Pietro Vierchowod

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Pietro Vierchowod
Vierchowod alla Sampdoria nel 1990
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 179 cm
Peso 76 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Termine carriera 2000 - giocatore
Carriera
Giovanili
1969-1973 Oratorio Spirano
1973-1975Romanese
Squadre di club1
1975-1976Romanese3 (0)
1976-1981Como115 (6)
1981-1982Fiorentina32 (2)
1982-1983Roma30 (0)
1983-1995Sampdoria358 (25)[1]
1995-1996Juventus21 (2)
1996Perugia0 (0)
1996-1997Milan16 (1)
1997-2000Piacenza79 (6)
Nazionale
1981-1993Bandiera dell'Italia Italia45 (2)
Carriera da allenatore
2001-2002Catania
2002Florentia Viola
2005Triestina
2014Honvéd
2018Kamza
Palmarès
 Mondiali di calcio
Oro Spagna 1982
Bronzo Italia 1990
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Pietro Vierchowod (Calcinate, 6 aprile 1959) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, campione del mondo nel 1982 con la nazionale italiana.

Ritenuto uno dei migliori difensori italiani di sempre,[2][3][4] è stato uno dei massimi interpreti del ruolo negli anni 1980 e 1990.[5][6][7] Dopo gli esordi nella Romanese in Serie D, militò per un quinquennio nel Como, con cui vinse un campionato di Serie C1 (1978-1979) e uno di B (1979-1980), debuttando quindi nella massima serie. Acquistato dalla Sampdoria, fu girato in prestito prima alla Fiorentina e poi alla Roma, con cui vinse il suo primo scudetto nella stagione 1982-1983. Rientrato a Genova, divenne una bandiera della Sampdoria, legandovi la maggior parte della propria carriera e conquistando nell'arco di 12 stagioni quattro Coppe Italia (1984-1985, 1987-1988, 1988-1989 e 1993-1994), una Coppa delle Coppe (1989-1990), un altro scudetto (1990-1991) e una Supercoppa italiana (1991). Nel 1995 fu ceduto alla Juventus, dove rimase per una stagione vincendo una seconda Supercoppa italiana (1995) e una Champions League (1995-1996). Svincolatosi dal club torinese, si accasò per un anno al Milan per poi chiudere la carriera con un triennio al Piacenza, ritirandosi nel 2000, a 41 anni, dopo aver totalizzato 562 presenze in Serie A.

Tra il 1981 e il 1993 ha fatto parte della nazionale italiana, con cui ha totalizzato 45 presenze, segnando 2 reti; ha disputato tre edizioni del campionato del mondo, vincendo l'edizione di Spagna 1982, senza scendere in campo a causa di un infortunio, e ottenendo un terzo posto a Italia 1990.

Intrapresa la carriera di allenatore, nella prima metà degli anni 2000 ha guidato il Catania, la Florentia Viola e la Triestina; negli anni 2010 ha maturato due esperienze all'estero, prima all'Honvéd e poi al Kamza.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il padre, Ivan Luk"janovyč Verchovod, era un soldato dell'Armata Rossa originario di Kiev, che fu prigioniero a Bolzano, Pisa e Modena e che, terminata la seconda guerra mondiale, decise di non tornare in patria per stabilirsi a Spirano, in provincia di Bergamo.

Le origini ucraine hanno valso al giocatore il soprannome di Zar,[3] un appellativo che peraltro ben si adattava alle sue doti caratteriali.[8]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Vierchowod (a destra) in maglia sampdoriana nel 1990, mentre duella in velocità con il fiorentino Stefano Borgonovo.

Stopper tenace e grintoso,[9][10] Vierchowod aveva nella velocità in campo aperto, retaggio di un passato nell'atletica leggera,[11] la propria caratteristica distintiva: infatti, pur non essendo fulmineo nello scatto breve, risultava difficilmente eguagliabile sulle lunghe distanze[12] – «facevo i cento metri in meno di 11 secondi: ero un missile»[13] –; Enzo Bearzot lo riteneva «il difensore più rapido del mondo».[14]

Ispiratosi a Tarcisio Burgnich,[11] era uno specialista della marcatura a uomo, molto temuto in tal senso dagli attaccanti avversari,[6][16][17] ma seppe adeguarsi anche alle sopravvenute innovazioni zoniste[26] tanto da trovare posto, seppure a fasi alterne,[27] nella nazionale di Arrigo Sacchi.[28] Dapprima piuttosto grezzo nel tocco di palla,[12][14][29] grazie a una spiccata etica del lavoro[12] riuscì ad abbinare progressivi miglioramenti sul piano tecnico[29][30][31] e tattico[31] alle doti innate di personalità[32] e prestanza fisica.[33]

Sebbene non fosse particolarmente alto,[13] riusciva a vincere la maggior parte dei contrasti aerei in virtù di una notevole elevazione[12] e di un grande senso dell'anticipo.[9] Era inoltre avvezzo alle sortite offensive[31] e al gol,[8] soprattutto di testa:[33] con 38 reti in Serie A, è nel novero dei difensori più prolifici nella storia del massimo campionato italiano.[34]

Di grande longevità sportiva,[10][35][36] mantenne elevate prestazioni atletiche anche in età avanzata,[12] ritirandosi a 41 anni senza aver mai accusato grossi problemi fisici, ad eccezione di tre casi di pneumotorace.[10]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi e Como[modifica | modifica wikitesto]
Un giovane Vierchowod al Como

Dopo le giovanili nello Spirano e un provino al Milan dove fu scartato, esordì nella Romanese, squadra bergamasca di Serie D, ma crebbe calcisticamente nel Como[37] con cui disputò cinque campionati ottenendo una doppia promozione dalla Serie C1 alla Serie A.[38] Esordì nella massima serie nella stagione 1980-1981, a 20 anni, nella sconfitta interna del 14 settembre contro la Roma (0-1);[38] a fine campionato contribuì alla salvezza della formazione lariana.

Fiorentina e Roma[modifica | modifica wikitesto]
Vierchowod alla Fiorentina nella stagione 1981-1982

Acquistato nel 1981 dalla Sampdoria di Paolo Mantovani, che al tempo militava in Serie B, il 15 luglio venne prestato in Serie A alla Fiorentina,[39] con la quale nel campionato seguente giunse secondo, battagliando fino all'ultima giornata con la Juventus per il titolo.

Lasciò a malincuore Firenze a fine stagione, tuttavia il presidente doriano Mantovani, nel cederlo nuovamente in prestito, gli garantì l'approdo in una formazione con ambizioni da Scudetto:[38] il 14 luglio 1982 diventò quindi un giocatore della Roma,[40] un trasferimento di cui si sussurrava avesse dato il suo beneplacito persino Giulio Andreotti.[38]

Nella Capitale andò a fare parte di una linea difensiva composta da interpreti fortemente votati al gioco di attacco e in cui il neoacquisto, di conseguenza, era chiamato a svolgere un importante ruolo equilibratore:[30][41][42] in una squadra dall'accentuata vocazione zonista come da dettami del tecnico Nils Liedholm, un marcatore puro quale Vierchowod divenne immediatamente imprescindibile nelle dinamiche di gioco romaniste – «la vera mossa vincente di Liedholm, oltre a mettere il mancino Nela terzino destro, Maldera a sinistra e Di Bartolomei regista arretrato, fu piazzare Vierchowod al centro della difesa. Una pedina fondamentale. Marcava tutti lui da solo, era insuperabile», ricorderà il suo compagno di spogliatoio Roberto Pruzzo –,[38] rivelandosi uno dei protagonisti del secondo Scudetto giallorosso nell'annata 1982-1983.[30][41][42]

Vierchowod alla Roma nell'annata 1982-1983

L'ottimo rendimento della stagione romana gli valse inoltre la vittoria del Guerin d'oro.[43]

Sampdoria[modifica | modifica wikitesto]

Da Roma venne quindi richiamato definitivamente a Genova nell'estate 1983. Inizialmente restio ad abbandonare la squadra campione d'Italia, fu in breve convinto dal carisma e dalla personalità di Mantovani[44] il quale, dopo avere riportato la Sampdoria in Serie A e avere ottenuto un'agevole salvezza da neopromossa, sotto la sua presidenza stava iniziando a palesare ambizioni ai massimi livelli attraverso la costruzione di una squadra in cui, tra gli altri, anche Vierchowod doveva avere un ruolo centrale.[38] Confermatosi fin dal primo anno in Liguria tra i difensori più affidabili in circolazione (una giuria di esperti lo elesse miglior centrale della stagione 1983-1984),[45] vestì la maglia blucerchiata per le successive dodici stagioni, in coincidenza con il periodo più glorioso del club.

Nell'annata 1984-1985 partecipò alla vittoria della Coppa Italia, primo trofeo della storia sampdoriana, un successo replicato per altre due volte nella seconda metà del decennio. Frattanto nel 1986 l'arrivo di Vujadin Boškov in panchina aveva segnato un ulteriore punto di svolta: proprio il solido rapporto umano instauratosi con il tecnico jugoslavo nonché con Mantovani portò Vierchowod, insieme agli altri senatori dello spogliatoio come Roberto Mancini e Gianluca Vialli, a stringere un «patto di ferro»[38] che li impegnò a non lasciare Genova finché non fosse arrivato lo Scudetto.[46] Un successo che si materializzerà nel campionato 1990-1991,[38] non prima di avere festeggiato anche il primo trionfo confederale del calcio genovese con la Coppa delle Coppe 1989-1990.

Vierchowod (accosciato, primo da sinistra) con la maglia scudettata della Sampdoria 1991-1992, finalista di Coppa dei Campioni

Nel nuovo decennio Vierchowod, ormai uno dei leader[37] e bandiera della compagine doriana,[46] rimpinguò il proprio palmarès con la Supercoppa italiana 1991 e un'altra Coppa Italia nell'edizione 1993-1994, quest'ultima sollevata nell'occasione da capitano blucerchiato. Era invece sfuggita nel 1992 la Coppa dei Campioni, persa in finale a Wembley contro gli spagnoli del Barcellona;[38] un tarlo che il giocatore si trascinerà dietro per i quattro anni a venire.[47]

Juventus e Milan[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 giugno 1995, a 36 anni, si trasferì alla Juventus per 500 milioni di lire,[48] nell'ambito di una maxi-operazione sull'asse Genova-Torino che vide arrivare in bianconero anche Attilio Lombardo e Vladimir Jugović.[49] Approdato in Piemonte con l'obiettivo dichiarato di vincere la Champions League,[47] contribuì con ottime prove alla conquista del trofeo: in particolare, proprio nella finale di Roma del 22 maggio 1996, vinta ai tiri di rigore contro l'Ajax detentore del trofeo, lo stopper scese in campo da titolare e offrì, all'età di 37 anni, una delle sue migliori prestazioni in carriera.[50]

Vierchowod in azione alla Juventus nel precampionato 1995-1996

A fine stagione, chiuso dai nuovi arrivi Paolo Montero e Mark Iuliano,[42] fu lasciato libero dal club torinese anche per ragioni anagrafiche.[51] Vierchowod si accordò inizialmente con il neopromosso e ambizioso Perugia di Luciano Gaucci;[52][53] tuttavia, a causa di sopravvenuti dissidi con l'allenatore Giovanni Galeone,[54] rescisse il contratto con i grifoni prima dell'inizio del campionato.

Stante il sopraggiunto infortunio di Franco Baresi, il 3 settembre 1996 firmò quindi con il Milan[55] dove rimase per una stagione, tuttavia avara di gioie.

Piacenza[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 settembre 1997 si accasò al Piacenza,[56] dove rimase tre stagioni, contribuendo alla salvezza nelle prime due annate. Degni di nota, nella stagione 1997-1998, furono i suoi duelli contro alcuni dei più temibili attaccanti della Serie A di allora: prossimo ai 39 anni, Vierchowod si prese la soddisfazione di negare il gol a molti di loro.[13] Nel campionato 1998-1999 segnò il gol-salvezza nella sfida all'ultima giornata contro la Salernitana; rete che sancì la retrocessione della squadra campana.[57]

Vierchowod al Piacenza nel campionato 1997-1998

Si ritirò dall'attività agonistica nel 2000, a 41 anni, dopo la retrocessione dei piacentini in Serie B.

Ha disputato 562 partite in Serie A, settimo assoluto dietro Gianluigi Buffon, Paolo Maldini, Francesco Totti, Javier Zanetti, Gianluca Pagliuca e Dino Zoff; al momento del suo ritiro era secondo solo a Zoff per presenze nella massima serie.[15]

Avendo segnato un gol all'età di 40 anni e 47 giorni – il 23 maggio 1999 contro la Salernitana –, è il quarto marcatore più anziano nella storia della Serie A,dopo Alessandro Costacurta, Silvio Piola e Zlatan Ibrahimović.[58]

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Esordì in nazionale maggiore il 6 gennaio 1981 a Montevideo, convocato dal commissario tecnico Enzo Bearzot, giocando titolare nella partita contro i Paesi Bassi (1-1) valevole per il Mundialito.[11] Fece parte dei 22 convocati per il vittorioso campionato del mondo 1982 in Spagna in cui, tuttavia, non fu mai impiegato anche a causa di un infortunio alla caviglia.[13] A partire dal 1983 entrò in pianta stabile tra gli Azzurri e fu titolare fino al campionato del mondo 1986 in Messico, dove prese parte a tutte le gare disputate dall'Italia che fu eliminata dalla Francia agli ottavi di finale.[59]

Vierchowod (in piedi, secondo da sinistra) in nazionale alla vigilia del campionato del mondo 1986

In seguito non fu confermato da Azeglio Vicini, che lo escluse dal giro azzurro preferendogli Riccardo Ferri, quest'ultimo già allenato dal nuovo selezionatore nella precedente esperienza comune con l'Under-21.[60] Vicini lo richiamò in nazionale dopo quattro anni – mentre era reduce da un ottimo periodo di forma nella Sampdoria[61] –, per l'amichevole del 21 febbraio 1990 a Rotterdam contro i Paesi Bassi, stante l'assenza per infortunio del summezionato Ferri, «e siccome c'era Van Basten da marcare e Vicini aveva paura di prendere 4 gol decise di convocarmi per limitare il centravanti orange».[62]

Il selezionatore lo inserì poi tra i convocati per il campionato del mondo 1990 in Italia[60] – «Mi mise in lista con la promessa che mi avrebbe impiegato per farmi marcare gli attaccanti più forti e pericolosi che avremmo incontrato nel percorso mondiale. [...] anche se non avrei giocato sempre avrei comunque avuto la possibilità di mettermi in luce marcando i più forti»[62] –, dove venne impiegato in tre partite compresa la finale per il 3º posto vinta 2-1 contro Inghilterra, che giocò da titolare.[3] La gestione dello stopper durante la rassegna iridata venne tuttavia criticata da parte degli addetti ai lavori, in particolare per il mancato impiego nella semifinale contro l'Argentina di Diego Armando Maradona, persa ai tiri di rigore, e in cui Vicini gli preferì ancora una volta Ferri,[60] nell'occasione autore di una prestazione non irreprensibile; giudizi sposati dallo stesso Vierchowod, poiché «avrei duvuto scendere in campo dall'inizio e così non fu, Vicini cambiò idea all'ultimo momento e non ho mai saputo il perché. [...] E poi... la beffa di farmi giocare la finalina per il terzo posto a Bari contro l'Inghilterra... era un po' da presa in giro, probabilmente mi vide incazzato e decise di darmi quel contentino ma arrivati a quel punto non è che me ne fregasse oramai granché. Peccato».[62]

Vierchowod (in basso, a sinistra) in maglia azzurra, sul terzo gradino del podio al campionato del mondo 1990

Rimase nel gruppo anche all'avvio del ciclo di Arrigo Sacchi,[28] il quale tuttavia gli preferì spesso Alessandro Costacurta, più avvezzo ai movimenti difensivi richiesti dal tecnico, che peraltro l'aveva già allenato nella precedente esperienza comune al Milan.[27] Vierchowod ottenne la sua ultima presenza il 1º maggio 1993, in una partita contro la Svizzera valida per le qualificazioni al campionato del mondo 1994, al quale preferirà non prendere parte, visto il ruolo di riserva prospettatogli da Sacchi: «Dissi no, perché non mi andava di sperare negli infortuni dei compagni. E pensare che poi si fece male Baresi...».[3]

Con l'Italia conta 45 presenze e 2 reti, l'ultima delle quali, realizzata a 33 anni, 11 mesi e 18 giorni (il 24 marzo 1993 contro Malta), lo ha reso per diversi anni il marcatore più anziano nella storia della nazionale.[63]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Il 19 dicembre 2001 ha esordito sulla panchina del Catania, in Serie C1; chiamato a sostituire Aldo Ammazzalorso,[64] il 22 aprile 2002 viene esonerato a due giornate dal termine, con gli etnei in zona play-off.

L'11 agosto viene ingaggiato dalla Florentia Viola, nata sulle ceneri del fallimento societario della Fiorentina, per il campionato di Serie C2;[65] il 29 ottobre viene nuovamente esonerato, dopo nove giornate, a causa dei risultati negativi ottenuti dalla squadra toscana, e sostituito da Alberto Cavasin.[66][67]

Il 13 settembre 2005 è stato designato come nuovo allenatore della Triestina, in Serie B,[68] incassando il terzo esonero consecutivo il 21 novembre dello stesso anno.[69]

Il 13 giugno 2014, a distanza di nove anni dalla precedente esperienza in panchina, viene assunto dai magiari dell'Honvéd in sostituzione del connazionale Marco Rossi,[70] venendo poi esonerato il 6 ottobre.[71]

Il 31 maggio 2018 viene nominato allenatore della squadra albanese del Kamza,[72] squadra che però lascia dopo poche settimane.[73]

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Dagli anni 2000 è stato opinionista per Rai Sport. Nel 2012 si candida a sindaco nelle elezioni comunali di Como, alla guida di una lista civica,[4] e ottiene 1017 voti (2,53% delle preferenze).[74]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1975-1976 Bandiera dell'Italia Romanese D 3 0 - - - - - - - - - 3 0
1976-1977 Bandiera dell'Italia Como B 0 0 CI 0 0 - - - - - - 0 0
1977-1978 B 16 0 CI 0 0 - - - - - - 16 0
1978-1979 C1 34 3 CI-S 8 0 - - - - - - 42 3
1979-1980 B 35 1 CI 4 0 - - - - - - 39 1
1980-1981 A 30 2 CI 4 0 - - - CM+TC 5+0 2+0 39 4
Totale Como 115 6 16 0 - - 5 2 136 8
1981-1982 Bandiera dell'Italia Fiorentina A 28 2 CI 6 0 - - - - - - 34 2
1982-1983 Bandiera dell'Italia Roma A 30 0 CI 5 0 CU 8 0 - - - 43 0
1983-1984 Bandiera dell'Italia Sampdoria A 30 2 CI 8 0 - - - - - - 38 2
1984-1985 A 29 2 CI 12 1 - - - - - - 41 3
1985-1986 A 28 1 CI 7 0 CdC 4 0 - - - 39 1
1986-1987 A 28+1[75] 2+0[75] CI 4 0 - - - - - - 33 2
1987-1988 A 29 5 CI 11 2 - - - - - - 40 7
1988-1989 A 29 1 CI 14 5 CdC 8 1 SI 1 0 52 7
1989-1990 A 32 3 CI 3 0 CdC 9 2 SI 1 0 45 5
1990-1991 A 30 3 CI 10 0 CdC 4 0 SU 1 0 45 3
1991-1992 A 31 1 CI 8 2 CC 9 0 SI 1 0 49 3
1992-1993 A 29 1 CI 1 0 - - - - - - 30 1
1993-1994 A 32 2 CI 8 1 - - - - - - 40 3
1994-1995 A 31 2 CI 4 0 CdC 5 0 SI 1 0 41 2
Totale Sampdoria 358+1 25+0 90 11 39 3 5 0 493 39
1995-1996 Bandiera dell'Italia Juventus A 21 2 CI 1 0 UCL 8 0 SI 1 0 31 2
lug.-ago. 1996 Bandiera dell'Italia Perugia A 0 0 CI 0 0 - - - - - - 0 0
set. 1996-1997 Bandiera dell'Italia Milan A 16 1 CI 2 0 - - - - - - 18 1
1997-1998 Bandiera dell'Italia Piacenza A 29 2 CI 1 0 - - - - - - 30 2
1998-1999 A 28 4 CI 1 0 - - - - - - 29 4
1999-2000 A 22 0 CI 2 0 - - - - - - 24 0
Totale Piacenza 79 6 4 0 - - - - 83 6
Totale carriera 650+1 42+0 124 11 55 3 11 2 841 58

Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
6-1-1981 Montevideo Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Mundialito -
19-4-1981 Udine Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera della Germania Est Germania Est Amichevole - Uscita al 80’ 80’
5-10-1983 Bari Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera della Grecia Grecia Amichevole -
15-10-1983 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 0 – 3 Bandiera della Svezia Svezia Qual. Euro 1984 -
16-11-1983 Praga Cecoslovacchia Bandiera della Cecoslovacchia 2 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1984 -
22-12-1983 Perugia Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera di Cipro Cipro Qual. Euro 1984 -
4-2-1984 Roma Italia Bandiera dell'Italia 5 – 0 Bandiera del Messico Messico Amichevole - Uscita al 62’ 62’
3-3-1984 Istanbul Turchia Bandiera della Turchia 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
7-4-1984 Verona Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia Amichevole -
22-5-1984 Zurigo Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
26-5-1984 Toronto Canada Bandiera del Canada 0 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
30-5-1984 New York Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
26-9-1984 Milano Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Svezia Svezia Amichevole -
3-11-1984 Losanna Svizzera Bandiera della Svizzera 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
8-12-1984 Pescara Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Polonia Polonia Amichevole -
5-2-1985 Dublino Irlanda Bandiera dell'Irlanda 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
13-3-1985 Atene Grecia Bandiera della Grecia 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
3-4-1985 Ascoli Piceno Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera del Portogallo Portogallo Amichevole -
6-6-1985 Città del Messico Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole -
25-9-1985 Lecce Italia Bandiera dell'Italia 1 – 2 Bandiera della Norvegia Norvegia Amichevole -
5-2-1986 Avellino Italia Bandiera dell'Italia 1 – 2 Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest Amichevole -
26-3-1986 Udine Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera dell'Austria Austria Amichevole -
11-5-1986 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Cina Cina Amichevole -
31-5-1986 Città del Messico Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera della Bulgaria Bulgaria Mondiali 1986 - 1º turno -
5-6-1986 Puebla Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Argentina Argentina Mondiali 1986 - 1º turno -
10-6-1986 Puebla Italia Bandiera dell'Italia 3 – 2 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud Mondiali 1986 - 1º turno -
17-6-1986 Città del Messico Francia Bandiera della Francia 2 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1986 - Ottavi di finale -
21-2-1990 Rotterdam Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
31-3-1990 Basilea Svizzera Bandiera della Svizzera 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
19-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia Mondiali 1990 - 1º turno - Ingresso al 66’ 66’
25-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Mondiali 1990 - Ottavi di finale - Ingresso al 79’ 79’
7-7-1990 Bari Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Mondiali 1990 - Finale 3º posto - 3º posto
26-9-1990 Palermo Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Amichevole - Ingresso al 21’ 21’
22-12-1990 Limassol Cipro Bandiera di Cipro 0 – 4 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 1
13-2-1991 Terni Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera del Belgio Belgio Amichevole -
1-5-1991 Salerno Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Qual. Euro 1992 - Ingresso al 65’ 65’
12-6-1991 Malmö Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 dts Bandiera della Danimarca Danimarca Torneo Scania 100 -
16-6-1991 Stoccolma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 dts
(3 – 2 dtr)
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Torneo Scania 100 -
25-9-1991 Sofia Bulgaria Bandiera della Bulgaria 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
12-10-1991 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -
20-1-1993 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera del Messico Messico Amichevole -
24-2-1993 Porto Portogallo Bandiera del Portogallo 1 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1994 -
24-3-1993 Palermo Italia Bandiera dell'Italia 6 – 1 Bandiera di Malta Malta Qual. Mondiali 1994 1
14-4-1993 Trieste Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Estonia Estonia Qual. Mondiali 1994 -
1-5-1993 Berna Svizzera Bandiera della Svizzera 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1994 -
Totale Presenze (58º posto) 45 Reti 2

Statistiche da allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche aggiornate al 6 ottobre 2014.

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale % Vittorie
Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P G V N P %
dic. 2001-apr. 2002 Bandiera dell'Italia Catania C1 16 9 2 5 - - - - - - - - - - - - - - - 16 9 2 5 56,25
ago.-ott. 2002 Bandiera dell'Italia Florentia Viola C2 9 3 4 2 CI-C 4 0 1 3 - - - - - - - - - - 13 3 5 5 23,08
set.-nov. 2005 Bandiera dell'Italia Triestina B 13 5 3 5 - - - - - - - - - - - - - - - 13 5 3 5 38,46
ago.-nov. 2014 Bandiera dell'Ungheria Honvéd NB1 10 3 1 6 MK+MLK 3+1 3+1 0+0 0+0 - - - - - - - - - - 14 7 1 6 50,00
Totale carriera 48 20 10 18 8 4 1 3 56 24 11 21 42,86

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Dall'alto in basso: Vierchowod mostra la Coppa delle Coppe 1989-1990 vinta dalla Sampdoria; riceve da capitano blucerchiato la Coppa Italia 1993-1994; posa con Ravanelli dopo il trionfo della Juventus nella UEFA Champions League 1995-1996.

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]
Como: 1978-1979 (girone A)
Como: 1979-1980
Roma: 1982-1983
Sampdoria: 1990-1991
Sampdoria: 1984-1985, 1987-1988, 1988-1989, 1993-1994
Sampdoria: 1991
Juventus: 1995
Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Sampdoria: 1989-1990
Juventus: 1995-1996

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Spagna 1982

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

1982-1983

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Collare d'oro al Merito Sportivo - nastrino per uniforme ordinaria
— Roma, 19 dicembre 2017.[77]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 359 (25) se si considera lo spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA 1987-1988 disputato il 23 maggio 1987 contro il Milan.
  2. ^ Maida, p. 875.
  3. ^ a b c d Giuseppe Bagnati, Era ieri, sembra una vita fa. I ricordi di "Zar" Vierchowod, su gazzetta.it, 25 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2008).
  4. ^ a b Uno zar candidato sindaco: Vierchowod corre per Como [collegamento interrotto], su sport.sky.it, 7 aprile 2011.
  5. ^ Nino Sormani, È il derby dei Paperoni, in Stampa Sera, 17 marzo 1990, p. 19.
  6. ^ a b c Roberto Beccantini, Batistuta, il tuono sul Diavolo, in La Stampa, 16 febbraio 1992, p. 33.
  7. ^ Massimo Razzi, Barca-Samp tra storia e ricordo. La notte di Wembley e un calcio finito, su repubblica.it, 20 agosto 2012.
  8. ^ a b Filippo Grimaldi, Vierchowod e una rete per stupire tutti: ma non se stesso, in La Gazzetta dello Sport, 6 gennaio 1998.
  9. ^ a b Vittorio Zucconi, L'orso russo ha mille qualità, in la Repubblica, 15 maggio 1990, p. 27.
  10. ^ a b c d Germano Bovolenta, Vierchowod non finisce mai, in La Gazzetta dello Sport, 4 settembre 1998.
  11. ^ a b c Carlo Coscia, Vierchowod: «Contento che siate contenti», in La Stampa, 8 gennaio 1981, p. 18.
  12. ^ a b c d e Giorgio Rondelli, Vierchowod, un miracolo atletico per fermare Ronaldo, in Corriere della Sera, 11 gennaio 1998, p. 39.
  13. ^ a b c d e Stefano Petrucci, Vierchowod: "E adesso mi dedico a Balbo", in Corriere della Sera, 15 gennaio 1998, p. 47 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2015).
  14. ^ a b "Galli o Tancredi, ancora non scelgo", in la Repubblica, 28 marzo 1986, p. 20.
  15. ^ a b Germano Bovolenta, Vierchowod e i riti di Liedholm, in La Gazzetta dello Sport, 5 marzo 2005.
  16. ^ a b (EN) Gary Lineker on his England career, su fourfourtwo.com, 4 febbraio 2008.
  17. ^ a b Luigi Pellicone, Ravanelli: "Il mio rimpianto? Il Mondiale del '98. Con queste difese segnerei a raffica. Baggio il più grande con cui ho giocato", su ilposticipo.it, 16 novembre 2018. URL consultato il 7 marzo 2020 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2020).
  18. ^ Lo «zar» dei record Vierchowod, 500 presenze in A [collegamento interrotto], in Il Tirreno, 15 febbraio 1998, sez. Sport, p. 1.
  19. ^ (ES) Diego Borinsky, «Basile se olvidó de los códigos», in El Gráfico, dicembre 2007.
  20. ^ Furio Sartirana, Sognavo altri derby con Aguilera, in La Stampa, 4 ottobre 1992, sez. Sport, p. 5.
  21. ^ Van Basten: «Sono pronto e andrò in gol», in La Stampa, 4 aprile 1992, p. 28.
  22. ^ Marco van Basten, Fragile, Milano, Mondadori, 2020, ISBN 9788804725428.
  23. ^ a b Stefano Bedeschi, Gli eroi in bianconero: Pietro VIERCHOWOD, su tuttojuve.com, 19 aprile 2013.
  24. ^ Ernesto Branca, Da Van Basten a... Skriniar, Pietro Vierchowod si racconta: "Ho marcato Ronaldo a 41 anni, ora datemi CR7", su sportfair.it, 6 aprile 2019.
  25. ^ Massimo Norrito, Maradona, Pelè o Montesano, in la Repubblica, 4 ottobre 2003.
  26. ^ Fabrizio Bocca, Vierchowod a gettone: "Ho un futuro a zona", in la Repubblica, 15 giugno 1991, p. 37.
  27. ^ a b Daniele V. Morrone, Come Sacchi ha cambiato il calcio, su ultimouomo.com, 16 maggio 2016.
  28. ^ a b Italia, cala il Milan, in la Repubblica, 24 aprile 1993, p. 26.
  29. ^ a b Iacopo Iandiorio, Pietro Vierchowod, in La Gazzetta dello Sport, 10 aprile 1999.
  30. ^ a b c Vierchowod uomo in più, Nappy jolly, in La Stampa, 10 maggio 1983, p. 20.
  31. ^ a b c Bruno Bernardi, Lo zar tenta d'imprigionare il re dei bomber di nome Mark, in Stampa Sera, 21 febbraio 1990, p. 21.
  32. ^ Panini (2005), p. 485.
  33. ^ a b Panini (2004), Il personaggio: Pietro Vierchowod (Sampdoria), p. 551.
  34. ^ Luca Taidelli, Samuel, un gol per fare la storia due volte, in La Gazzetta dello Sport, 11 febbraio 2014.
  35. ^ Germano Bovolenta, Vierchowod capolavoro del 500, in La Gazzetta dello Sport, 15 febbraio 1998.
  36. ^ Mauro Molinaroli, Nonno Vierchowod toglie il sorriso a Totti, in La Stampa, 30 agosto 1999, p. 24.
  37. ^ a b Serena Timossi, Alla corte dello Zar. Auguri a Pietro Vierchowod, su sampdorianews.net, 6 aprile 2010.
  38. ^ a b c d e f g h i Vierchowod, lo "Zar" di Roma e Samp, su corrieredellosport.it, 6 aprile 2019.
  39. ^ Ultimi colpi: D'Amico alla Lazio e Vierchowod (prestito) in viola, in l'Unità, 16 luglio 1981 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  40. ^ Vierchowod alla Roma per un anno, in l'Unità, 15 luglio 1982 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  41. ^ a b Gianni Ranieri, Un pokerissimo all'Olimpico per il piatto dello scudetto, in Stampa Sera, 6 maggio 1983, p. 31.
  42. ^ a b c Gianluca Mercuri, Pietro che avrà 41 anni nel Duemila, in La Gazzetta dello Sport, 29 agosto 1999.
  43. ^ (EN) José Luis Pierrend e Roberto Di Maggio, Italy - Footballer of the Year, su rsssf.com, 9 febbraio 2017.
  44. ^ Mauro Molinaroli, Zar Pietro non teme il Ronaldo Furioso, in La Stampa, 20 settembre 1998, p. 24.
  45. ^ Sono diciotto gli «Oscar» del calcio. Platini e' in testa a tutti, in Stampa Sera, 1º giugno 1984, p. 11, sez. Sport.
  46. ^ a b Curzio Maltese, Zar Pietro vuole il trono, in La Stampa, 6 marzo 1990, p. 20.
  47. ^ a b Maurizio Crosetti, Ravanelli, la notte del cuore, in la Repubblica, 23 maggio 1996, p. 48.
  48. ^ Benedetto Ferrara, Milosevic al Parma il Genoa a Fascetti?, in la Repubblica, 16 giugno 1995, p. 47.
  49. ^ Licia Granello, Ok, il prezzo è folle, in la Repubblica, 9 giugno 1995, p. 45.
  50. ^ Angelo Caroli, Vierchowod: giovani, fatemi largo, in La Stampa, 3 giugno 1996, p. 32.
  51. ^ La Juve lascia libero Vierchowod, in La Stampa, 19 giugno 1996, p. 31.
  52. ^ Enrico Currò, Zenga e Vierchowod, si ricomincia, in la Repubblica, 27 giugno 1996, p. 46.
  53. ^ Calcio news, in la Repubblica, 24 luglio 1996, p. 46.
  54. ^ Corrado Sannucci e Luigi Luccarini, Tormento Perugia. Vierchowod lascia la città delle liti, in la Repubblica, 27 agosto 1996, p. 50.
  55. ^ Giancarla Ghisi, Il Milan invecchia: preso Vierchowod, in Corriere della Sera, 4 settembre 1996, p. 37 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2009).
  56. ^ Vierchowod va a Piacenza. Nuovo contratto a 38 anni, in la Repubblica, 6 settembre 1997, p. 45.
  57. ^ Mauro Molinaroli, «Salerno in B per l'arbitraggio», in La Stampa, 24 maggio 1999, p. 42.
  58. ^ Pellissier in gol contro il Milan. È il sesto gol più "vecchio" di sempre: il record è di Costacurta, su sport.sky.it, 7 ottobre 2018.
  59. ^ Vierchowod: Lo “zar" che alzò la coppa dalle grandi orecchie, su tuttosport.com, 6 aprile 2019.
  60. ^ a b c Alberto Facchinetti, Italia '90, 30 anni dopo – I gemelli del gol Mancini-Vialli e Vierchowod, quelle bandiere della Samp ai margini dell'Italia di Vicini, su ilfattoquotidiano.it, 25 giugno 2020.
  61. ^ Curzio Maltese, Anche Vialli si accanisce sui viola, in Stampa Sera, 26 febbraio 1990, p. 7.
  62. ^ a b c Lorenzo Nicoletti, Intervista esclusiva a Pietro Vierchowod, su radioblackandwhite1897.wordpress.com, 14 giugno 2020.
  63. ^ Quagliarella, gol al Liechtenstein: diventa il bomber azzurro più anziano. La classifica, su sport.sky.it, 26 marzo 2019.
  64. ^ Luigi Pastore, Vierchowod comincia in C dal Catania di Gaucci, in la Repubblica, 19 dicembre 2001, p. 50.
  65. ^ Alessandro Di Maria, Grinta e concentrazione, firmato Vierchowod, in la Repubblica, 11 agosto 2002, p. 2, sez. Firenze.
  66. ^ Esonerato Pietro Vierchowod, su nove.firenze.it, 29 ottobre 2002.
  67. ^ Benedetto Ferrara, Dopo tanti sogni i problemi, in C2 non va e la promozione è a rischio: via Vierchowod ecco Cavasin, in la Repubblica, 30 ottobre 2002, p. 52.
  68. ^ Vierchowod nuovo allenatore della Triestina, su tuttomercatoweb.com.
  69. ^ Triestina, Tonellotto inarrestabile. Via Vierchowod, la squadra al Dg, su repubblica.it, 21 novembre 2005.
  70. ^ Vierchowod torna ad allenare: la storica Honved di Budapest, su gazzetta.it, 13 giugno 2014.
  71. ^ Honved, esonerato Vierchowod, su tuttomercatoweb.com, 6 ottobre 2014.
  72. ^ (SQ) Një kampion bote si Vierchowod për Kamzën në Superiore, su top-channel.tv, 31 maggio 2018.
  73. ^ Lo "Zar" Vierchowod e la Roma: scudetto e rimpianto, su storiadellaroma.it, 6 aprile 2019.
  74. ^ Fuga dai partiti politici. A Como otto liste civiche, su laprovinciadicomo.it.
  75. ^ a b Spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA 1987-1988.
  76. ^ Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana Sig. Pietro Vierchowod, su quirinale.it.
  77. ^ Gli azzurri del mundial '82 premiati al CONI con il Collare d'oro al Merito Sportivo, su figc.it, 19 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Maida, VIERCHOWOD, Pietro, in Enciclopedia dello sport, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
  • Almanacco illustrato del calcio 2005, Modena, Panini, 2004, ISSN 1129-3381 (WC · ACNP).
  • Almanacco illustrato del calcio 2006, Modena, Panini, 2005.

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