Guardateli, si sono messi in posa per noi. Dieci maschi mediamente attempati e rigorosamente incravattati. Sono i nuovi consiglieri di amministrazione dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, riuniti intorno al presidente Robert Giovanni Nisticò.
In continuità con il precedente consiglio spicca il numero delle donne: zero.
Le avranno sicuramente cercate, battendo la penisola palmo a palmo, senza però riuscire neanche stavolta a scovare una ricercatrice, una farmacista, una direttrice sanitaria in grado di meritarsi uno strapuntino nella foto di gruppo.
La legge impone la presenza di entrambi i generi solo nelle società della pubblica amministrazione e in quelle quotate in borsa. Non appartenendo a nessuna delle due categorie, l’Aifa è libera di ripercorrere uno schema consolidato nei secoli: se togliete il tavolo di design e i teleschermi alle pareti, sembra l’immagine di un consiglio d’amministrazione del 1800.
A chi stesse pensando che è solo una questione di forma, andrebbe ricordato, come ha scritto la nostra Elisa Messina, che il precedente cda a sesso unico bocciò la possibilità di passare gratuitamente la pillola anticoncezionale in farmacia e a tutte le donne. L’unica novità di questa foto non è dunque la foto in sé, ma il fatto che finalmente ci fa effetto vedere una stanza dei bottoni riservata soltanto ai maschi.
Nulla è cambiato, ma almeno stavolta noi ce ne siamo accorti.
Loro, chissà.
Di sicuro non se n’è accorto chi li ha nominati.
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19 aprile 2024, 05:49 - modifica il 19 aprile 2024 | 08:34
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