Buon compleanno Sandro Mazzola, estro e signorilità di un talento italiano - Leccenews24

Buon compleanno Sandro Mazzola, estro e signorilità di un talento italiano

Mazzola vince con l’Inter quattro campionati nazionali, due Coppe dei Campioni (l’attuale Champions League) e due Coppe Intercontinentali.

Non bisogna essere interisti per amare Sandro Mazzola, bisogna essere semplicemente innamorati del bel calcio, del gesto atletico elegante e al tempo stesso imprevedibile, dell’intelligenza tattica, dell’attaccamento alla maglia (in neroazzurro ininterrottamente dal 1960 al 1977), dell’equilibrio lontano dal rettangolo verde di gioco, quando si spengono i riflettori della notorietà e si diventa persona tra le persone e non più mito nell’agone.

Il genio calcistico Sandro Mazzola lo prende dal padre, l’indimenticato e indimenticabile Valentino Mazzola, gloria del calcio granata morto nell’incidente di Superga in cui scomparse quella che da molti intenditori viene ritenuta la più grande squadra di calcio italiana.

Mazzola, nato proprio a Torino, si trasferisce a Milano, sponda neroazzurra. Centrocampista di quelli che dettano il gioco e il ritmo, incrocia nella sua esperienza meneghina uno dei tecnici più naif del football nazionale, quell’Helenio Herrera a cui sono legati grandi successi sportivi e umani.

Mazzola vince con l’Inter quattro campionati nazionali, due Coppe dei Campioni (l’attuale Champions League) e due Coppe Intercontinentali. Mazzola è ‘il Capitano’ che senza paura raccoglie l’eredità di un altro genio del calcio italiano: Mariolino Corso. Il baffo, come era stato soprannominato, vince anche con la Nazionale, trionfando nel 1968 nel Campionato d’Europa la cui Coppa sarà sollevata al cielo dall’altro interista di ferro: Giacinto Facchetti. Era l’Italia di Ferruccio Valcareggi che in attacco, insieme a Mazzola, vantava Anastasi, Domenghini, Prati e Gigi Riva.

Ma Mazzola in azzurro è ricordato soprattutto per i Mondiali di Città del Messico, 1970. Fu allora che esplose la rivalità con Gianni Rivera, l’altro genio della Milano rossonera, una rivalità che non si sentì negli spogliatoi bensì fu alimentata più all’esterno, dalla stampa rapace che non vedeva l’ora di mettere a confronto i due gioiellini italiani. Era l’Italia del famoso 4 a 3 contro la Germania, con il gol decisivo siglato in semifinale proprio da Rivera subentrato a Mazzola.

A dispetto di chi lo criticava per i pochi gol segnati, Mazzola si laureò miglior cannoniere nella Coppa dei Campioni 1963-1964.



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