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19 FEBBRAIO 1937: IL FERIMENTO DEL CRIMINALE DI GUERRA RODOLFO GRAZIANI AD ADDIS ABEBA

La data del venerdì 19 Febbraio 2021 ricorre l’84° anniversario dell’azione Patriottica compiuta da due giovani Africani, di origine Eritrea, ad Addis Abeba, in danno di Rodolfo Graziani, all’epoca, vicerè e governatore dell’Etiopia, contro il quale in quella occasione furono lanciate diverse bombe, ferendolo in modo non grave.

Graziani allora era il simbolo in Africa della brutalità degli Italiani esercitata indiscriminatamente sui popoli sottomessi!

Questa data è stata “scordata” dagli Storici Italiani. Usiamo volutamente questo termine dialettale, molto in voga nel meridione d’Italia, per indicare un argomento dimenticato. L’episodio del ferimento di Rodolfo Graziani ad opera della guerriglia Etiope, merita invece una particolare attenzione. Prima di tutto, c’è da sottolineare che in quella occasione sia Rodolfo Graziani che le altre autorità italiane sono state colte di sorpresa durante una festa al palazzo del governatore dall’iniziativa dei due Patrioti di origine Eritrea, facenti parte della “Resistenza Etiope”.

In secondo luogo, è bene ricordare la successiva barbara reazione dei fascisti italiani al ferimento del loro capo. Reazione brutale da sempre rimproverataci dai Popoli Africani, sia per la sua efferatezza sia perché operata indiscriminatamente contro persone non appartenenti alla “Resistenza Etiope”.

Questo episodio è stato tenuto sotto silenzio dal fascismo, in quanto esso dimostrava che la Resistenza Etiope era ancora moto forte a quasi un anno dalla “conquista” da parte degli Italiani di Addis Abeba, avvenuta il 5 maggio 1936 ad opera di Badoglio. In effetti, una “conquista” da parte del Generale Pietro Badoglio, comandante supremo italiano delle truppe in Etiopia, della capitale Etiope non c’è mai stata, dal momento che gli eserciti del Negus si erano sbandati e non erano più in grado di difendere la loro capitale. Pertanto, gli Italiani entrarono in Addis Abeba senza combattere. Tanto meno quel 5 maggio 1936 era stata ì “conquistata” l’Etiopia.

In concreto, una conquista italiana dell’Etiopia non c’è mai stata. Nel maggio 1936 i fascisti riuscirono a conquistare appena un terzo del Paese africano. Soltanto la propaganda dell’attore comico Mussolini riuscì a convincere il popolo italiano che l’Etiopia era stata conquistata per intero.

La verità è ben diversa: la guerriglia Etiope è stata sempre molto forte e numerosa, anche dopo il maggio del 1936. Al fine di cercare di ridurre il peso della guerriglia Etiope, Rodolfo Graziani, su ordine di Mussolini, continuò ad usare contro i “Ribelli” i gas velenosi, proibiti dalle convenzioni internazionali firmate in precedenza dall’Italia.

Per venire al cuore del problema “ferimento Graziani” c’è da dire che la reazione fascista a tale episodio è stata semplicemente bestiale; per alcuni giorni la capitale Etiope è stata messa a ferro e fuoco dai militari italiani e dalle camicie nere.

Alla fine di questa “operazione”, si contavano ad Addis Abeba e dintorni, circa 30.000 morti, la stragrande maggioranza estranea ad ogni attività Resistenziale Etiope.

La caccia all’Africano continuò in tutto il paese per diversi mesi con conseguenti stragi ed uccisioni anche di persone totalmente estranee alla guerriglia.

Emblematica, a tale proposito, quella strage avvenuta tra il 20 ed 25 maggio 1937, nel monastero di Debrà – Libanos, dove sono state trucidate circa 3.000 persone, tra sacerdoti, diaconi e semplici cittadini, che si erano colà rifugiati onde sfuggire ai rastrellamenti dei fascisti italiani. Di questi 3.000 morti soltanto pochissimi svolgevano attività politica.

Così si sono comportati gli italiani in Etiopia: altro che “Italiani Brava Gente!”

Questo tipo di comportamento non era consueto per il nostro Popolo, ma faceva parte del clima guerresco creato ad arte da Mussolini per fare degli Italiani un “Popolo Guerresco” e spietato, che sterminava i nemici, colpevoli od innocenti che siano.

Noi alla guerra preferiamo di gran lunga la Pace e ricordiamo ai fascisti di ieri ed ai neofascisti di oggi che si può fare “grande la Patria”, senza sparare alcun colpo di fucile, ma lavorando nell’agricoltura per dare cibo ai popoli e nella ricerca medico-scientifica per debellare le tante malattie, che ancora mietono vittime tra le popolazioni del mondo intero.

A tutti coloro che ancora oggi, guardano con ostilità chi viene dall’Africa in Italia, facciamo presente che i flussi migratori sono determinati da guerre e carestie, non dal desiderio di creare problemi all’Italia ed all’Europa.

Se per secoli non ci fosse stato in Africa un colonialismo di rapina, non ci sarebbe tanta miseria in quelle terre.

A tutti i nostri lettori ed in particolare agli studenti, che a scuola sentono parlare troppo poco di “Storia Moderna” facciamo presente che la guerra è un argomento discriminante: chi lotta per la PACE è un Democratico, che guarda con fiducia al futuro, chi esalta la violenza e la guerra è un uomo del passato, che ama la distruzione e la morte.

Sulla base di questi semplici concetti, ribadiamo con forza il Nostro Appello:

Mai più guerre!
Mai più pandemie!
Mai più miserie su questa terra!
Partecipazione, Cultura, Libertà di Idee e di Movimenti, nonché Benessere per i Popoli!

Francesco Mandarano
Antifascista Militante, Prato

2 Commenti

  1. L’ ANPI Provinciale di Roma. in occasione dell’ anniversario del massacro di Debre Libanos in Etiopia, ha pubblicato un’ importante documento, anche con un brano tratto dal libro “Italiani brava gente” dello storico Angelo del Boca.

    Il link è il seguente:

    http://www.anpiroma.org/2020/05/21-29-maggio-1937-il-massacro-di-debre.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+AnpiProvincialeDiRoma+%28A.N.P.I.+Provinciale+di+Roma+e+del+Lazio%29

    L’ origine del massacro di Debre Libanos è stato l’ attentato a Rodolfo Graziani, allora viceré d’Etiopia, compiuto nella tarda mattinata del 19 febbraio. Coloro che organizzarono ed eseguirono, assieme ad altri, l’ attentato a Graziani, ad Addis Abeba, furono due intellettuali eritrei, Abrahm Debocth e Mogus Asghedom. In occasione di una cerimonia, improvvisamente lanciarono contro il palco 8 o 9 bombe a mano, uccidendo 4 fascisti italiani, tre etiopi e ferendo una cinquantina di presenti, tra cui, gravemente, Graziani, colpito da 350 schegge. La macchina che accompagnava Graziani all’ ospedale fu anche investita da una raffica di mitra. Lo stesso Graziani descrisse in dettaglio l’ evento e riconobbe: “ Nulla era stato trascurato; una preparazione da fare invidia ai più raffinati terroristi.” Purtroppo i giovani resistenti eritrei, Abrahm e Mogus, non riuscirono nell’intento di eliminare fisicamente il criminale fascista Rodolfo Graziani.

    La reazione all’attentato fu terribile, moltissimi etiopi furono sterminati. A Debre Libanos avvenne il più grave crimine di guerra dell’Italia. Fu il più grande massacro di religiosi e fedeli cristiani avvenuto in Africa. Tra il 21 e il 29 maggio del 1937, monaci, preti e pellegrini ortodossi, radunati nel monastero di Debre Libanos per la festa dell’Arcangelo Mikael e di San Tekle Haymanot, vengono trucidati dalle truppe italiane, comandate dal generale Maletti, dietro un preciso ordine del Viceré Rodolfo Graziani
    Secondo le ultime ricerche storiche, il numero delle vittime di questa strage sarebbe compreso tra 1.800 e 2.200, mentre il rapporto ufficiale stilato dal Viceré Rodolfo Graziani parla di “solo” 449 morti.
    La conquista dell’Impero di Etiopia, avvenne il 9 maggio 1936 e fu compiuta al prezzo di violenti eccidi di militari e di civili, anche con l’impiego di gas. Nonostante la retorica, Mussolini compariva al balcone di Palazzo Venezia e annunciava alla folla che «i territori e le genti che appartennero all’impero d’Etiopiasono posti sotto la sovranità piena e intera del Regno d’Italia» Il solenne avvenimento era così commentato da una penna devota al regime, quella di Raffaele Carrieri: “Un mondo è crollato, un altro sorge. Lo vediamo spuntare in questo magnifico silenzio come un’aurora dalle parole del Duce. Dopo quindici secoli, Mussolini ha ridato a Roma il suo Impero immortale”, in realtà le truppe italiane avevano occupato la capitale Addis Abeba, controllavano la vitale ferrovia per Gibuti, costrinsero l’imperatore Hailé Selassié all’esilio in Inghilterra, ma il popolo etiope non fu sottomesso. Nel paese operavano numerosi gruppi di patrioti ribelli in armi e solo una piccola parte del territorio era controllata dai militari italiani.

    Il criminale fascista Rodolfo Graziani, dopo la grande guerra, iniziò la sua carriera in Libia dove venne chiamato il boia del Fezzan (regione in mezzo al deserto), in Etiopia non fu solo responsabile dell’ eccidio di Debre Libanos, ma dell’uso di gas tossici e dei bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa. Dopo l’ Etiopia trascorse alcuni anni ancora in Libia rafforzando la sua fama di massacratore nella Repubblica Sociale Italiana fu Ministro della Guerra combattendo e torturando e uccidendo partigiani antifascisti. Nel dopoguerra fu inserito dalla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella lista dei criminali di guerra su richiesta del governo etiope. La richiesta di estradizione presentata dall’ Etiopia fu negata dall’Italia nel 1949. Scontò nelle carceri italiane solo quattro mesi, aderì quindi al Movimento Sociale di cui divenne presidente onorario.

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