ottaviano riario (vescovo) - Società Agricola Riario Sforza s.s.

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OTTAVIANO RIARIO




Figlio di Girolamo Riario e Caterina Sforza.
Nacque a Forlì nel settembre 1479 e venne battezzato dal cardinale Rodrigo Borgia, futuro Alessandro VI.
Nell'aprile del 1488 è catturato con un fratello in occasione dell’uccisione del padre Girolamo da parte di alcuni congiurati, ma viene liberato dall’esercito sforzesco. Qualche mese dopo ottiene dal papa Innocenzo VIII l’investitura di Imola e di Forlì.
Nel 1495 la madre Caterina si innamora di Giacomo Feo, un giovane di umili condizioni al servizio di Girolamo Riario probabilmente come stalliere, e lo sposa.
Ottaviano, pur rimanendo nell'ombra, convince uomini a lui fedeli ad uccidere il Feo. La madre reagisce con ferocia e fa uccidere più di quaranta persone, a volte anche con sospetti di poca consistenza, di avere avuto parte nella comgiura.
Nel 1498 prende parte all’assedio di Pisa con 100 uomini d’arme e 100 cavalli leggeri.
Sul finire del 1499, minacciato da Cesare Borgia, si rifugia ad Imola dove gli abitanti gli si dimostrano favorevoli. Interviene sulla piazza in occasione di un tafferuglio fra fanti tedeschi e guasconi e ne fa rinchiudere alcuni nella rocca: costoro sono scoperti partigiani del duca Valentino. Con l’attacco a Forlì dei pontifici, ripara a Firenze.
Nel 1503, dopo la morte di Alessandro VI, chiede aiuto ai veneziani per recuperare i suoi domini. Avute risposte generiche, si reca a Bologna per avere da Giovanni Bentivoglio alcuni uomini d’arme; tenta di rientrare in Imola con l’ausilio dei Vaina, ma è deluso nelle sue aspettative per l’opposizione dei Sassatello.
Pur di riuscire nel suo scopo, promette alla Serenissima Casanova dell’Alpe e la stessa Imola (in caso di sua morte senza eredi), in cambio di benefici ecclesiastici per il fratello arcivescovo e di una condotta di 100 lance e di 100 cavalli leggeri. Con Ermes Bentivoglio, si colloca davanti alla rocca di Imola alla testa di 2000 uomini. Al fallimento degli obiettivi, si ritira a Castel San Pietro Terme con pochi cavalli. Preda allora tra Mordano, Bubano e Bagnara di Romagna, cattura 20 uomini e pretende da costoro una taglia di 2000 ducati. A dicembre è costretto a desistere.
Nel 1504 Spera ancora di potere rientrare in Imola e viene a Caprarola: il papa Guilio II ed il cardinale di San Giorgio Raffaello Riario gli preferiscono invece il fratello Galeazzo, perché lo ritengono troppo legato alla madre.
Si vede trascurato dallo zio cardinale e dal papa e chiede all’ambasciatore veneziano a Roma di trasferirsi nei territori della Serenissima.
Nel 1506 si fa prete ed è nominato vescovo di Viterbo e 3 anni dopo accoglie a Viterbo il papa Giulio II e il fratellastro Giovanni dei Medici.
Morì a Bologna il 6 ottobre 1523.
Fu Vescovo di Viterbo e Voltera.


Fonte: Note biografiche di Capitani di Guerra e di Condottieri di Ventura operanti in Italia nel 1330 - 1550



 

  
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