (nel 15° secolo). La nobildonna in questione sembra a sua volta discendere da Madragana, amante di re Alfonso III, di origine nordafricana. Tuttavia il fatto che Carlotta fosse nera non è storicamente comprovato: l'ipotesi si basava su alcuni ritratti e su stralci diaristici in cui la si descriveva con le narici allargate e l'aspetto “mulatto", ma appunto non c'è nessuna certezza storica.
È vero però che da Black Panther, primo supereroe nero protagonista di un blockbuster Marvel, in poi si sono accesi i riflettori del cinema e delle serie sull’integrazione e l'inclusività, trasformando un delicato tema sociale in una dichiarazione “pop”. In alcune scene di Bridgerton, del resto, la sovrana indossa parrucche con dread bianchi e il pubblico ne è rimasto incuriosito e sorpreso non poco: questa rappresentazione royal dell’epoca si discosta parecchio da quella a cui siamo sempre stati abituati.
La produttrice Shonda Rhimes è famosa a Hollywood perché punta sulla diversity, mette insieme cast di sconosciuti che diventano star strapagate dalla sera alla mattina e sceglie spesso artisti black per i ruoli chiave. Con Bridgerton ha superato se stessa innestando principi moderni nella tradizione britannica e mescolandoli a dettagli storici del Regno Unito. Molto prima di Meghan Markle, insomma, i reali d’Inghilterra potrebbero davvero aver accolto nei loro ranghi persone bi-razziali. La versione abbracciata dalla serie è una delle possibili spiegazioni che gli storici si sono dati rispetto alle origini della Regina in un’epoca in cui la schiavitù era ancora legale.
Nelle ricerche su quel periodo storico per primo lo studioso Joel Augustus Rogers negli Anni Quaranta aveva avallato l’ipotesi che la sovrana avesse discendenza afroamericana nel sangue. Non si sa però se nella realtà la regina Carlotta abbia elevato la comunità afroamericana elargendo titoli nobiliari e creando di fatto un’integrazione razziale, come si vede nella serie.
Lady Danbury (Adjoia Andoh) in una scena rimprovera il suo protetto Simon dicendogli che l’amore è la forza più potente di tutte, capace di prevaricare la ragione e stravolgere le regole della società. Sempre nel reame della fiction, questo sentimento provato da re Giorgio ha sancito l’uguale dignità delle persone nere, fino ad allora non considerata affatto, e ha innescato un cambiamento radicale nell’intera società britannica. Sul suo esempio, gli dice, dovrebbe agire senza dare per scontato i privilegi e i titoli che ha ricevuto.