Łódź
The EC1 Power Plant after the renovation. The EC1 complex today houses the Plasnetarium, the National Centre for Film Culture, the Centre for Science and Technology. EC1 is one of important buildings of the New Centre of Łódź

Uno dei film più acclamati del grande regista polacco Andrzej Wajda è quasi sconosciuto da noi, come la città dove è ambientato. Siamo a Łódź, una città industriale, la terza per grandezza della Polonia, vera e propria “terra promessa” nel XIX secolo, durante la Rivoluzione Industriale. Il film di Wajda Ziemia obiecana, tratto dall’omonimo romanzo Terra promessa del premio Nobel Władysław Reymont, racconta la vertiginosa crescita di questa città sorta al centro della Polonia con le sue grandi fabbriche in mattoni e la gente che ci vive e lavora.

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The old Monopolis vodka distillery in Doktora Stefana Kopcińskiego street before the restoration. Built in 1902 Monopol Wódczany is one of the most relevant symbols of the factory heritage of Lodz

Wajda aveva studiato a Łódź nella scuola di cinematografia dove si sono formati Kieślowski, Polański e tanti altri e conosceva bene la storia e l’architettura della città. A Łódź è nato uno dei più grandi pianisti del secolo: Arthur Rubinstein.

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A chamber music concert at the Book Art Museum of Lodz. The Book Art Museum (Muzeum Książki Artystycznej) is an independent no-profit organization located in the former villa of Henryk Grohman, a Polish cotton industrialist of German origin born in Lodz in 1862. Recently awarded by the American Printing History Association, for 25 years the museum has been a kind of squat, unique in the whole world, due to the constant threat of eviction. Formally it has no right to hold the building. The Museum own a publishing house art press called ‘Correspondance des Arts’, a library of ‘books about books’, a collection of artists’ books, especially Polish ones, made in the end of the 20th and the beginning of the 21st centuries. The Book Art Museum is a foundation planning exhibitions, concerts, events, workshops

Nel 2008 ero arrivato a Łódź per fotografare alcuni stabilimenti di un grande gruppo industriale italiano e non sapevo praticamente nulla del background culturale, della storia, della sua particolare architettura. Del resto in città non ci sono turisti, negozi di souvenir, avventurieri e prostitute negli hotel. È una città di lavoro, praticamente sconosciuta.

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The main entrance of Lodz Fabryczna new railway station. Originally built in 1865 for the want of tycoon Karl Wilhelm Scheibler, completely rebuilt, modernized and enlarged between 2011 and 2016, Lodz Fabryczna is the third largest and one of the most modern railway stations in Europe

Negli ultimi anni, con l’ingresso della Polonia nella Comunità Europea, Łódź è tornata ad essere, per la seconda volta in due secoli, “terra promessa” per l’edilizia e per la grande industria moderna. E così le vecchie fabbriche in mattoni sono state in parte riconvertite in uffici, loft, centri commerciali, hotel di design, gallerie d’arte. Nuovi edifici e moderni stabilimenti sorgono accanto ai boulevard mitteleuropei, ai blocks del socialismo, ai palazzi liberty del centro, alle grandi fabbriche dell’ottocento.

La storia di Łódź

Łódź
A worker inside the EC1 Power Plant before the restoration. Built in 1906 as a private power plant, closed in 2000, EC1 was handed over to the city in 2003. On 2008 the City Council of Łódź started the renovation and modernization of the post-industrial area to convert the industrial heritage buildings into the new project Łódź EC1 City of Culture.

Nei primi anni del XIX secolo Łódź era piccolo villaggio di circa 200 abitanti, sperduto in una zona paludosa e dimenticata dell’impero russo.

Ben presto, per volere dello zar, Łódź cominciò a trasformarsi in un centro industriale. Furono costruite le prime fabbriche tessili, arrivarono immigrati da Sassonia, Boemia, Slesia e successivamente da Inghilterra, Irlanda, Portogallo e Francia formando un’imponente forza lavoro.

L’abolizione delle dogane interne, la crescita e gli investimenti attirarono in città imprenditori, uomini d’affari, professionisti, commercianti, artigiani, operai da tutta Europa e così Łódź si trasformò in una moderna città industriale.

Łódź
The Jewish Cemetery. Also known as the New Jewish Cemetery, is the largest Jewish cemetery in Poland and one of the largest in the world. Opened in 1892, located in a 44 hectares land, the cemetery contains more then 200.000 graves, as well as mass graves of victims of the Łódź Ghetto and the Holocaust. The Łódź Ghetto was the second-largest ghetto in all of German-occupied Europe after the Warsaw Ghetto.

Principalmente tre gruppi dominarono la popolazione della città e contribuirono maggiormente al suo sviluppo: tedeschi, polacchi ed ebrei, che iniziarono ad arrivare intorno alla metà dell’800.

Il tessile la fece grande 

Durante la guerra di secessione americana, in conseguenza all’aumento del prezzo del cotone, Łódź e le sue industrie tessili conobbero un momento di grande prosperità e di sviluppo. La lungimiranza di alcuni uomini d’affari ha lasciato il segno nella storia della città.

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The Uniontex textile factory, today abandoned in Tymienieckiego street. In 1987 Pope Giovanni Paolo II visited the factory, still active, and gave a speech to the women workers

Tra loro spiccano le figure di Karl Scheibler e Izrael Poznański. Scheibler, un industriale di origine prussiana trasferitosi in Polonia, divenne presto uno dei più grandi imprenditori del tessile. A lui si deve l’innovativo progetto per la creazione di un distretto industriale pensato e costruito intorno alle fabbriche, con case per gli operai, scuole, negozi, un ospedale e una stazione dei pompieri.

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First Communion Day at the Catholic church of St. Joseph, the Bridegroom of the Blessed Virgin Mary

Ancora oggi, nel distretto di Księży Młyn si possono ammirare la grande fabbrica in mattoni, trasformata in residence per appartamenti di pregio, uffici e negozi, le workers houses abitate dalla popolazione locale, la stazione dei pompieri, la villa di famiglia con il parco. Scheibler la fece costruire a poca distanza dagli stabilimenti in modo da poter sentire “il suono delle sue fabbriche” anche quando si trovava a casa. Izrael Poznański era un imprenditore e filantropo di origine ebraica.

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Daily life around the worker’s houses in Gdańska street

Ha lasciato alla città un complesso industriale di circa 70 ettari che oggi ospita Manufaktura: il più importante centro commerciale di  Łódź, il secondo per estensione della Polonia, con tre musei, cinema, negozi, ristoranti.

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A security man watches over a partial rebuilt industrial area near the old Henryk Grohman’s textile factory

Accanto al monumentale cancello d’ingresso, con l’orologio che scandiva i turni in fabbrica, troviamo il pluripremiato design hotel Vienna House Andel’s, ospitato all’interno del complesso industriale ristrutturato. A poca distanza c’è Palazzo Poznański, grandiosa residenza di famiglia in puro stile neorinascimentale oggi sede del museo della città.

Importante polo logistico 

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The Control Room of EC1 Power Plant before the restoration. Built in 1906 as a private power plant, closed in 2000, EC1 was handed over to the city in 2003. On 2008 the City Council of Łódź started the renovation and modernization of the post-industrial area to convert the industrial heritage buildings into the new project Łódź EC1 City of Culture

All’opulenza e allo splendore segue inevitabilmente la decadenza. Le cose non sono andate meglio dopo le distruzioni e le stragi della Seconda Guerra Mondiale. Dopo la caduta del Socialismo, Łódź ha vissuto un periodo nebuloso e incerto, durissimo per la popolazione prostrata dalla crisi economica e dall’alto tasso di disoccupazione.

Łódź
The demolition of an old factory near aleja Politechniki

Ma Łódź è stata capace di risollevare la testa recuperando una parte considerevole del proprio patrimonio architettonico-industriale, attirando nuovi investimenti, offrendo spazio alle grandi aziende multinazionali. Con migliori servizi offerti, una nuova viabilità e collegamenti efficienti, Łódź è diventata un importante polo logistico tra la Germania e la Russia, guadagnandosi il ruolo di ponte tra Est e Ovest.

Łódź
Shopping in Zachodnia street

Raggiunto velocemente il 100% dell’occupazione, bisognosa di nuova mano d’opera, la città ha aperto le porte agli immigrati dalla vicina a Ucraina e da altre nazioni europee offrendo lavoro e salari migliori che nei paesi d’origine.

La mostra Łódź Unknown

Łódź
The village of Lipce Reymontowskie in Skierniewice County, Łódź Voivodeship, in central Poland where the writer Władysław Stanisław Reymont has lived. Born in May 7, 1867 Reymont was a Polish novelist awarded in 1924 with the Nobel Prize in Literature

Dopo la prima mostra fotografica nel 2009, ho continuato a riprendere la città e la sua gente negli anni successivi. Grazie al supporto di amici e colleghi che hanno fortemente creduto nel progetto, di Indesit Company e di Whirlpool Poland che recentemente lo ha sostenuto e fatto suo, ho potuto realizzare una seconda mostra fotografica inauguratasi proprio in questi giorni. Łódź Unknown, questo è il nome dell’esposizione, è diventato un progetto a lungo termine.

Łódź
Children play around the old worker’s houses in Księży Młyn. Built in the second half of XIX century by Karl Scheibler, Księży Młyn is an industrial district surrounding the Scheibler Textile Factory with houses, schools and shops for workers, two hospitals, a fire station and other buildings. In 1970 the Scheibler spinning mill employees approximately 2.000 workers

Le fotografie sono state presentate nella storica sede della Società Fotografica di Łódź in un’anteprima dedicata alla stampa e successivamente al pubblico. Giornalisti dei media locali e nazionali, addetti ai lavori ed esponenti del mondo della cultura hanno accolto con grande interesse la presentazione del lavoro che raccoglie immagini scattate tra il 2008 e il 2019. Il reportage diventerà una mostra itinerante in altre città della Polonia e un libro fotografico.

Testo e foto: Enzo Signorelli

Per saperne di più: polonia.travel/it

Enzo Signorelli

Enzo Signorelli

Fotografo professionista dal 1982, giornalista dal1987. Si occupa di fotogiornalismo, reportage, viaggi, architettura e fotografia industriale. Collabora con alcune agenzie fotografiche, tra cui l’Associated Press e Gamma a Parigi, e con diverse testate in Italia e all’estero. Dal 1990 al 2007 fotografa per il settimanale Anna (Rcs Periodici). Realizza quattro mostre personali. Attualmente è contributor photographer dell’agenzia Getty Images e di Elle magazine.