Roberto Bettega, storia della bandiera bianconera di Trapattoni

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Roberto Bettega, storia della bandiera bianconera di Trapattoni, nel post a cura di Campioni Calcio

Il legame di certi giocatori con una sola squadra resta indissolubile. Scolpito nella memoria, vecchio retaggio che si è perso nel tempo, ma fortemente presente in chi ama e non dimentica. Roberto Bettega è uno di quei miti che appartengono alla generazione d’oro di una Juve spumeggiante e ai vertici del calcio italiano anni ’70. Considerato tra i totem di quel mondo con il quale ha vissuto tante avventure, sia in campo che fuori.

In questo post a cura di Campioni Calcio e dedicato alle storie dei grandi calciatori del passato, vediamo insieme quella di Roberto Bettega, bandiera della Juventus di Trapattoni. Bentornati sul nostro portale!

Roberto Bettega agli inizi

Roberto Bettega nasce a Torino il 27 dicembre del 1950 da famiglia veneta emigrata da Villabruna. Il papà era un operaio FIAT e Bettega entra nella Juventus fin dalle giovanili.

Roberto Bettega è un attaccante piuttosto moderno per la sua epoca. Completo dal punto di vista tecnico, si distingueva in campo soprattutto per la sua spiccata propensione alla leadership e alla guida dei suoi compagni di squadra.

Nel corso della carriera ha anche arretrato di diversi metri il raggio d’azione sul campo, passando dall’essere un attaccante di sfondamento a diventare un vero e proprio centrocampista, seppur offensivo. Il motivo è legato al sopraggiungere di una tubercolosi, la causa scatenante, secondo l’opinione comune, di un arresto della crescita tecnica.

Bobby-gol, così come soprannominato per la facilità di andare in rete, inizia a tastare il mondo Juve, come detto, sin dalle giovanili, attraversando le varie tappe di inserimento graduale in prima squadra. E’ l’allora tecnico Mario Pedrale a forgiarne il talento e ad affinarlo sempre più.

Tuttavia, l’esordio nel calcio giocato per Bettega giunge con il Varese e non con la Juve. Nel 1969 la dirigenza bianconera opta per il passaggio in prestito del giocatore per farlo crescere al meglio, senza eccessive pressioni. I lombardi disputano quell’annata in Serie B e a fine campionato trionferanno in maniera prepotente in direzione Serie A. In panchina sedeva un giovane Nils Liedholm, pronto anche lui a spiccare il volo di lì a poco tempo.

Bettega diviene il capocannoniere di quel campionato, con ben 13 gol all’attivo (in 33 gare totali tra campionato e coppa Italia).

Tutto ciò non poteva sfuggire ai vertici della Juve, i quali non si fanno scappare l’occasione e riportano alla base il figliol prodigo. 

varese bettega

Roberto Bettega alla Juventus

Corre l’anno 1970. Da lì in poi nasce ufficialmente la carriera di Bettega in maglia Juve, di cui diventerà una vera e propria bandiera. Saranno 13 le stagioni consecutive che lo vedranno protagonista sullo stesso versante. Risulta essere il terzo miglior marcatore di sempre dietro ad altri due colossi come Giampiero Boniperti e Alessandro Del Piero. Insieme a Pietro Anastasi compone una coppia d’oro destinata a far parlare di sé per numeri e prestazioni.

Il debutto in Serie A (con prima rete annessa) in un Catania-Juventus del settembre 1970. Si presenta più che bene alla nuova platea. Raggiunge la finale di Coppa delle Fiere contro il Leeds, ma esce sconfitto nonostante i due pareggi tra andata e ritorno.

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Roberto Bettega e la tubercolosi

Nel gennaio del 1972 arriva quella mazzata che ferma, almeno per un momento, la carriera di Bettega: gli viene diagnosticata la tubercolosi. Salta praticamente metà stagione per, poi, rientrare direttamente all’inizio della successiva.

Rientra più forte di prima, contribuendo in maniera determinante al secondo scudetto consecutivo bianconero, macchiato dalla finale di Coppa dei Campioni, persa purtroppo amaramente contro l’Ajax.

Amarezza prolungatasi nella stagione 1975/76, quella dello scudetto perso all’ultimo minuto a vantaggio del Torino. L’arrivo di Trapattoni alla Juve sa di ripartenza e di contemporaneo inizio di un ciclo destinato a riempire ulteriormente la bacheca dei trofei.

Altro scudetto in cassaforte con Bettega sugli scudi. 17 reti in campionato e primo trofeo europeo alzato al cielo, vale a dire la Coppa Uefa ai danni dell’Athletic Bilbao.

La gloria internazionale lo porta a raggiungere il quarto posto nella classifica del Pallone d’Oro datata 1978.

Roberto Bettega negli anni ‘80

Nella stagione 1979/80 consegue il titolo di capocannoniere della Serie A, di fatto primo e unico in assoluto. Un infortunio serio ai legamenti del ginocchio lo debilita per l’intera annata 1981/82. 

L’inizio degli anni ’80 segna un lento, ma inesorabile declino del Bettega calciatore e goleador. Il giovane Domenico Marocchino sembra scalzarlo nelle gerarchie e per lui non c’è più posto. L’ultima partita la disputa nella finalissima di Coppa dei Campioni contro l’Amburgo nel maggio 1983. Anche questa persa dai bianconeri.

Riesce ad accumulare 490 partite condite da 179 reti complessive con la Juventus tra campionato e coppe.

A fine carriera si trasferisce nella squadra canadese dei Toronto Blizzard. In due stagioni accumula ben 11 reti in 48 presenze. Resta lì per due anni prima di rientrare in Italia e appendere definitivamente gli scarpini al chiodo nel 1984.

Roberto Bettega: dopo il calcio giocato

Dopo la carriera da calciatore, Roberto Bettega intraprende la carriera di opinionista per le televisioni e da dirigente proprio alla Juventus (fino al 2006).

Sul fronte imprenditoriale, gestisce alcune attività, come un McDonald’s nel centro di Torino.

Roberto Bettega in Nazionale

Roberto Bettega debutta nella Nazionale italiana nel 1975, in una partita di qualificazione agli Europei contro la Finlandia. Di fatto, si pone come l’erede naturale di Gigi Riva e inizialmente non sembra soffrire più di tanto questo peso.

Protagonista assoluto nelle qualificazioni per i Mondiali del ’78, grazie ai 9 gol messi a segno in 6 partite. In quel Mondiale argentino il ct Bearzot lo considera elemento inamovibile dell’attacco azzurro. Lui ripaga sul campo e permette all’Italia, tra gli altri, di ottenere un dignitoso quarto posto finale. Inserito di diritto nei migliori 11 confezionati dalla FIFA.

Partecipa agli Europei del 1980, ma senza brillare come nella manifestazione precedente. Ai vincenti Mondiali del 1982 non prende parte a causa di un infortunio ai legamenti. L’ultima partita in Nazionale nell’aprile 1983, un Romania-Italia di qualificazione agli Europei dell’anno successivo.

Complessivamente Roberto Bettega raggiunge quota 19 gol in 42 presenze. 

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Il nostro approfondimento dedicato alla carriera e alla storia di Roberto Bettega, termina qui. Alla prossima con i post dedicati alle biografie dei calciatori, a cura di Campioni Calcio!

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