Il 15 aprile 2010, all'ospedale San Raffaele di Milano, si spegneva uno dei padri fondatori della tv italiana, Raimondo Vianello. Undici anni dopo ci rendiamo sempre più conto di quanto ci manchi, perché non è ancora arrivato nel mondo dello spettacolo italiano un personaggio degno di essere considerato il suo erede. Il suo humor sofisticato, la sua ironia spontanea e irresistibile, il contrasto tra il suo aspetto da gentiluomo e una mente da comico restano impressi nella memoria dei telespettatori italiani. Non c'è ancora nessuno all'altezza delle sue battute spiazzanti ed esilaranti a contrasto con la sua signorilità e la sua elegante pacatezza nella conduzione.

Raimondo Vianello è stato infatti uno degli uomini di spettacolo più versatili che il cinema, il teatro, la radio e la tv italiani abbiano avuto nella loro storia. Ancora oggi anche le nuove generazioni lo ammirano e vengono conquistati dalla sua comicità senza tempo grazie agli sketch che d'estate vengono riproposti dalla seguitissima trasmissione di Raiuno Techetecheté. A undici anni dalla sua morte, avvenuta in seguito a un ricovero per un blocco renale all'età di 87 anni (già da quando ne aveva 50 viveva con un solo rene), vogliamo ricordarlo ripercorrendone la vita e la carriera, non mancando ovviamente di sottolineare il profondo amore che lo legava alla moglie Sandra Mondaini, più giovane di nove anni, ma morta solo cinque mesi dopo di lui.

La gioventù di Raimondo Vianello tra la laurea e l'adesione alla Rsi

Quell'aspetto composto e signorile di Raimondo Vianello non è affatto un caso. Nasce, infatti, il 7 maggio 1922, in una famiglia benestante e di nobili origini. In particolare è la madre Virginia Margherita Maria dei marchesi Accorreti a discendere da nobili maceratesi, mentre il padre Guido proviene da una famiglia con tradizioni marinare e originaria dell'isola di Pellestrina, nella Laguna Veneta. Per seguire gli spostamenti del padre, ammiraglio della Regia Marina, Raimondo vive gli anni della sua infanzia tra Pola, in Croazia, Trieste e la Dalmazia. Da adolescente, però, torna nel luogo in cui è nato, Roma, per frequentare il liceo classico Torquato Tasso, dove conosce un altro futuro grande uomo di spettacolo, Vittorio Gassman.

Sempre a Roma, Vianello si laurea in Giurisprudenza, ma non diventerà mai avvocato. Decide invece di aderire spontaneamente alla Rsi, la Repubblica Sociale Italiana di Benito Mussolini a Salò. È sottufficiale dei bersaglieri e nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale, si ritrova a essere un prigioniero di guerra degli Alleati nel campo di Coltano, vicino Pisa. Con lui ci sono anche altri futuri uomini di spettacolo come Walter Chiari, Enrico Maria Salerno e il giornalista Enrico Ameri.

Dopo la guerra si dedica a una delle sue grandi passioni, lo sport. È prima atleta e dirigente con il fratello Roberto del Centro Nazionale Sportivo Fiamma, poi gioca in una squadra di calcio di terza categoria, la SaMo, di cui è anche presidente. Lo chiama il Palermo offrendogli 30mila lire al mese, ma rifiuta. Non è il calcio, infatti, l'attività che vuole praticare, perché preferisce fare il comico.

Il successo (e la censura) di Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi

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Mondadori Portfolio//Getty Images

Vianello comincia la sua carriera nel mondo dello spettacolo partecipando alla rivista Cantachiaro n°2 della famosa coppia di commediografi Garinei e Giovannini, poi passa al cinema negli anni 50, recitando con tutti i più grandi attori dell'epoca, da Totò a Franco e Ciccio, da Virna Lisi a Ugo Tognazzi. Con quest'ultimo, in particolare, dà il via a un sodalizio che li porta presto a esordire in quel nuovo mezzo che si chiama televisione.

Dal 19 gennaio 1954 fino all'estate 1959, infatti, Vianello e Tognazzi sono i protagonisti di Un due tre, uno dei primissimi programmi televisivi italiani in onda sull'unica rete allora esistente, il Programma Nazionale. I due divertono il pubblico con i loro irresistibili sketch, ma qualche volta incappano nella censura, come quando, il 25 giugno 1959, prendono bonariamente in giro il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi con una scenetta in cui Tognazzi cade dalla sedia proprio come era successo la sera prima al Teatro alla Scala al Capo dello Stato accanto al Presidente francese Charles De Gaulle. Questo episodio determina un primo allontanamento del duo comico dalla Rai, come loro stessi racconteranno poi nel 1982 durante la trasmissione Movie Movie.

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Un altro allontanamento Vianello lo rimedia quando un dirigente gli chiede se ha un numero pronto per il nuovo canale nascente, Rai 2, e lui risponde "Una cosa sul Papa". In ogni caso Raimondo non resta mai con le mani in mano e nel 1960 è protagonista al cinema, sempre con Tognazzi, in Le olimpiadi dei mariti, in cui recita anche con Sandra Mondaini, la figlia del pittore Giacinto Mondaini conosciuta nel 1958, dietro le quinte di Dove vai se il cavallo non ce l'hai.

Raimondo Vianello e Sandra Mondaini: la coppia più amata della tv italiana

Sandra e Raimondo, dopo quel primo incontro nel 1958, non si parlano per qualche mese perché hanno da subito avvertito delle vibrazioni, ma sono entrambi impegnati. Lei è fidanzata con un produttore e lui con una ballerina. Ma una sera, mentre sono a tavola e stanno mangiando una cotoletta, Raimondo esce allo scoperto e con la semplicità che per sempre lo contraddistinguerà dice a Sandra: "Lo sai che mi sono innamorato di te?". Lei risponde che "su certe cose non si scherza" e infatti lui per una volta è davvero serio. Infatti dopo poco tempo i due si ritrovano entrambi single, anche se non hanno preso alcun accordo per lasciare i rispettivi compagni, ma sono evidentemente pronti per mettersi insieme e per non lasciarsi mai più.

Quello tra Raimondo Vianello e Sandra Mondaini è subito amore, ma è anche subito un nuovo sodalizio artistico. Insieme sono protagonisti di numerose commedie tra teatro, cinema e tv, a partire da Sayonara Butterfly sempre nel 1958, una parodia della Madama Butterfly di Giacomo Puccini, passando per film di successo come Caccia al marito, Ferragosto in bikini, Bellezze sulla spiaggia, Maciste contro Ercole, La donna degli altri è sempre più bella e moltissimi altri, spesso con Ugo Tognazzi. L'ultimo film per il cinema a cui lavorano è del 1982, Sbirulino, sul famosissimo clown impersonato proprio da Sandra Mondaini.

Intanto, nella vita privata, Raimondo prova a evitare il matrimonio più che può. Secondo quanto raccontato da Sandra Mondaini, infatti, suo marito per molto tempo usa lo stratagemma di fissare la data alla sera e di fare finta di niente al mattino, fino a quando lei, esausta, se ne va da sua madre a Milano e lo lascia solo fino a quando non fissa una vera data per le nozze. Allora lui le telefona e le dice che la sposa il 28 maggio 1962. È quello che succede nella chiesa di San Giovanni a Porta Latina, a Roma. Il testimone di Raimondo, ovviamente, è l'amico e collega Ugo Tognazzi, mentre un solo giornalista è ammesso alla cerimonia ed è Maurizio Costanzo.

Intanto Sandra e Raimondo conquistano la tv lavorando in trasmissioni come Il tappabuchi e Su e giù con Corrado, Canzonissima, Sai che ti dico?, Tante scuse, Noi... no! (che è il loro primo show a colori) e molte altre in Rai, fino a Stasera niente di nuovo, che è il loro ultimo show per la tv pubblica prima di passare alla tv privata Fininvest nel 1982, come faranno poi anche gli altri due padri fondatori della televisione italiana, Corrado e Mike Buongiorno.

Sulle reti Fininvest li vediamo per più di vent'anni, dai varietà come Attenti a noi due e Sandra e Raimondo Show ai quiz come Zig Zag. Raimondo poi conduce anche Il gioco dei 9 e negli anni 90 è alla guida di un talk show calcistico, Pressing, affiancato da Antonella Elia e poi da Elenoire Casalegno. E nel frattempo è sempre presente con la moglie Sandra nella sit-com Casa Vianello, che con le sue venti edizioni dal 1988 al 2007 è la più famosa e longeva della nostra televisione, in competizione solo con la soap opera di Rai3 Un posto al sole. La sit-com ha poi anche dei film spin-off come Cascina Vianello, I misteri di Cascina Vianello e Crociera Vianello, il loro ultimo lavoro nel 2008.

Raimondo Vianello fa anche una capatina in Rai nel 1998 per condurre il Festival di Sanremo, affiancato da Veronica Pivetti e la modella Eva Herzigová. La sua conduzione distaccata viene molto apprezzata e colpisce per il modo in cui tratta una star internazionale come Madonna, come se fosse la vicina della porta accanto...

Sandra e Raimondo oggi non sono sepolti insieme

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Ogni puntata di Casa Vianello si chiude con Sandra che dice a Raimondo: "Che barba, che noia, che noia, che barba, qui non succede mai niente". E invece è successo di tutto.
Mondadori Portfolio//Getty Images

Può sembrare strano, ma Sandra e Raimondo, pur essendo morti a soli cinque mesi di distanza, non sono sepolti vicini. Lui è sepolto nella tomba della sua famiglia al cimitero del Verano, a Roma, mentre Sandra Mondaini è sepolta nel cimitero di Lambrate a Milano, vicino ai suoi genitori Giuseppina e Giacinto. Tuttavia il loro nomi insieme sono stati iscritti al Famedio, cimitero monumentale di Milano, nel corso di una cerimonia pubblica tenutasi il 2 novembre 2010. Sia per la morte di Raimondo, sia per quella di Sandra, la camera ardente è stata allestita presso lo studio 4 di Cologno Monzese, dove hanno girato per anni Casa Vianello, e al funerale di entrambi hanno preso parte moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo.

Sandra e Raimondo non hanno avuto figli naturali, ma hanno adottato Rosalie ed Edgar Magsino, la coppia di filippini che è entrata nella loro vita per aiutarli nelle faccende domestiche, ma per i quali poi è nato un grande affetto e quindi sono diventati i loro eredi. Inoltre i figli dei due, Gianmarco e Raimond, erano come dei nipotini per Vianello e Mondaini. La famiglia Magsino è comparsa anche in qualche episodio di Casa Vianello e ha poi avuto diritto all'eredità dopo la morte di Sandra, perciò ora vive nell'abitazione della coppia di attori. Rosalie, in particolare, oggi si occupa di una Onlus dedicata a Sandra e Raimondo che aiuta i bambini più poveri nelle Filippine.

I battibecchi tra Sandra e Raimondo, cominciati nella trasmissione radiofonica degli anni 60 Io e lei e diventati iconici con Casa Vianello, hanno fatto diventare i due attori il simbolo dell'amore litigarello, tanto che ormai in Italia dire di una coppia che è come "Sandra e Raimondo" è un po' come dire che due persone sono come "cane e gatto". Il loro amore, però, è durato più di cinquant'anni, finché la morte non li ha separati (ma per cinque mesi soltanto).