«Grandi categorie di rum»
A causa della mancanza di una legislazione rigorosa, l'invecchiamento del rum e le appellazioni che lo distinguono si differenziano da un produttore all' altro. Così, un rum tradizionale può essere prodotto sia a partire dal vesou (succo di canna) che dalla melassa. Ciononostante, per ciò che riguarda i dipartimenti francesi d'oltremare, il termine “tradizionale” si applica ai rum che possiedono un tasso d'impurità (TNA) uguale o superiore a 225g/HAP.
Tra i rum tradizionali si distinguono due grandi categorie di rum secondo il loro processo di fabbricazione:
I RUM AGRICOLI
Ottenuto dalla distillazione del succo di canna da zucchero fresco e prodotto soprattutto nelle Antille francesi, il rum agricolo, chiamato anche rum z’abitant, si è sviluppato a partire dalla seconda metà del 19° secolo, in seguito all’abbassamento del prezzo dello zucchero.
I RUM DI MELASSA
Elaborato a partire da ciò che residua dalla produzione dello zucchero di canna dopo la concentrazione del succo per riscaldamento e l'eliminazione delle impurità (la melassa appunto) questo rum può prendere la denominazione di “rum industriale” se è ottenuto per fermentazione diretta o di “rum Grand Arôme” (TNA > 500g/HAP) se la fermentazione si fa in presenza di “vinasse”(liquidi residui dalla distillazione del rum) e se è prodotto in certe zone geografiche (Martinica, Giamaica, Réunion).
I RUM VECCHI, per beneficiare dell'appellazione di rum vieux (rum antico), devono invecchiare come minimo 3 anni in fusti di rovere.
I RUM BIANCHI, invece, che siano di vesou o di melassa, costituiscono un'ottima base per la preparazione di cocktails. Molti hanno una gradazione alcolica superiore ai 40° e hanno potuto rimanere in tini d'acciaio o in grosse botti per diverse settimane allo scopo di arrotondare i loro aromi. Esistono anche dei rum bianchi che, provenendo da paesi (Venezuela, Cuba, Nicaragua) in cui per poter essere chiamati rum devono avere almeno 3 anni d'invecchiamento nelle botti (in Nicaragua 4), sono decolorati mediante filtrazione con carboni attivi, ne risultano dei rum bianchi ma con aromi da rum ambrati.
I RUM AMBRÉ (ambrati) hanno generalmente riposato 18 mesi in fusti di rovere, per lo più ex-Bourbon, ma il loro colore può anche essere influenzato dalla presenza di caramello o sciroppi.
I DARK RUM (o rum scuri) Entrando direttamente nella categoria dei rum da degustazione. Questi rum sono il risultato di un invecchiamento di 2 e più anni in fusti di rovere: per i rum invecchiati nel luogo di produzione, le condizioni climatiche sono tali che 4 anni in fusti di rovere sono sufficienti per ottenere un rum vecchio, dal profilo aromatico complesso.
Alcuni imbottigliatori di rum propongono degli imbottigliamenti millesimati con un affinamento in fusti originali più o meno “esotici”. Questa pratica, largamente ereditata dall'industria del whisky, non dà alcuna garanzia della qualità del rum, nella misura in cui la nozione di millesimo non esiste. Quanto all'affinamento, la sua valenza dipende direttamente dalla competenza del Master Distiller.
GLI SPICED RUM risultano dalla macerazione di spezie (zenzero, cannella, ...) e di aromatizzanti in un rum bianco, offrendo così una sequela di aromi e di sapori per tutti i gusti.
Di tutti gli alcolici, il rum è sicuramente quello che offre la più vasta gamma di possibilità di degustazioni. Se i rum bianchi sono spesso richiesti nell'elaborazione dei cocktails, alcuni offrono ciononostante una tale ricchezza aromatica che si prestano facilmente al gioco della degustazione. Dei rum molto profumati possono accordarsi benissimo con gli aromi di un succo di frutta.
Tuttavia, più il tasso di impurità è elevato (TNA), più il rum è aromatico e quindi più merita di essere degustato piuttosto che consumato in cocktail.
In questa categoria i rhum agricole bianchi meritano attenzione. Certi rum bianchi della Giamaica, benché elaborati a partire da melassa ma distillati in un alambicco a ripasso, sono ugualmente rimarchevoli. I rum scuri invitano maggiormente alla degustazione pura in un bicchiere ballon da cognac. Pertanto, sia per il rum che per il whisky, vale il detto “l'abito non fa il monaco” e un colore ambrato non è sinonimo di qualità. In assenza di una seria legislazione, questa categoria è (a nostro malincuore) soggetta a numerosi abusi, essendo l'etichetta a volte persino fuorviante per poter fare una scelta oculata. I rum francesi sono tra quelli che se la cavano meglio, grazie ad una regolamentazione più ristretta ed efficace.