5 animali che non dovrebbero vivere in casa
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28 Marzo 2024
17:39

5 animali che non dovrebbero vivere in casa

Tenere in casa animali appartenenti a specie selvatiche come pappagalli, suricati, ricci e serpenti è legale in molti paesi, incluso il nostro. Ciò nonostante, queste specie non dovrebbero vivere in casa perché potrebbero esserci numerose conseguenze negative, sia per noi che per loro.

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Non tutti gli animali sono adatti a vivere in casa, anzi, tutte le specie non considerate domestiche, che quindi non sono andate incontro ad un lento e graduale processo di domesticazione, dovrebbero restare libere nel loro ambiente naturale in cui possono soddisfare tutti i loro bisogni.

Nonostante in molti paesi, compreso il nostro, sia legale avere in casa esemplari addomesticati (e non domesticati) che sono semplicemente abituati alla cattività, questi mantengono comunque una serie di istinti e bisogni che trovano sfogo solo in natura, con il rischio che possano sviluppare comportamenti aggressivi, distruttivi o pericolosi nei loro e nei nostri confronti.

Mentre cani, gatti, porcellini d’india e pesci rossi sono a tutti gli effetti animali domestici, pappagalli, suricati, ricci e serpenti, per quanto ormai comuni come animali da compagnia, restano specie selvatiche che non dovrebbero vivere in casa. Ancora più grave la situazione nei paesi come gli Stati Uniti che consentono la detenzione di animali vulnerabili all’estinzione e altamente pericolosi come le tigri.

I pappagalli

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I pappagalli sono tra gli uccelli più intelligenti del mondo e ne esistono numerose specie, quasi tutte altamente sociali. Questi bellissimi animali, quindi, tenuti in casa proprio per il loro aspetto e la loro intelligenza, avrebbero bisogno di ampi spazi in cui vivere in numerosi stormi, dove formare solidi legami con i propri simili.

I pappagalli tenuti in cattività possono in alcuni casi legare con gli esseri umani, ma necessitano di attenzioni costanti per non sviluppare sindromi depressive. Inoltre, gli spazi ristretti di un appartamento si adattano male alle necessità di un uccello di grandi dimensioni, come le specie del genere Ara, che non potrebbero volare liberamente con il rischio di creare danni agli oggetti e a loro stessi.

I suricati

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Anche i suricati sono animali altamente sociali che mal si sposano con la vita solitaria in un appartamento. Questi piccoli mammiferi sono originari dell'Africa e vivono in grandi gruppi in tane sotterranee, hanno una rigida gerarchia e ogni componente ha il suo ruolo. Anche in questo caso la lontananza dei propri simili potrebbe causare problemi all’animale e, in ogni caso, l’ambiente domestico non incontra i suoi bisogni naturali.

I ricci

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La moda dei ricci come animali da compagnia è imperversata negli ultimi anni, portando alla cattura e all’allevamento di questi animali nonostante appartengano ad una specie selvatica. I ricci sono mammiferi notturni, timidi e timorosi che mal si sposano con le nostre abitudini diurne e il caos della nostra routine. Per quanto non siano sociali e non necessitino di vivere in compagnia, l'ambiente domestico non è adatto alle loro esigenze e, per via dei loro aculei, la convivenza con altri animali potrebbe essere pericolosa.

I serpenti

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Sebbene alcuni serpenti possano vivere serenamente in terrari adeguati, trattandosi di specie selvatiche dovrebbero essere lasciati in natura. A parte la pericolosità di molte specie velenose o costrittrici che possono causare incidenti anche mortali, il commercio di specie esotiche porta inevitabilmente all’incremento delle catture di questi animali in natura, depauperando la fauna selvatica e danneggiando l’equilibrio degli ecosistemi.

Le tigri

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Forse a noi potrebbe sembrare da pazzi voler avere una tigre adulta in casa, ma, purtroppo, questa è una realtà possibile in diversi paesi del mondo. Solo negli Stati Uniti si contano circa 7.000 tigri che vivono tra zoo e proprietà private, ovvero quasi il doppio delle 3.890 tigri che si stima si aggirino ancora allo stato brado in tutto il mondo.

Molte delle tigri in America si trovano nei cortili di abitazioni, tenute al guinzaglio come se fossero animali domestici e gran parte di queste non sono registrate, soprattutto in stati come il Texas, rendendo difficile fare una stima esatta degli esemplari in cattività. Questa tendenza, purtroppo è in linea con la mentalità americana del diritto di poter decidere liberamente della propria vita, anche quando si ritiene opportuno di avere un superpredatore in giardino.

Tralasciando la pericolosità di questo animale non solo per gli altri animali domestici o per i bambini, ma anche per gli adulti di casa e, in caso di fuga, tutto il vicinato, dovuta alla sua grande forza fisica e l’istinto predatorio, obbligare un felide di queste dimensioni, che solitamente controlla un territorio di oltre 1.600 chilometri quadrati, a vivere alla catena è una grandissima violenza.

Oltre al danno al singolo esemplare, che può sviluppare comportamenti pericolosi o anomali, è da considerare l’enorme impatto ambientale che la detenzione di un superpredatore come la tigre crea: per prima cosa le popolazioni di grandi carnivori non sono mai abbondanti quanto quelle degli erbivori, ma svolgono un ruolo fondamentale di controllo dell’ecosistema, che ne evita il collasso.

Le tigri sono seriamente in pericolo di estinzione e, oltre al bracconaggio per le pellicce o l’utilizzo nella medicina tradizionale, subiscono anche i danni delle catture per il commercio di esemplari vivi. La detenzione di questi animali in abitazioni private o in strutture che non ne promuovono la reintroduzione in natura contribuisce alla riduzione del numero di esemplari, impoverisce e danneggia gli ecosistemi e mette in pericolo numerose vite umane e animali.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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