Sandro Mazzola

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando l'ex calciatore di ruolo centrocampista, vedi Alessandro Mazzola (1969).
Sandro Mazzola
Mazzola all'Inter nel 1971
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 179 cm
Peso 74 kg
Calcio
Ruolo Centrocampista, attaccante
Termine carriera 1º luglio 1977
Carriera
Giovanili
1957-1960Inter
Squadre di club1
1960-1977Inter417 (116)[1]
Nazionale
1963-1974Bandiera dell'Italia Italia70 (22)
Palmarès
 Mondiali di calcio
Argento Messico 1970
 Europei di calcio
Oro Italia 1968
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Alessandro Mazzola, detto Sandro, (Torino, 8 novembre 1942) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista e attaccante, campione d'Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970 con la nazionale italiana.

Considerato uno dei migliori calciatori italiani della storia del calcio,[2][3][4] occupa la 43ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dall'IFFHS.[5] È stato inserito per nove volte tra i candidati alla vittoria del Pallone d'oro arrivando a ricoprire nel 1971 la seconda posizione alle spalle di Johan Cruijff. A livello individuale si laureò inoltre miglior marcatore nella Coppa dei Campioni 1963-1964 e miglior marcatore del campionato italiano nel 1965. Nel 2014 è stato anche inserito nella Hall of fame del calcio italiano e nel 2022 è entrato a far parte della Hall of Fame dell'Inter.[6]

Ha legato il proprio nome a quello dell'Inter, per la quale ha giocato dal 1961 al 1977 565 partite con 158 reti, vincendo quattro campionati nazionali, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, capitano per sette stagioni (dal 1970 al 1977) succedendo a Mario Corso. Terminata la carriera agonistica, ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali nel club nerazzurro, l'ultimo dei quali fu direttore sportivo, dal 1995 al 1999.

Nazionale dal 1963 al 1974, ha disputato il vittorioso campionato d'Europa 1968, primo successo dell'Italia nella competizione, e partecipato a tre edizioni del campionato del mondo (Inghilterra 1966, Messico 1970 e Germania Ovest 1974). Celebre fu la rivalità in azzurro con Gianni Rivera, giocatore simbolo del Milan e suo antagonista per un posto da titolare,[7] sebbene tra i due intercorresse un rapporto di stima reciproca.[8][9]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sandro è figlio del celebre calciatore Valentino Mazzola, considerato tra i più grandi numeri 10 della storia del calcio nonché uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi, e di Emilia Ranaldi.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Mazzola (al centro) in gol a Venezia nel 1967

Mazzola fu un giocatore versatile: da giovane agiva nella zona mediana del campo, ma sotto la guida tecnica di Helenio Herrera divenne attaccante,[10][11] ruolo in cui si affermò come campione internazionale.[2] Successivamente arretrò, tornando a vestire i panni del centrocampista.[2] Dotato di notevole tecnica – celebri le sue «serpentine»[12] –, si distingueva per le qualità atletiche, acrobatiche e caratteriali,[3][13] nonché per una spiccata propensione ai ripiegamenti difensivi.[14]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

1961-1963: dall'esordio al primo scudetto[modifica | modifica wikitesto]
Da sinistra: un contrasto tra il 18enne Mazzola, al debutto in Serie A, e lo juventino Sarti nel derby d'Italia del 10 giugno 1961, giocato in segno di protesta dall'Inter con la squadra De Martino

Figlio di Emilia Ranaldi e Valentino Mazzola, nacque nel capoluogo piemontese durante la militanza del padre — nativo di Cassano d'Adda, nel milanese — in granata:[15] assieme al fratello minore Ferruccio, nato nel 1945, rimase orfano dopo la tragedia di Superga.[15] Scoperto dall'ex calciatore Benito Lorenzi, il quale era solito accompagnare i bambini allo stadio,[15] si dedicò al calcio dopo aver sostenuto anche dei provini di pallacanestro:[15] approdato all'Inter, mosse i primi passi nel settore giovanile sotto la guida di Giuseppe Meazza.[16]

L'esordio in Serie A avvenne il 10 giugno 1961, contro la Juventus nella ripetizione di una gara di campionato sospesa in precedenza:[17] il presidente Angelo Moratti, in segno di protesta, aveva ordinato al tecnico Herrera di schierare la formazione Ragazzi.[17] L'esito fu una scontata vittoria dei bianconeri per 9-1, con il punto della bandiera siglato — su calcio di rigore — proprio dal diciottenne attaccante.[18] Nella stagione 1961-62, Mazzola raccolse un'altra presenza.[15]

Al terzo anno di Herrera, la squadra incappò in un difficile avvio di campionato cogliendo soltanto due vittorie in sette turni.[19] Criticato dalla dirigenza,[20] l'argentino procedette ad alcune innovazioni: Mazzola fu lanciato stabilmente tra i titolari — assieme al coetaneo Facchetti — sostituendo Maschio in posizione di interno offensivo.[20] Con Picchi schierato da libero anziché terzino e Suárez arretrato da mezzala a regista, la formazione trovò un assetto vincente[20]: in attacco, Mazzola si ritrovò quindi ad affiancare l'ala destra Jair e il centravanti Di Giacomo (acquistati nel mercato autunnale in luogo di Bicicli e Hitchens).[20] Il reparto arretrato mostrò un'inattesa solidità (tanto da incassare appena 20 gol nell'intero torneo) mentre le punte conferirono sostanza alla manovra offensiva, portando spesso la Beneamata ad imporsi con varie reti di scarto.[21][22]

Da sinistra: il capitano torinista Bearzot consegna a un giovane Mazzola la maglia del Grande Torino indossata dal padre Valentino, in occasione dell'ultimo turno del campionato 1962-1963

Recuperato terreno sulla Juventus — che pure si aggiudicò il titolo d'inverno malgrado la sconfitta nel derby d'Italia —, i nerazzurri si mantennero ai vertici anche nel girone di ritorno:[23] a marzo, conquistarono infine la vetta della classifica.[24] Il crocevia fondamentale per lo scudetto si rivelò la quartultima giornata, quando vincendo sul campo dei bianconeri (con rete dello stesso Mazzola) l'Inter poté vantare un margine di 6 punti sui rivali:[25] l'aritmetica certezza del tricolore giunse una settimana più tardi, allorché il pareggio dei piemontesi col Mantova rese i meneghini irraggiungibili.[26] L'Inter tornò quindi campione d'Italia dopo 9 anni, qualificandosi per la prima volta alla Coppa dei Campioni.[20]

In questa stagione, esattamente il 24 febbraio 1963, il giocatore segnò dopo 13" nel derby la rete più veloce nella storia delle stracittadine.[27]

1964-1967: la Grande Inter[modifica | modifica wikitesto]
Mazzola (accosciato, secondo da destra) nella Grande Inter della stagione 1963-1964

Il ventenne Mazzola fu confermato nel ruolo di interno, mentre Milani e Cappellini si alternavano da centravanti per sostituire l'assente Di Giacomo: grazie alla velocità ed all'abilità nel dribbling, Mazzola fu spesso il finalizzatore nonostante il teorico schieramento in campo.[28] La squadra lombarda si aggiudicò al primo tentativo la Coppa Campioni, con il giocatore che diede un decisivo contributo segnando 7 reti: determinante risultò la doppietta in finale al Real Madrid, battuto per 3-1 a Vienna.[29] Al termine dell'incontro, secondo quanto raccontato da Mazzola, l'attaccante del Real Madrid Ferenc Puskás gli si avvicinò dicendogli: «Una volta ho giocato contro tuo padre. Complimenti, hai onorato la sua memoria», e gli regalò la propria maglietta.[30]

L'Inter non fu però capace di ripetersi in campionato,[28] al termine di una stagione caratterizzato da polemiche circa l'uso di sostanza dopanti da parte dei calciatori bolognesi.[31] Nerazzurri e felsinei conclusero il torneo in vetta a pari merito, rendendo necessario uno spareggio che vide gli emiliani imporsi per 2-0.[32]

Mazzola (in alto) impegna il portiere juventino Anzolin nella finale di Coppa Italia 1964-1965

Nel settembre 1964, l'undici di Herrera trionfò in Coppa Intercontinentale sull'Independiente dopo tre incontri: nella sfida di ritorno, vinta per 2-0 e che valse la «bella», Mazzola segnò il primo gol.[33] L'attaccante fu poi capocannoniere del campionato con 17 reti — in coabitazione col fiorentino Orlando — fornendo un bel contributo allo scudetto, vinto in rimonta sul Milan che a febbraio vantava 7 lunghezze di margine.[34] La Beneamata si confermò inoltre sul tetto d'Europa, aggiudicandosi nuovamente la Coppa Campioni con la vittoria sul Benfica.[17]

All'inizio della stagione 1965-66, fu poi bissato il titolo mondiale ancora ai danni dell'Independiente: nell'incontro di andata, risoltosi con un 3-0 in favore dei milanesi, Mazzola siglò una doppietta.[35] Con la squadra ormai nota come la Grande Inter, anche il campionato registrò un'ulteriore affermazione: l'Inter si aggiudicò il titolo con una giornata d'anticipo, conquistando il decimo alloro nazionale e la stella d'oro.[17] L'epilogo giunse tuttavia un anno più tardi, con i milanesi condannati da una crisi primaverile che sul fronte della Serie A comportò l'aggancio della Juventus;[17] pervenuti a disputare — per la terza volta in quattro anni — la finalissima europea, i meneghini cedettero al Celtic (2-1) nonostante l'iniziale vantaggio messo a segno su rigore da Mazzola.[17] All'ultima di campionato, crollando a Mantova per una rete dell'ex Di Giacomo, la compagine di Herrera fu seconda dietro la Juve.[17]

1968-1972: il periodo di transizione e il ritorno al successo[modifica | modifica wikitesto]
Da sinistra: Mazzola contende la palla al milanista Trapattoni nel derby di Milano dell'8 marzo 1970

Dopo un'anonima stagione 1967-68 — che vide l'Inter classificarsi quinta in campionato senza acuti — Moratti cedette la società all'imprenditore tessile Ivanoe Fraizzoli.[36] Ormai lontana dai fasti degli anni precedenti, la squadra visse un periodo di transizione durante il quale Mazzola fu nominato capitano.[15]

Nell'autunno 1970, dopo una partenza stentata in campionato — che richiamò, per certi versi, la situazione di 8 anni prima — Fraizzoli licenziò Heriberto Herrera (ingaggiato l'anno prima) puntando sul tecnico della Primavera Giovanni Invernizzi.[37] Come avvenuto per Herrera nel 1962, il nuovo allenatore operò modifiche all'undici titolare: Mazzola agì da centrocampista avanzato — o «numero 10» — in appoggio alla punta Boninsegna, con Jair e Corso sulle fasce esterne.[37] L'Inter compì un'altra rimonta a spese del Milan, soffiando a quest'ultima il primato nel mese di marzo e aggiudicandosi lo Scudetto con due gare di anticipo sulla conclusione del torneo.[37] La vittoria significò il ritorno in Coppa dei Campioni, con la squadra che nel 1971-72 raggiunse la quarta finale della propria storia: nel corso della manifestazione, i nerazzurri si erano sbarazzati del Borussia Mönchengladbach in un episodio passato agli annali come "partita della lattina".[38] L'atto conclusivo contro l'Ajax di Johan Cruijff premiò tuttavia gli olandesi, prevalsi con una doppietta dello stesso Tulipano.[39]

1973-1977: gli ultimi anni e il ritiro[modifica | modifica wikitesto]
Da sinistra: il 34enne capitano interista Mazzola, all'ultima gara della carriera, e quello milanista Rivera guidano in campo le rispettive squadre nella stracittadina del 3 luglio 1977 valida per la finale di Coppa Italia

Gli anni a venire fecero registrare l'addio di colonne della Grande Inter come Jair, Corso, Burgnich e Bedin.[15] Al contrario, Mazzola e Facchetti continuarono a reggere l'ossatura della squadra:[15] alle prese con un ricambio generazionale i nerazzurri vissero stagioni altalenanti, senza conquistare alcun trofeo.[15]

L'ultimo acuto si ebbe nel 1977, quando l'Inter contese ai rivali cittadini la Coppa Italia: per il trentaquattrenne capitano, il derby avrebbe rappresentato l'ultima apparizione con la maglia interista.[15] Ad avere la meglio fu il Milan, che trionfò per 2-0.[15] All'uscita dal campo, annunciando il ritiro dall'attività agonistica, Mazzola si rivolse alla stampa citando Dante Alighieri: «Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare».[40]

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Da sinistra: Pelé e un Mazzola al suo esordio in nazionale, prima dell'amichevole tra Italia e Brasile del 12 maggio 1963

Il debutto in nazionale maggiore avvenne il 12 maggio 1963, con l'attaccante che segnò peraltro una rete (su rigore) nell'amichevole contro il Brasile (vinta per 3-0).[41] Alla terza apparizione, il 10 novembre successivo, fallì invece un tiro dagli undici metri nel retour match con l'Unione Sovietica (valido per le qualificazioni al campionato d'Europa): il portiere Jašin neutralizzò la sua conclusione, impedendo la vittoria degli azzurri e contribuendo all'eliminazione degli stessi.[42] Nel 1966 partecipò ai Mondiali inglesi, realizzando un gol al Cile;[15] nel 1968 fece poi parte della rosa che si aggiudicò il titolo continentale.[43]

Mazzola (accosciato, al centro in mezzo) prima dell'amichevole contro la Germania Ovest del 26 febbraio 1974.

Divenne poi celebre la sua partecipazione ai Mondiali 1970, contraddistinta dalla «staffetta» con Rivera:[44] l'interista veniva solitamente schierato da titolare, mentre l'utilizzo del rossonero era circoscritto alla ripresa nel tentativo di sorprendere gli avversari.[14] Pur senza andare in gol, Mazzola contribuì al raggiungimento della finale dove giocò l'intera partita (Rivera entrerà solo all'84' al posto di Boninsegna): il Brasile s'impose col punteggio di 4-1.[45] L'ultima presenza in Nazionale si verificò il 23 giugno 1974, quando la squadra venne sconfitta dalla Polonia (2-1) abbandonando i Mondiali al primo turno.[15]

Ha inoltre disputato una gara con la selezione "Resto del Mondo" nel 1967, segnando su rigore alla Spagna: il match si svolse in forma di amichevole, per festeggiare i 65 anni dell'iberico Ricardo Zamora.[46]

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Da destra: Mazzola, dirigente interista, alla presentazione del neoacquisto Ronaldo nel 1997; con loro, Suárez

A seguito del ritiro dall'attività agonistica ha svolto mansioni dirigenziali, dapprima all'Inter (1977-1984) e successivamente al Genoa.[47] Con l'arrivo di Massimo Moratti in nerazzurro tornò a far parte della società meneghina, lavorando come direttore sportivo e responsabile di mercato.[48] Dal 2000 al 2003 entrò invece nei quadri dirigenziali del Torino.[49]

Ha poi svolto il ruolo di commentatore tecnico e opinionista per Rai Sport, comparendo in varie trasmissioni.[50] Affiancò Bruno Pizzul nel commento tecnico delle partite della nazionale italiana al mondiale di Italia 1990, contraddistinguendosi per sobrietà e raffinatezza, dando di fatto inizio alla figura del commento tecnico durante le partite di calcio. Affiancò inoltre Luigi Colombo a Telemontecarlo nel 1982 e Marco Civoli alla Rai nel 2006, ancora in veste di commentatore tecnico per le finali mondiali vinte dall'Italia.[51]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nel club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1960-1961 Bandiera dell'Italia Inter A 1 1 CI 0 0 CdF 0 0 - - - 1 1
1961-1962 A 1 0 CI 0 0 CdF 0 0 - - - 1 0
1962-1963 A 23 10 CI 1 1 - - - - - - 24 11
1963-1964 A 29+1[52] 9+0 CI 0 0 CC 9 7 - - - 39 16
1964-1965 A 33 17 CI 2 0 CC 6 3 CInt 2 1 43 21
1965-1966 A 30 19 CI 1 0 CC 4 1 CInt 2 2 37 22
1966-1967 A 30 17 CI 2 2 CC 10 4 - - - 42 23
1967-1968 A 28 6 CI 9 2 - - - - - - 37 8
1968-1969 A 29 7 CI 3 0 - - - - - - 32 7
1969-1970 A 28 4 CI 5 1 CdF 10 1 - - - 43 6
1970-1971 A 29 7 CI 3 2 CdF 1 0 CAI+TP 3+2 1+1 38 11
1971-1972 A 28 7 CI 9 2 CC 9 2 - - - 46 11
1972-1973 A 26 2 CI 9 4 CU 6 0 - - - 41 6
1973-1974 A 26 4 CI 10 3 CU 2 0 - - - 38 7
1974-1975 A 23 3 CI 7 0 CU 4 0 - - - 34 3
1975-1976 A 25 2 CI 10 4 - - - - - - 35 6
1976-1977 A 28 1 CI 9 3 CU 2 0 - - - 39 4
Totale carriera 417+1 116+0 80 24 63 18 9 5 570 163

Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
12-5-1963 Milano Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole 1
9-6-1963 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole - Uscita al 46’ 46’
10-11-1963 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Qual. Euro 1964 -
14-12-1963 Torino Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Austria Austria Amichevole - Uscita al 60’ 60’
11-4-1964 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia Amichevole -
10-5-1964 Losanna Svizzera Bandiera della Svizzera 1 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole 1
4-11-1964 Genova Italia Bandiera dell'Italia 6 – 1 Bandiera della Finlandia Finlandia Qual. Mondiali 1966 2
13-3-1965 Amburgo Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole 1
18-4-1965 Varsavia Polonia Bandiera della Polonia 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1966 -
16-6-1965 Malmö Svezia Bandiera della Svezia 2 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole 1
23-6-1965 Helsinki Finlandia Bandiera della Finlandia 0 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1966 2
27-6-1965 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole 1
1-11-1965 Roma Italia Bandiera dell'Italia 6 – 1 Bandiera della Polonia Polonia Qual. Mondiali 1966 1
9-11-1965 Glasgow Scozia Bandiera della Scozia 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1966 -
7-12-1965 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera della Scozia Scozia Qual. Mondiali 1966 -
19-3-1966 Parigi Francia Bandiera della Francia 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
14-6-1966 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 6 – 1 Bandiera della Bulgaria Bulgaria Amichevole 1 Uscita al 46’ 46’
22-6-1966 Torino Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera dell'Argentina Argentina Amichevole - Uscita al 46’ 46’
29-6-1966 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 5 – 0 Bandiera del Messico Messico Amichevole 1
13-7-1966 Sunderland Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera del Cile Cile Mondiali 1966 - 1º turno 1
16-7-1966 Sunderland Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1966 - 1º turno -
19-7-1966 Middlesbrough Corea del Nord Bandiera della Corea del Nord 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1966 - 1º turno -
1-11-1966 Milano Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole -
26-11-1966 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera della Romania Romania Qual. Euro 1968 2
27-3-1967 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera del Portogallo Portogallo Amichevole -
1-11-1967 Cosenza Italia Bandiera dell'Italia 5 – 0 Bandiera di Cipro Cipro Qual. Euro 1968 2
23-12-1967 Cagliari Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera della Svizzera Svizzera Qual. Euro 1968 1
6-4-1968 Sofia Bulgaria Bandiera della Bulgaria 3 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1968 -
20-4-1968 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Bulgaria Bulgaria Qual. Euro 1968 -
5-6-1968 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 dts Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Euro 1968 - Semifinale -
10-6-1968 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Euro 1968 - Finale - 1º titolo europeo
23-10-1968 Cardiff Galles Bandiera del Galles 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1970 - Ingresso al 52’ 52’
29-3-1969 Berlino Est Germania Est Bandiera della Germania Est 2 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1970 -
24-5-1969 Torino Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera della Bulgaria Bulgaria Amichevole -
4-11-1969 Roma Italia Bandiera dell'Italia 4 – 1 Bandiera del Galles Galles Qual. Mondiali 1970 1 Ingresso al 46’ 46’
22-11-1969 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera della Germania Est Germania Est Qual. Mondiali 1970 1
10-5-1970 Lisbona Portogallo Bandiera del Portogallo 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole - Uscita al 46’ 46’
3-6-1970 Toluca Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Svezia Svezia Mondiali 1970 - 1º turno -
6-6-1970 Puebla Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Mondiali 1970 - 1º turno -
11-6-1970 Toluca Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera d'Israele Israele Mondiali 1970 - 1º turno -
14-6-1970 Toluca Italia Bandiera dell'Italia 4 – 1 Bandiera del Messico Messico Mondiali 1970 - Quarti di finale - Uscita al 46’ 46’
17-6-1970 Città del Messico Italia Bandiera dell'Italia 4 – 3 dts Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest Mondiali 1970 - Semifinale - Uscita al 46’ 46’
21-6-1970 Città del Messico Brasile Bandiera del Brasile 4 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1970 - Finale - 2º posto
17-10-1970 Berna Svizzera Bandiera della Svizzera 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole 1
31-10-1970 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1972 1
8-12-1970 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera dell'Irlanda Irlanda Qual. Euro 1972 -
20-2-1971 Cagliari Italia Bandiera dell'Italia 1 – 2 Bandiera della Spagna Spagna Amichevole -
10-5-1971 Dublino Irlanda Bandiera dell'Irlanda 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1972 -
9-6-1971 Stoccolma Svezia Bandiera della Svezia 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1972 -
25-9-1971 Genova Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera del Messico Messico Amichevole -
9-10-1971 Milano Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera della Svezia Svezia Qual. Euro 1972 - Uscita al 81’ 81’
4-3-1972 Atene Grecia Bandiera della Grecia 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
29-4-1972 Milano Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera del Belgio Belgio Qual. Euro 1972 -
13-5-1972 Bruxelles Belgio Bandiera del Belgio 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1972 -
17-6-1972 Bucarest Romania Bandiera della Romania 3 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
21-6-1972 Sofia Bulgaria Bandiera della Bulgaria 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
20-9-1972 Torino Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Amichevole - Uscita al 46’ 46’
7-10-1972 Lussemburgo Lussemburgo Bandiera del Lussemburgo 0 – 4 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1974 -
21-10-1972 Berna Svizzera Bandiera della Svizzera 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1974 -
25-2-1973 Istanbul Turchia Bandiera della Turchia 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1974 -
31-3-1973 Genova Italia Bandiera dell'Italia 5 – 0 Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo Qual. Mondiali 1974 -
9-6-1973 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole -
14-6-1973 Torino Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole -
29-9-1973 Milano Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Svezia Svezia Amichevole -
20-10-1973 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Svizzera Svizzera Qual. Mondiali 1974 -
26-2-1974 Roma Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest Amichevole -
8-6-1974 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole - Uscita al 46’ 46’
15-6-1974 Monaco Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera di Haiti Haiti Mondiali 1974 - 1º turno -
19-6-1974 Stoccarda Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Argentina Argentina Mondiali 1974 - 1º turno -
23-6-1974 Stoccarda Polonia Bandiera della Polonia 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1974 - 1º turno -
Totale Presenze (21º posto) 70 Reti (11º posto) 22
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia B
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
20-3-1963 Firenze Italia B Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Bulgaria Bulgaria B Amichevole -
Totale Presenze 1 Reti 0
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia Under-21
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
11-3-1964 Bergamo Italia Under-21 Bandiera dell'Italia 7 – 1 Bandiera della Turchia Turchia Under-21 Olimpiadi 2
18-6-1964 Roma Italia Under-21 Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera della Polonia Polonia Under-21 Olimpiadi 1
25-6-1964 Poznań Polonia Under-21 Bandiera della Polonia 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Under-21 Olimpiadi -
Totale Presenze 2 Reti 3

Record[modifica | modifica wikitesto]

Mazzola realizza il gol più veloce nella storia delle stracittadine, in Milan-Inter (1-1) del 24 febbraio 1963.
  • Unico calciatore interista a vincere la classifica dei marcatori in Coppa Campioni (7 reti nella stagione 1963-64)[15];
  • Marcatore più veloce nella storia del derby di Milano: 13" (Milan-Inter 1-1, 24 febbraio 1963)[27];
  • Miglior marcatore interista ed italiano nella Coppa Intercontinentale: 3 reti (1964 e 1965).[35]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]

Inter: 1962

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Inter: 1962-1963, 1964-1965, 1965-1966, 1970-1971

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Inter: 1963-1964, 1964-1965
Inter: 1964, 1965

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Italia 1968

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

1963-1964 (7 gol)
1964-1965 (17 gol, ex aequo con Alberto Orlando)
Italia 1968
Italia 1968
1987

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • La prima fetta di torta. I problemi, le speranze, le delusioni di un ragazzo con voglia di pallone, a cura di Luciano Falsiroli, Rizzoli, 1977.
  • Ho scelto di stare davanti alla porta, con Marco Civoli, Limina, 2012.
  • Cuore Nerazzurro, Una bandiera è per sempre, con Fernando Coratelli, Piemme, 2023.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 418 (116) includendo nel computo lo spareggio del campionato 1963-64.
  2. ^ a b c Garanzini, pp. 758-759.
  3. ^ a b Dario Pelizzari, Mazzola fa 70. Suarez: 'Sandro, sei rovinato', su panorama.it, 8 novembre 2012. URL consultato il 5 luglio 2016.
  4. ^ Elena Lisa, Nella casa di Valentino Mazzola, due camere e cucina per un mito, su www3.lastampa.it, 4 settembre 2011. URL consultato il 5 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2012).
  5. ^ IFFHS' Century Elections, su rsssf.org.
  6. ^ Sandro Mazzola entra nella Inter Hall of Fame, su inter.it, 12 febbraio 2023. URL consultato il 12 febbraio 2023.
  7. ^ Maurizio Crosetti, Esce Mazzola, entra Rivera. Così la staffetta ha fatto storia, in la Repubblica, 3 novembre 2005. URL consultato il 5 luglio 2016.
  8. ^ Riccardo Vetere, 70 anni di Rivera: gli auguri di Mazzola, su panorama.it, 14 agosto 2013. URL consultato il 5 luglio 2016.
  9. ^ Aldo Cazzullo, Sandro Mazzola: «Dopo Superga fui rapito dalla compagna di papà. Nei miei sogni gioco con lui», su corriere.it, 27 febbraio 2017.
  10. ^ Bovolenta, p. 109.
  11. ^ Alessandro Bocci e Fabio Monti, Sandro Mazzola, 70 anni: «Dicevano che non sarei mai stato come papà», su corriere.it, 1º novembre 2012. URL consultato il 5 luglio 2016.
  12. ^ "Noi abbiamo Totti, loro no", su it.eurosport.com, 1º luglio 2006.
  13. ^ Carlo Baroni, Sandro Mazzola, quando il calcio era un dribbling alla malinconia, su milano.corriere.it, 6 novembre 2012. URL consultato il 5 luglio 2016.
  14. ^ a b Gianni Brera, Vigilia Mundial pensando al '70, in la Repubblica, 30 maggio 1986, p. 35.
  15. ^ a b c d e f g h i j k l m n Gianni Mura, MAZZOLA, in la Repubblica, 5 novembre 2012, pp. 28-29.
  16. ^ Alessandro Alciato, "Caro Gianni mi spiace, ero io il più forte", in la Repubblica, 27 febbraio 2002, p. 16.
  17. ^ a b c d e f g Alessandro De Calò, Maghi, papere, astronauti e Juve-Inter, in La Gazzetta dello Sport, 20 febbraio 1998.
  18. ^ Vittorio Pozzo, Nette sconfitte dell'Inter nei due confronti con la Juventus, in La Stampa, 11 giugno 1961, p. 13.
  19. ^ Leo Cattini, Cometti para un calcio di rigore e l'Atalanta batte l'Inter per 2 a 1, in Stampa Sera, 29 ottobre 1962, p. 9.
  20. ^ a b c d e Grassia, Lotito, p. 66.
  21. ^ Leo Cattini, L'Inter segna al primo minuto e batte la Sampdoria per 4 a 0, in Stampa Sera, 19 novembre 1962, p. 9.
  22. ^ L'Inter trionfa sul campo del Bologna (4-0) e la Juventus balza in testa alla classifica, in Stampa Sera, 17 dicembre 1962, p. 7.
  23. ^ Leo Cattini, La difesa del Palermo non resiste ai vivaci attacchi dell'Inter: 0-4, in Stampa Sera, 11 febbraio 1963, p. 7.
  24. ^ Gigi Boccacini, A San Siro l'Inter di Moratti travolge il Genoa per 6 a 0, in Stampa Sera, 11 marzo 1963, p. 7.
  25. ^ I nerazzurri campioni d'Italia, in Stampa Sera, 29 aprile 1963, p. 7.
  26. ^ L'Inter perde, la Juventus pareggia, in Stampa Sera, 6 maggio 1963, p. 7.
  27. ^ a b Angelo Rovelli, I derbissimi in videocassetta, in La Gazzetta dello Sport, 8 novembre 1998.
  28. ^ a b Grassia, Lotito, pp. 69-71.
  29. ^ Vittorio Pozzo, L'Inter è Campione d'Europa, in La Stampa, 28 maggio 1964, p. 9.
  30. ^ Quella notte al Prater.., su uefa.com, 10 febbraio 2006.
  31. ^ Fernando Pellerano, Bologna carogna, in la Repubblica, 1º giugno 2004, p. 6.
  32. ^ Lo spareggio scudetto raccontato da Gianni Brera, su repubblica.it, 13 febbraio 2009.
  33. ^ Claudio Gregori, "Taca la bala", in La Gazzetta dello Sport, 14 novembre 1997.
  34. ^ Giuseppe Bagnati, Inter allo scudetto n. 17, su gazzetta.it, 17 maggio 2009.
  35. ^ a b Giulio Accatino, Dalla rete iniziale di Peiró al goal capolavoro di Mazzola, in La Stampa, 9 settembre 1965, p. 8.
  36. ^ Gianluca Mercuri, Tutta la vecchia Inter all'addio a Fraizzoli, in La Gazzetta dello Sport, 11 settembre 1999.
  37. ^ a b c Claudio Gregori, È morto Invernizzi, in La Gazzetta dello Sport, 1º marzo 2005.
  38. ^ Luca Curino, Berlino 1971, quando Bordon parò il «caso lattina», in La Gazzetta dello Sport, 21 novembre 2000.
  39. ^ Bruno Bernardi, Cruyff è l'inesorabile stoccatore: 2-0, in La Stampa, 1º giugno 1972, p. 14.
  40. ^ Grassia, Lotito, p. 305.
  41. ^ Luigi Bolognini, Azzurro Milano, in la Repubblica, 15 novembre 2013, p. 15.
  42. ^ Giovanni Battista Olivero e Filippo Grimaldi, Jascin, idolo e leggenda, in La Gazzetta dello Sport, 19 dicembre 2002.
  43. ^ Andrea Schianchi, Gli operai e i padroni uniti dall'Italia vincente del '68, in La Gazzetta dello Sport, 4 maggio 2012.
  44. ^ Maurizio Crosetti, Esce Mazzola, entra Rivera, in la Repubblica, 3 novembre 2005, p. 52.
  45. ^ Eppure Valcareggi aveva ragione..., in la Repubblica, 4 marzo 1988, p. 25.
  46. ^ Sebastiano Vernazza, «Zamora», il calcio a Milano nel 1963, in La Gazzetta dello Sport, 16 febbraio 2003.
  47. ^ Enrico Currò, "Rovinati dai falsi ricchi", in la Repubblica, 25 marzo 1994, p. 29.
  48. ^ Gianni Piva, Vecchia Inter con Moratti, in la Repubblica, 21 febbraio 1995, p. 26.
  49. ^ Francesco Bramardo e Salvatore Lo Presti, Mazzola è ancora Torino, in La Gazzetta dello Sport, 8 giugno 2000.
  50. ^ Eugenio Capodacqua, I big del telecomando a caccia di audience, in la Repubblica, 8 ottobre 1988, p. 7.
  51. ^ Gianluca Moresco, Per i mondiali Sky contro Rai, la grande sfida delle voci vip, su repubblica.it, 3 giugno 2006.
  52. ^ Spareggio per lo scudetto.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gigi Garanzini, MAZZOLA, Alessandro (Sandro), in Enciclopedia dello sport, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
  • Germano Bovolenta, I personaggi: Sandro Mazzola, in Cento Inter, La Gazzetta dello Sport, 2008.
  • Filippo Grassia e Gianpiero Lotito, Inter. Il calcio siamo noi, Sperling & Kupfer, 2010, ISBN 9788820049676.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN114421499 · ISNI (EN0000 0000 8474 7339 · SBN CFIV021552 · LCCN (ENn85101848 · GND (DE1030029989 · WorldCat Identities (ENlccn-n85101848